domenica 15 agosto 2021


 Con la determinazione 18 giugno 2021, m. G07512 sono stati ridefiniti i posti letto pubblici e privati accreditati di ciascuna azienda unità sanitaria locale in attuazione di un decreto del Commissario ad acta della regione del 2017.
Al riguardo, ho ritenuto di segnalare la cosa al Ministero della salute e alla Commissione sanità della regione per i seguenti motivi:
1) Nel 2017 la regione Lazio era ancora commissariata e pertanto il recepimento del DM 70/2015 è stato fatto con Decreto del Commissario ad Acta;
2) Con i DPCM del 5 marzo 2020 e DPCM 6 aprile 2021 e la conseguente valutazione congiunta dei Tavoli di verifica tenutasi il 22 luglio 2020, è stata disposta l’uscita dal commissariamento della Regione Lazio;
Pertanto, a mio avviso, ai sensi dell’art.3 della legge 16 giugno 1994, n. 18 il Consiglio regionale dovrebbe riassumere i propri poteri in tema di programmazione in armonia con i contenuti e gli indirizzi della politica sanitaria nazionale.
In secondo luogo mi permetto di evidenziare come l’atto in oggetto (come peraltro il precedente DCA 257/2017) siano stati adottati senza tener presente i dati demografici della popolazione residente (che comunque in questi anni è mutata) né quelli epidemiologici resi disponibili dal Dipartimento di Epidemiologia del SSR.
Tale metodologia contrasta fortemente con i principi cui deve ispirarsi la programmazione sanitaria.
Come si vede dal grafico il risultato è che la maggioranza delle aziende ha un rapporto posti letto abitanti inferiore al 3X1000.
Chi soffre maggiormente questa situazione sono le province. 
Mi auguro che i rappresentanti eletti in regione prendano a cuore la cosa e intervengano per riportare le  

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