mercoledì 30 ottobre 2013

Bilancio di previsione del Comune di Sabaudia




Sul sito web del Comune di Sabaudia in questi giorni è stata pubblicata la deliberazione 53/2013, recante la proposta di bilancio di previsione 2013 della Giunta.
Anche se la presentazione è migliorata, purtroppo i conti corrispondono alle più nere aspettative.
Anche questo bilancio è in disavanzo.
Questo è il risultato di oltre quindici anni di gestione della città da parte della destra.
Le spese correnti (Titolo I), sono aumentate come quelle in conto capitale (Titolo II), mentre il rimborso dei crediti (Titolo III) e i servizi per conto terzi (Titolo IV) sono rimasti stabili.
2012
2013
TITOLO I
18.576.769,88
22.581.795,04
TITOLO II
9.509.800,00
10.012.574,54
TITOLO III
5.721.464,01
5.858.353,26
TITOLO IV
2.962.000,00
2.842.000,84
Il motivo dell’aumento delle spese correnti è dovuto in gran parte alla necessità di fronteggiare il disavanzo dell’anno 2012 (€ 1.223.856,68), dall’obbligo di coprire i debiti fuori bilancio mai sottoposti al Consiglio comunale (€ 2.442.251,32), dall’ inserimento del Fondo svalutazione crediti (1.247.084,80), cui si aggiunge il Fondo di solidarietà comunale.
Ma i fondi per i servizi pubblici sono stati tagliati quasi tutti (servizi sociali, pubblica istruzione etc.); il costo della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani è salito ancora,  mentre sono rimasti i costi della politica e così alcune spese di rappresentanza come l'auto blu.
D’altra parte la Deliberazione n. 61/2012/PRSP della Corte dei Conti – Sezione Regionale di Controllo per il Lazio, aveva evidenziato numerose irregolarità per gli anni 2009 e 2010 (e non di altri), ed ulteriori criticità inerenti la gestione della liquidità, la correttezza dei pagamenti ed il mancato aggiornamento degli inventari dei beni mobili ed immobili, di seguito riportate:
1) Criticità inerenti all'attendibilità del risultato contabile di amministrazione;
1.1) Vincoli pretermessi derivanti dalla gestione di competenza;
1.2) Vincoli derivanti dalla gestione in conto residui;
2) Ulteriori criticità inerenti alla veridicità, liquidabilità e solidità dell'avanzo di amministrazione;
3) Criticità nella gestione della liquidità;
4) Irregolare imputazione fra i servizi in conto terzi di parte correnti;
5) Mancato aggiornamento degli inventari dei beni mobili e immobili;
6) Mancata predisposizione del rapporto sulla correttezza dei pagamenti,
Per bilanciare le uscite, sono state elevate le entrate incrementando notevolmente la tassazione:

2012
2013
IMU
6.989.313,73
12.300.000
ICI
370.000
1.100.000
Addizionale IRPEF
776.000
1.050.000
Addiz. energia elettr.
817,31
0
Affissioni
14.870,82
15.000
Imposta Pubblicità
42.308,23
55.000
Imposta di soggiorno
0,00
100.000
Tassa smalt. RSU
3.032.000
300.000
TARES
0,00
3.517.702,60
Fondo sper.le riequilib
769.458,81
153.891,76

lunedì 28 ottobre 2013

COMUNE DI SAN FELICE CIRCEO, il 26 ottobre, grazie alla disponibilità offerta da quell'amministrazione, ho presentato il mio volume "Manuale per un consigliere comunale di opposizione".
Sono intervenuti gli assessori Eugenio Saputo e Giuseppe Bianchi. Sono stato intervistato dalla giornalista Licia Pastore. Il numeroso pubblico intervenuto ha partecipato attivamente al dibattito. 



sabato 26 ottobre 2013

Cinema Augustus di Sabaudia : una nuova interrogazione

Premesso che:
- Da tempo i cittadini di Sabaudia, ma anche molti turisti, seguono con apprensione le vicende al Cinema Augustus che, dopo alti e bassi, da quanto apprendo dalla stampa è oramai stato chiuso - sembra definitivamente - dall'attuale gestore.
- Nel corso della passata consiliatura il Gruppo PD si era reso promotore di una interrogazione e di una mozione miranti a mantenere l'attuale destinazione urbanistica, ricevendo risposte positive.
- In occasione di una precedente serrata avvenuta nella primavera scorsa dal Comune arrivarono assicurazioni circa iniziative per utilizzare la struttura per manifestazioni teatrali, spettacoli per le scuole, concerti, etc., che però non hanno avuto seguito.
- Ora la città ha perduto il suo cinema, l'unico per una comunità di oltre ventimila persone, un bene comune in cui tutti si identificano.
- Qualche avvisaglia sugli intendimenti della proprietà peraltro si era già manifestata quando, in occasione dei lavori di rifacimento della facciata, fu tolta la storica insegna e non è stata più rimessa al suo posto, quasi a voler far capire che oramai il destino era stato già segnato.
- La nostra città non può rimanere senza cinema.
Considerato che:
- la cultura è un valore comune della nostra società
- non è possibile modificare la destinazione urbanistica dell'immobile
Vista la legge 7 ottobre 2013, n. 112: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo
Per quanto in premesse motivato,LA INTERROGO
Per conoscere quali iniziative abbia intenzione di assumere per garantire in concreto la presenza a Sabaudia di uno spazio culturale destinandolo alla proiezione di film, a spettacoli teatrali, concerti, etc. e se non ritenga a tal fine di acquisire detto immobile al patrimonio comunale.
FRANCO BRUGNOLA

giovedì 24 ottobre 2013

Sabato 26 ottobre, alle ore 17:30, presso la sala consiliare del Comune di San Felice Circeo, ci sarà la presentazione del mio volume: "Manuale per un consigliere comunale di opposizione, come sfidare la maggioranza". Saranno presenti assessori e consiglieri comunali di quel Comune. Non mancate.

S

Maggioranza e minoranza: le responsabilità

Da alcuni mesi non viene convocato il Consiglio comunale di Sabaudia, evidentemente la Giunta non ha preparato ancora nulla da sottoporre al Consiglio.
A leggere il programma elettorale, grazie al quale sono stati votati, avrebbero risolto in breve tutti i problemi del Comune irrisolti da anni.
Ma la cosa che più preoccupa è che se la maggioranza non produce niente, le minoranze non fanno nulla per sollecitarla.
Anche le Commissioni consiliari non vengono convocate (solamente una volta la commissione sanità e due la commissione bilancio per gli adempimenti strettamente indispensabili per l’approvazione del bilancio); addirittura la Commissione vigilanza che per legge è presieduta da un rappresentate delle minoranze non risulta che si sia mai riunita.
Ma l’opposizione dov’è? Tranne qualche articolo del rappresentante di uno dei gruppi di minoranza, dobbiamo registrare l’assenza di iniziative concrete con richieste di convocazione del Consiglio o delle commissioni e di pungolo nei confronti della maggioranza con proposte di deliberazioni, iniziative, indagini etc.
Non basta sedere sui banchi delle minoranze per definirsi opposizione, occorre darsi da fare per adempiere al mandato affidato, solo impegnandosi tutti i giorni è possibile meritare questa qualifica e il voto ricevuto dagli elettori.
La maggioranza ha delle responsabilità, ma anche l’opposizione.
Nel frattempo i mesi passano e ci sono anche delle scadenze da onorare, tra le quali quella dell’approvazione del documento richiesto dall’UNESCO per il progetto Man and Biosphere (MAB) che scade appunto il 31 ottobre.
I problemi della città: lavoro, casa, agricoltura, turismo, commercio, non possono più attendere.

L’unico dato positivo è stato rappresentato dalla pubblicazione in questi giorni delle deliberazioni della Giunta: n.47/2013 concernente “Acquisizione di manifestazioni di interesse per attività di ornamento e coltura floreale delle strade cittadine in forma di sponsorizzazione. Indirizzi” e n. 48/2013 avente per oggetto: “D.lgs. 18 maggio 2001, n. 228, art.15. Rapporti con imprenditori agricoli per attività funzionali alla sistemazione ed alla manutenzione del territorio, alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, alla cura ed al mantenimento dell'assetto idrogeologico. Indirizzi”, peccato che si tratti di proposte fatte a suo tempo dal Gruppo PD (rispettivamente con interrogazioni del 26 agosto 2012 e del 6 gennaio 2011).

lunedì 21 ottobre 2013

Circoli privati: Cassazione Penale e TAR del Lazio

I Circoli privati rappresentano  un problema perché spesso si sottraggono ad alcuni controlli di legge.
La Corte di Cassazione, Sez. I penale,  di recente ha preso in esame la questione  con la sentenza del 6 settembre 2013,n. 36647. 
Anche il TAR del Lazio, Sez.II ter in data 18 ottobre è intervenuto sullo stesso argomento emettendo  la sentenza n. 9013 che è molto interessante e che qui  viene riportata  in maniera sintetica.
La materia dei circoli privati trova il proprio fondamento normativo nella legge n. 287 del 1991 e nel successivo D.P.R. 4 aprile 2001, n. 235 che reca, nella titolazione, «Regolamento recante semplificazioni del procedimento per il rilascio dell’autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande da parte di circoli privati». Il decreto in parola ha introdotto alcune novità in materia:
a) esso ha integrato, per i circoli privati, la disciplina dettata dalla legge n. 287 del 1991 che, quindi, laddove fa riferimento ai circoli privati si deve intendere completata dalle disposizioni del Decreto, con il loro carattere di specialità;
b) dalla sua entrata in vigore (5 luglio 2001), è cessato di esistere il regime della "doppia autorizzazione", quella ex lege n. 287/1991 e quella derivante dall’art. 86 del TULPS (in tre provvedimenti ravvicinati – il D.P.R. 235 del 2001, la legge n. 135 del 2001 (legge quadro sul turismo) ed il D.Lgs. n. 311 del 2001 di modifica del TULPS (e dell’art. 152 del regolamento di attuazione) – si stabilisce che l’autorizzazione comunale è rilasciata anche ai sensi dell’art. 86 TULPS):
c) la disciplina dei circoli privati è ora letta in parallelo con la regolamentazione fiscale, con riferimento al testo unico delle imposte sui redditi (DPR. 917 del 1986). Quest’ultimo elemento è particolarmente significativo poiché:
- trattandosi di soggetti no-profit, l’assenza di finalità di lucro non può che essere risolta a livello di imposizione fiscale;
- le sanzioni fiscali – e l’apparato repressivo-dissuasivo della Guardia di finanza - sono più efficaci di quanto non siano le sanzioni amministrative comunali, soprattutto perché molti esercenti rifiutano l’esibizione delle scritture contabili alla polizia municipale.
Ai sensi dell’art. 2, comma 1 del D.P.R. 235 del 2001, che rinvia all’art. 111, comma 3 del testo unico sulle imposte sui redditi, la somministrazione di alimenti e bevande deve avvenire a favore dei rispettivi associati nei locali dove si svolge l’attività associativa.
Il decreto 235 del 2001 chiarisce che nei confronti dei circoli privati "Resta ferma la possibilità per il comune di effettuare controlli ed ispezioni".
Per effetto del combinato disposto degli artt. 2 e 3 del DPR 235 del 2001 con gli artt. 10 della L. n. 287 del 2001 e 17 ter del T.U.L.P.S., la violazione degli obblighi di legge – accertata in sede di controllo ispettivo-amministrativo - è sanzionata (anche) con la cessazione e/o sospensione dell’attività.
I controlli presso il circolo potranno riguardare, tra gli altri aspetti:
- la richiesta dell’elenco dei soci;
- la verifica che i presenti siano tutti regolarmente iscritti (ossia in regola con il pagamento dell’iscrizione annuale);
- la verifica che i presenti cui è destinata la somministrazione siano tutti regolarmente associati;
- la verifica degli indici funzionali all’accertamento della eventuale trasformazione dell’attività in una attività a fine di lucro. Tra gli indici verificatori si annoverano: pagamento del biglietto, rilascio senza formalità della tessera di socio, pubblicità delle iniziative svolte nel locale, dimensione del locale ed evidente fine imprenditoriale, elevato numero di persone;
- la presenza di intrattenimenti danzanti e, quindi, l’esistenza delle autorizzazioni ex art. 68 e 80 Tulps, vale a dire l’autorizzazione del sindaco per dare spettacolo ed intrattenimento;
- l’agibilità dei locali rispetto a tali spettacoli.
In alcuni circoli è possibile che:
- si svolga attività di esecuzioni musicali al pubblico (id est, di intrattenimento) senza essere in possesso delle relative autorizzazioni amministrative;
- il  tesseramento avvenga  al momento dell’ingresso degli avventori senza alcuna formalità, procedendo contemporaneamente alla compilazione delle stesse ad alla trascrizione dei nominativi sul libro dei soci e sul verbale di assemblea ;
- nel locale l’unica attività svolta sia la somministrazione e l’ascolto della musica;
- le tessere siano prive di data di rilascio.
Spesso  le attività musicali arrecavano disturbo alla quiete ed al riposo delle persone 
La Sezione ha, in più occasioni, affermato (tra le diverse pronunce, TAR Lazio, sez. II, 5 luglio 2005 n. 5477 e sez. II Ter, 7 aprile 2006, n. 5487; sez. II Ter 18 gennaio 2011, n. 427) che affinché un circolo privato possa essere considerato pubblico esercizio occorre che l'accesso sia consentito ad una indistinta generalità di persone, ancorché le stesse possano fruire dei predetti servizi solo in seguito ad ammissione (la quale può anche avvenire a richiesta e dietro pagamento di un canone annuo di importo minimo).
In sostanza, deve essersi in presenza di un pubblico esercizio che intende qualificarsi come circolo privato al precipuo fine di eludere le limitazioni poste dalla legge e dai regolamenti locali alla apertura di nuovi esercizi di somministrazione al pubblico.
Le modalità di rilascio delle tessere - senza alcuna formalità di identificazione della persona al momento dell’ingresso  appaiono congruenti indici rivelatori di un espediente volto in realtà a consentire, nel locale, l’ingresso indiscriminato del pubblico senza alcun effettivo collegamento stabile con l’associazione.
Di norma l’aspirante socio deve presentare domanda al consiglio direttivo o ad uno o più consiglieri da esso delegati a tale funzione, menzionando il proprio nome, cognome, indirizzo, luogo e data di nascita. La domanda di ammissione deve essere accettata. 
In carenza di tali formalità  appare non immotivato né irragionevole  ritenere "non regolarmente associati" gli avventori presenti al momento del sopralluogo.
L’ulteriore circostanza che, unitamente alla somministrazione di bevande, sia fornita agli stessi anche attività di intrattenimento musicale, rende palese ancor più la condizione di illegittimità, anche in considerazione della frequente carenza delle relative autorizzazioni amministrative.
Inoltre, come già evidenziato, spesso si riscontra che non viene svolta alcuna attività socio culturale né vi sono  spazi ad essa destinata ma che l’unica attività svolta è la somministrazione e l’ascolto della musica".

domenica 20 ottobre 2013

Bilancio di previsione 2013. La Corte dei Conti bacchetta i comuni che ancora non l'hanno approvato

Il Comune di Sabaudia ancora non ha approvato il bilancio di previsione per l'anno 2013, avendo deciso, evidentemente di utilizzare fino all'ultimo giorno consentito dalla proroga concessa dal Governo e quindi di sottoporlo al Consiglio comunale entro il 30 novembre.
E' di questi giorni una deliberazione della Corte dei Conti, Sezione delle autonomie  (n.  23 /SEZAUT/2013/INPR del 14 ottobre 2013), che ha criticato duramente queste procedure:
"Il percorso per l’attuazione del federalismo fiscale è stato intrapreso in un momento di particolari difficoltà per la finanza pubblica, nel quale si è reso necessario adottare reiterate manovre correttive in corso d’anno e si sono manifestati ripensamenti sul modello di imposizione locale finalizzato ad assicurare l’autonomia finanziaria degli enti locali. 
Il continuo slittamento del termine per l’approvazione del bilancio preventivo rappresenta, dunque, la conseguenza di un contesto caratterizzato da ripetuti provvedimenti legislativi d’urgenza, che hanno determinato incertezze sulle risorse disponibili e inciso sulla stessa programmazione di bilancio.
L’esercizio 2013, in particolare, risulta caratterizzato da un anomalo differimento, al 30 novembre, del termine per l’approvazione del bilancio di previsione che, ai sensi dell’art. 151, comma 1, del d.lgs. n. 267/2000 (TUEL), gli enti locali sono tenuti a deliberare entro il 31 dicembre dell’esercizio precedente, fatta salva la facoltà che la norma assegna al Ministro dell’Interno di differirlo con proprio decreto, d’intesa con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, in presenza di motivate esigenze.
La possibilità del conferimento di proroghe del termine di presentazione del bilancio - che l’ordinamento contempla a regime - a seguito della delegificazione della materia e l’uso che ne è stato fatto in concreto, inficia il principio della programmazione di bilancio rendendo l’esercizio provvisorio evenienza “ricorrente” piuttosto che “eccezionale”.
Vale al riguardo ricordare come l’ordinamento consideri fatto di rilevante gravità la mancata presentazione del bilancio di previsione, al punto da prevedere la sanzione dello scioglimento del Consiglio (art. 141 del TUEL) .
Il quadro così sinteticamente descritto mette in evidenza uno stridente contrasto tra la severità con la quale la mancanza del momento della programmazione di bilancio viene considerata e sanzionata ed il continuo susseguirsi di proroghe concesse con provvedimento ministeriale e, talora, con atto normativo.
L’originario termine del 31 dicembre dell’esercizio precedente a quello di riferimento del bilancio di previsione, il cui rispetto è essenziale per l’ordinata gestione delle risorse, è stato spesso spostato troppo in avanti, specialmente negli ultimi due anni, causando non pochi inconvenienti.
Il differimento del termine, oltre un limite ragionevole, pone una serie di questioni interpretative e, specialmente, fa perdere di pregnanza al momento programmatorio che, in tali casi, avviene in prossimità della scadenza del periodo di gestione, quando è ormai frustrata la possibilità di attuare manovre incisive di correzione.
L'esercizio provvisorio, contemplato dall'art. 163 del TUEL, costituiva, nell’ordinamento degli enti locali ante riforma del Titolo V della Costituzione, l'autorizzazione alla gestione del bilancio appena deliberato dall’organo consiliare, ma non ancora efficace, essendo condizionato all’esito del controllo preventivo del comitato regionale di controllo. In via residuale, la norma in discorso ha previsto anche l'ipotesi di uno slittamento del termine per la deliberazione del bilancio disposto da norme statali, con la differenza di tener conto, in assenza di bilancio, delle previsioni assestate dell'esercizio precedente.
L'istituto della gestione provvisoria, anch'esso disciplinato dal citato art. 163 (comma 2) del TUEL, interveniva in maniera più incisiva nei casi di assenza del bilancio, circoscrivendo la gestione all'assolvimento delle obbligazioni già assunte, delle obbligazioni derivanti da provvedimenti
giurisdizionali esecutivi e di obblighi speciali tassativamente regolati dalla legge, al pagamento delle spese di personale, di residui passivi, di rate di mutuo, di canoni, imposte e tasse, ed in generale, limitata alle sole operazioni necessarie per evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all'ente.
Nei fatti l'esercizio provvisorio, in assenza di bilancio per differimento dei termini, strumento sopravvissuto alla riforma del Titolo V della Costituzione, nella sua disciplina mal si concilia con l'attuale contesto normativo. Infatti, l'avvio del federalismo fiscale e la conseguente sostituzione di una finanza derivata con una autonoma, nonché la riduzione dei trasferimenti statali a titolo di contributo degli enti locali alla manovra, hanno imposto una razionalizzazione della spesa che può determinare una revisione degli stanziamenti deliberati nell'esercizio precedente.
In tale scenario, il ricorso all'utilizzo degli stanziamenti di spesa dell'anno precedente, seppure per dodicesimi, non appare idoneo a garantire la primaria esigenza di preservare, in maniera permanente, gli equilibri di bilancio e assicurare il pareggio effettivo. Una disciplina più rigorosa, modellata similmente a quella della gestione provvisoria, in tutti i casi di assenza del bilancio, potrebbe rivelarsi maggiormente efficace per il perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica a tutela dell'unità economica della Repubblica e incentiverebbe gli enti locali a provvedere egualmente, anche in presenza di differimenti dei termini a seguito di disposizioni statali, all'approvazione di un bilancio per così dire provvisorio, ma incentrato sui principi contabili della prudenza, dell'attendibilità e della coerenza.
La situazione dell'esercizio 2013 si connota di particolari tratti al limite della irragionevolezza; infatti, l’articolo 8, comma 1, del decreto legge 31 agosto 2013 n. 102 (eliminazione IMU), differisce, addirittura, al 30 novembre il termine per l'approvazione del bilancio di previsione degli enti locali per l'anno 2013.
Tale proroga, disposta con norma primaria, non manca di determinare una serie di conseguenze sulla gestione del bilancio degli enti locali per l’esercizio in corso.
Alla proroga del termine per l’approvazione del bilancio di previsione consegue un pesante ritardo nella determinazione delle aliquote dei tributi locali e delle tariffe dei servizi pubblici.
La determinazione, nel mese di novembre, delle aliquote dei tributi locali o del costo dei servizi, se effettuata in relazione all’intero esercizio, oltre a confliggere con le disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente (legge 27 luglio 2000 n. 212), si pone in contrasto, non solo con il principio di programmazione, ma anche con le stesse aspettative ed esigenze dei cittadini, degli utenti e delle imprese di conoscere all’inizio dell’esercizio l’ammontare delle imposte e tasse locali, nonché delle tariffe dei servizi, così da avere informazioni per compiere le scelte ritenute più opportune. Il differimento nell'approvazione degli atti impositivi, oltre a provocare possibili accavallamenti di scadenze, con conseguenti aggravi finanziari per i cittadini, determina anche notevoli ritardi nella riscossione delle entrate di competenza e rende ancora più onerosa la gestione delle spese e l'osservanza dei termini di pagamento dei debiti disposti dalla legislazione comunitaria.
L’incertezza del quadro normativo e i conseguenti ritardi, con cui le amministrazioni sono in grado di puntualmente determinare le risorse da assegnare, rendono la quantificazione degli stanziamenti di bilancio oggetto di stime basate su insufficienti e precari elementi informativi; situazione questa che è diventata endemica con il ripetuto avvicendarsi di innovazioni e ripensamenti da parte del legislatore.
La programmazione del bilancio – in un quadro variabile ed esposto al sopravvenire di interventi normativi di rimodulazione delle entrate e delle spese – presenta, sicuramente, elementi di precarietà, tant’è che il bilancio di previsione deve essere aggiustato con variazioni amministrative e con il progetto di assestamento.
E’ necessaria l’effettiva valorizzazione dei principi in tema di programmazione, che devono costituire una guida per gli enti in questo cammino accidentato. E’ di rilievo ricordare, al riguardo, che al bilancio di previsione non è assegnata solo una funzione programmatoria (budget), la cui portata sarebbe già di per sé rilevante, ma che ad esso si connette anche l’efficacia del vincolo autorizzatorio che costituisce un fondamentale strumento per assicurare l’equilibrio del bilancio. Il bilancio di previsione è il documento centrale del ciclo di programmazione e controllo dell’ente; deve assolvere contemporaneamente le funzioni di indirizzo politico-amministrativo, economico-finanziario ed informativo, nonché esprimere con chiarezza e precisione gli obiettivi, il fabbisogno finanziario e la sostenibilità dello stesso. Tutto il processo di formazione del sistema di bilancio deve informarsi a corretti principi e postulati contabili (unità, annualità, universalità ed integrità, veridicità, pareggio finanziario e pubblicità, prevalenza della sostanza sulla forma, verificabilità, coerenza, prudenza, comprensibilità, attendibilità e congruità, competenza economica e finanziaria, ecc.). La corretta applicazione della funzione politico-amministrativa risiede nel rispetto di un percorso che parte dal programma amministrativo del sindaco o presidente, transita attraverso le linee programmatiche comunicate all’organo consiliare, trova esplicitazione nel piano generale di sviluppo dell’ente – da considerare quale programma di mandato – ed infine si sostanzia nei documenti della programmazione, relazione previsionale e programmatica e bilancio pluriennale, nella previsione del bilancio annuale e, infine, nello strumento di indirizzo gestionale, il piano esecutivo di gestione, quando obbligatorio. 

venerdì 11 ottobre 2013

Amianto: occorre accelerare la bonifica del territorio cittadino

Desidero esprimere la mia personale soddisfazione per il fatto che il Sindaco, a seguito di segnalazione del Dipartimento di prevenzione della ASL abbia finalmente emesso una ordinanza (la n.9/2013) per la messa in sicurezza di alcune coperture in amianto di una azienda agricola, assicurando così il rispetto della normativa in materia.
Rammento che sin dal 2011 il gruppo del PD aveva presentato una mozione per la bonifica del nostro territorio dall’amianto che poi fu approvata all’unanimità dal consiglio comunale il 20 giugno 2011, con deliberazione n. 27.
Anche molti cittadini ed associazioni hanno più volte manifestato la loro preoccupazione per la presenza di amianto in cattivo stato di conservazione.
Nel settembre dell’anno scorso inviai una lettera personale per sollecitare gli adempimenti a quanto stabilito con la deliberazione in questione.
Già sono stati assunti alcuni provvedimenti (ad esempio l’ordinanza 21/2012 e la determinazione n. 875/2013).

Mi auguro che a questa ordinanza corrisponda una sempre maggiore attenzione al problema dell’amianto per dare concreta attuazione alla predetta deliberazione e per prevenire i danni gravissimi alla salute umana che può procurare questo materiale, purtroppo ancora presente in molte aree agricole, in cantieri dismessi e persino nel territorio urbano.

mercoledì 9 ottobre 2013

Acquisti in rete della P.A., finalmente pubblicato il decreto

Sulla gazzetta ufficiale del 3 ottobre è stato pubblicato il Decreto del Ministro dell'economia e delle finanze per individuare i beni e i servizi per i quali le pubbliche amministrazioni sono tenute a procedere agli acquisti attraverso strumenti di acquisto informatici in base all'art. 1, comma 158 della L. 22872012. Era ora....

Lo Stato ha ripartito i soldi ai comuni per ristorarli del minor gettito dell'IMU

Pubblicato sulla gazzetta ufficiale il DECRETO 27 settembre 2013 recante la Ripartizione del contributo ai comuni per il ristoro del minor gettito IMU 2013. Al Comune di Sabaudia sono stati riconosciuti €  1.341.652,39. 

Arcobaleno a Sabaudia

L'arcobaleno riporta il sereno a Sabaudia, ma verso Priverno è ancora brutto... 

domenica 6 ottobre 2013

La re-internalizzazione del servizio idrico deve avvenire con la massima trasparenza ed attenzione ai costi

I referendum popolari del giugno 2011 hanno espresso chiaramente l’opinione degli elettori italiani in merito alla gestione del servizio pubblico integrato. Oltre a rigettare la privatizzazione, gli elettori hanno infatti votato contro la quota di remunerazione del capitale investito, prevista fino ad allora dalle tariffe dei gestori, decretando di fatto l’incompatibilità di un interesse privato rispetto al bene comune acqua.
Il Consiglio comunale di Sabaudia nel corso della passata consiliatura, ha approvato in data 18 ottobre 2012 con la deliberazione n. 33, la Mozione presentata dal Gruppo PD relativa alla individuazione ed approvazione di alcuni principi in tema di concezione dell’acqua come bene comune e predisposizione delle necessarie modifiche statutarie per la realizzazione di un modello di gestione pubblica partecipata del Servizio idrico integrato mediante affidamento ad un soggetto di diritto pubblico, ma a questa decisione non sono poi seguite scelte conseguenti.
Com’è noto attualmente il 51% delle azioni è detenuto dai Comuni.
Dalla stampa si apprende che il socio privato avrebbe manifestato la volontà di cedere le proprie azioni al socio pubblico, per cui il Presidente Cusani avrebbe presentato ai Sindaci dell’ATO4 una proposta di deliberazione per l’acquisto delle azioni detenute dal socio privato soc. Idrolatina s.r.l.
In considerazione della esposizione debitoria dalla soc. AcquaLatina, della delicatezza della materia e delle responsabilità contabili connesse con tale operazione molti Comuni si sono già attivati affinché sia posta la massima attenzione su questa complessa operazione in quanto i debiti accumulati dalla predetta società non possono ricadere sulle nostre comunità.
E’ stata predisposta pertanto da numerose amministrazioni comunali della nostra provincia una proposta di deliberazione alternativa da approvare in sede di ATO4 al fine di tutelare i bilanci comunali da ogni possibile aggressione.
Ho provveduto in data odierna a sottoporre quest’ultima bozza di deliberazione al Sindaco, al presidente del Consiglio ed ai capigruppo, affinché, ove la condividano possano farla propria e farla votare in occasione della prossima assemblea dell’ATO4.

mercoledì 2 ottobre 2013

SABAUDIA, MANUALE PER CONSIGLIERE COMUNALE

Se a Sabaudia si farà una casa della salute sarà merito dei cittadini

Desidero esprimere la mia soddisfazione per il fatto che il Sindaco si sia reso portatore delle istanze degli oramai quasi mille cittadini che hanno firmato la petizione per trasformare la meravigliosa struttura dell’ex ospedale di via Conte Verde a Sabaudia, in una “Casa della salute”.
Le “Case della salute” sono state introdotte per la prima volta in Italia in alcune regioni e poi, grazie al Ministro Livia Turco, rilanciate in tutta Italia sin dal 2007.
Ora il Presidente Zingaretti le ha previste nella programmazione del Servizio sanitario regionale stabilendo che ne spetti una per ogni distretto socio sanitario.
Ancora una volta (come già avvenuto con la piazza del comune) i cittadini uniti sono riusciti a far accogliere una loro richiesta e a far accettare una proposta (peraltro non prevista nel programma elettorale del Sindaco Lucci), che mira a garantire a tutti il diritto alla salute.

Sono certo che la Regione Lazio vigilerà attentamente sulla Direzione generale della ASL Latina, affinché il progetto per portare a Sabaudia una “Casa della salute” venga compiutamente realizzato.