domenica 17 dicembre 2017

IL PESO DELL'EVASIONE FISCALE IN ITALIA SECONDO CARLO COTTARELLI

Secondo l'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica di Milano, diretto dal prof. Carlo Cottarelli se l’evasione fiscale dal 1980 fosse stata anche solo di un ottavo inferiore a quella effettiva e si fosse destinato al risparmio queste maggiori entrate, il debito pubblico italiano sarebbe attualmente non più alto del 70 per cento del Pil, 60 punti percentuali più in basso del valore stimato per il 2017 (131,6 per cento) e non molto più alto di quello della Germania.
L’evasione fiscale ha da decenni afflitto l’economia italiana in maniera più acuta che nella maggior parte dei paesi dell’area dell’euro, con pesanti conseguenze sia per il bilancio dello stato, sia per la pressione fiscale sostenuta da chi paga le tasse.
L’ultima Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva prodotta dalla Commissione guidata da Enrico Giovannini (ripreso nella Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza dell’ottobre 2017) stimava che, nella media del triennio 2012-2014, i mancati pagamenti di tasse e contributi fossero ammontati a 108 miliardi di euro l’anno. Questa stima però copre solo circa tre quarti delle entrate pubbliche, non tenendo conto di alcune voci di entrata piuttosto rilevanti (i contributi per il lavoro autonomo e altre tasse); essa quindi rappresenta una sottostima della perdita effettiva. Stime condotte dal team dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani indicano che l’importo non pagato potrebbe ammontare ad almeno 130 miliardi (8 per cento del Pil)per il 2014.
Anche se eliminare completamente l’evasione fiscale è praticamente impossibile, anche una parziale riduzione avrebbe avuto però effetti molto importanti per la finanza pubblica italiana. Abbiamo visto che le minori entrate derivanti l’evasione fiscale ammontavano a circa il 7 per cento del Pil nel periodo 2012-2014 (dell’8 per cento se teniamo conto delle mancate entrate su IRPEF da lavoro autonomo e altre tasse residuali). Le stime di evasione dell’IVA suggeriscono che gli importi sarebbero potuti essere anche più elevati nei decenni precedenti. Conseguentemente, se l’evasione fiscale fosse stata anche solo di un ottavo più bassa di quella effettiva, le entrate pubbliche sarebbero state di almeno 1 punto percentuale di Pil più elevate di quelle effettive. Cosa sarebbe successo al debito pubblico se queste entrate addizionali fossero state risparmiate?

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