lunedì 28 marzo 2016

LA SPAGNA ESCE SCONFITTA DAL RICORSO CONTRO LA COMMISSIONE EUROPEA SUGLI AGRUMI

La Corte di Giustizia Europea con la Sentenza nella causa C-26/15 P Spagna contro la Commissione Europea ha confermato la disposizione del diritto dell’Unione relativa al commercio degli agrumi (limoni, mandarini e arance) che stabilisce che gli imballaggi di tali frutti debbano recare indicazioni esterne che precisino, se del caso, gli agenti conservanti o le altre sostanze chimiche utilizzate nei trattamenti post‑raccolta. Con tale disposizione, la Commissione ha inteso assicurare la corretta applicazione della legislazione dell’Unione sugli additivi alimentari. A tal fine, essa si è discostata da una norma 3 , non vincolante, adottata dalla CEE-ONU 4 , ai sensi della quale l’indicazione dell’utilizzo di conservanti o di altre sostanze chimiche è necessaria solo se richiesta dalla legislazione del paese importatore. Adito dalla Spagna, che chiedeva l’annullamento di tale disposizione, il Tribunale dell’Unione europea, in una sentenza del 2014 5 , ha respinto il ricorso ritenendo che: 
(i) la Commissione non fosse tenuta ad adottare, a livello dell’Unione, una norma di commercializzazione degli agrumi identica alla norma CEE-ONU; 
(ii) i principi di parità di trattamento e di non discriminazione non fossero stati violati, dal momento che, per quanto concerne l’obiettivo di informare i consumatori delle sostanze utilizzate nei trattamenti post‑raccolta, i produttori di agrumi si trovano in una situazione diversa da quella dei produttori di altri ortofrutticoli; 
(iii) nemmeno il principio di proporzionalità fosse stato violato, dato che, nel percepire l’indicazione esterna speciale per gli agrumi, i consumatori non perverrebbero alla conclusione errata secondo la quale gli ortofrutticoli privi di siffatta indicazione non sarebbero stati trattati con sostanze chimiche e (iv) l’etichettatura relativa all’eventuale trattamento post‑raccolta degli agrumi fosse necessaria al fine di garantire una tutela adeguata dei consumatori, non potendosi ammettere una distinzione, a tale riguardo, tra i consumatori all’interno e all’esterno dell’Unione. 
La Spagna ha impugnato dinanzi alla Corte di giustizia la sentenza del Tribunale, chiedendone l’annullamento. 
Con la sua sentenza, la Corte ha respinto in toto l’impugnazione della Spagna.

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