venerdì 7 giugno 2019

LA RELAZIONE ANNUALE DEL DOTT. CANTONE PER L'ANAC

Pubblicata la relazione annuale del Presidente dell'ANAC Cantone sulla gestione 2018.
Potrebbe essere l'ultima.
Uno dei punti trattati riguarda le ipotesi di conflitto di interesse. un tema questo che a livello di ASSl spesso non è trattato come si dovrebbe dal punto di vista della prevenzione.
Nel corso dell’anno 2018 l’Autorità ha proseguito la trattazione di casi di conflitto di interesse di particolare rilevanza, anche su segnalazione della Guardia di finanza – Nucleo speciale anticorruzione - nell’ambito dei quali, pur mantenendosi nel perimetro delle proprie competenze, ha espresso una puntuale valutazione, rimettendone l’apprezzamento all’amministrazione destinataria, nonché segnalando - laddove opportuno - alle magistrature contabili e penali rispettivamente competenti. Di seguito si riportano alcuni esempi significativi dei procedimenti di vigilanza in materia di conflitto di interesse.
L’Autorità ha approfondito la delicata questione riguardante il presunto conflitto di interessi di alcuni promotori del piano nazionale di prevenzione vaccinale approvato per il biennio 2016-2018.
A seguito delle segnalazioni ricevute, è stata avviata un’interlocuzione con il RPCT del Ministero della salute e, al termine dell’attività istruttoria, l’Autorità si è espressa con delibera n. 321 del 28 marzo 2018, statuendo l’insussistenza di situazioni attuali di conflitto di interessi in capo ai promotori del piano vaccinale nazionale 2016-2018.
Nella fattispecie analizzata l’Autorità, rilevando l’assenza nelle disposizioni legislative e normative vigenti di indicazioni sui periodi temporali di astensione, utili a determinare il venir meno di presunte situazioni di conflitto di interessi, ha ritenuto che l’arco temporale di due anni, previsto dalla legislazione vigente in materia di inconferibilità, potesse ritenersi utilmente applicabile anche alla fattispecie in questione. Sulla base di tali considerazioni, si è constatato che gli incarichi ricoperti dai promotori del piano vaccinale, in ambito scientifico, sanitario e universitario, anche in collaborazione con aziende farmaceutiche produttrici di vaccini risultavano, non soltanto non attuali, ma svolti nell’arco temporale antecedente i due anni rispetto alla partecipazione ai lavori finalizzati alla formulazione del piano nazionale vaccinale 2016-2018.
L’Autorità, pur ritenendo insussistenti le presunte situazioni di conflitto di interessi dei promotori del piano vaccinale per il biennio 2016-2018, ha evidenziato al Ministero della salute e all’Istituto  superiore di sanità la necessità di individuare, all’interno dei PTPC, efficaci misure di trasparenza in merito alla dichiarazione e pubblicazione degli incarichi pregressi ricoperti dai partecipanti ai tavoli di lavoro in materia sanitaria e di individuare modalità di nomina degli esperti che contemperino l’esigenza di collaborare con le massime professionalità del mondo scientifico sanitario con quella di evitare situazioni di intrecci di interessi potenzialmente in contrasto fra loro. 
Una diversa ipotesi di conflitto di interesse tra la sfera personale e quella pubblica in ambito sanitario, ha riguardato un dirigente medico responsabile della struttura complessa presso un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di rilevanza nazionale, a seguito di segnalazioni di pazienti che si vedevano indirizzati verso strutture mediche private.
A seguito dell’istruttoria condotta dall’Autorità, con l’ausilio del Nucleo speciale anticorruzione della Guardia di finanza, è emersa la presenza di numerose strutture mediche private accreditate o convenzionate all’interno del medesimo bacino territoriale della struttura pubblica, riconducibili al dirigente medico della struttura pubblica, attraverso i propri familiari. Dopo l’interlocuzione con il RPCT dell’Istituto, interessando anche la Regione di riferimento (titolare dei poteri di controllo sull’istituto e del monitoraggio sull’attività libero professionale), l’Autorità ha deliberato l’inadempimento del dirigente medico all’obbligo di informare l’amministrazione di appartenenza sulla sussistenza di un potenziale conflitto di interessi, relativo all’esistenza di strutture sanitarie private operanti all’interno dello stesso settore medico, partecipate o amministrate da membri della propria famiglia, in violazione delle disposizioni dell’art. 13 del d.P.R. 62/2013, nonché delle corrispondenti disposizioni del codice di comportamento adottato dall’Istituto sanitario.
É stato, infine, evidenziato l’onere a carico dell’amministrazione di appartenenza di accertare i profili di responsabilità disciplinare del dirigente medico, nonché l’onere della Regione competente di valutare il comportamento della struttura sanitaria, che non ha attuato idonee verifiche sulla posizione del dirigente medico. 

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