sabato 15 giugno 2019

PROVINCIA DI LATINA GRAVISSIMI DANNI ALL'AMBIENTE: L'INTERVENTO DEI NOE E L'INADEGUATEZZA DEI CONTROLLI DI ASL E COMUNI

NOE ARMA DEI CARABINIERI  OPERAZIONE SMOKING FIELDS 
Recenti fatti di cronaca nella provincia di Latina hanno dimostrato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che per alcuni soggetti quello dei rifiuti è un vero e proprio affare gestito senza alcun rispetto per l’ambiente anche grazie alla scarsezza dei controlli.
Nel magistrale film "Lucky Luciano" Francesco Rosi mette in bocca al protagonista, in occasione di una visita a Napoli invasa dai rifiuti, la famosa frase "Chist'è business". Il film è del 1973, ma da allora non sembra che sia cambiato nulla.
La materia com'è noto è di competenza dell'Azienda sanitaria che ai sensi dall'art. 2 della legge 833/78 ha tra gli obiettivi quello della promozione e salvaguardia della salubrità e dell'igiene dell'ambiente naturale di vita e di lavoro.
Naturalmente l'azienda sanitaria dovrebbe fare i prelievi affidando le analisi all'ARPA locale.
Anche i Comuni dovrebbero fare la loro parte sia per quanto riguarda gli aspetti urbanistici difendendo il loro territorio dall'insediamento di impianti pericolosi, sia emanando regole precise (una proposta di regolamento comunale da me predisposto per il Comune di Sabaudia non è stato mai approvato).
Ecco che invece, ancora una volta sono dovute intervenire le Forze dell'Ordine: in questo caso i Carabinieri del NOE.
Come si può capire dalle cronache la salubrità dell'ambiente di larghe parti del territorio di questa provincia è stata fortemente compromessa.
Per anni lo Stato ha abdicato (salvo rare eccezioni) lasciando in mano ai privati la gestione di gran parte del ciclo dei rifiuti e del territorio.
Il suolo in molte zone è inquinato e così le acque superficiali e sotterranee con rischi gravissimi per la salute umana. Del resto i dati epidemiologici del registro tumori della provincia di Latina parlano chiaro.
E' urgente fare qualcosa.
Ma i sindaci devono avere coraggio.
Si tratta, come è evidente di un tema che non può essere più lasciato in mano ai privati.
Appare sempre più evidente che il problema della gestione del ciclo dei rifiuti debba essere assunto in prima persona dalle amministrazioni provinciali realizzando impianti pubblici per tutte le tipologie necessarie al fine di coprire in maniera adeguata tutto il territorio senza lasciare vuoti e facendo in modo che non ci siano territori utilizzati come discariche al servizio di altri.
L’utilizzo delle “Autorità d’ambito”, previsto espressamente dal D.lgs 22/1997 dovrebbe essere lo strumento ottimale, sia perché già a disposizione, sia perché di fatto si tratta di forme di cooperazione tra comuni e province ricadenti in ciascun ambito territoriale ottimale per l’esercizio in forma associata o coordinata di alcune funzioni e servizi. L’Autorità d’ambito dovrebbe, infatti, garantire uniformità nello svolgimento di tutte le funzioni afferenti al governo e alla regolazione del settore: pianificazione delle politiche produttive, scelta delle modalità di gestione, selezione del gestore, regolazione dei rapporti con le imprese e con gli utenti, controllo delle prestazioni erogate.
Ma su questo i Comuni fanno resistenza perché non vogliono abdicare al loro piccolo potere.... 

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