martedì 31 marzo 2015

LA CONCESSIONE DEI SERVIZI PUBBLICI CON PARTICOLARE RIGUARDO AL PARCHEGGIO

Alcuni Comuni, privi talora di un Piano parcheggi ai sensi dell'art. 5 della L. 122/89,  di recente hanno indetto delle gare per l’affidamento in concessione del servizio di gestione dei parcheggi pubblici a pagamento. Com’è noto questo servizio potrebbe essere svolto in gestione diretta od esternalizzato, ma negli atti di indirizzo adottati dalle Giunte municipali non si rinviene alcuna argomentazione posta alla base della scelta di esternalizzare il servizio: non viene citata una relazione relativa ai risultati ottenuti a seguito del precedente affidamento all’esterno, alle eventuali criticità riscontrate, alle somme introitate, ecc. Di fatto, tenendo presente quanto previsto dall'art. 30 del D.lgs 16372006, viene attuata una concessione di servizi: un contratto a titolo oneroso stipulato per iscritto in virtù del quale l’amministrazione aggiudicatrice affida la gestione di un servizio ad un operatore economico: il corrispettivo consiste unicamente nel diritto di gestire i servizi oggetto del contratto essendo autorizzato a richiedere quale corrispettivo un prezzo. Di fatto viene attuata una traslazione del rischio dall'ente al privato, che spesso non ha una adeguata certezza sugli introiti attesi. Dagli atti pubblicati non si rinviene neanche l’indicazione della individuazione delle aree destinate alla sosta libera e quindi esentate dal ticket, né (se non indirettamente di quelle riservate alle persone con deambulazione sensibilmente ridotta). La durata della concessione, sia pur in qualche caso prevista per più di dieci anni appare eccessiva in quanto di gran lunga superiore a quella delle Giunta che ha indetto la gara e di quella che la seguirà; il valore del contratto nonché gli oneri richiesti rischiano di escludere le piccole e medie imprese che invece in base all'art.1 della Direttiva UE 23/2014 hanno ricevuto una particolare attenzione dal legislatore europeo proprio in quanto questi operatori economici fino ad ora sono stati privati dei loro diritti nell’ambito del mercato interno, perdendo importanti opportunità commerciali. In qualche caso sarebbe stato opportuno che fosse stata data applicazione al D.M. 11 febbraio 1989 e successive modificazioni e integrazioni di cui al Decreto del Ministero per i problemi delle aree urbane del 15 novembre 1993. Restano talora escluse alcune aree già adibite a parcheggio...e non viene affrontato il problema di un parcheggio attrezzato destinato ai camper, roulotte, ecc.   

lunedì 30 marzo 2015

IL CODICE UNICO DI PROGETTO PER GLI INVESTIMENTI PUBBLICI

Da alcuni anni è stato introdotto nelle pubbliche amministrazioni il Codice Unico di Progetto (CUP): il codice che identifica un progetto d’investimento pubblico e che è lo strumento cardine per il funzionamento del Sistema di Monitoraggio degli Investimenti Pubblici (MIP). La sua richiesta è obbligatoria per tutta la “spesa per lo sviluppo”, inclusi i progetti realizzati utilizzando risorse provenienti da bilanci di enti pubblici o di società partecipate, direttamente o indirettamente, da capitale pubblico e quelli realizzati con operazioni di finanza di progetto, “pura” o “assistita”, o comunque che coinvolgono il patrimonio pubblico, anche se realizzati con risorse private. I progetti rientranti nella spesa per lo sviluppo possono consistere in: lavori pubblici (come individuati dalla legge 109/1994 e successive modificazioni e integrazioni), incentivi a favore di attività produttive, contributi a favore di soggetti privati, diversi da attività produttive, acquisto o realizzazione di servizi (ad esempio corsi di formazione e progetti di ricerca), acquisto di beni finalizzato allo sviluppo, sottoscrizione iniziale o aumento di capitale sociale (compresi spin off), fondi di rischio o di garanzia. In particolare, la richiesta del CUP è obbligatoria per gli interventi rientranti nel Quadro Strategico Nazionale (QSN), nella programmazione dei Fondi Europei, quali ad esempio Fondi strutturali e di investimento europei (ESIF) 2014-2020 e nel Fondo di Sviluppo e Coesione. Il CUP è anche uno dei principali strumenti adottati per garantire la trasparenza e la tracciabilità dei flussi finanziari, per prevenire eventuali infiltrazioni criminali e, in particolare, per il Monitoraggio Finanziario delle Grandi Opere, MGO. Il codice accompagna ciascun progetto dall’approvazione dei provvedimenti di assegnazione delle risorse fino al suo completamento e rimane nella banca dati del Sistema anche dopo la chiusura del progetto. Basato sulla logica di associare in maniera biunivoca un codice a ciascun progetto di investimento pubblico, tramite il suo corredo informativo, il CUP deve consentire, una volta messo a regime il Sistema di Monitoraggio Investimenti Pubblici (MIP), di identificare puntualmente ciascun intervento e di rilevarne le fasi di avanzamento, utilizzando un’unità di rilevazione unica (il “progetto di investimento pubblico”) e una codifica unica, comune e valida per tutte le Amministrazioni e per i soggetti, pubblici e privati, coinvolti nel ciclo di vita dei progetti. Il CUP è costituito da una stringa alfanumerica di 15 caratteri. Il CUP è rilasciato al termine dell’inserimento di alcuni dati riguardanti un determinato progetto d’investimento pubblico all’interno del Sistema. Si rimanda alla sezione del sito “Chi deve richiedere il CUP e per quali progetti” per chiarimenti sul soggetto responsabile della richiesta del CUP. Tali informazioni, dette “corredo informativo”, comprendono essenzialmente la descrizione del progetto e l’individuazione delle sue caratteristiche salienti quali: natura e tipologia (realizzazione di lavori pubblici, acquisto di beni, concessione di incentivi ad unità produttive, ecc), settore d’intervento, localizzazione territoriale specifica, copertura finanziaria, settore di attività economica prevalente del soggetto beneficiario dell’investimento pubblico. Le informazioni raccolte confluiscono in due banche dati interne al Sistema CUP: Anagrafe progetti che contiene per ciascun progetto d’investimento pubblico il CUP e il relativo corredo informativo. Anagrafe soggetti che contiene per ciascun soggetto responsabile i dati relativi ad ogni utente registrato al Sistema CUP. Il CUP attribuito al progetto non verrà mai cambiato nel tempo. Il corredo informativo rappresenta la fotografia del progetto al momento in cui ne è decisa la realizzazione, pertanto sarà possibile solo apportare correzioni alle informazioni inserite in maniera errata al momento della richiesta del codice e inserire le comunicazioni relative alla chiusura e/o alla revoca del progetto. Per approfondimenti è possibile consulta la pagina del CIPE Modalità di richiesta del CUP e modifiche consentite.

IL PARERE DELL'ANCI SULLE NORME RELATIVE ALLE SOCIETA' PARTECIPATE CONTENUTE NELLA LEGGE DI STABILITA'

L' ANCI, con una nota del 30 marzo 2015  ha esaminato con la dovuta attenzione le norme inserite nella legge di stabilità 2015 ai commi da 609 a 615 contenenti notevoli novità in materia di società partecipate sia fissando obblighi e procedure per l’affidamento dei servizi pubblici locali rispetto agli ambiti territoriali (modificando ed integrando le norme dell’ex art. 3 bis del dl 138/2011 s.m.i.), sia prevedendo interventi volti ad incentivare le aggregazioni aziendali nonché a disciplinare procedure di razionalizzazione delle partecipazioni attraverso l’adozione di specifici piani, da parte delle amministrazioni individuate dalla stessa normativa. La complessità della novella legislativa ha spinto l'ANCI ad  approfondire alcuni aspetti ritenuti critici che potrebbero prestarsi a  comportamenti difformi da parte delle amministrazioni interessate tali da ottenere risultati addirittura opposti a quelli attesi.
Le considerazioni dell'ANCI si trovano a questo indirizzo:
http://www.anci.it/Contenuti/Allegati/Prima%20nota%20ANCI_cc%20_STAB_2015_SPL_Societ%C3%A0.pdf

domenica 29 marzo 2015

LE DISPOSIZIONI PER ACCEDERE AL 5 PER MILLE PER L'ANNO 2015


Il 5 per mille rappresenta per molti enti privati e pubblici una interessante opportunità per integrare le proprie entrate. 
L' Agenzia delle Entrate con circolare n. 13 in data 26 marzo  ha chiarito le disposizioni vigenti per tutti gli enti di volontariato , associazioni sportive ecc. per essere ammessi al contributo del 5 per mille per l'anno 2015 nel rispetto di quanto stabilito dall'art. 1, comma 154 della legge 23 dicembre 2014, n. 190  (la legge di stabilità 2015). Si tratta di una Circolare molto importante per tutto il terzo settore e le associazioni di promozione sociale.

Il testo completo lo trovate qui:
http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/file/Nsilib/Nsi/Documentazione/Provvedimenti+circolari+e+risoluzioni/Circolari/Archivio+circolari/Circolari+2015/Marzo+2015/Circolare+13E+del+26+marzo+2015/cir13e+del+26.03.15.pdf

ENTRO IL 31 MARZO I COMUNI CON POPOLAZIONE SUPERIORE AI 1000 ABITANTI DEVONO TRASMETTERE LA CERTIFICAZIONE SUL RISPETTO DEL PATTO DI STABILITA' INTERNO AL MEF

Sulla gazzetta ufficiale n. 73 del 28 marzo 2015 è stato pubblicato il Decreto 13 marzo 2015 con cui il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha impartito disposizioni per la redazione e l'invio della Certificazione relativa al rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno degli enti locali per l'anno 2014. La certificazione deve essere controfirmata dal Sindaco, dal responsabile del servizio finanziario e dal Collegio dei revisori dei conti.  L'invio del modello deve avvenire telematicamente.

sabato 28 marzo 2015

IL RUOLO UNICO DELLA DIRIGENZA NEL DISEGNO DI LEGGE 1577 LA C.D. RIFORMA MADIA

La discussione in corso sulla riforma della Pubblica amministrazione, specialmente per la parte relativa agli enti locali è fonte di preoccupazione in quanto da una parte muove verso una motivazione di efficientamento, dall’altra rischia di creare, a mio avviso più danni di quanti si pensa di eliminare. Le varie riforme che si sono succedute in questi anni (anche se non hanno affrontato in maniera globale il problema essendo tutte parziali: amministrazioni centrali, enti locali, sanità) miravano tutte, almeno sulla carta a dividere in maniera chiara le responsabilità della politica da quelle della dirigenza. Il principio era chiaro, ma nei fatti questo risultato non è stato raggiunto. In molti casi sono state create delle organizzazioni burocratiche elefantiache accanto ai Ministri ed ai Direttori generali con staff super dimensionati (con dirigenti privi di responsabilità di gestione, ma pagati quanto gli altri), lasciando gli uffici di line talora privi del minimo personale necessario. Per molti enti si prevede una divisione di ruoli tra personale tecnico e amministrativo, ma spesso anche il personale amministrativo deve svolgere una funzione che presuppone conoscenze specifiche sull’attività dell’ente in cui lavora, altrimenti può avvenire quanto accaduto quando furono sciolti i primi enti inutili e un alto dirigente dell’UMA (Utenti Macchine Agricole) fu mandato al CONI a dirigere una Federazione sportiva, senza oltretutto conoscere alcuna lingua straniera. Problemi ci possono essere anche in strutture di ricerca o sperimentali dove per i dirigenti amministrativi è importante la conoscenza del settore in cui lavorano. Per quanto riguarda la questione specifica degli enti locali è proprio qui (per le dimensioni delle strutture e per il fatto che ci troviamo di fronte ad enti territoriali), che si crea un rapporto più diretto tra politica e cittadini, ma anche più stretto tra politica e dirigenti. Certamente la situazione varia da un ente locale all’altro in quanto quello che è vero a Roma, non vale per un Comune di 50 abitanti. Probabilmente si dovrebbe agire sui controlli interni (ancora troppo labili ed inefficienti) anche per dare una maggiore autonomia e terzietà all’Organismo Indipendente di Valutazione che di indipendente ha solo il nome venendo nominato dal Sindaco dal che ha origine la difficoltà a fare una valutazione reale dei dirigenti più inclini ad assecondare le voglie del primo cittadino. Gli enti locali oggi devono essere gestiti come un’azienda con una veduta di alto livello che in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini, di contribuire allo sviluppo economico, con elevate conoscenze di economia e di ragioneria pubblica applicata: di fatto il Sindaco deve essere un tuttologo e con lui i dirigenti, ma nella maggior parte dei casi ci troviamo a persone che hanno fatto concorsi in casa e che non si sono mai mossi dal loro paese. Un’altra questione è che proprio per la tipologia dell’organizzazione dei piccoli Comuni, la maggioranza di questi non dispone di dirigenti (ad eccezione del Segretario generale), per cui la totalità dei compiti e la responsabilità dei settori è affidata a funzionari di categoria “D” ai quali viene affidata dal Sindaco la posizione organizzativa con procedure non sempre trasparenti. Personalmente non ho mai avuto una grande considerazione della figura del Segretario generale in quanto, per una serie di motivazioni, ma soprattutto per la formazione che gli viene impartita (a mio parere inadeguata) e la loro tradizione di essere stati per molto tempo alle strette dipendenze del Prefetto, troppo spesso si limitano a fare i notai. Peraltro la proposta di sopprimerli non mi trova d’accordo in quanto in questi ultimi anni, grazie in parte al D.lgs 150/2009 ma specialmente all’ANAC a questi dirigenti sono state attribuiti compiti e responsabilità rilevanti in materia di performance, di prevenzione della corruzione e di partecipazione alla attività di controllo successivo da parte della Corte dei Conti (artt. 148 e 148 bis TUEL). L’idea di fare un ruolo unico senza dubbio consentirà di agevolare la mobilità tra i vari Comuni (che oggi è complessa ma non impossibile) e di elevare la qualità della dirigenza, ma solo se si potranno fare anche qui concorsi unici, aggiornamento comune, procedure di mobilità trasparenti ecc. Anche il sindacato in tutti questi anni ha accumulato delle colpe non contrastando adeguatamente le deviazioni che si sono verificate in molte realtà. In ogni caso il ruolo unico della dirigenza andrà bene nei comuni superiori a 50.000 abitanti che però rappresentano una realtà molto ridotta. Le norme sulla fusione dei piccoli Comuni ritardano ad avere applicazione per una notevole resistenza proprio da parte delle piccole realtà che invece sono proprio quelle che potrebbero trarre i maggiori benefici da tale nuova organizzazione. In sostanza su 8.101 Comuni italiani la riforma troverebbe difficoltà di applicazione: da quelli inferiori a 500 abitanti a quelli di 19.999, sono 7.604, mentre il ruolo unico potrebbe essere applicato agevolmente in quelli restanti (che sono pochi). Oggi nei Comuni sotto i 20.000 abitanti i dirigenti sono pochissimi per cui la rotazione interna è spesso quasi impossibile e questo ostacolo sarebbe superato con il ruolo unico, ma il problema, come accennato si pone sempre per i titolari delle posizioni organizzative il cui livello professionale, tranne pochissimi casi è molti limitato. In ogni caso il ruolo unico per gli enti locali deve essere studiato e la relativa mobilità deve essere organizzato per fasce in analogia a quanto oggi avviene per i Segretari generali, non essendo possibile che il dirigente del Comune di 10.000 abitanti vada a fare il capo Dipartimento al Comune di Roma. Ancora una volta pur con intenti senza dubbio lodevoli, si cerca di globalizzare la soluzione di problemi della pubblica amministrazione centrale estendendoli anche ad altre amministrazioni, come quelle locali che hanno funzioni e problemi ben diversi. Pertanto, poiché comunque si condivide la necessità e l’urgenza di intervenire anche sulla dirigenza degli enti locali, è auspicabile che sulla base di principi omogenei e condivisi, si possa poi adottare singoli decreti legislativi delegati per ciascun comparto per cercare di evitare troppa confusione, facendo in modo di:
- Sollecitare la fusione dei Comuni
- Definire una organizzazione standard per le varie fasce di enti locali anche per agevolare il confronto dei costi ecc.
- Rafforzare i controlli interni e sottoponendoli a verifica da parte della Corte dei Conti e dell’ANAC
- Garantire la funzione di terzietà all’OIV facendo in modo che la sua nomina avvenga (come per il Collegio dei Revisori) mediante sorteggio tra tutti quelli che sono iscritti ad un albo nazionale tenuto dall’ANAC
- Affidare alle Prefetture e al Dipartimento per la Funzione pubblica la verifica sullo svolgimento da parte della politica delle funzioni di indirizzo e programmazione (e non sull’affidamento degli appalti) e il rispetto della ripartizione dei compiti
- Definire procedure standard per tutti i provvedimenti amministrativi dato che nonostante il tempo trascorso quasi nessun comune le ha approvate e pubblicate, creando gravi situazioni di scarsa trasparenza
- Affrontare il problema delle modalità di attribuzione della responsabilità dei Settori a persone prive della qualifica di dirigente

venerdì 27 marzo 2015

IL PARERE DEL CONSIGLIO DI STATO SUL NUOVO TESTO DEL DECRETO DEGLI STANDARD OSPEDALIERI

Il Consiglio di Stato, in sede consultiva nell'adunanza del 15 gennaio scorso ha espresso il parere n.191 secondo cui il testo del provvedimento sugli standard ospedalieri dovesse essere rettificato per recepire meglio le osservazioni delle Regioni. Il nuovo testo prevede che le Regioni debbano riadottare il provvedimento generale di programmazione con la riduzione dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del SSR ad un livello non superiore al 3,7 p.l. per ogni mille abitanti, comprensivi anche di 0,7 p.l. per la riabilitazione e la lungodegenza. Il riferimento della popolazione è basato su quella residente. I nuovo standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi tengono conto di quanto stabilito dall’art. 1 comma 169 della L. 31172004 con le modifiche di cui all’art. 15 comma 13, lettera c) del D.L: n.95/2012, convertito in legge con L. 135/2012. Per promuovere un uso appropriato dell’ospedale saranno emanate delle linee guida. Sono stati definiti anche gli standard minimi e massimi di strutture per ciascuna disciplina.  Molta attenzione è stata posta agli standard di qualità. Saranno necessari molto buon senso e molta cura per dare attuazione al provvedimento per evitare di creare ulteriori danni al nostro SSN, già duramente provato da molti anni di tagli e di mala gestione. Il parere del Consiglio di Stato lo travate qui:
https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=7R6PKUUHLPBTAV6JFHZG4PDAYM&q=STANDARD%20or%20OSPEDALIERI

giovedì 26 marzo 2015

UN PROVVEDIMENTO PER LA TUTELA DELL'AMBIENTE ACQUATICO E DELL'ACQUA POTABILE E PER LA RIDUZIONE DELL'USO DI FITOSANITARI NELLE AREE NATURALI PROTETTE

Sul Supplemento ordinario alla gazzetta ufficiale n. 71/2015 è stato pubblicato il Decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del 10 marzo 2015, recante le Linee guida di indirizzo per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette. Si tratta di un provvedimento che finalmente affronta in maniera decisa il problema della tutela delle acque nei Parchi nazionali e nelle aree protette, una questione sulla quale sono intervenuto più volte nel recente passato per quanto riguarda il laghi costieri compresi nel Parco nazionale del Circeo che ricevono dalle aree agricole circostanti un appronto notevole di sostanze chimiche utilizzate dai produttori. Finalmente il Corpo Forestale e gli enti preposti (ARPA - Istituti Zooprofilattici sperimentali) dispongono di uno strumento per colpire i trasgressori.

IL SINDACO DI TUTTI - COME GESTIRE IL COMUNE PER UN RISULTATO DUREVOLE

Sul sito slideshare  è possibile trovare la presentazione del mio nuovo libro dedicato a chi, pur non disponendo di conoscenze di pubblica amministrazione locale e di politica, decide con entusiasmo di candidarsi come Sindaco alle elezioni amministrative e che per inesperienza rischia di finire male per colpa dei soliti noti.
Un vero vademecum che dalla prima seduta del consiglio porta per mano il neo eletto, mettendolo in guardia anche dalle crisi che verranno. La presentazione potete vederla su: 
http://www.slideshare.net/francobrugnola/presentazione-de-il-sindaco-di-tutti-come-gestire-il-comune-per-un-successo-durevole

IL COMUNE DI SABAUDIA HA DESTINATO I PROVENTI DERIVANTI DALLE VIOLAZIONI AL CODICE DELLA STRADA

Con la deliberazione n. 20, adottata il 10 marzo scorso la giunta comunale di Sabaudia ha ripartito il 50% dei proventi delle violazioni al Codice della strada, come risulta dal riepilogo allegato, nel rispetto di quanto previsto dal nuovo T.U. emanato con D. Lgs. 30.04.1992, n. 285 (N.C.d.S. 285/92), che in ordine alla destinazione dei proventi delle sanzioni amministrative per violazioni delle norme del Codice della Strada, recita:
“Una quota pari al 50 per cento dei proventi spettanti agli enti di cui al secondo periodo del comma 1 è destinata:
a) in misura non inferiore a un quarto della quota, a interventi di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, di messa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell'ente;
b) in misura non inferiore a un quarto della quota, al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, anche attraverso l'acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature dei Corpi e dei servizi di polizia provinciale e di polizia municipale di cui alle lettere d-bis) ed e) del comma 1 dell'articolo 12;
c) ad altre finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale, relative alla manutenzione delle strade di proprietà dell'ente, all'installazione, all'ammodernamento, al potenziamento, alla messa a norma e alla manutenzione delle barriere e alla sistemazione del manto stradale delle medesime strade, alla redazione dei piani di cui all'articolo 36, a interventi per la sicurezza stradale a tutela degli utenti deboli, quali bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti, allo svolgimento, da parte degli organi di polizia locale, nelle scuole di ogni ordine e grado, di corsi didattici finalizzati all'educazione stradale, a misure di assistenza e di previdenza per il personale di cui alle lettere d-bis) ed e) del comma 1 dell'articolo 12, alle misure di cui al comma 5-bis del presente articolo e a interventi a favore della mobilità ciclistica.”;
In sostanza le somme da inserire nel bilancio di previsione 2015 sono state ripartite come segue:
  • € 62.500,00 ad interventi di sostituzione, ammodernamento, potenziamento, messa a norma e manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà comunale;
  • € 62.500,00 potenziamento attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale; - acquisto automezzi, mezzi, apparecchiature ed attrezzature per il Corpo di P.L. di cui alla lettera 2) del comma 1 dell’art. 12;
  • € 4.000,00 per corsi di educazione stradale nelle scuole
  • € € 60.000,00 per assunzione personale a tempo determinato stagionale
  • € 41.000,00 : per il finanziamento di progetti, di potenziamento dei servizi di controllo per la sicurezza urbana e stradale, nonché progetti per servizi notturni, di prevenzione delle violazioni alla guida in stato di ebbrezza
  • € 20.000 per assistenza e previdenza per il personale della Polizia locale
Annualmente il Comune dovrebbe relazionare al Ministero sull'uso di queste somme....

mercoledì 25 marzo 2015

UN RATING DELLA LEGALITA' DELLE IMPRESE GESTITO DALL'AUTORITA' GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO

La ditta con cui volete trattare è in regola con le norme sulla legalità? L'AGCM ha messo a disposizione un rating. L'Art. 5-ter del decreto-legge 1/2012, come modificato dal Decreto legge 29/2012, convertito con modificazioni dalla Legge 62/2012 prevede che al fine di promuovere l'introduzione di principi etici nei comportamenti aziendali, all'Autorità garante della concorrenza e del mercato è attribuito il compito di segnalare al Parlamento le modifiche normative necessarie al perseguimento del sopraindicato scopo anche in rapporto alla tutela dei consumatori, nonché di procedere, in raccordo con i Ministeri della giustizia e dell'interno, alla elaborazione ed all'attribuzione, su istanza di parte, di un rating di legalità per le imprese operanti nel territorio nazionale che raggiungano un fatturato minimo di due milioni di euro, riferito alla singola impresa o al gruppo di appartenenza, secondo i criteri e le modalità stabilite da un regolamento dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione. Al fine dell'attribuzione del rating, possono essere chieste informazioni a tutte le pubbliche amministrazioni. Del rating attribuito si tiene conto in sede di concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché in sede di accesso al credito bancario, secondo le modalità stabilite con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze e del Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione. Gli istituti di credito che omettono di tener conto del rating attribuito in sede di concessione dei finanziamenti alle imprese sono tenuti a trasmettere alla Banca d'Italia una dettagliata relazione sulle ragioni della decisione assunta. Secondo quanto si apprende dal sito web dell'AGCM continuano ad aumentare le richieste delle imprese per ottenere il Rating di legalità, rilasciato per legge dall’Antitrust. Nei primi due mesi del 2015 l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, presieduta da Giovanni Pitruzzella, ha ricevuto rispettivamente 83 domande a gennaio (+14% rispetto a dicembre 2014) e 133 a febbraio (+60%). Su 49 casi chiusi a gennaio, le attribuzioni sono state 37, con tre dinieghi e nove archiviazioni (per mancanza dei requisiti). Nel mese scorso, invece, su un totale di 77 casi, le attribuzioni sono salite a 54, con una conferma (in seguito a cambi dei dati camerali), tre dinieghi, una revoca e 18 archiviazioni. Già nel corso del 2014 le richieste erano più che raddoppiate rispetto al 2013. Dalle 142 pratiche del primo anno, quando entrò in vigore il Regolamento dell’Agcm, l’anno scorso le domande sono state 402, per arrivare ora a un totale complessivo di 760 (febbraio 2015). Approvato dal Parlamento alla fine del 2012, il Rating di legalità è lo strumento “premiale” con cui è stato affidato all’Antitrust il compito di attribuire un punteggio, da una a tre “stellette”, alle imprese virtuose che hanno un fatturato superiore ai due milioni di euro annui e corrispondono a una serie di requisiti giuridici. Per ottenere una “stelletta”, il titolare dell’azienda e gli altri dirigenti non devono avere precedenti penali o tributari. Oltre a non essere stata condannata nel biennio precedente per illeciti antitrust, l’impresa deve effettuare pagamenti e transazioni finanziarie oltre i mille euro esclusivamente con strumenti tracciabili. Per ottenere un punteggio più alto, il Regolamento indica altri sei requisiti: due “stellette” se ne vengono rispettati la metà, tre “stellette” se vengono rispettati tutti. Del Rating assegnato dall’Antitrust, secondo quanto prevede la legge, “si tiene conto in sede di concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché in sede di accesso al credito bancario”. In forza della stessa normativa, “gli istituti di credito che omettono di tener conto del rating attribuito in sede di concessione dei finanziamenti alle imprese sono tenuti a trasmettere alla Banca d`Italia una dettagliata relazione sulle ragioni della decisione assunta”. In complesso, dall’entrata in vigore del Regolamento a oggi sono stati attribuiti 362 Rating di legalità, contro 18 dinieghi. L’elenco completo delle aziende che hanno ottenuto il riconoscimento, con il relativo punteggio, è pubblicato sul sito dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato

IL PARLAMENTO CON UN CODICILLO SANA LE IRREGOLARITA' CIRCA L'UTILIZZO DI ALCUNI MUTUI CONTRATTI CON LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Molto interessante il Comma 1 bis dell'art. 18 del D.L. 16/2014 convertito con la legge 2 maggio 2014, n. 68 che recita così . "Per i mutui contratti dagli enti locali antecedentemente al 1° gennaio 2005 con oneri a totale carico dello Stato, ivi compresi quelli in cui e' l'ente locale a pagare le rate di ammortamento con obbligo da parte dello Stato di rimborsare le rate medesime, il comma 76 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, si interpreta nel senso che l'ente locale beneficiario può iscrivere il ricavato dei predetti mutui nelle entrate per trasferimenti in conto capitale, con vincolo di destinazione agli investimenti. Considerati validi gli effetti di quanto operato fino al 31 dicembre 2013, a decorrere dall'anno 2014, nel caso di iscrizione del ricavato dei mutui di cui al primo periodo tra le entrate per trasferimenti in conto capitale con vincolo di destinazione agli investimenti, il rimborso delle relative rate di ammortamento da parte dello Stato non e' considerato tra le entrate finali rilevanti ai fini del patto di stabilita' interno".  In questo modo vengono sanati molti comportamenti non ortodossi assunti da taluni enti locali che così vengono messi al riparo da interventi della corte dei Conti. La "scoperta" è dovuta a "Il fatto quotidiano".

LE SOCIETA' PARTECIPATE, IL DENTE BATTE....

Il TAR Lazio, sez. II bis, 11/3/2015 n. 4010 torna sul problema dell'affidamento dei servizi pubblici alle società miste. nel dispositivo della Sentenza citata si legge: "la giurisprudenza, sia nazionale che comunitaria, ha ritenuto che può essere consentito l'affidamento ad una società mista che sia costituita appositamente per l'erogazione di uno o più servizi determinati, da rendere almeno in via prevalente a favore dell'autorità pubblica che procede alla costituzione, attraverso una gara che miri non soltanto alla scelta del socio privato, ma anche - tramite la definizione dello specifico servizio da svolgere in partenariato con l'amministrazione e delle modalità di collaborazione con essa - allo stesso affidamento dell'attività da svolgere e che limiti, nel tempo, il rapporto di partenariato, prevedendo allo scadere una nuova gara. In sostanza, l'affidamento di un servizio ad una società mista è ritenuto ammissibile a condizione che si sia svolta una unica gara per la scelta del socio e l'individuazione del determinato servizio da svolgere (delimitato in sede di gara sia temporalmente che con riferimento all'oggetto). Deve cioè essersi trattato di una gara a “doppio oggetto”, in cui le prestazioni relative ai servizi da svolgere siano state concretamente, precisamente, temporalmente ed oggettivamente specificate (v. Consiglio di Stato, V, 30/09/2010, n. 7214; V, 23 /10/2007, n. 5587; VI, 23/09/2008, n. 4603; V, 13/02/2009, n. 824; v. anche Co.Cost. n. 199/2014 e TAR Lazio, RM n. 8442/2011). Non è consentito invece l’affidamento di servizi a una società mista “generalista” o la cui “missione” sia generica, indeterminata o costituita per l’attribuzione di compiti o servizi non ancora precisamente identificati nelle loro caratteristiche e durata al momento della scelta del socio privato, ancorchè selezionato con pubblica gara. Tali principi oltre ad aver trovato conferma in sede interna (v. ancora Cons. Stato, VI, 16 marzo 2009 n. 1555) sono poi stati affermati anche dalla giurisprudenza comunitaria (Corte Giustizia, sez. III, 15 ottobre 2009, C-196/08, ). La Corte di Giustizia ha, infatti, ritenuto l'ammissibilità dell'affidamento di servizi a società miste, a condizione che si svolga in unico contesto una gara avente ad oggetto la scelta del socio privato (socio non solo azionista, ma soprattutto operativo) e l'affidamento del servizio già predeterminato con obbligo della società mista di mantenere lo stesso oggetto sociale durante l'intera durata della concessione.

martedì 24 marzo 2015

GLI INDIRIZZI DEL MEF IN MATERIA DI TRASPARENZA E DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE NELLE SOCIETA' CONTROLLATE O PARTECIPATE DALLO STATO

Pubblicati sul sito del Ministero dell'Economia e delle Finanze gli indirizzi per l'attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza nelle società controllate o partecipate dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. Si tratta di un documento scritto in collaborazione con il Presidente dell'ANAC  che mira a dare più trasparenza all'operato di queste società e a prevenire fenomeni di corruzione. Un documento importante che mi auguro possa essere preso ad esempio da parte di tutte le Regioni e dei Comuni la cui società controllate o partecipate agiscono troppo spesso con opacità e dove, da quanto leggiamo sulla stampa quotidiana si verificano con eccessiva ripetitività fenomeni di gravissima corruzione.
La direttiva la trovate qui:
http://www.tesoro.it/inevidenza/documenti/Direttiva_23_3_definitiva.pdf

LA DEMOCRAZIA INTERNA DEI PARTITI E L' ART. 49 DELLA COSTITUZIONE

I ricorrenti fatti di cronaca mi costringono a ricordare il suggerimento di Platone (Le Leggi, Libro XII): “…dobbiamo preparare i nostri custodi perché siano più competenti di molti altri, in teoria e in pratica, intorno alla virtù…” ; sarebbe ora poi e che i Partiti curassero la formazione interna dei quadri (come avveniva un tempo) per evitare che persone non selezionate ed inesperte arrivino a ricoprire incarichi anche ad alto livello. Molto importante a questo proposito sarebbe che il Parlamento varasse (dopo tanti anni) la legge di attuazione dell’art. 49 della Costituzione secondo cui «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale». Infatti questo tanto invocato “metodo democratico” che dovrebbe rappresentare la condizione essenziale della esistenza dei partiti non è stato ancora regolamentato, lasciando loro (a tutti i livelli) la più ampia libertà organizzativa interna, tanto che talora (come si legge ogni tanto sulla stampa) non riescono neanche a garantire la democraticità delle loro decisioni. Nonostante tutti gli anni passati al Governo né la Democrazia Cristiana, né il Partito Socialista, né Forza Italia, si sono occupati del problema di dare attuazione alla Costituzione. Ci ha pensato nella precedente legislatura gli On.li Bersani, Misiani, Castagnetti e Vassallo con la PL 4973/2012 – “Disposizioni per l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione in materia di democrazia interna e trasparenza dei partiti politici” presentata il 17 febbraio 2012. Nella presente legislatura sono state presentate molte altre proposte tra le quali desidero citare il disegno di legge A.S. n. 978 che reca la firma di Walter Tocci, Monica Cirinnà ed altri nella quale si legge: “I partiti politici sono qualificati come associazioni riconosciute dotate di personalità giuridica. Nella presente legge si prevede che i partiti politici siano a tutti gli effetti persone giuridiche ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000 n. 361.La legge prevede che gli statuti indichino, senza imporre alcun modello, le modalità di decisione degli indirizzi politici e delle candidature, le tutele per le minoranze interne e i diritti e i doveri degli iscritti”. Il Governo attuale, che ha i voti in Parlamento dovrebbe prendere più a cuore il problema ed affrontarlo una volta per tutte non solo per quanto riguarda alcuni partiti all'opposizione, ma anche il Partito di maggioranza che non si può certo dire indenne da questioni del genere. (tratto da "Il manuale per un consigliere comunale di opposizione - Come sfidare la maggioranza" di F. Brugnola, Ed. APS 2013). In sostanza, come ha scritto di recente il Consigliere di Stato Sergio Santoro è necessario intervenire:  oportet ut scandala eveniant ; il suo interessante articolo potete leggerlo sul sito della Giustizia Amministrativa: https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/wcm/idc/groups/public/documents/document/mdax/nzez/~edisp/intra_064227.htm 

lunedì 23 marzo 2015

LE VARIANTI IN CORSO D'OPERA


Gli articoli apparsi sulla stampa di questi giorni mi spingono a tornare sull'argomento delle varianti in corso d'opera, uno dei problemi più gravi che si incontrano in tema di opere pubbliche è infatti quello delle varianti che quasi sempre comportano aumenti - anche rilevanti - dei costi con tutte le conseguenze immaginabili. Il presidente dell'ANAC, in base al disposto dell' Art. 37, decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 convertito in legge n.114/2014 (Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari). Riordino e aggiornamento delle modalità di trasmissione all’A.N.AC. delle varianti in corso d’opera, ha ritenuto di pubblicare sul sito web dell'Autorità un comunicato nel quale vengono spiegate le procedure per trasmettere le varianti. Sono da sottolineare le responsabilità del Responsabile Unico del Procedimento e della Direzione lavori che sono tenuti a controllare attentamente tutto l'iter, oltretutto l'uno e l'altro percepiscono un corrispettivo per tale attività di controllo; forse se ci fosse stata prima questa norma ci sarebbero stati meno problemi e meno opere incompiute. Per chi vuole leggere tutto il comunicato può farlo a questo indirizzo:
http://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/Comunicazione/News/_news?id=286fc9dd0a7780423680c05c02d830cd

IL WHISTLEBLOWER

Molti si saranno chiesti chi sia costui, non è altri che il termine inglese per indicare il dipendente pubblico che segnala illeciti e che deve essere adeguatamente tutelato. Questa figura è stata introdotta nel sistema giuridico italiano grazie alla ratifica di alcuni accordi internazionali ed in particolare con la L. 190/2012 (art. 1 comma 51) con il quale è stato modificato il T.U. degli impiegati civili dello Stato: il D.lgs 165/2001 introducendo l'art. 54-bis in base al quale: «fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all’autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia». La norma richiamata fornisce esclusivamente una protezione generale e astratta: essa per più versi deve essere completata con concrete misure di tutela del dipendente, il quale - per effettuare la propria segnalazione - deve poter fare affidamento su una protezione effettiva ed efficace che gli eviti una esposizione a misure discriminatorie. Questa tutela è, poi, nell’interesse oggettivo dell’ordinamento all’emersione dei fenomeni di corruzione e malamministrazione. Ora l'ANAC, molto attenta a questo aspetto ha reso disponibile sul proprio sito web una bozza di Linee guida per la tutela del whistleblower che cerca di tutelare al massimo queste persone che, per collaborare con la Giustizia, rischiano anche il posto di lavoro o comunque pesanti ritorsioni.
Lo trovate al seguente indirizzo: 
http://www.anticorruzione.it/portal/rest/jcr/repository/collaboration/Digital%20Assets/anacdocs/Attivita/ConsultazioniOnline/20150224/Cons.whistleblowing16.03.15.pdf

L'ELENCO DEI REATI DEPENALIZZATI CON IL D.LGS 28/2015 E' MOLTO LUNGO

Molti amici mi hanno chiesto di sapere quali sono i reati che non prevederanno il carcere in base al D.lgs 16 marzo 2015, n. 28 (G.U. 64/2015), recante disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto a norma dell'art. 1 lettera m) della L. 28 aprile 2014, n. 67; si tratta in pratica di tutti quei reati per i quali è prevista una pena inferiore a cinque anni e le trovate a questo indirizzo:  http://www.leggioggi.it/2014/12/29/niente-carcere-dal-2015-per-i-reati-anni-lelenco/

CON L'IMPEGNO DI TUTTI E' POSSIBILE SCONFIGGERE LA CORRUZIONE

Il 26 settembre 2014  è stata firmata da molti professori universitari in rappresentanza del Compostela Group of Universities, riuniti a Poznan in Polonia per la loro XX Assemblea generale  una Dichiarazione sottoscritta anche da Transparency international, dalla biblioteca di Alessandria, dall'Istituto centrato sull'approccio alla persona , dalla World Academy of art anche Sciences e dal World University Consortium per la promozione del capitale sociale, della salute e dello sviluppo. In particolare nella dichiarazione viene affrontato il tema della importanza di poter disporre in tutti i Paesi di istituzioni governative affidabili, non corrotte, oneste, imparziali, che esercitano il potere pubblico e attuano le politiche in modo equo promuovendo il capitale sociale e quindi possano contribuire a migliorare la salute e il benessere della popolazione. Una sfida per promuovere un comportamento etico dell'ambiente imprenditoriale e dei cittadini, ma anche delle pubbliche amministrazioni a tutti i livelli: centrali e locali. Con l'impegno di tutti.
La Dichiarazione di Poznan la trovate qui: http://anticorruzione.eu/

IL DOTT. CANTONE PRESIDENTE DELL'ANAC IN PRIMA FILA NELLA LOTTA CONTRO LA CORRUZIONE NELLA P.A.

Annunciato un nuovo intervento per estendere la rotazione dei dirigenti per prevenire fenomeni di corruzione. Per evitare la degenerazione dell’amministrazione asservita al potere di sovrani o di altri governi autoritari, nei sistemi di democrazia liberale che si sono affermati dopo la rivoluzione francese, alla fine del XIX secolo è stato elaborato un modello di separazione dei poteri della politica da quelli dell’amministrazione ed è stato definito il modello di amministrazione che risponde alla legge. Si è venuto così a configurare il modello “burocratico” di amministrazione pubblica che rappresenta la concreta applicazione dei principi dell’illuminismo razionale.L’art.28 della Costituzione stabilisce che: «I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione dei diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici. La responsabilità consiste nelle conseguenze personali e/o patrimoniali a cui va incontro il soggetto che assume un comportamento attivo (azione) o passivo (omissione) lesivo di un interesse tutelato dalla legge. La responsabilità amministrativa a sua volta si distingue in responsabilità: 1) patrimoniale, 2) contabile, 3) disciplinare, 4) dirigenziale. La legge (n. 421/1992) e i CCNL del comparto e della dirigenza prevedono norme specifiche in materia di responsabilità disciplinare. Occorre diffondere maggiormente il concetto dell’accountability, con questo termine sviluppato originariamente nel mondo anglosassone, viene oggi definita la capacità di dar conto all’esterno e in particolare al complesso degli stakeholders in modo esaustivo e comprensibile, del corretto utilizzo delle risorse e della produzione di risultati in linea con gli scopi istituzionali, naturalmente l’aspetto contabile assume una notevole importanza. Mentre per le imprese rappresenta una scelta etica, per la pubblica amministrazione è una scelta dovuta in quanto responsabile nei confronti della comunità, portando alla introduzione del concetto di rendicontazione sociale.Secondo Cantone occorre:
  • Superare la visione dell’adempimento amministrativo 
  • Affermare la cultura dell’integrità 
  • Valorizzare le politiche di prevenzione della corruzione all’interno di ciascuna amministrazione 
  • Formazione interna 
  • Interazione tra i soggetti istituzionali in materia di prevenzione 
  • Invito a perseguire azioni per una «Amministrazione Trasparente» al servizio del cittadino 
  • Attivare forme diffuse di controllo sociale

UN NUOVO D.M. APRE LA VIA PER COINVOLGERE I BENEFICIARI DI MISURE DI SOSTEGNO DEL REDDITO A SVOLGERE LAVORI DI UTILITA' SOCIALE PER LA LORO COMUNITA'

Il Ministero del lavoro sul proprio sito web fornisce le indicazioni per una nuovo strumento a disposizione degli enti locali, si tratta di #diamociunamano  una iniziativa che nasce per valorizzare il coinvolgimento attivo delle persone che beneficiano di una misura di sostegno al reddito; in base a questo progetto  potranno svolgere un'attività volontaria di utilità sociale in favore della propria comunità di appartenenza, nell'ambito di progetti realizzati congiuntamente da organizzazioni di terzo settore e da comuni o enti locali. Gli oneri della relativa copertura assicurativa, attivata dall'Inail, saranno sostenuti da un apposito Fondo, di durata biennale, istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Lo prevede un nuovo decreto ministeriale, firmato dal Ministro Polettiche disciplina le modalità di attuazione della misura sperimentale introdotta dall'articolo 12 del decreto-legge 90 del 2014. Il decreto prevede che i soggetti beneficiari di misure di sostegno al reddito possano essere invitati a rendersi disponibili, in forma volontaria, per essere coinvolti in attività di volontariato a fini di utilità sociale in favore della propria comunità, nell'ambito di progetti realizzati congiuntamente da organizzazioni di terzo settore e da comuni o enti locali. Ogni Comune deve informare i cittadini  sulle finalità e sulle caratteristiche di questa nuova misura. Una volta acquisita la disponibilità del soggetto e verificato il possesso dei requisiti, le organizzazioni di terzo settore potranno richiedere all'Inail l'attivazione della copertura assicurativa a valere sulle risorse dell'apposito Fondo nazionale istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Leggete il D.M. a questo indirizzo:
http://www.lavoro.gov.it/AreaSociale/diamociunamano/Documents/DM_misura_sperimentale_articolo_12.pdf
Può accedere alla misura sperimentale chi beneficia di una delle seguenti prestazioni di sostegno al reddito:
a) cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, anche in deroga alla vigente normativa;
b) integrazione salariale e contributo a seguito di stipula di contratti di solidarietà;
c) indennità di mobilità, anche in deroga alla vigente normativa, Aspi e mini-Aspi;
d) prestazioni, legate alla cessazione del rapporto di lavoro o alla sospensione o riduzione dell'attività lavorativa, anche a carico dei Fondi di solidarietà;
e) altre prestazioni di natura assistenziale finalizzate a rimuovere e superare condizioni di bisogno e di difficoltà della persona, erogate a livello nazionale e locale. 
Questi i principali settori di intervento: 
Accoglienza e inserimento sociale di soggetti svantaggiati e vulnerabili
Accompagnamento e assistenza sociale
Assistenza sanitaria e socio-sanitaria
Cultura, turismo e ricreazione
Educazione ed istruzione
Inclusione sociale e pari opportunità
Promozione della cittadinanza attiva e partecipata
Protezione civile
Protezione dell'ambiente
Sport
Sviluppo economico e coesione sociale 
Tutela e protezione dei diritti e contrasto alle discriminazioni
Tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e cultura

domenica 22 marzo 2015

AD UDINE NELL'AMBITO DEGLI INCONTRI DE LA REPUBBLICA DELLE IDEE IL DIRETTORE MAURO HA INCONTRATO TODOROV

Ad Udine il quotidiano "La Repubblica",  ha organizzato un nuovo incontro dedicato questa volta a "La libertà di tutti - Culture diverse, un presente comune. Tra i moltissimi intervenuti oggi c'era il filosofo franco-bulgaro Todorov che ha dialogato con il direttore Ezio Mauro sul tema "La libertà e i suoi vincoli". Un tema attualissimo nel mondo ma anche in Italia, dove la libertà di stampa è sempre in pericolo. Todorov sostiene che le democrazie sono frutto di compromessi tra principi complementari che possono coesistere oppure confliggere. Secondo Todorov la libertà di espressione non è come molti pensano un valore inalienabile, in quanto trova limitazione proprio nell'esigenza dello Stato democratico di difendere una pluralità di valori che tendono a limitarsi l'un l'altro. Anche la libertà di stampa è un potere ma limitare la libertà di espressione comporta da parte dei Governi l'assunzione delle loro responsabilità politiche. E' importante vigilare sulle derive della democrazia; il tentativo di controllare tutti è contrario alla democrazia.

sabato 21 marzo 2015

PUBBLICATO IL D.M. PER IL DIFFERIMENTO DEL TERMINE PER I BILANCI 2015 DEI COMUNI AL 31 MAGGIO

Sulla G.U. n. 67 del 21 marzo è stato pubblicato il D.M. firmato dal Ministro dell'Interno con il quale è stato formalmente autorizzato il differimento dal 31 marzo al 31 maggio del termine per l'adozione della deliberazione del bilancio di previsione per l'anno 2015 degli enti locali. Anche quest'anno solo i Comuni più attenti e rigorosi hanno già approvato il bilancio di previsione per il corrente anno, attribuendo il budget ai dirigenti e facendo una vera programmazione degli interventi, gli altri proseguiranno, sulla strada voluta dal Governo attuale, in maniera non dissimile da quelli degli ultimi anni in violazione del TUEL e dei principi contabili approvati a livello internazionale, ma anche dallo stesso Ministero dell'Interno e da quello dell'Economia e delle Finanze. Comunque chi vuole naturalmente può approvare già il Bilancio e come accennato molti enti locali lo hanno fatto da tempo....evidentemente è sufficiente applicare le norme con un poco di buon senso, si tratta in genere di Comuni del nord-est che hanno una formazione di tipo austro-ungarico  ma rispettano le stesse leggi che ci sono da noi....

LA LIBERTA' DI STAMPA IN UNA TAVOLA ROTONDA AD APRILIA

Per la libertà di stampa (Je suis Charlie) è il titolo della tavola rotonda per la depenalizzazione del reato di diffamazione a mezzo stampa organizzato ieri dal Partito Democratico di Aprilia, con la partecipazione di: Floriana Giancotti già Dirigente Scolastico, Gaetano Coppola Delegato fiduciario dell’Associazione Stampa Romana, Ilaria Bonaccorsi, giornalista e direttore del settimanale LEFT, Guido Colomba Presidente dell’Unione Cronisti Italiani, Antonio Bertizzolo Redattore del giornale “Latina Oggi” e Salvatore La Penna Segretario Provinciale del partito Democratico. Ha introdotto i lavori il segretario del PD di Aprilia Alessandro Mammucari ed ha moderato gli interventi Riccardo Toffoli giornalista del quindicinale “Il giornale del Lazio”. Si è trattato di un incontro molto interessante e costruttivo per fare il punto dello stato dei lavori della proposta di legge in discussione in Parlamento per la depenalizzazione del reato di diffamazione a mezzo stampa e per esaminare tutti gli attacchi che vengono mossi quotidianamente alla libertà di stampa nella provincia di Latina sia direttamente con minacce non sempre velate da parte di alcuni politici, che con l’acquisto di spazi pubblicitari da parte di amministratori che poi pretendono e talora ottengono da parte dei fogli più fragili economicamente il silenzio su certi fatti. In questo modo si realizza un vero e proprio bavaglio della stampa locale, anche se le delibere adottate da qualche comune in questo senso sono state poi revocate. Sono intervenuto nell’ambito del dibattito per segnalare la necessità che almeno ci sia trasparenza sulle somme corrisposte da ogni ente locale mediante l’obbligo di pubblicazione che al momento è previsto solamente per i Comuni con una popolazione superiore a 40.000 abitanti, il che potrebbe avvenire mediante l’abrogazione del quinto comma dell’art. 5 della Legge 5 agosto 1987, n. 67.

LE NUOVE DIRETTIVE UE IN MATERIA DI APPALTI DI LAVORI, UTILITIES E CONCESSIONI


Mentre accelera il processo per la realizzazione delle centrali di acquisto dei Comuni non Capoluogo di provincia grazie alle nuove norme ma specialmente all'impegno del Presidente dell'ANAC, si attende il recepimento delle Direttive 23, 24 e 25 approvate dall'Unione Europea per l'affidamento delle concessioni, per le utilities (acqua, energia, trasporti, poste, ecc.) e per gli appalti pubblici che modificano profondamente quelle emanate circa dieci anni fa. Devono essere recepite entro il 18 aprile 2016. Quanto tempo impiegherà stavolta il Governo italiano per recepirle? L'Unione europea  pone sempre più attenzione ai contratti per l'affidamento dei lavori, ma anche dei servizi e alle concessioni (ricordo la famosa Direttiva Bolkenstein ancora disapplicata in quasi tutta Italia per il demanio marittimo). Una armonizzazione delle norme comunitarie può consentire di avere un mercato più vasto e aperto e quindi di utilizzare in maniera più produttiva i fondi pubblici: un altro aspetto è rappresentato da una maggiore attenzione all'ambiente e quindi all'eco-innovazione. Ma ci sono anche disposizioni interessanti per quanto riguarda la tutela del lavoro e  la prevenzione della corruzione. Per favorire le Piccole e medie imprese sono previste agevolazioni per la suddivisione degli appalti in lotti evitando il sub-appalto e dando più trasparenza alle procedure.

giovedì 19 marzo 2015

PUBBLICATO IL RAPPORTO 2015 DELL'OSSERVATORIO LEGALITA' E SICUREZZA DELLA REGIONE LAZIO

Ieri 19 marzo è stato presentato dal Presidente dell'Osservatorio per la legalità e sicurezza della Regione Lazio  in collaborazione con la fondazione Libera il primo rapporto.  Il  Presidente dell'Osservatorio Gianpiero Cioffredi ha riferito che nel rapporto sono stati ben 88 clan mafiosi che operano nel lazio. Solo nel 2014 sono stati sequestrati 849 immobili e 339 aziende per un valore di oltre un miliardo. E la Banca d’Italia nel Lazio ha rilevato 9.188 operazioni finanziarie sospette. Dati che spingono ancora di più ad andare avanti nelle azioni di contrasto alla criminalità. La Regione da parte sua sta portando avanti una serie di azioni importanti nella lotta alla corruzione e per la trasparenza: Ridotti i centri decisionali. Le direzioni regionali sono state dimezzate, semplificato l’assetto delle società, che sono passate da 8 a 2, ed è stato anche abbattuto il numero complessivo dei membri dei Cda, ridotto di 450 unità. Si è provveduto alla digitalizzazione dei processi amministrativi e della spesa. La Regione Lazio è la prima in Italia ad aver introdotto la fatturazione elettronica. Tra le altre cose la Regione ha anche adottato la centrale acquisti in tutti i settori e poi si è proceduto anche con la completa digitalizzazione per quanto riguarda il processo di acquisti di beni e servizi. Tra le altre cose la Regione sta anche costruendo un albo elettronico dei fornitori, che prevede una rotazione delle aziende e “white list” che privilegiano aziende virtuose. Per garantire la gestione migliore dei fondi europei la Regione ha dato vita a un sistema di controlli e misure con cui prevenire fenomeni di corruzione. In particolare tutto questo è stato fatto con un piano di rafforzamento amministrativo definito in stretta collaborazione con la commissione europea, e con una serie di misure per contrastare la corruzione e la frode nel settore dei fondi strutturali e di investimento. Il Presidente, Nicola Zingaretti, intervenuto alla presentazione ha detto che "Il rapporto non va solo letto, ma ci invita ad accelerare nelle azioni di contrasto a questo fenomeno ... la strada non può essere che quella di una profonda rigenerazione della politica, dei meccanismi che regolano il rapporto tra politica ed economia, di una rigenerazione dello stesso tessuto produttivo, che in tempo crisi è diventato più debole e permeabile di fronte alle mafie. C'è la necessità di innovare il modo di lavorare delle istituzioni e di una grande battaglia culturale per affermare in ogni angolo società, a cominciare dai giovani, la cultura della legalità".  A sua volta il presidente Cioffredi ha dichiarato "Nel Lazio le mafie hanno fatto una scelta in cui c’è poca violenza e tanti affari. Il Lazio è la piattaforma più importante del riciclaggio. Quindi c'è una pax tra le mafie: non si fanno guerre tra di loro. Gli omicidi che si sono succeduti, soprattutto nel 2011, erano legati allo spaccio di droga. Successivamente c'è stata però una pax tra tutte le mafie che non vogliono attirare le attenzioni degli inquirenti". Per quanto riguarda la provincia di Latina è molto presente e così anche la città di Sabaudia. Il rapporto lo trovate al seguente indirizzo:
http://www.regione.lazio.it/rl_osservatorio_legalita_sicurezza

Disposizioni urgenti per lo svolgimento contemporaneo delle elezioni regionali ed amministrative.


Sulla G.U. n. 64/2015 è stato pubblicato il Decreto legge 17 marzo 2015 , n. 27, recante  "Disposizioni urgenti per lo svolgimento contemporaneo delle elezioni regionali ed amministrative. in base al quale, visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione; visti gli articoli 117, secondo comma, e 122, primo comma, della Costituzione; visto l’articolo 7 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, in materia di svolgimento in un’unica data nell’arco dell’anno delle consultazioni elettorali; visto l’articolo 5, comma 1, della legge 2 luglio 2004, n. 165, recante disposizioni di attuazione dell’articolo 122, primo comma della Costituzione, come modificato dall’articolo 1, comma 501, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, in materia di durata degli organi elettivi regionali; ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di introdurre, in vista delle elezioni regionali e amministrative del 2015, disposizioni volte a realizzare le condizioni per il loro svolgimento abbinato, secondo il principio dell’ election day ; vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 12 marzo 2015; su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro dell’interno, di concerto con i Ministri per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento e dell’economia e delle finanze; Emana il seguente decreto-legge: Art. 1. Integrazione all’articolo 5 della legge 2 luglio 2004, n. 165: "All’articolo 5, comma 1, secondo periodo, della legge 2 luglio 2004, n. 165, e successive modificazioni, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “o nella domenica compresa nei sei giorni ulteriori”. Così il 31 maggio si terranno contemporaneamente sia le elezioni amministrative che quelle regionali.

mercoledì 18 marzo 2015

LA NON PUNIBILITA' PER PARTICOLARE TENUITA' DEL FATTO E' LEGGE

Le disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto sono legge con la pubblicazione sulla G.U. n. 64/2015 del decreto legislativo n. 28 del 16 marzo 2015. Con queste norme è stato modificato il codice penale escludendo dalla punibilità del fatto per particolare tenuità una lunga serie di reati. Leggete il testo definitivo al seguente indirizzo:
http://www.gazzettaufficiale.it/do/gazzetta/downloadPdf dataPubblicazioneGazzetta=20150318&numeroGazzetta=64&tipoSerie=SG&tipoSupplemento=GU&numeroSupplemento=0&estensione=pdf&edizione=0

LE VARIANTI IN CORSO D'OPERA - GLI ADEMPIMENTI PREVISTI DALL'ANAC

Prosegue l'opera del Presidente dell'ANAC per prevenire la corruzione (e anche la concussione) specialmente nel campo delle opere pubbliche. L'ultimo documento, che reca la data del 17 marzo scorso riguarda le varianti in corso d'opera, un argomento molto delicato che viene utilizzato molto spesso per far lievitare il costo dei lavori rispetto al progetto originario. Il comunicato (questa è stata la forma prescelta) ha per oggetto: "Art. 37, decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 convertito in legge n.114/2014 (Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari). Riordino e aggiornamento delle modalità di trasmissione all’A.N.AC. delle varianti in corso d’opera". Com'è noto infatti con il D.L. 90/2014 è stato introdotto l'obbligo per di trasmissione all'ANAC delle varianti in corso d'opera dei contratti pubblici di lavori. Già dall'esperienza del primo anno l'ANAC ha ritenuto di modificare le procedure e la modulistica. Molta attenzione è rivolta al ruolo del responsabile del procedimento al quale compete l'accertamento delle cause delle varianti che non può ripetere le motivazioni del Direttore dei lavori, venendo meno ad un accertamento "critico" di dette motivazioni. Il testo del comunicato si trova a questo indirizzo:
http://www.anticorruzione.it/portal/rest/jcr/repository/collaboration/Digital%20Assets/anacdocs/Attivita/Atti/ComunicatiPresident
e/2015/Com.Pres.17.03.15.pdf

martedì 17 marzo 2015

ANAC - REPORT SULLA VIGILANZA D'UFFICIO IN MATERIA DI TRASPARENZA

Con la Delibera n. 148/2014 “Attestazioni OIV, o strutture con funzioni analoghe, sull’assolvimento degli obblighi di pubblicazione per l’anno 2014 da parte delle pubbliche amministrazioni e attività di vigilanza e controllo dell’Autorità” l'ANAC ha stabilito le modalità degli adempimenti richiesti (ai sensi dell’art. 14, co. 4, lett. g), del d.lgs. 27 ottobre 2009, n. 150), agli Organismi Indipendenti di Valutazione (OIV) per attestare l’assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e all’integrità da parte delle amministrazioni e degli enti. Allo scopo di verificare l’effettiva pubblicazione dei dati previsti dalla normativa vigente per l’anno 2014, il Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione ha deciso di richiedere agli Organismi Indipendenti di Valutazione (OIV) o strutture con funzioni analoghe delle pubbliche amministrazioni di attestare al 31.12.2014 l’assolvimento di specifiche categorie di obblighi di pubblicazione. La deliberazione n. 148/2014 fornisce indicazioni per la predisposizione delle attestazioni da parte degli OIV, o strutture con funzioni analoghe, e illustra le attività di vigilanza e controllo che l’Autorità intende effettuare a partire dall’analisi degli esiti delle predette attestazioni. L' ANAC ha pubblicato ieri (17 marzo 2015) sul proprio sito (www.anac.it) il report degli esiti delle verifiche sulla pubblicazione dell'attestazione dell'organismo Indipendente di Valutazione in attuazione della deliberazione ANAC n. 148/2014. Il report ha preso di mira (per ora) solamente le amministrazioni centrali, le Autorities, le ASL ecc. ma tra breve arriverà anche agli enti più piccoli come certi Comuni. Molte le Amministrazioni inadempienti: dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità di regolazione dei trasporti, all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, la regione Campania, la Regione Molise, dal Comune di Aosta a quello dell'Aquila; ma anche la ASL di Frosinone, la ASL Roma B, ecc. Come accennato i Comuni non capoluogo non sono stati ancora esaminati, ma da una verifica fatta ne mancano moltissimi....

ESERCIZIO OBBLIGATORIO IN MANIERA ASSOCIATA DELLE FUNZIONI FONDAMENTALI, MEDIANTE UNIONI O CONVENZIONI, DA PARTE DEI COMUNI

Il Ministero dell’Interno, con una circolare del 23 gennaio scorso ha rammentato e sollecitato l’applicazione delle norme contenute nell’art. 14 del D.L. 78/2010, convertito dalla legge n. 122/2010 che disciplina l’obbligo per i Comuni di gestire in forma associata tutte le funzioni fondamentali entro il 31 dicembre 2014. Il Ministero ha evidenziato come la questione sia stata oggetto anche di esame da parte della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali del 22 gennaio scorso, nel corso della quale è stata valutata l’ipotesi di un differimento dei termini al 31 dicembre 2015. Una delle funzioni fondamentali che potrebbero essere gestite in forma associata potrebbe essere rappresentata da quella relativa all’acquisizione e fornitura di beni, servizi e lavori, purché siano fissati preventivamente procedure, costi standard ecc. In particolare l’ANCI Lazio (www.ancilazio.it), con riferimento anche al disposto dell’art. 33 comma 3-bis del D.Lgs n. 163/2006 (come riformulato dall’art. 9, comma 4 del D.L. n. 66/2014, convertito con Legge n. 89/2014) ha già messo a disposizione uno schema di convenzione in attuazione degli accordi tra Comuni non capoluogo, nel quale sono specificate in maniera puntuale le materie oggetto della convenzione, quelle escluse, nonché i compiti del Comune Capofila e l’organizzazione dell’ufficio operante come centrale Unica di committenza per i Comuni associati. Non manca l’attenzione alla prevenzione della corruzione. Intanto procedono anche le modalità di selezione dei Comuni che dovranno svolgere la funzione soggetti aggregatore. Da queste unioni di acquisto potranno derivare benefici in termini non solo di costi, ma anche di miglioramento della qualità delle procedure, dei capitolati ecc. ma occorre porre grande attenzione nella selezione dei soggetti che saranno incaricati di svolgere queste delicate funzioni per conto di tanti Comuni. Su questo specifico argomento e più in generale per accentuare l’attività di molti enti locali che ancora non si sono attivati e che addirittura sono ancora organizzati con una gestione degli acquisti polverizzata in ogni Settore (con dispendio di tempo, soldi, scarsa specializzazione e rischi conseguenti) , dovrà impegnarsi la Conferenza provinciale permanente di ciascuna Prefettura. 

lunedì 16 marzo 2015

IMMINENTE L'APPROVAZIONE DELLE NUOVE NORME SUL FALSO IN BILANCIO: AUMENTO DELLE PENE E RADDOPPIO DELLA PRESCRIZIONE

Il Governo tramite il vice Ministro Costa finalmente ha presentato l'emendamento al Disegno di legge n 19  in base al quale viene modificato il Codice penale inasprendo le pene in caso di falso in bilancio.In pratica le pene sono aumentate e la prescrizione raddoppiata. Entro la prossima settimana dovrebbe andare in discussione in aula. Il Presdiente Grasso ha espresso la sua soddisfazione.
Qui appresso trovate il  testo del disegno di legge: 
http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00699371.pdf

IL DISEGNO DI LEGGE PER LA VALORIZZAZIONE DELLE AREE AGRICOLE E PER IL CONTENIMENTO DEL CONSUMO EL SUOLO

Il Comitato ristretto della Camera dei Deputati ha elaborato il nuovo testo della "Legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo" (A.C. 2039 Governo e abb.) . Una legge che, una volta approvata potrà dare un contributo importante per difesa del territorio. L’Istituto Nazionale di Urbanistica in un comunicato sul proprio sito web valuta positivamente l’impegno delle Commissioni parlamentari che stanno esaminando il disegno di legge sul “Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato”. L’Inu ritiene che il momento sia maturo per adottare provvedimenti incisivi a livello nazionale. E’ ormai generale infatti la presa di coscienza, anche da parte dell’opinione pubblica, della centralità di temi come il contenimento del consumo di suolo e l’incentivazione alle pratiche di rigenerazione urbana per un innalzamento della qualità della vita e per una maggiore prevenzione dai danni provocati da eventi meteorologici estremi. Si tratta di un provvedimento atteso da tempo Allo scopo di porre un freno a questa vera e propria cementificazione del nostro territorio e per salvaguardare la produzione agricola; su questo tema era già intervenuto nel 2012 il Ministro delle politiche agricole e forestali Catania, con una proposta di legge per la valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo, che poi è stata ripresentata nella nuova legislatura. In proposito anche il Gruppo del PD di Sabaudia ebbe modo di intervenire per tutelare il territorio che ha una destinazione agricola storica che  anche durante la recente crisi economica ha sostenuto l'economia cittadina.

domenica 15 marzo 2015

IL PRINCIPIO DELL'AUTOLIMITAZIONE NEI CONTRATTI PUBBLICI


Il principio dell’autovincolo trae il proprio fondamento nell’art. 97 della Costituzione secondo cui i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione che si concretano nell’efficacia, adeguatezza, economicità e speditezza della P.A. A tale scopo nell’ambito del Capitolato speciale di gara la stazione appaltante può inserire tutti quegli elementi di valutazione che ritenga necessari e che discrezionalmente si autoimpone in quanto benché non previsti per legge per il fatto stesso di essere stati inseriti nel Capitolato divengono dei vincoli. Le previsioni del Capitolato in quanto “lex specialis” vincolano non solo i concorrenti ma la stessa Amministrazione appaltante che non può fornirne, in corso di gara, un’interpretazione tale da violare il legittimo affidamento dei concorrenti e il fondamentale principio della “par condicio” (Cons. di St., sez. V, 28 maggio 2012, n. 3121). La “ratio” consiste nella certezza della disciplina applicabile alla selezione e tutela dell’affidamento in buona fede dei concorrenti. Al riguardo esiste una copiosa giurisprudenza: Consiglio di Stato, Sentenza 21 maggio 2004, n. 3297; Consiglio di Stato Sez. V sentenza 29 maggio 2006, n. 3261; Consiglio di Stato Sez. V 5 settembre 2011, n. 4981; Consiglio di Stato, sez. V, n. 4270/2008; TAR Piemonte II, n. 1719/2007; TAR Sardegna, I, n. 1674/2007; TAR Lombardia-Milano, I, n.1380/2008; Tar Puglia-Lecce, sez. III, n. 2292/2008; Tar Puglia-Lecce, sez. II, n. 1333/2007; TAR Lombardia Sez. III sentenza 4/3/2013, n. 589


LA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI SULL'UTILIZZAZIONE DEI FONDI EUROPEI

La Sezione di Controllo per gli affari comunitari della Corte dei Conti di recente ha adottato la deliberazione n. 2/2015 contenente la Relazione annuale 2014 sui rapporti finanziari con l’Unione europea e l’utilizzazione dei Fondi comunitari. Si tratta di un documento molto interessante che affronta complessivamente tutte le problematiche dei finanziamenti europei. Nelle conclusioni la Corte afferma che "I Programmi maggiormente interessati da irregolarità sono quelli regionali i cui importi di spesa irregolare incidono per il 53,5% sull’importo complessivo, di cui il 65,5% sul totale è relativo a fenomeni riscontrabili nelle Regioni meridionali". Motivo di allarme per la Corte è costituito "dall’incremento degli importi irregolari riscontrati nella Politica agricola, trend, per altro, ampiamente confermato nel primo semestre 2014, e soprattutto dalla constatazione che una percentuale rilevante delle irregolarità denunciate (29,8%) è ascrivibile alle sospette frodi ed alle frodi. Il fenomeno delle irregolarità desta allarme anche in considerazione del fatto che fra i sistemi di frode utilizzati, in molti casi, è frequente la falsità delle dichiarazioni per mascherare l’assenza dei requisiti essenziali con la conseguenza che le attività finanziate non sono poste in essere, soprattutto nel settore delle sovvenzioni pubbliche". Tale condotta sempre secondo la Corte  "non solo è strumentale alla illecita distrazione dei fondi concessi, ma danneggia le finalità specifiche a cui le sovvenzioni sono indirizzate, rivolte tra l’altro alla riqualificazione professionale dei lavoratori, allo sviluppo delle attività imprenditoriali ed allo sviluppo sostenibile della Politica agricola, vanificando la finalità di incentivare le occasioni di crescita nel settore e nelle Regioni interessate. Vanno, altresì, considerati gli effetti negativi che le irregolarità producono, non solo sul tessuto sociale, ma esse condizionano negativamente il rapporto fiduciario fra i cittadini e le Istituzioni dell’Unione e, nei casi più gravi, alimentano i flussi dell’economia illegale che trae giovamento dalle carenze gestionali della Pubblica amministrazione. Elevati sono ancora le risorse europee che continuano ad essere sottratte alle finalità programmate a causa di irregolarità e frodi". Il fenomeno desta preoccupazione nella Corte in quanto irregolarità e frodi a danno del bilancio dell’Unione europea in quanto le azioni di recupero avviate dalle Amministrazioni per il ristoro del bilancio comunitario e nazionale sono molto limitate, quest’ultimo fenomeno sarebbe particolarmente aggravato anche dalle rilevanti somme oggetto di decertificazione. La Sezione ha attribuito importanza crescente al monitoraggio del fenomeno sia sotto il profilo dei dati statistici che delle prassi comportamentali ed ha costituito una propria banca dati (SIDIFConosCO) che partendo dai dati comunicati dalle Amministrazioni nazionali periodicamente all’OLAF, fornisce elementi conoscitivi su svariati piani anche con riguardo alle somme da recuperare, consentendo alla Corte di svolgere un costante controllo sulle azioni poste in essere dalle Amministrazioni per ristorare l’erario nazionale e comunitario.
Per chi fosse interessato può andare direttamente al link della Corte dei Conti:
http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_contr_affari_com_internazionali/2015/delibera_2_2015.pdf

sabato 14 marzo 2015

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI DELITTI CONTRO L'AMBIENTE

Il Senato co
n alcune modifiche ha approvato il Disegno di legge n. 1345 che finalmente introduce una lunga serie di reati ambientali. Ora l'atto è stato trasmesso alla Camera che ancora non ne ha iniziato l'esame. Mi auguro che la proposta venga approvata presto per difendere meglio il nostro ambiente...non è mai troppo tardi. Per chi volesse leggere il testo rinvio al link con la Camera dei deputati, dove si trova il testo ora in discussione che reca modifiche al Codice Penale e al Codice dell'ambiente:
 http://www.senato.it/loc/link.asp?tipodoc=sddliter&leg=17&id=45351

LINEE GUIDA DELL'ANAC PER L'AFFIDAMENTO DEI SERVIZI ATTINENTI ALL'ARCHITETTURA E ALL'INGEGNERIA

Molto spesso le amministrazioni pubbliche (quindi anche gli enti locali) hanno necessità di affidare all'esterno servizi di architettura o ingegneria. L’affi damento dei servizi attinenti all’architettura ed all’ingegneria è disciplinato dall’art. 91 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE) (nel seguito, Codice), in relazione all’importo dei relativi corrispettivi: inferiore ovvero pari o superiore a 100.000 euro. Per l’affidamento dei servizi di importo superiore a 100.000 euro sono previste due diverse forme di pubblicità: per gli appalti fra 100.000 euro e la soglia comunitaria è prescritta la pubblicità in ambito nazionale, mentre per gli appalti sopra tale soglia è prescritta la pubblicità sia in ambito nazionale che comunitario. Un primo elemento caratterizzante la disciplina in esame è quello per cui non sono consentite modalità di affidamento dei servizi tecnici diverse da quelle individuate dal Codice. L’art. 91, comma 8, del Codice, vieta, infatti, «l’affidamento di attività di progettazione, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, direzione dei lavori, coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione collaudo, indagine e attività di supporto a mezzo di contratti a tempo determinato o altre procedure diverse da quelle previste dal presente Codice». Poichè le procedure seguite non sempre sono omogenee e di qui nasce un notevole contenzioso, l'ANAC ha ritenuto di predisporre delle Linee Guida. Molta attenzione viene posta sull'affidamento degli incarichi di importo inferiori a 100.000 euro che per la loro entità spesso sfuggono agli occhi, sia pur attenti, di chi dovrebbe controllare. Si tratta di un documento fatto molto bene che, se rispettato dovrebbe portare ad una riduzione della conflittualità e quindi ad uno snellimento delle procedure e dei tempi. Le Linee Guida sono state pubblicate sulla G.U. n.61/2015.