Quotidianamente i cittadini (ma anche consiglieri comunali e rappresentanti sindacali) si scontrano con la pubblica amministrazione quando chiedono l'accesso agli atti in quanto oramai quasi tutti gli uffici oppongono un rifiuto alla consegna di qualsiasi documento richiamandosi all'art. 24 della legge 241/90 che prevede al comma 3 l'inammissibilità di un accesso generalizzato dell'operato della PA.
Su questo tema, anche grazie all'esempio che ci viene dagli Stati Uniti, dove da tempo il Presidente Obama ha messo in pratica le proprie idee e gli impegni presi durante la campagna elettorale con l'open access. L'Italia ancora non ha firmato e ratificato la
Convenzione del Consiglio d’Europa del 18 giugno 2009 sul diritto di accesso ai
documenti ufficiali che garantisce il diritto di ognuno, senza discriminazioni di
alcun tipo all’ accesso su semplice richiesta (cioè senza dover dimostrare di
essere uno degli interessati o di dover fornire motivazioni), dei documenti
detenuti dalle pubbliche autorità.
Sin dal 2013 una proposta di legge
presentata da alcuni deputati (Coppola ed altri, Atto Camera n. 1870/2013), ma ancora non è stata neanche calendarizzata dalla Presidenza della Camera.
È
molto importante accelerare il processo per la trasparenza totale anche
nei comuni, per contribuire concretamente al processo di modernizzazione delle
città, nell’ambito del progetto delle smart cities; basterebbe poco, evitare di invocare l'art. 24 con speciose argomentazioni ed eliminare le zone grigie di certi uffici.