martedì 5 novembre 2013

Piano Utilizzo Arenili, quello di Sabaudia è scaduto da tempo e nonostante i richiami della Regione il Comune non provvede

È trascorso poco più di un decennio dalla “devoluzione” della gestione del demanio marittimo ai Comuni da parte dell’Amministrazione statale.
Il demanio marittimo è un argomento complesso: sia perché il passaggio di competenze dall’Autorità statale verso i Comuni non ha brillato per efficacia, sia perché la stratificazione normativa, ha generato spesso problemi interpretativi, ma anche perché gli Enti locali sono stati chiamati a gestire le concessioni proprio nel momento in cui è intervenuta l’Europa con la famosa direttiva Bolkenstein che impone l’obbligo per i Comuni di utilizzare procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione dei beni.
La situazione di Sabaudia è particolare in quanto ci troviamo all’interno del Parco nazionale del Circeo ed un vasto tratto del litorale litorale è stato riconosciuto come Sito di Interesse Comunitario (SIC IT6040018) denominato “Dune del Circeo”, quindi con una protezione ulteriore.
L’Ente Parco in questi anni è intervenuto più volte per richiamare l’attenzione del Comune, ma se ci guardiamo intorno vediamo invece che l’antropizzazione del litorale è aumentata notevolmente, anche a causa della incompleta applicazione del Protocollo di intesa tra Parco e Comune, specialmente per l’omessa approvazione del nuovo PUA e del Piano di gestione del SIC, per lo scarso monitoraggio e per l’autorizzazione di attività sull’arenile situate non in corrispondenza con le passerelle (il che ha di fatto invogliato il transito delle persone sulla duna).
E’ evidente che occorre un’azione più incisiva che consenta di assicurare uno sviluppo realmente sostenibile, evitando di avallare “sperimentazioni” che invece dovrebbero avere durata limitata nel tempo ed essere oggetto di una valutazione successiva per accertarne gli effetti e non uno strumento permanente per aggirare i vincoli.
In quest’ultimo periodo sono state pubblicate due interessanti sentenze della giustizia amministrativa in materia di Piano Utilizzo Arenili, in merito a vertenze che coinvolgevano due comuni della provincia di Latina.
La prima è del Consiglio di Stato, Sez. VI, n. 4103/2013:“…Secondo la classificazione delle tipologie di utilizzazione delle aree demaniali marittime contenuta nel regolamento regionale 15 luglio 2009 n.11 ( che a tal fine distingue, all’art. 2, tra stabilimenti balneari, spiagge attrezzate e spiagge libere attrezzate) l’area antistante il chiosco-bar …è una spiaggia libera attrezzata…quel tratto di arenile è… assoggettato ad un regime di libera fruibilità da parte del pubblico degli utenti, salva soltanto la possibilità… di noleggiare le strutture balneari al pubblico …
La seconda sentenza è del TAR di Latina, Sez. I n. 652/2013, “...La Sezione ha avuto già occasione di precisare che la subordinazione del rilascio di titoli concessori all'adozione del piano di utilizzazione delle aree demaniali da parte della delibera G.R. n. 1161 del 2001 non sia illegittima ma al contrario sia giustificata dall'esigenza che l'attività di concreta gestione delle aree demaniali abbia luogo nell'ambito di un contesto preventivamente definito e programmato (si pensi ad es. al rilievo dell'equilibrio tra le aree concesse a soggetti privati e gli arenili liberamente fruibili ex articolo 1, comma 254, della legge 27 dicembre 2006, n. 296).
Sul problema dell’adeguamento dei canoni è intervenuta anche la Corte dei Conti con la Sentenza 30 marzo 2009, n. 486, riaffermando la necessità di una gestione economica dei beni di cui all’art. 822 c.c., della quale monitorare gli indici di redditività.
Desidero ricordare che per quanto riguarda il Comune di Sabaudia la Direzione regionale competente, con lettera n. 48330 del 17 marzo 2010, aveva già segnalato che il PUA era scaduto da tempo, richiamando anche quanto stabilito dalla DGR 1161/2001, per cui non sarebbe possibile più adottare altri provvedimenti.
Successivamente la Giunta regionale ha approvato la deliberazione 543 in data 18 novembre 2011, con la quale è stata approvata una proposta di semplificazione delle procedure per l’approvazione dei Piani di Utilizzazione degli arenili comunali; nell’Allegato “A” di detta deliberazione il nostro Comune è stato inserito tra quelli che necessitano di revisione del PUA.
Il Commissario straordinario del Comune (che peraltro su questo tema risulta che abbia sentito solamente i rappresentanti dei balneari) in più occasioni ha dichiarato che era tutto pronto per adottare il nuovo PUA ma anche questa estate è passata senza che sia stato approvato.
A più riprese sono state evidenziate esigenze e formulate proposte come quella di affrontare il tema di una mobilità sostenibile di accesso all’area delle dune, di dividere il litorale in tre o più aree in ciascuna delle quali tutelare la percentuale di spiaggia libera e di parcheggi bianchi, di elaborare un prototipo e standard di qualità dei chioschi, di numerare le passerelle per il 118, di segnalare i luoghi attrezzati per la balneazione per i disabili, di destinare delle aree per il deposito delle imbarcazioni per la pesca amatoriale, di  destinare un’area idonea per una bau beach (non sottraendola alla spiaggia libera), etc.

A fronte dell’inerzia del Comune nell’adozione del piano utilizzo arenili potrebbero sussistere i presupposti perché la regione Lazio attivi i poteri sostitutivi previsti dall’art. 19 comma 1 della L.R. n.14/99.

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