mercoledì 30 aprile 2014
Ai sensi del comma 461 dell’art. 2 della L. 244/2007 al fine di tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti dei servizi pubblici locali e di garantire la qualità, l’universalità e l’economicità delle relative prestazioni, in sede di stipula dei contratti di servizio, gli enti locali sono tenuti ad assicurare il rispetto di una serie di disposizioni.
Nella nostra provincia questa norma è ancora inattuata.
Al fine di sollecitare il Comune di Sabaudia, in data odierna ho provveduto a consegnare all’ufficio protocollo del Comune una Petizione con oltre 300 firme raccolte da me e da altre persone in maniera trasversale e volutamente apartitica, per chiedere ai sensi dell’art. 45 dello Statuto comunale che sia sottoposto al Consiglio comunale il regolamento per dare effettiva applicazione alla norma in questione mettendo in condizione i cittadini di esercitare il diritto di partecipazione loro riconosciuto dalla legge.
I servizi pubblici locali costituiscono uno dei punti più delicati nel rapporto tra i cittadini e i Comuni.
martedì 22 aprile 2014
Le case della salute: un mio nuovo articolo
"LE CASE DELLA SALUTE: PIANIFICAZIONE, PROGRAMMAZIONE, INTEGRAZIONE,
CRITICITÀ", nel quale, per dare il mio contributo alla effettiva realizzazione delle case della salute, ho ritenuto di fornire tutti gli strumenti di pianificazione, programmazione, ma anche di management (per la gestione delle risorse finanziarie, umane e strumentali) per chi dovrà poi essere preposto al loro funzionamento
lunedì 21 aprile 2014
Chiesta la pubblicazione dei dati ambientali in occasione della giornata della Terra
Oggi è la giornata mondiale della Terra. Nel maggio
2005 venne siglata la convenzione di Aarthus che prevede le procedure per la
partecipazione dei cittadini alla programmazione ambientale.
Il D.lgs. 195/2005, in attuazione della direttiva
2003/4/CE reca norme sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale.
Da tempo molte amministrazioni pubbliche, sulla base
del parere reso dalla Conferenza Unificata del 16 giugno 2005, hanno provveduto
da tempo a rendere disponibili i dati relativi all’ambiente: sui loro siti web.
I cittadini hanno diritto di poter conoscere i dati
aggiornati relativi all’ambiente in cui vivono direttamente dal loro Comune
fine di poter partecipare alle decisioni in campo ambientale.La trasparenza di questi dati è anche molto apprezzata
dai turisti più attenti e può rappresentare un motivo di preferenza della
nostra città rispetto ad altre.
Oggi ho inviato una lettera al Comune di Sabaudia
chiedendo di pubblicare i dati ambientali sul sito web e in alternativa, ai
sensi dell’art.5 del D.lgs. 33/2013, che stabilisce le modalità per l’ “Accesso civico” di ricevere copia dei
seguenti dati: acque potabili, balneabilità del mare, percentuale della
raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, analisi delle acque del lago,
stato dell’aria.
venerdì 18 aprile 2014
Il 30 aprile scade il termine per l'approvazione del rendiconto del 2013
Entro il 30 aprile il Consiglio comunale sarà chiamato ad approvare il rendiconto dell’esercizio 2013 sulla base della proposta approvata dalla giunta comunale
La gestione del 2013 è stata caratterizzata nella prima parte dell’anno dalla gestione del Commissario straordinario e nella seconda dal ritorno alla gestione ordinaria; il bilancio ha risentito fortemente di questa anomalia.
La relazione della Giunta pur essendo molto più ampia ed approfondita del passato dal punto di vista contabile, non contiene alcuna descrizione qualitativa e quantitativa dei risultati che l’ente ha ottenuto in relazione alle somme spese e ai programmi realizzati e degli effetti prodotti sui cittadini.
Un altro elemento anomalo è il fatto che il bilancio di previsione, approvato il 15 novembre 2013 con un disavanzo di € 223.856,68 sia stato chiuso dopo poco più di un mese il 31 dicembre con un avanzo di gestione di 990.105,54, il che denota da una parte evidenti difficoltà a definire l’andamento del bilancio e dall’altra il mancato svolgimento della mission istituzionale dato che molti adempimenti obbligatori non sono stati svolti (assistenza sociale, manutenzione delle strade ecc.)
La gestione finanziaria risente fortemente dell’utilizzo di un regolamento di contabilità antiquato, benché nel passato io abbia sollecitato più volte l’adozione di uno nuovo.
Non esiste una centrale unica per gli acquisti
In alcuni casi l’imputazione di parte delle spese avviene in modo improprio su capitoli diversi da quelli previsti.
La contabilità analitica deve essere migliorata.
Non è stato attivato un sistema di partecipazione da parte dei cittadini per la valutazione della qualità dei servizi.
La Corte dei Conti con la deliberazione n. 61/2012 aveva rilevato che l’Ente non si è dotato di idonee procedure contabili per la compilazione, la tenuta e l’aggiornamento dell’inventario.
Nonostante gli impegni ancora non si è provveduto.
Dall’allegato «D» si rileva che l’esame dei parametri di riscontro della situazione di deficitarietà strutturale, su dieci parametri obiettivi, il Comune non risulta conforme per tre di essi:
- n. 4 Volume dei residui passivi complessivi provenienti dal Titolo I, superiore al 40% degli impegni della medesima spesa corrente
- n.5 Esistenza di procedimenti di esecuzione forzata superiore allo 0,5% delle spese correnti
- n.8 Consistenza debiti fuori bilancio superiore all’1% rispetto alle entrate correnti
Il Comune nel corso dell’anno 2013 ha registrato una persistente situazione di deficit di cassa, per cui molti creditori, specialmente locali, non sono stati soddisfatti entro i termini di legge.
In base ad una Direttiva del Ministro per la Funzione pubblica del 2006 ogni pubblica amministrazione dovrebbe rendere conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego di risorse nell’anno trascorso, in modo da consentire ai cittadini di conoscere e formulare un proprio giudizio su come l’amministrazione interpreta e realizza la sua missione istituzionale e il suo mandato.
Poiché l’amministrazione non provvede a spiegare pubblicamente ai cittadini come hanno speso i soldi della comunità, da alcuni anni cerco di farlo io con un video che quest'anno ho messo a disposizione on-line su You Tube: http://youtu.be/SwDsRSKUeug
La gestione del 2013 è stata caratterizzata nella prima parte dell’anno dalla gestione del Commissario straordinario e nella seconda dal ritorno alla gestione ordinaria; il bilancio ha risentito fortemente di questa anomalia.
La relazione della Giunta pur essendo molto più ampia ed approfondita del passato dal punto di vista contabile, non contiene alcuna descrizione qualitativa e quantitativa dei risultati che l’ente ha ottenuto in relazione alle somme spese e ai programmi realizzati e degli effetti prodotti sui cittadini.
Un altro elemento anomalo è il fatto che il bilancio di previsione, approvato il 15 novembre 2013 con un disavanzo di € 223.856,68 sia stato chiuso dopo poco più di un mese il 31 dicembre con un avanzo di gestione di 990.105,54, il che denota da una parte evidenti difficoltà a definire l’andamento del bilancio e dall’altra il mancato svolgimento della mission istituzionale dato che molti adempimenti obbligatori non sono stati svolti (assistenza sociale, manutenzione delle strade ecc.)
La gestione finanziaria risente fortemente dell’utilizzo di un regolamento di contabilità antiquato, benché nel passato io abbia sollecitato più volte l’adozione di uno nuovo.
Non esiste una centrale unica per gli acquisti
In alcuni casi l’imputazione di parte delle spese avviene in modo improprio su capitoli diversi da quelli previsti.
La contabilità analitica deve essere migliorata.
Non è stato attivato un sistema di partecipazione da parte dei cittadini per la valutazione della qualità dei servizi.
La Corte dei Conti con la deliberazione n. 61/2012 aveva rilevato che l’Ente non si è dotato di idonee procedure contabili per la compilazione, la tenuta e l’aggiornamento dell’inventario.
Nonostante gli impegni ancora non si è provveduto.
Dall’allegato «D» si rileva che l’esame dei parametri di riscontro della situazione di deficitarietà strutturale, su dieci parametri obiettivi, il Comune non risulta conforme per tre di essi:
- n. 4 Volume dei residui passivi complessivi provenienti dal Titolo I, superiore al 40% degli impegni della medesima spesa corrente
- n.5 Esistenza di procedimenti di esecuzione forzata superiore allo 0,5% delle spese correnti
- n.8 Consistenza debiti fuori bilancio superiore all’1% rispetto alle entrate correnti
Il Comune nel corso dell’anno 2013 ha registrato una persistente situazione di deficit di cassa, per cui molti creditori, specialmente locali, non sono stati soddisfatti entro i termini di legge.
In base ad una Direttiva del Ministro per la Funzione pubblica del 2006 ogni pubblica amministrazione dovrebbe rendere conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego di risorse nell’anno trascorso, in modo da consentire ai cittadini di conoscere e formulare un proprio giudizio su come l’amministrazione interpreta e realizza la sua missione istituzionale e il suo mandato.
Poiché l’amministrazione non provvede a spiegare pubblicamente ai cittadini come hanno speso i soldi della comunità, da alcuni anni cerco di farlo io con un video che quest'anno ho messo a disposizione on-line su You Tube: http://youtu.be/SwDsRSKUeug
giovedì 17 aprile 2014
Tuteliamo lo skyline di Sabaudia
Il 9 aprile il Consiglio comunale ha approvato la conferma della riduzione dell’indice di fabbricabilità fondiaria per alcune zone della zona residenziale 1/B incluse nel centro urbano.
Si tratta senza dubbio di una scelta opportuna (che conferma peraltro quanto già deciso molti anni fa) per conservare intatta quella parte della città ed evitare che subisca gli attacchi della speculazione.
Debbo tuttavia considerare che nel corso della passata consiliatura la maggioranza bocciò una proposta con cui il Gruppo del PD aveva proposto (con una mozione presentata il 20 aprile 2012) di estendere il concetto della riduzione dell’indice di fabbricabilità e dell’altezza anche ad altre zone urbane (come quella individuata come 1A onde evitare che avvenisse quanto stiamo vedendo in via Torino, via Garibaldi ecc. dove al posto di villini ad un piano sorgono casermoni a quattro piani.
Il giorno 15 il Sindaco ha accompagnato il Ministro Lupi in cima alla Torre, ma che paesaggio avrà ammirato con tutte le case costruite in quest'ultimo periodo ?
Resto in attesa che quella mozione che mirava a conservare lo skyline caratteristico della città di Sabaudia venga ripresa ed approvata.
Si tratta senza dubbio di una scelta opportuna (che conferma peraltro quanto già deciso molti anni fa) per conservare intatta quella parte della città ed evitare che subisca gli attacchi della speculazione.
Debbo tuttavia considerare che nel corso della passata consiliatura la maggioranza bocciò una proposta con cui il Gruppo del PD aveva proposto (con una mozione presentata il 20 aprile 2012) di estendere il concetto della riduzione dell’indice di fabbricabilità e dell’altezza anche ad altre zone urbane (come quella individuata come 1A onde evitare che avvenisse quanto stiamo vedendo in via Torino, via Garibaldi ecc. dove al posto di villini ad un piano sorgono casermoni a quattro piani.
Il giorno 15 il Sindaco ha accompagnato il Ministro Lupi in cima alla Torre, ma che paesaggio avrà ammirato con tutte le case costruite in quest'ultimo periodo ?
Resto in attesa che quella mozione che mirava a conservare lo skyline caratteristico della città di Sabaudia venga ripresa ed approvata.
mercoledì 16 aprile 2014
SABAUDIA DAL 19 APRILE SI PAGA IL PARCHEGGIO
La Giunta comunale di Sabaudia, l'11 aprile scorso ha adottato la deliberazione n. 29 con la quale sono stati adottati i criteri per la gestione dei parcheggi per l'anno 2014.
La deliberazione è stata pubblicata il 15.
Il parcheggio sarà a pagamento dal 19 aprile, oggi sono andato n comune per pagare l'abbonamento ma ancora non erano pronti, riproverò domani...
La deliberazione è stata pubblicata il 15.
Il parcheggio sarà a pagamento dal 19 aprile, oggi sono andato n comune per pagare l'abbonamento ma ancora non erano pronti, riproverò domani...
lunedì 14 aprile 2014
MAB un programma dell'UNESCO in cui i cittadini devono essere maggiormente coinvolti
Domani 16 aprile è stato convocato il Consiglio comunale con all’ordine del giorno:” Riserva della biosfera P.N.C. – MAB UNESCO. Discussione mozione presentata dai consiglieri Schintu, Gervasi, Bordignon”.
Il programma Man and Biosphere (MAB) fu proposto all’UNESCO dal Prof. Valerio Giacomini (al quale il nostro comune ha intitolato una strada nella zona 167) e fortemente voluto dallo stesso allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità attraverso programmi di ricerca e capacity-building, che ha portato al riconoscimento delle Riserve della Biosfera, aree che gli Stati membri s’impegnano a gestire nell’ottica della conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile nel pieno coinvolgimento delle comunità.
Sulla base di questo programma nel 1977 è stata costituita la Riserva Naturale Statale e Riserva della Biosfera del Programma MAB (Man and Biosphere): “Foresta Demaniale del Circeo”.
Nel 2012 l’Advisory Committee dell’UNESCO ha rilevato l’assenza di un management plan e il fatto che la zonizzazione esistente non fosse funzionale, proponendo una proposta di revisione del perimetro che è stata poi proposta dall’Ente Parco includendo come aree “Core” e “Buffer Zones” la quasi totalità del perimetro del Parco ed inoltre una “Transition Area” non perimetrata ma individuata da una serie di strutture, azioni e interventi.
In quest’ottica secondo il predetto Committee assumono importanza fondamentale:
- Il coinvolgimento delle popolazioni locali
- Un programma per lo sviluppo turistico
Sulla base di questa nuova strategia la nuova denominazione del sito MAB Unesco è “Riserva della Biosfera Circeo”. In un documento dell’aprile dello scorso anno, pur prendendo atto degli sforzi fatti fino ad allora, è stato tra l’altro raccomandato di assicurare la partecipazione degli stakeholders (portatori di interessi) locali nella gestione della riserva e nel processo di decision-making (assunzione delle decisioni, fornendo esplicite e dettagliate informazioni in merito alle modalità sull’attuazione del piano di azione sui temi del turismo e dell’agricoltura.
Benché l’UNESCO abbia ripetutamente raccomandato il coinvolgimento delle popolazioni interessate che sono il primo e più importante stakeholder, tutta la procedura è stata portata avanti tra l’Amministrazione comunale e la Presidenza dell’Ente Parco, creando un’atmosfera di poca trasparenza che ha spinto alcuni politici ad assumere posizioni talora populistiche.
Persino il Consiglio comunale è stato scavalcato e la questione gli è stata sottoposta solo a seguito di una mozione presentata da alcuni rappresentati della minoranza.
La cosa non mi meraviglia in quanto anche all’epoca dell’approvazione del Piano del Parco e del relativo Regolamento il Sindaco non ritenne di sottoporre la questione all’attenzione del Consiglio, tanto che allo scopo di informare i cittadini organizzai con il PD un convegno nazionale “Il Parco del Circeo, una risorsa”, che ottenne notevole partecipazione e grande risonanza sulla stampa.
Purtroppo il Piano del Parco è ancora bloccato in regione a causa del ricorso dell’Amministrazione provinciale, ma invece di stare senza far nulla, sarebbe stato utile ed importante occupare questo tempo per recuperare il gap con i cittadini facendogli comprendere (ma in maniera concreta) i vantaggi di vivere in un parco nazionale ed essere orgogliosi di vivere qui e di non doverne subire solamente i vincoli (spesso mal gestiti).
Ma naturalmente i politici nella paura di perdere voti omettono di svolgere questa funzione delicata ma importantissima e mentre celebriamo gli 80 anni della fondazione della città, ma anche del Parco, siamo ancora lontani dal creare un rapporto appropriato con chi vi abita, omettendo di incoraggiare adeguatamente la conservazione degli spazi naturali, la promozione del territorio, il suo sviluppo economico e le sue specificità culturali e di incrementare la formazione e l’educazione ambientale. Mi auguro che dal consiglio comunale di domani esca un messaggio importante e positivo verso la comunità dando concreta attuazione ad un piano di sviluppo sostenibile della nostra città che utilizzi i principi del programma MAB stimolando un nuovo rapporto tra i cittadini e il Parco che veda un impegno costante da parte della Presidenza dell’Ente e dell’Amministrazione comunale.
Il programma Man and Biosphere (MAB) fu proposto all’UNESCO dal Prof. Valerio Giacomini (al quale il nostro comune ha intitolato una strada nella zona 167) e fortemente voluto dallo stesso allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità attraverso programmi di ricerca e capacity-building, che ha portato al riconoscimento delle Riserve della Biosfera, aree che gli Stati membri s’impegnano a gestire nell’ottica della conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile nel pieno coinvolgimento delle comunità.
Sulla base di questo programma nel 1977 è stata costituita la Riserva Naturale Statale e Riserva della Biosfera del Programma MAB (Man and Biosphere): “Foresta Demaniale del Circeo”.
Nel 2012 l’Advisory Committee dell’UNESCO ha rilevato l’assenza di un management plan e il fatto che la zonizzazione esistente non fosse funzionale, proponendo una proposta di revisione del perimetro che è stata poi proposta dall’Ente Parco includendo come aree “Core” e “Buffer Zones” la quasi totalità del perimetro del Parco ed inoltre una “Transition Area” non perimetrata ma individuata da una serie di strutture, azioni e interventi.
In quest’ottica secondo il predetto Committee assumono importanza fondamentale:
- Il coinvolgimento delle popolazioni locali
- Un programma per lo sviluppo turistico
Sulla base di questa nuova strategia la nuova denominazione del sito MAB Unesco è “Riserva della Biosfera Circeo”. In un documento dell’aprile dello scorso anno, pur prendendo atto degli sforzi fatti fino ad allora, è stato tra l’altro raccomandato di assicurare la partecipazione degli stakeholders (portatori di interessi) locali nella gestione della riserva e nel processo di decision-making (assunzione delle decisioni, fornendo esplicite e dettagliate informazioni in merito alle modalità sull’attuazione del piano di azione sui temi del turismo e dell’agricoltura.
Benché l’UNESCO abbia ripetutamente raccomandato il coinvolgimento delle popolazioni interessate che sono il primo e più importante stakeholder, tutta la procedura è stata portata avanti tra l’Amministrazione comunale e la Presidenza dell’Ente Parco, creando un’atmosfera di poca trasparenza che ha spinto alcuni politici ad assumere posizioni talora populistiche.
Persino il Consiglio comunale è stato scavalcato e la questione gli è stata sottoposta solo a seguito di una mozione presentata da alcuni rappresentati della minoranza.
La cosa non mi meraviglia in quanto anche all’epoca dell’approvazione del Piano del Parco e del relativo Regolamento il Sindaco non ritenne di sottoporre la questione all’attenzione del Consiglio, tanto che allo scopo di informare i cittadini organizzai con il PD un convegno nazionale “Il Parco del Circeo, una risorsa”, che ottenne notevole partecipazione e grande risonanza sulla stampa.
Purtroppo il Piano del Parco è ancora bloccato in regione a causa del ricorso dell’Amministrazione provinciale, ma invece di stare senza far nulla, sarebbe stato utile ed importante occupare questo tempo per recuperare il gap con i cittadini facendogli comprendere (ma in maniera concreta) i vantaggi di vivere in un parco nazionale ed essere orgogliosi di vivere qui e di non doverne subire solamente i vincoli (spesso mal gestiti).
Ma naturalmente i politici nella paura di perdere voti omettono di svolgere questa funzione delicata ma importantissima e mentre celebriamo gli 80 anni della fondazione della città, ma anche del Parco, siamo ancora lontani dal creare un rapporto appropriato con chi vi abita, omettendo di incoraggiare adeguatamente la conservazione degli spazi naturali, la promozione del territorio, il suo sviluppo economico e le sue specificità culturali e di incrementare la formazione e l’educazione ambientale. Mi auguro che dal consiglio comunale di domani esca un messaggio importante e positivo verso la comunità dando concreta attuazione ad un piano di sviluppo sostenibile della nostra città che utilizzi i principi del programma MAB stimolando un nuovo rapporto tra i cittadini e il Parco che veda un impegno costante da parte della Presidenza dell’Ente e dell’Amministrazione comunale.
sabato 12 aprile 2014
Lo sviluppo della città passa ancora per il mattone ?
Il 9 aprile scorso si è tenuta una seduta del Consiglio comunale con all’ordine del giorno, tra l’altro, il seguente punto: “Recupero urbanistico-ambientale di aree critiche ed edifici degradati con aspettative di riqualificazione e sviluppo ricadenti in zone già urbanizzate del territorio comunale. Acquisizione contributi partecipativi diretti”.
L’assessore competente con molta passione ha illustrato la proposta, la discussione che ne è seguita, peraltro non molto animata, non ha consentito di comprendere con chiarezza quali siano le idee della Giunta per lo sviluppo economico-urbanistico della città.
L’impressione che si è avuta è quella che, ancora una volta, utilizzando la via del partenariato pubblico-privato, si possa lasciare mano libera agli imprenditori di fare ciò che vogliono.
Nessuno ha impedito fino ad ora ai proprietari di alcuni degli immobili interessati (che sono ben noti) di intervenire per rimetterli in produzione, ma si è preferito lasciarli andare nel degrado più totale.
La gestione di stampo volutamente liberale (lasciando cioè liberi gli imprenditori di fare le loro scelte, senza alcun governo da parte della politica) con cui Sabaudia è stata amministrata in questi anni ha ampiamente dimostrato i propri limiti con risultati che sono sotto gli occhi di tutti: imprese storiche fallite, alto tasso di disoccupazione, depressione economica.
Nonostante ciò si seguita a procedere senza una programmazione, decidendo (come è stato fatto il 9/4) che sarà fatto un bando e che chiunque sia proprietario di un immobile o di un’azienda che si trovi nella situazione descritta nell’oggetto dell’atto in esame, possa presentare un proprio progetto che poi sarà valutato dall’amministrazione.
Personalmente sono d’accordo per la riqualificazione della città, ma altrove ci sono esempi positivi di partenariato urbanistico che avrebbero potuto essere seguiti.
Allo stato esiste un PRG che stabilisce chiaramente quali sono le destinazioni urbanistiche delle varie aree e quali sono le cubature edificabili.
Sono trascorsi solo pochi mesi dall’affidamento dell’incarico per la redazione del nuovo PRG (deliberazione n. 82 del 23 dicembre 2013) per cui sarebbe stato opportuno attendere l’approvazione del nuovo strumento urbanistico in modo da poter lavorare sulla base di scelte ampiamente motivate e approfondite. Si è scelto invece di fare una forzatura anticipando i tempi.
In un passato non troppo lontano, come è stato ricordato durante la discussione in Consiglio, anche la Regione ha avuto occasione di segnalare che il PPE è ampiamente scaduto, mentre in un caso analogo il CORECO annullò una deliberazione per tale motivo.
Nel corso della passata consiliatura fu portato in Commissione urbanistica un progetto analogo ma feci presente che non era possibile intervenire modificando la destinazione urbanistica di un singolo lotto, senza valutare il problema nella sua generalità e completezza, nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti, per cui la proposta fu ritirata. Non sembra che nel frattempo sia accaduto nulla di nuovo. La Corte Costituzionale ha avuto modo di pronunciarsi sulla normativa relativa al partenariato urbanistico con Sentenza n. 393/92.
Rammento che la Giunta ha affidato l’incarico di redigere anche un nuovo PPE, ma non si sa a che punto sia; di certo ora dovrà avere la precedenza la redazione del nuovo PRG per cui i tempi rischiano di allungarsi.
È tempo che sia adottato un nuovo piano che possa essere lo strumento per lo sviluppo sostenibile della città, nel quale la parte pubblica sia parte attiva e non passiva.
In ogni caso è importante che per scelte di questa portata sia posta molta attenzione al business plan; il piano economico e finanziario diventa infatti il documento in cui deve trovare una sintesi e un equilibrio tra l’interesse pubblico e quello privato.
È infine indispensabile che, come già fatto per la sistemazione della piazza del Comune sia assicurata la partecipazione dei cittadini nelle forme previste dalla legge e non solo quella degli imprenditori.
L’assessore competente con molta passione ha illustrato la proposta, la discussione che ne è seguita, peraltro non molto animata, non ha consentito di comprendere con chiarezza quali siano le idee della Giunta per lo sviluppo economico-urbanistico della città.
L’impressione che si è avuta è quella che, ancora una volta, utilizzando la via del partenariato pubblico-privato, si possa lasciare mano libera agli imprenditori di fare ciò che vogliono.
Nessuno ha impedito fino ad ora ai proprietari di alcuni degli immobili interessati (che sono ben noti) di intervenire per rimetterli in produzione, ma si è preferito lasciarli andare nel degrado più totale.
La gestione di stampo volutamente liberale (lasciando cioè liberi gli imprenditori di fare le loro scelte, senza alcun governo da parte della politica) con cui Sabaudia è stata amministrata in questi anni ha ampiamente dimostrato i propri limiti con risultati che sono sotto gli occhi di tutti: imprese storiche fallite, alto tasso di disoccupazione, depressione economica.
Nonostante ciò si seguita a procedere senza una programmazione, decidendo (come è stato fatto il 9/4) che sarà fatto un bando e che chiunque sia proprietario di un immobile o di un’azienda che si trovi nella situazione descritta nell’oggetto dell’atto in esame, possa presentare un proprio progetto che poi sarà valutato dall’amministrazione.
Personalmente sono d’accordo per la riqualificazione della città, ma altrove ci sono esempi positivi di partenariato urbanistico che avrebbero potuto essere seguiti.
Allo stato esiste un PRG che stabilisce chiaramente quali sono le destinazioni urbanistiche delle varie aree e quali sono le cubature edificabili.
Sono trascorsi solo pochi mesi dall’affidamento dell’incarico per la redazione del nuovo PRG (deliberazione n. 82 del 23 dicembre 2013) per cui sarebbe stato opportuno attendere l’approvazione del nuovo strumento urbanistico in modo da poter lavorare sulla base di scelte ampiamente motivate e approfondite. Si è scelto invece di fare una forzatura anticipando i tempi.
In un passato non troppo lontano, come è stato ricordato durante la discussione in Consiglio, anche la Regione ha avuto occasione di segnalare che il PPE è ampiamente scaduto, mentre in un caso analogo il CORECO annullò una deliberazione per tale motivo.
Nel corso della passata consiliatura fu portato in Commissione urbanistica un progetto analogo ma feci presente che non era possibile intervenire modificando la destinazione urbanistica di un singolo lotto, senza valutare il problema nella sua generalità e completezza, nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti, per cui la proposta fu ritirata. Non sembra che nel frattempo sia accaduto nulla di nuovo. La Corte Costituzionale ha avuto modo di pronunciarsi sulla normativa relativa al partenariato urbanistico con Sentenza n. 393/92.
Rammento che la Giunta ha affidato l’incarico di redigere anche un nuovo PPE, ma non si sa a che punto sia; di certo ora dovrà avere la precedenza la redazione del nuovo PRG per cui i tempi rischiano di allungarsi.
È tempo che sia adottato un nuovo piano che possa essere lo strumento per lo sviluppo sostenibile della città, nel quale la parte pubblica sia parte attiva e non passiva.
In ogni caso è importante che per scelte di questa portata sia posta molta attenzione al business plan; il piano economico e finanziario diventa infatti il documento in cui deve trovare una sintesi e un equilibrio tra l’interesse pubblico e quello privato.
È infine indispensabile che, come già fatto per la sistemazione della piazza del Comune sia assicurata la partecipazione dei cittadini nelle forme previste dalla legge e non solo quella degli imprenditori.
giovedì 10 aprile 2014
Chi è responsabile per gli incidenti causati dalla mancata manutenzione delle strade?
Sempre più spesso vediamo la manutenzione delle strade lascia a desiderare. Gli enti locali trovano sempre più difficoltà a provvedere alla manutenzione.
La cosa è grave in quanto le buche possono essere fonte di incidenti e di danni alle vetture.
Di recente il Consiglio di Stato con la recentissima sentenza 8282/2014 ha ribadito la responsabilità degli enti gestori per omessa custodia delle strade.
La cosa è grave in quanto le buche possono essere fonte di incidenti e di danni alle vetture.
Di recente il Consiglio di Stato con la recentissima sentenza 8282/2014 ha ribadito la responsabilità degli enti gestori per omessa custodia delle strade.
lunedì 7 aprile 2014
Rinvio presentazione mio volume
Per ragioni indipendenti dalla mia volontà la presentazione del mio "Manuale per un consigliere comunale di opposizione - Come sfidare la maggioranza" , già fissata per domani 8 aprile presso l'ISTISSS è stata rinviata a data da destinarsi dalla Presidente dell'Istituto
giovedì 3 aprile 2014
Finalmente online su You Tube http://youtu.be/DERKFR2m-6g il mio video con l'analisi dei residui attivi e passivi del Comune di Sabaudia al 31 dicembre 2013.
Un lavoro ricco di grafici e di dati per aiutare a capire la provenienza di questi residui, la loro vetustà e verificare, con l' aiuto di alcun indicatori della Corte dei Conti lo stato delle finanze comunali.
Ricordiamo che proprio la gestione dei residui attivi e passivi ha formato oggetto dei rilievi mossi a suo tempo dalla Corte dei Conti, che furono alla base della crisi politica a seguito della quale il Sindaco Lucci si dimise. Buona visione
Un lavoro ricco di grafici e di dati per aiutare a capire la provenienza di questi residui, la loro vetustà e verificare, con l' aiuto di alcun indicatori della Corte dei Conti lo stato delle finanze comunali.
Ricordiamo che proprio la gestione dei residui attivi e passivi ha formato oggetto dei rilievi mossi a suo tempo dalla Corte dei Conti, che furono alla base della crisi politica a seguito della quale il Sindaco Lucci si dimise. Buona visione
mercoledì 2 aprile 2014
I residui attivi e passivi del Comune di Sabaudia al 31 dicembre 2013
La pubblicazione della deliberazione n. 25 del 26 marzo 2014, con cui la Giunta ha proceduto al riaccertamento dei residui attivi e passivi, impone alcune riflessioni.
I residui attivi ammontano ad € 18.722.713,19, mentre quelli passivi sono pari ad € 18.169.538,13.
La percentuale di incidenza dei residui attivi complessivi rilevati al 31 dicembre 2013 sulle entrate di competenza (Titoli I°-VI°) è pari al 66,8%; pur se ridotta rispetto al passato è sempre molto elevata. Il fatto che anche altri comuni si trovino in situazioni analoghe non può costituire motivo di soddisfazione.
Il rapporto percentuale tra il totale dei residui passivi e quelli relativi ai soli Titoli I°, II° e III° è pari al 40,70%, anch’esso migliorato ma comunque prossimo alla soglia di guardia.
Ai sensi dell’art. 189 del Testo unico degli Enti locali costituiscono residui attivi le somme accertate e non riscosse entro il termine dell’esercizio. Sono mantenute tra i residui esclusivamente le entrate accertate per le quali esiste un titolo giuridico valido che garantisca l’ente creditore della correlativa entrata nonché le somme derivanti dalla stipula di contratti di apertura di credito.
I residui passivi a loro volta in base all’art. 190 del T.U.E.L. sono costituiti dalle somme impegnate e non pagate entro il termine dell’esercizio.
Prima di approvare il rendiconto dell’anno è necessario effettuare la ricognizione dei residui attivi e passivi, si tratta di una operazione complessa che deve essere effettuata nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia e dei principi contabili e che consiste nella revisione delle ragioni e della legittimità o meno del mantenimento in tutto o in parte delle posizioni creditorie o debitorie, per effetto della quale si possono verificare maggiori ovvero minori residui attivi; o minori residui passivi per sopravvenuta insussistenza o inesigibilità oppure per prescrizione.
Mantenere in bilancio residui troppo vetusti, addirittura inesistenti e che, quindi, non si tramuteranno mai in disponibilità finanziaria, ha comportato negli anni passati per il Comune di Sabaudia una dilatazione ingiustificata dell’avanzo di amministrazione che ha consentito nell’immediato il pareggio di bilancio e di disporre artificialmente di capacità di spesa, ma ha comportato inevitabilmente negli anni successivi gravissimi problemi finanziari, con rischio di dissesto.
La Corte dei Conti ha elaborato una serie di indicatori per misurare lo stato di salute di un ente sulla base dei dati relativi ai residui attivi e passivi, cui si deve far riferimento.
Il primo di tali indicatori è rappresentato dal rapporto percentuale tra tutti i residui attivi e le entrate totali del Comune: più è basso, più il bilancio è pulito e solido. Altri indicatori mirano ad accertare il grado di vetustà dei residui e la relativa criticità. Per il Comune di Sabaudia si tratta soprattutto di tasse (tra cui la TARSU) e sanzioni al Codice della strada.
I residui non riaccertati perché dichiarati inesigibili rappresentano una perdita per il bilancio e per la comunità, in quanto o erano crediti non certi (quindi iscritti in maniera avventata), oppure non si è fatto abbastanza (come da me richiesto a suo tempo) per riscuotere le somme dovute al Comune, il che potrebbe configurare delle responsabilità.
Il fatto che ci si pensi solo oggi, quando il totale dei crediti (somme) cancellati dal 2006 ad oggi ammonta a molti milioni di euro, è motivo di amare riflessioni.
A sua volta l’indice di incidenza dei residui passivi esprime il rapporto fra i residui sorti nell’esercizio ed il valore delle operazioni di competenza dell’esercizio medesimo.
Un elevato valore dei residui passivi complessivi proveniente dal Titolo I denota l’incapacità dell’ente ad onorare i propri impegni di pagamento, per cui i creditori del comune vengono pagati con grave ritardo e l’economia della città si trova in difficoltà.
Se infine mettiamo in rapporto il fenomeno dei debiti fuori bilancio con quello dei residui attivi e passivi abbiamo una immagine della situazione finanziaria della città non particolarmente esaltante.
I residui attivi ammontano ad € 18.722.713,19, mentre quelli passivi sono pari ad € 18.169.538,13.
La percentuale di incidenza dei residui attivi complessivi rilevati al 31 dicembre 2013 sulle entrate di competenza (Titoli I°-VI°) è pari al 66,8%; pur se ridotta rispetto al passato è sempre molto elevata. Il fatto che anche altri comuni si trovino in situazioni analoghe non può costituire motivo di soddisfazione.
Il rapporto percentuale tra il totale dei residui passivi e quelli relativi ai soli Titoli I°, II° e III° è pari al 40,70%, anch’esso migliorato ma comunque prossimo alla soglia di guardia.
Ai sensi dell’art. 189 del Testo unico degli Enti locali costituiscono residui attivi le somme accertate e non riscosse entro il termine dell’esercizio. Sono mantenute tra i residui esclusivamente le entrate accertate per le quali esiste un titolo giuridico valido che garantisca l’ente creditore della correlativa entrata nonché le somme derivanti dalla stipula di contratti di apertura di credito.
I residui passivi a loro volta in base all’art. 190 del T.U.E.L. sono costituiti dalle somme impegnate e non pagate entro il termine dell’esercizio.
Prima di approvare il rendiconto dell’anno è necessario effettuare la ricognizione dei residui attivi e passivi, si tratta di una operazione complessa che deve essere effettuata nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia e dei principi contabili e che consiste nella revisione delle ragioni e della legittimità o meno del mantenimento in tutto o in parte delle posizioni creditorie o debitorie, per effetto della quale si possono verificare maggiori ovvero minori residui attivi; o minori residui passivi per sopravvenuta insussistenza o inesigibilità oppure per prescrizione.
Mantenere in bilancio residui troppo vetusti, addirittura inesistenti e che, quindi, non si tramuteranno mai in disponibilità finanziaria, ha comportato negli anni passati per il Comune di Sabaudia una dilatazione ingiustificata dell’avanzo di amministrazione che ha consentito nell’immediato il pareggio di bilancio e di disporre artificialmente di capacità di spesa, ma ha comportato inevitabilmente negli anni successivi gravissimi problemi finanziari, con rischio di dissesto.
La Corte dei Conti ha elaborato una serie di indicatori per misurare lo stato di salute di un ente sulla base dei dati relativi ai residui attivi e passivi, cui si deve far riferimento.
Il primo di tali indicatori è rappresentato dal rapporto percentuale tra tutti i residui attivi e le entrate totali del Comune: più è basso, più il bilancio è pulito e solido. Altri indicatori mirano ad accertare il grado di vetustà dei residui e la relativa criticità. Per il Comune di Sabaudia si tratta soprattutto di tasse (tra cui la TARSU) e sanzioni al Codice della strada.
I residui non riaccertati perché dichiarati inesigibili rappresentano una perdita per il bilancio e per la comunità, in quanto o erano crediti non certi (quindi iscritti in maniera avventata), oppure non si è fatto abbastanza (come da me richiesto a suo tempo) per riscuotere le somme dovute al Comune, il che potrebbe configurare delle responsabilità.
Il fatto che ci si pensi solo oggi, quando il totale dei crediti (somme) cancellati dal 2006 ad oggi ammonta a molti milioni di euro, è motivo di amare riflessioni.
A sua volta l’indice di incidenza dei residui passivi esprime il rapporto fra i residui sorti nell’esercizio ed il valore delle operazioni di competenza dell’esercizio medesimo.
Un elevato valore dei residui passivi complessivi proveniente dal Titolo I denota l’incapacità dell’ente ad onorare i propri impegni di pagamento, per cui i creditori del comune vengono pagati con grave ritardo e l’economia della città si trova in difficoltà.
Se infine mettiamo in rapporto il fenomeno dei debiti fuori bilancio con quello dei residui attivi e passivi abbiamo una immagine della situazione finanziaria della città non particolarmente esaltante.