Unitamente al collega Amedeo Bianchi abbiamo inviato una nuova lettera per la mancata richiesta entro il 30 giugno delle somme per realizzare un canile comunale; i cani catturati a Sabaudia dovrano restare, per ora nei canili privati ad un costo di 200.000 euro c.a.
In data 13 giugno questo Gruppo aveva presentato un emendamento al Bilancio per la realizzazione di un Parco canile nel nostro comune, in merito alla quale l’ufficio competente aveva espresso parere non favorevole, ma al momento della discussione del Bilancio, il successivo 22 giugno, la S.V. si era impegnata a presentare entro il 30 dello stesso mese una richiesta di finanziamento alla Regione proprio per la realizzazione di detto canile, che consentirebbe di risparmiare circa € 200.000,00, tanto quanto costa oggi il pagamento della retta ad alcuni canili privati della zona ( cui di anno in anno viene prorogato il contratto), consentendo anche di realizzare qualche posto di lavoro.
In particolare questo Gruppo sin dal 15 gennaio scorso aveva presentato una proposta di parco rifugio per cani che prevedeva: a) l’acquisizione gratuita dalla Regione di un’area di circa 20.000 mq. ( ai confini con il Comune di Pontinia e sufficientemente lontana dalle abitazioni ) ,b) la costruzione, grazie ad un finanziamento della Regione di un parco rifugio per i cani c) l’affidamento della gestione dello stesso ad una associazione.Com’è noto, la Regione Lazio con legge del 21 ottobre 1997, n. 34 ha disciplinato la “Tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo” recependo i principi e gli indirizzi enunciati dalla legge quadro nazionale n. 281 del 14 agosto 1991 in materia, secondo questi principi :
- la costruzione dei canili pubblici da parte dei comuni singoli o associati e delle comunità montane;
- il risanamento dei canili esistenti;
- il risanamento dei canili esistenti;
- la sterilizzazione dei cani e dei gatti;
- la creazione della figura del cane di quartiere;
- l'iscrizione dei cani all'anagrafe canina;
- la protezione dei gatti in libertà;
- la creazione di una coscienza zoofila tramite campagna di educazione sanitaria e ambientale.
L’art. 2bis stabilisce a sua volta che i comuni con popolazione superiore ai ventimila abitanti devono prevedere nei propri strumenti urbanistici, nelle aree destinate a servizi, la realizzazione di canili rifugio.
- la creazione della figura del cane di quartiere;
- l'iscrizione dei cani all'anagrafe canina;
- la protezione dei gatti in libertà;
- la creazione di una coscienza zoofila tramite campagna di educazione sanitaria e ambientale.
L’art. 2bis stabilisce a sua volta che i comuni con popolazione superiore ai ventimila abitanti devono prevedere nei propri strumenti urbanistici, nelle aree destinate a servizi, la realizzazione di canili rifugio.
Il nostro Comune, in base alla popolazione raggiunta deve pertanto superare l’ipotesi di un canile consortile e iniziare a pensare a dotarsi di una propria struttura.
Successivamente con Deliberazione n. 43 in data 29gennaio 2010 è stata approvata dalla giunta regionale una Direttiva per il coordinamento delle funzioni amministrative e sanitarie in materia di animali d’affezione e di prevenzione del randagismo.
In base a queste disposizioni :
“Il Sindaco del Comune rimane responsabile dei cani prelevati sul proprio territorio e collocati in strutture site in altri Comuni ed in altre regioni di provenienza e deve:
a) informare del trasferimento dei cani il servizio veterinario dell'azienda sanitaria locale competente per territorio della struttura individuata;
b) effettuare verifiche periodiche sullo stato di salute e benessere dei propri animali non meno di una volta l'anno;
c) dare comunicazione dei risultati ottenuti e dello stato di salute e benessere degli animali al Consiglio comunale anche nel Rendiconto della gestione.Il rifugio sanitario pubblico, deve essere inteso come un luogo atto al ricovero dei cani e dei gatti e attrezzato con infermeria, ambulatorio e locali di degenza per il controllo dei cani e dei gatti catturati, la loro eventuale sterilizzazione nonché la cura di animali ammalati.Un canile con intorno alberi, verde, fiori e aiuole, che crei un ambiente gradevole anche per i visitatori.Lo studioso zoofilo italiano, fondatore della zoontropologia, Roberto Marchesini, ha ideato una nuova struttura, il ‘parco-canile’ che, come dice il nome, unisce alle capacità di ricovero dei canili previsti dalla legge l’aspetto e i vantaggi di un parco verde.Il Parco canile deve essere concepito per essere una struttura pienamente fruibile dalla cittadinanza di ogni età, un luogo in cui passare piacevoli momenti di relax.
Un parco canile “tipo” oltre alle strutture tipiche di un canile dovrà comprendere:• strutture destinate al pubblico con la funzione di collettore culturale per il parco: audiovisivi, libri, mostre, programmi di educazione scolastica alla natura e al rapporto con gli animali.• parco giochi tematico per i bambini più piccoli• la principale alberatura deve avere la relativa documentazione riportata su apposite targhette, percorsi “verdi”• area per spettacoli di agilità, mostre canine• tolettatura• area per educazione/ recupero cani aggressivi• clinica veterinaria• pensione/asilo (per cani)• servizio funerario animali deceduti• servizio di cremazioni animali
Il progetto di Canile-Parco nasce dall’esigenza di superare la concezione e l’attuale realtà dei canili come luoghi di segregazione -separazione e si basa inoltre sui seguenti presupposti:• Rispetto delle esigenze etologiche della specie.• Assicurare ai cani l’indispensabile movimento, varietà e socializzazione al fine di evitare una vita alienante senza che ciò comporti un costante e massiccio lavoro dell’uomo.• Facilitazione e razionalizzazione delle operazioni degli addetti (pulizie, abbeveramenti, alimentazione ecc.).• Piacevolezza del canile in modo da invogliare la sua frequentazione e quindi favorire le adozioni.• Massima possibilità di variazione nell’aggregazione degli alloggi e modularità della struttura• Progetto moderno ed evoluto che riesca ad essere economicamente competitivo.
La struttura deve assolvere più funzioni, ovvero dovrà essere munita di un padiglione sanitario, di un padiglione servizi con i magazzini, la cucina, i locali per gli operatori , di un ufficio adozione; il tutto in ottemperanza a tutte le indicazioni imposte dall’ASL di competenza, nel rispetto della vigente legislazione, con particolare riferimento ai servizi a rete (adduzione e scarichi).La struttura sanitaria con centro di sterilizzazioni è fondamentale per una politica seria di lotta al randagismo, lotta che ogni Comune (singolo o consorziato) dovrebbe intraprendere in ottemperanza alla Legge nazionale 281/91 e quella della Regione LazioLe strutture sanitarie veterinarie sono soggette a differenti tipologie di intervento a seconda del loro impiego e prevedendo operazioni chirurgiche bisogna predisporre aree di degenza specifiche ed eventualmente tratti protetti per la riabilitazione fisica dell’animale.Gli animali dovranno godere di ricoveri adeguati, ma altresì poter uscire dai ricoveri per lo meno due volte al giorno.Il verde dovrà essere curato per evitare che la crescita spontanea e l’erba alta provochino la proliferazione di parassiti (e la manutenzione del verde deve rientrare nei costi di gestione ordinaria del parco canile)Dovranno essere incentivate le visite attraverso campagne specifiche che andranno ad affiancarsi alle campagne affido. Non di secondaria importanza le visite scolastiche, come del resto richiamato dalla legge 281/91.Un canile, quantunque vasto, non dovrebbe ospitare più di 200 cani ( cfr. Ordinanza Ministero della salute del 16 luglio 2009 )Come accennato per acquisire il finanziamento necessario si sarebbe dovuto presentare domanda corredata dal progetto all’Area Veterinaria della Regione entro il 30 giugno, ai sensi della DGR 487/2007.
Purtroppo, nonostante l’impegno formale del Sindaco la domanda non è stata presentata e si è persa una opportunità.
La questione è stata di recente sollevata nel corso di una recente seduta della Commissione sanità e servizi sociali in relazione alla concessione di un ennesimo contributo ad una associazione.
Nel frattempo i cani restano nei canili di Lenola, Sermoneta etc. con costi elevati a carico del nostro comune.
Prendiamo atto che il Sindaco non ha mantenuto l’impegno assunto, chiediamo comunque che si provveda con urgenza a chiedere l’area necessaria alla Regione, al fine di consentire entro il 30 giungo del prossimo anno di poter disporre della stessa e di poter chiedere il finanziamento per la costruzione del parco rifugio per i cani .
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