venerdì 4 novembre 2022

INVIATA AL COMUNE DI SABAUDIA LA PROPOSTA PER L'ISTITUZIONE DI UNA CONSULTA SOCIALE E SANITARIA


Com’è noto il fondamento giuridico delle pratiche partecipative è rinvenibile nel principio di sussidiarietà sancito nella Costituzione (art. 1 comma 2, art. 3 e art.118 comma 4).
La partecipazione dei cittadini in campo sanitario è stata teorizzata sin dal 1978 dalla Conferenza internazionale sull’assistenza medica primaria di Alma Atà dell’OMS che da allora ha promosso il coinvolgimento dei pazienti nella progettazione, nell’organizzazione e nel controllo dell’assistenza sanitaria.
La legge di riforma sanitaria stabilisce che: «L’attuazione del Servizio Sanitario Nazionale compete allo Stato, alle regioni e agli enti locali territoriali, garantendo la partecipazione dei cittadini».
L’art. 13 della stessa legge nell’attribuire le competenze ai Comuni li impegna ad assicurare la partecipazione dei cittadini a tutte le fasi della programmazione dell’attività sanitaria e quella degli utenti direttamente interessati all’attuazione dei servizi.
La Carta di Lubiana approvata dalla Conferenza Europea dell’OMS il 20 giugno 1996 al punto 5.3 stabilisce che «le riforme della sanità devono fare riferimento ai bisogni dei cittadini tenendo in considerazione, attraverso il processo democratico, le loro attese per quanto riguarda la salute e l’assistenza sanitaria. Si dovrebbe assicurare che i pareri e le scelte dei cittadini possano influenzare in maniera decisiva i criteri di pianificazione dei servizi sanitari e il loro funzionamento. I cittadini devono altresì assumere la corresponsabilità per la propria salute».
La partecipazione alle scelte sulle problematiche relative alla salute è un diritto oltre che un dovere del cittadino e le ricerche pubblicate in letteratura indicano che la presenza di non professionisti nelle sedi in cui si discute di salute e sanità non solo arricchisce quanto prodotto, ma soprattutto porta una visione nuova e diversa dei problemi, spesso trascurata da operatori sanitari e decisori politici.
Benché Sabaudia sia all’interno di un Parco Nazionale l’inquinamento delle acque superficiali sia rilevante (lago di Paola e fiume Sisto) e con esso in alcune aree anche quello della falda acquifera, a causa di derivati dei pesticidi e dei fertilizzanti utilizzati in agricoltura, ma anche a causa di scarichi civili urbani, tanto che ARPA Lazio ha giudicato “pessimo” lo stato delle nostre acque[1].i.
Anche i terreni sono inquinati a causa dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura e negli allevamenti oltre che per le discariche e l’abbandono irregolare di rifiuti.
Il nesso causale tra inquinamento e malattie è oramai ampiamente noto.
Il numero dei morti per tumori maligni a Sabaudia nel 2019 è stato pari al 29,4% del totale[2]
Il Regolamento sull’igiene del suolo e dell’abitato del nostro Comune (obbligatorio in base al r.d. 1265 del 1934) risale al Podestà e non è stato mai aggiornato.
In questi ultimi venti anni l’unico presidio sanitario pubblico dell’azienda USL Latina (l’ex ospedale in via Conte Verde) è andato perdendo personale e servizi costringendo i cittadini a lunghi tempi di attesa e a spostarsi talora anche fino a Roma per ottenere visite e accertamenti diagnostici, oppure a pagare di tasca propria presso strutture private.
A nulla sono servite le segnalazioni alla regione e al Ministero della salute per frenare questo processo che lede i Livelli Essenziali di Assistenza cui tutti i cittadini hanno diritto in base alla Costituzione.
L’Azienda USL Latina, nonostante le sollecitazioni del Difensore civico regionale, da anni omette di convocare la Conferenza dei servizi prevista dall’art. 14, comma 4 del d.lgs 502 del 1992 quale strumento per verificare l’andamento dei servizi anche in relazione all’attuazione degli indicatori di qualità e per individuare ulteriori interventi tesi al miglioramento delle prestazioni.
Sabaudia è stata individuata, anche a seguito delle sollecitazioni di questo Comitato come sede di una Casa della salute che avrebbe dovuto essere aperta entro il 31 dicembre 2020, ma questa data è trascorsa senza che l’azienda USL né il Comune abbiano fatto nulla.
Di recente in base al PNRR Sabaudia è stata individuata come sede di una Casa della salute della Comunità e il d.m. 77 del 2022 prevede come obbligatoria la partecipazione della comunità e la valorizzazione della co-produzione.
Anche la deliberazione della Giunta regionale del Lazio n. 643 del 2022, recante l’approvazione del documento “Linee Guida generali di programmazione degli interventi di riordino territoriale della Regione Lazio in applicazione delle attività previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dal Decreto ministeriale 23 maggio 2022, n.77”, prevede la partecipazione della comunità locale, delle associazioni di cittadini, dei pazienti e dei caregiver per sviluppare iniziative di welfare di comunità e di community building.
Ma fino ad ora dall’azienda USL Latina non è pervenuta alcuna apertura verso la nostra comunità per ascoltarne bisogni e aspettative.
Sarebbe pertanto quanto mai opportuno istituire a livello comunale una “Consulta sociale e sanitaria della comunità” che possa essere uno strumento per contribuire alla costruzione di una sanità migliore per la nostra città sia per quanto riguarda le competenze del Comune, che per quelle della ASL, oltre che per la crescita sociale della nostra comunità.
Pertanto in data odierna, in qualità di promotore del  Comitato per la difesa del PPI di Sabaudia ho inviato una proposta al Sindaco di Sabaudia Albero Mosca, allegando anche uno schema di regolamento.
[1] Fonte: Piano di tutela delle acque regionali del Lazio
[2] Fonte: Regione Lazio, Dipartimento di epidemiologia SSR

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