sabato 18 luglio 2020

IN BILICO LA TRATTATIVA SUL RECOVERY FUND

Il Consiglio d'Europa è stato sospeso ieri sera (18 luglio) dopo che si è arenato sulla trattativa per il c.d. Recovery Fund causato dalla posizione intransigente del rappresentante dell'Olanda che ha richiesto l'introduzione di tali e tante condizioni che a questo punto era meglio il MES.
Il controllo delle riforme affidato al consiglio con il potere di veto appare veramente assurdo, oltretutto, viene da un paese che ha messo in atto una politica fiscale concorrenziale con le altre nazioni europee tanto che molte imprese, anche italiane hanno posto lì la loro sede legale per pagare meno tasse, danneggiando così direttamente il nostro Paese.
Inoltre benché il volume totale del Recovery rimanga fissato a quota 750 miliardi, ne è stato modificato l'equilibrio tra prestiti e sovvenzioni: i primi salgono da 250 miliardi a 300, mentre le sovvenzioni scendono da 500 a 450 miliardi. 
A farne le spese in particolare il programma di investimenti InvestEU (che scende da 30,3 miliardi a 11,5) e soprattutto i 26 miliardi dello strumento per la solvibilità delle imprese, che viene azzerato. Meno soldi anche per ReactEU (da 50 a 45 miliardi), per il fondo rurale (da 15 a 10) per Horizon (da 13,5 a 11,5), per la Salute (da 7,7 a 5 miliardi) e il fondo per l'assistenza umanitaria (dai 15,5 miliardi totali si scende a 5). 
Cresce però la "Recovery and Resilience Facility", vale a dire il meccanismo per sostenere le riforme nei Paesi: da 560 miliardi a 625.
Sembra che prima della nuova seduta fissata per le 12 di domenica (19 luglio) dovrebbero esserci degli incontri e che dovrebbe essere predisposta una nuova proposta da portare poi in Consiglio.
Potrebbe darsi che alcune considerazioni svolte dagli olandesi potrebbero essere anche giuste, ma vengono portate avanti in un modo inaccettabile. 

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