mercoledì 30 dicembre 2020

L'ISTAT HA PUBBLICATO I DATI DEI DECESSI NEL COMUNE DI SABAUDIA DEL 2020 (FINO A SETTEMBRE)


Concludiamo quest'anno con un grafico reso disponibile dall'ISTAT con il confronto delle persone decedute a Sabaudia nel 2020 (98) messe a confronto con quelle decedute nel 2019 (113).

I dati sono relativi al periodo 1° gennaio - 30 settembre. 

Come si vede, purtroppo quest'anno sono decedute 98 concittadini, ma comunque meno dello stesso periodo dell'anno passato.

Non c'è da stare allegri ma evidentemente le persone hanno fatto attenzione e i decessi sono stati meno del 2019.

Nel resto dell'Italia non è stato così.

lunedì 28 dicembre 2020

LA DETERMINAZIONE DELLA REGIONE PER IL PIANO REGIONALE DI VACCINAZIONE ANTI SARS CoV2 PRIMA FASE

Con determinazione n. G16243 in data 24 dicembre 2020 la direzione regionale salute e integrazione sanitaria ha approvato il Piano Regionale per la Vaccinazione anti SARS-CoV-2.
La pandemia da COVID-19 rappresenta una delle crisi più gravi a livello globale verificatasi nel corso dell’ultimo secolo. 
Il Governo Italiano ha seguito da vicino tutte le fasi per la messa a punto dei nuovi vaccini che possono contribuire alla protezione di individui e comunità, al fine di ridurre l'impatto della pandemia. Attualmente alcuni di questi vaccini sono molto vicini all’approvazione. I cittadini dell’Unione Europea avranno rapidamente accesso ai vaccini che saranno approvati nel corso del prossimo anno e grazie agli accordi stipulati dalla Commissione Europea con le industrie produttrici. 
Questi accordi prevedono un equo accesso alla vaccinazione su tutto il territorio dell’Unione. In Italia le Regioni sono chiamate all’implementazione locale dei piani sanitari sviluppati a livello nazionale. In particolare, le Regioni dovranno sviluppare i percorsi di accesso alla vaccinazione individuando le strutture ed i gruppi di soggetti da vaccinare secondo i criteri di priorità definiti a livello nazionale.
Questo documento è stato scritto al fine di definire i percorsi di accesso al vaccino COVID 19 della Regione Lazio. Le indicazioni e gli scenari previsti nel documento saranno modificati in tempo reale in modo da essere adattati al contesto epidemiologico corrente e alla disponibilità di vaccini con differenti caratteristiche ed indicazioni di utilizzo.
Al momento il documento contiene gli indirizzi generali e le indicazioni per l’implementazione della vaccinazione anti SARS CoV-2/COVID-19 per la prima fascia di priorità di accesso con l’unico vaccino disponibile nel Lazio (Pfizer).
Sezioni integrative saranno sviluppate non appena saranno disponibili nuovi vaccini (o nuove formulazioni vaccinali) o in risposta a nuovi impulsi da parte del Governo Nazionale.
In data 24 dicembre 2020 è stata pubblicata la circolare del Ministero della Salute: “Raccomandazioni per l’organizzazione della campagna vaccinale contro SARS-CoV-2 e procedure di vaccinazione” .
Anche l'AIFA ha pubblicato le istruzioni per l'uso.
Si tratta di un documento di 107 pagine:



domenica 27 dicembre 2020

ANNULLATA L'AGGIUDICAZIONE DELLA GARA PER I TRASPORTI INTRAOSPEDALIERI DELL'AZIENDA USL LATINA

Il TAR del Lazio, Latina con una Sentenza pubblicata il 22 dicembre scorso, n. 487 ha accolto il ricorso della Heart Life Croce Amica s.r.l. contro l'Azienda USL Latina e nei confronti della Croce Cianca s.r.l. per l'annullamento della deliberazione n. 743/2020 con cui è stata aggiudicata la gara  per il trasporto di infermi intraospedaliero della ASL per un triennio. 
Al riguardo il Collegio giudicante ha argomentato in particolare come segue:
"Riguardo ai motivi concernenti l’esaustività dell’offerta economica di CB (da 4 a6 in factum), colgono nel segno le censure (sub 4 e 6/a) che deducono la mancata giustificazione dell’anomalia, e quindi l’illegittima accettazione dell’offerta, per i costi del personale medico e della formazione aggiuntiva.
Per il personale medico CB ha offerto un costo orario di 26,00 euro, per un totale di 78.840 ore nell’arco triennale del servizio e complessivi € 2.049.840,00, mentre nei giustificativi dell’anomalia ha ridotto il costo a 20,50/h euro, per un totale di€ 1.649.983,50.
La giurisprudenza è attestata nel riconoscere l’irrilevanza del mutamento di singole voci di costo, in sede di giustificazione, qualora l’offerta economica complessiva resti immutata e la modifica della singola voce sia fatta per correggere errori di calcolo o sia resa necessaria da sopravvenienze normative o fattuali (Cons.St., V, 14.4.2020 n. 2383; T.A.R. Lazio, Latina, 24.11.2020 n. 429;T.A.R. Lombardia, Milano, I, 4.5.2018 n. 1220); in fattispecie, peraltro, nessuna delle predette circostanze giustifica la decurtazione del costo del personale medico. CB la spiega asserendo (all. 29 all’atto introduttivo del giudizio) che il costo originario proposto, € 26,00/h, è quello richiesto dal CCNL AIOP per la sanità privata e la cui indicazione è “un refuso” giacché i suoi medici sono liberi professionisti e non lavoratori dipendente. Pertanto ad essi, spiega CB, si è ritenuto di applicare un costo inferiore in regime di libera contrattazione. Proprio questa spiegazione pone in evidenza la volontà di modifica al ribasso a posteriori del costo del personale medico, quindi non un errore, sostituendo il costo previsto dal contratto collettivo AIOP e indicato nell’offerta con un costo inferiore frutto di contrattazione con i liberi professionisti. Senza peraltro specificare quando è avvenuta la contrattazione, se prima o dopo la presentazione dell’offerta. La spiegazione fornita da CB non appare in tutta evidenza logica idonea a giustificare il mutamento.
Inoltre, considerato che l’offerta migliorativa della formazione professionale proposta da CB (livello advanced al posto del livello based richiesto dalla stazione appaltante, cfr. relazione tecnica all’offerta CB) ha comportato per la ditta un giudizio superiore (“ottimo”, contro il giudizio di “discreto” per la formazione based offerta da HL), sarebbe stato necessario indicarne i costi.
La decurtazione, in libera contrattazione, del costo del personale medico primariamente offerto e la mancata indicazione del costo dell’offerta migliorativa per la formazione appaiono, in piena evidenza accorgimenti volti a giustificare l’offerta economica più bassa proposta da CB. Giustificazioni tuttavia operate con una inammissibile decurtazione a posteriori del costo del lavoro per i medici e con la carenza della voce di costo per la formazione advanced. Quindi non accettabili e non in grado di rendere congrua l’offerta economica complessiva. La cui accettazione da parte della stazione appaltante è illegittima e vizia l’aggiudicazione della gara a CB.
Su queste basi il ricorso deve essere accolto, con assorbimento degli altri motivi riferiti all’offerta economica dell’aggiudicataria".
Un altro problema si aggiunge ai tanti dell'azienda USL Latina.

A LATINA MANCANO I POSTI LETTO PER L'ASSISTENZA OSPEDALIERA RISPETTO AL LIVELLO ESSENZIALE DI ASSISTENZA PREVISTO DALL'ART. 117 DELLA COSTITUZIONE


L’art. 117, lettera m) della Costituzione stabilisce che spetta allo Stato la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. 
Il 12 gennaio 2017 è stato firmato il DPCM vigente recante la definizione e l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. Secondo quanto si legge sul sito del Ministero della salute le Regioni hanno la competenza in materia di organizzazione della rete di assistenza ospedaliera che viene effettuata, tuttavia, sulla base di standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi determinati a livello nazionale. La rete ospedaliera regionale, in particolare, deve assicurare un determinato numero di posti letto ogni 1.000 abitanti, in base alla normativa. 
A seguito dell’Intesa Stato Regioni del 5 agosto 2014, con il decreto interministeriale n. 70 il 2 aprile 2015, è stato approvato il regolamento recante la definizione degli standard ospedalieri che prevedono, tra l’altro, un livello di posti letto per acuti non superiore a 3,0 p.l. per mille abitanti. 
Com’è noto la Regione Lazio si trova ancora in Piano di rientro dal disavanzo sanitario in base all’Accordo siglato il 28 febbraio 2007. 
L’art. 180 della legge 311 del 2004 stabilisce che la regione che evidenzi un disavanzo di gestione debba procedere ad una ricognizione delle cause e ad elaborare un programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio sanitario regionale, di durata non superiore al triennio; i Ministri della salute e dell’economia e delle finanze e la singola regione devono stipulare apposito accordo che individui gli interventi necessari per il perseguimento dell’equilibrio economico, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza e degli adempimenti di cui alla intesa prevista dal comma 173 della medesima legge. 
Il Commissario ad acta per la gestione del piano di rientro nella regione Lazio con Decreto del 5 luglio 2017, n. 257 ha adottato il documento tecnico denominato “Programmazione della rete ospedaliera nel biennio 2017-2018, in conformità agli standard previsti nel DM 70/2015” nel quale è stato indicato il limite massimo dei posti letto per ciascun presidio ospedaliero pubblico, delle strutture equiparate e delle case di cura accreditate che, complessivamente, porta ad una media regionale di 2,98 p.l. per mille abitanti. 
Dall’esame di detto decreto si rileva come il rapporto del 3x1000 sia rispettato (anzi superato) nella città di Roma Capitale, mentre nel resto della provincia di Roma e nelle province di Viterbo, Rieti, Latina e Frosinone il rapporto sia in realtà molto più basso (e quindi non rispettando il LEA) creando una disuguaglianza e divenendo spesso motivo di migrazione di pazienti dalle province verso la Capitale e altre regioni con tutte le conseguenze legate alla mobilità passiva. 
Per quanto riguarda in particolare la provincia di Latina, il numero dei residenti è aumentato negli ultimi venti anni passando dai 491.431 del 2000 ai 576.655 del 2019; pertanto dovendo assicurare il rapporto del 3x1000 sarebbero necessari 1728 p.l. 
Con il DCA 257 del 2017 sono stati invece previsti per i pazienti acuti della provincia di Latina solo 1.456 posti letto di cui n. 882 nei presidi pubblici (Latina, Terracina, Fondi e Formia) e 574 nelle case di cura accreditate e conseguentemente il rapporto posti letto abitanti programmato dovrebbe essere del 2,52x1000. 
Nella realtà nella provincia di Latina, che ospita anche la Facoltà di medicina dell’Università degli studi “La Sapienza” purtroppo non sono stati neanche rispettati i posti letto programmati con il predetto DCA 257 del 2017 in quanto in base ai dati rilevati dalla Relazione della performance 2019 della stessa ASL i p.l. erano complessivamente solo 1.239 di cui 712 pubblici e 527 presso strutture private accreditate (ma 63 p.l. più 4 DH e 4 DS della casa di cura ICOT sono a gestione universitaria in base ad un accordo convenzionale tra l’Università di Roma “La Sapienza”, la struttura assistenziale accreditata GIOMI/ICOT e l’Azienda USL Latina – Deliberazione 1005 del 2020). 
Pertanto il rapporto posti letto abitanti della provincia di Latina al 31 dicembre 2019 di fatto è sceso ulteriormente al 2,14 per mille. 
Sempre in base ai dati della relazione sulla performance l’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina aveva nel 2019 solo 412 p.l. di cui 366 ordinari e 46 tra Day Hospital e Day Surgery assolutamente insufficienti anche per assicurare il rispetto dei tempi delle liste di attesa previsti per le prestazioni in regime di ricovero dal Piano Nazionale delle Liste di attesa 2019-2021 in molti reparti e in particolare nelle chirurgie. 
La cosa è tanto più grave se si tiene conto che l’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina in quanto DEA II dovrebbe assicurare tutti i reparti (con un adeguato numero di posti letto) e servizi previsti dal punto 2.4 dell’allegato n. 1 del citato DM 70/2015. 
Tutto ciò è avvenuto senza che la Regione Lazio sia intervenuta, nell’ambito della propria funzione di controllo, per assicurare almeno i posti letto previsti nel proprio atto di programmazione. 
Pur tenendo conto che alcuni reparti di alta specialità abbiano un bacino d’utenza che ne giustifica la presenza solo a Roma (ad esempio reparto ustionati del Sant’Eugenio) la carenza di posti letto è eccessiva contribuendo a creare difficoltà per i ricoveri al Pronto Soccorso (con le file di ambulanze) e ad allungare le liste di attesa per i ricoveri di elezione. 
Nel 2017 ben 28.487 residenti della provincia di Latina sono state costretti ad andare a curarsi in altre ASL della regione Lazio mentre 1.798 sono andati fuori regione e addirittura 172 all’estero, contribuendo decisamente anche alla mobilità sanitaria interregionale che nel 2017 nel Lazio ha raggiunto un saldo passivo di € 289.175.344,00. 
In merito a quanto sopra è stata inviata in data odierna una segnalazione al Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza del Ministero della salute, al tavolo per la verifica degli adempimenti regionali del Ministero dell’economia e delle finanze e alla Commissione sanità del Consiglio regionale del Lazio. 
Con queste carenze abbiamo assistito alla “trasformazione” della quasi totalità dei posti letto rimasti nell’ospedale Santa Maria Goretti in posti letto Covid.

martedì 22 dicembre 2020

LA REGIONE LAZIO HA APPROVATO IL VALORE DELLA PRODUZIONE RICONOSCIBILE ALLE CASE DI CURA DELLA PROVINCIA DI LATINA PER L'ANNO 2019


Con determinazione n. G12923 DEL 4 novembre 2020 la direzione salute e integrazione sociosanitaria ha provveduto alla "Definizione del valore della produzione riconoscibile spettante alle Case di Cura Private, agli Ospedali Classificati, agli IRCSS privati e ai Policlinici Universitari non Statali per le prestazioni di assistenza ospedaliera, le funzioni assistenziali-ospedaliere, le funzioni di didattica e ricerca e la distribuzione diretta dei farmaci File F - 2019".

Come si vede dalle cifre si tratta di somme in qualche caso rilevanti relative all'anno 2019, ma deliberate solo alla fine del 2020.


venerdì 18 dicembre 2020

CONVOCATA PER LUNEDI' 21 LA CONFERENZA LOCALE SOCIALE E SANITARIA, MA CASATI HA GIA' APPROVATO L'AVVIO DELLA SELEZIONE PER LO STUDIO DI FATTIBILITA' DEL NUOVO OSPEDALE

Per il giorno 21 dicembre alle ore 15:00 sono stati convocati i Sindaci e i Commissari dei Comuni della provincia alla Conferenza locale sociale e sanitaria dell’Azienda USL Latina che si terrà in videoconferenza (non pubblica) con all’ordine del giorno i seguenti punti:
-Studio di fattibilità ospedali di Latina e Formia e nuovi strumenti diagnostici;
-Aggiornamento Covid (tra cui progetto USCA).
Al riguardo appare opportuno far presente che la direzione generale dell’azienda: 
-Con deliberazione n.821 in data 13 luglio 2020 ha approvato lo Studio di fattibilità del nuovo ospedale del Golfo redatto dal RTP Capogruppo mandatario Ing. F. Purchiaroni che è stato già presentato in una videoconferenza il 21 maggio scorso per un costo di 85 milioni e che prevede n. 230 pl. 
-Con deliberazione n. 1384 in data 10 dicembre è stata decisa l’indizione della selezione per la redazione dello studio di fattibilità del nuovo ospedale di Latina ai sensi dell’art.14 comma 1 del DPR 207/2010 (costo previsto € 99.000 più IVA e oneri previdenziali); la nuova struttura dovrebbe sorgere a Borgo Piave  ma l’allegato con gli elaborati del progetto non è stato pubblicato. 
La discussione sul futuro del più importante ospedale DEA II di una provincia in cui non viene rispettato lo standard dei posti letto per acuti dello 3x1000 (DM 70/2015) che sarebbe di 1.725 posti letto, ma che ne ha solamente 1.418 di cui 834 pubblici e 584 accreditati (dati Ministero della salute 2018) non può essere limitata ad una videoconferenza in cui i Sindaci, che in base alla legge hanno potere di indirizzo, valutazione e controllo sull’operato dell’Azienda, si trovano davanti ad un documento già deliberato. 
Inoltre l'ANCE Latina aveva offerto gratuitamente uno studio di fattibilità come già riferito su questo blog, per cui si buttano dalla finestra oltre 100.000 euro.
Oltretutto lo studio dell'ANCE prevede un ospedale di 700 letti che sono proprio quelli che servirebbero ad  ospedale sede di DEA di 2° livello.
È appena il caso di ricordare che il quotidiano economico Italia Oggi in una indagine curata dall’Università “La Sapienza” di Roma pubblicata nel novembre scorso, ha collocato la provincia di Latina al 103° posto sulle 107 province italiane, proprio per il sottodimensionamento dei posti letto. 
Tutto questo questo avviene senza tener conto delle implicazioni per il Sistema di emergenza 118 dato che lo spostamento a nord di Latina dell'ospedale comporterà un allungamento dei tempi di percorrenza per i mezzi di soccorso provenienti dal sud con superamento dei dei venti minuti che rappresentano il tempo massimo di percorrenza nell'emergenza.
Sarebbe opportuno che i Sindaci chiedessero il rinvio del primo punto allo scopo di permettere ogni ritenuto approfondimento in merito a questi progetti sottoponendoli ad un dibattito pubblico ai sensi dell’art. 22 del d.lgs 56 del 2016 anche allo scopo di ridiscutere l’intera riorganizzazione della rete ospedaliera (e dei relativi reparti e servizi) della provincia e adeguarla allo standard. 
Infine, ma non è cosa da poco, viene ignorata la messa a disposizione da parte dell'ANCE di uno studio di fattibilità a costo zero.
Per quanto riguarda invece le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, previste dall’art. 8 del D.L. 9 marzo 2020, n. 14, poi assorbito dal D.L. 17 marzo 2020 n 18, convertito con modificazioni con la legge 24 aprile, n.27, la Regione avrebbe dovuto istituire entro dieci giorni, presso ogni sede di continuità assistenziale già esistente, una unità speciale ogni 50.000 abitanti per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero. 
La Regione Lazio ha invece deciso di approvare un regolamento di funzionamento delle USCAR Lazio affidandone l’organizzazione e la gestione all’INMI Spallanzani invece di porle alle dipendenze dei Distretti per cui sarebbe opportuno che l’organizzazione delle USCA venisse ricondotta all’organizzazione prevista dalla legge. 
Non risulta neanche che i sindacati siano stati coinvolti nelle scelte relative alla programmazione dei posti letto, delle unità di personale, dei reparti e dei servizi che dovranno essere presenti nel nuovo ospedale di Latina né tantomeno sulla questione delle USCA. 
A ciò si aggiunga che i cittadini, i quali prima della trasformazione delle USL in aziende potevano assistere alle sedute dell’assemblea generale (prevista dall’art. 15 della legge 833 del 1978), in questo modo sono stati totalmente esclusi.

lunedì 14 dicembre 2020

LA PROPOSTA DELL'ANCE DI LATINA PER IL NUOVO OSPEDALE DEL CAPOLUOGO E LA DELIBERA DELLA ASL

Area catastale dell'ospedale - Fonte ANCE LT
Nei giorni scorsi la direzione generale dell'azienda USL Latina con un comunicato stampa ha , tra l'altro, fatto una comunicazione specifica che riguarda la firma della delibera ( la n. 1384 del 10 dicembre 2020) per lo studio di fattibilità del ‘Nuovo Ospedale Santa Maria Goretti di Latina. 
Il quadro economico di massima per la realizzazione della nuova opera è di € 300.000.000.
Un progetto di lungo corso che grazie all’amministrazione regionale e al relativo finanziamento finalmente possiamo portare avanti. Un progetto importante che darà come risultato un ospedale moderno, come hub, non sono per l’emergenza ma anche per la rete oncologica. Questo porterà all’interno del nuovo ospedale il polo universitario dando maggior impulso quindi alla ricerca e alla sperimentazione clinica. Un comunicato un poco scarno.
Per avere maggiori notizie occorre andare sul sito dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili di Latina che ha dove il Presidente Pierantonio Palluzzi spiega che il progetto è stato predisposto grazie alla collaborazione dell'architetto Rosolini e dell'ingegner Pol e che il Il progetto preliminare verrà messo a disposizione della comunità per dare un contributo alla nostra provincia.
Si tratta di una scelta molto generosa che senza dubbio ha dato una spinta rilevante per la riuscita del progetto.
Da quanto si apprende sempre dal Presidente dell'ANCE si conferma che l'area individuata è quella nei pressi di Borgo Piave - Latina, che è già di proprietà della Regione Lazio, quindi non necessita di espropri o altre lungaggini burocratiche. 
Il piano regolatore prevede per quel sito: area a servizi ospedalieri. 
Sarà punto di snodo delle maggiori strade interprovinciali: Autostrada Roma-Latina/Cisterna-Valmontone, circonvallazione nord Latina-Monti Lepini, B.go Piave Mare. 
Come si può vedere dal rendering la struttura è immersa nel verde che è uno dei protagonisti del progetto insieme alla luce. 
Il concetto che che è stato chiesto di sviluppare ai progettisti è stato quello di un "bosco orizzontale". 
Sono previsti quasi 700 posti letto, un parcheggio interrato trasformabile in pochi giorni in un pronto soccorso e 200 posti letto per la gestione delle emergenze. 
Si tratterà di un ospedale sostenibile con un consumo energetico ridotto ad un terzo rispetto ad ospedali di edilizia ed impiantistica classica. 
Ci saranno spazi riservati all'università e alla ricerca, tenendo presente che la struttura è al centro del secondo polo chimico farmaceutico italiano. 
Saranno previsti anche ampi spazi di condivisione, incontro e confronto. 
Complimenti ringraziamenti all'ANCE e ai progettisti.
Sorgono tuttavia perplessità circa la la sostenibilità economica del nuovo presidio ospedaliero nell'ambito della pianificazione del territorio dato che la direzione generale dell'azienda non ha ancora predisposto un proprio piano di sviluppo dell'assistenza ospedaliera e la sua integrazione con l'assistenza territoriale. 
Da quanto si apprende nella nuova struttura dovrebbero migrare i reparti universitari oggi presenti all'ICOT, quindi dovrebbe essere costituita formalmente un'azienda ospedaliera-universitaria in base all'art. ex art.2, comma 2, lettera b) del d.lgs 517/1999. Non v'è cenno di cosa avverrà dell'attuale ospedale.
Da quanto si apprende dai dati dell'AGENAS tutte le aziende ospedaliere del Lazio hanno pesanti disavanzi (il massimo è raggiunto dal San Camillo-Forlanini con oltre 113 milioni) , per cui sarà opportuno valutare a fondo una scelta in tal senso e preparare un business plan.

ANCE LATINA RENDERING PROGETTO NUOVO OSPEDALE

domenica 29 novembre 2020

L'INDAGINE 2020 DELLA SAPIENZA PER CONTO DI ITALIA OGGI COLLOCA LA QUALITA' DELLA SALUTE DELLA PROVINCIA DI LATINA AL 93° POSTO

Anche quest'anno il quotidiano Italia Oggi ha commissionato all'Università La Sapienza una indagine sulla qualità della vita nelle province italiane, che è stata pubblicata sul numero oggi in edicola.
L'indagine tiene conto di molti fattori ed uno di questi è quello relativo al sistema salute.
L'anno passato la provincia di Latina era stata collocata al 100° posto su 107 province e quest'anno abbiamo la sorpresa di trovarla al 93°: un piccolo passo avanti, anche se siamo sempre molto in  basso nella classifica come si può vedere dall'immagine a lato: anche nella cartina vediamo Latina e Frosinone in blu, il livello più basso.
Non voglio entrare nell'esame dei criteri seguiti (dotazione di posti letto, di apparecchiature diagnostiche, TAC, RMN, ecc.) che potrebbero essere diversi, si potrebbe aggiungere infatti il rapporto personale per mille abitanti (ma anche qui le cose non vanno bene), le liste di attesa (purtroppo tutti conoscono i tempi lunghissimi per certi esami), i tempi di accesso al pronto soccorso (le foto con le file delle ambulanze in attesa sono quasi tutti i giorni sui quotidiani locali), l'elevata mobilità passiva (i pazienti  vanno a curarsi altrove).
Resta il fatto che si tratta di una situazione che la politica locale sembra ignorare pensando che tutto si possa risolvere costruendo un nuovo ospedale, senza rendersi conto che sono ben altre le cure di cui necessita la sanità della provincia.
 

giovedì 26 novembre 2020

LA REGIONE LAZIO APRE LA STRADA DEI PAZIENTI PER ATTIVITA' CHIRURGICHE ED ALTRO VERSO LE CASE DI CURA PRIVATE: QUANTO CI COSTERA'?


Il presidente della regione Lazio con l’Ordinanza n. 64/2020, ha disposto che la dotazione di posti letto per fronteggiare l’emergenza COVID 19 allegata all’ordinanza del Ministro della salute adottata di concerto con il Presidente della Regione Lazio del 21 ottobre, verrà incrementata di ulteriori posti letto identificati dalla Direzione Salute in coordinamento con l’unità di crisi regionale, con conseguente definizione dei trasferimenti di attività tra nodi della rete, riassetto complessivo dell’attività assistenziale derivante dalle riconversioni di presidi, trasferimento delle attività accreditate anche presso strutture autorizzate e correlata riallocazione, anche parziale, dei livelli di finanziamento assegnati.
Conseguentemente il Direttore della Direzione salute ed integrazione sociosanitaria della Regione Lazio con determinazione in data 3 novembre 2020, n. G12910  ha inteso definire i "Rapporti di collaborazione tra Aziende ed Enti del SSR e strutture sanitarie private accreditate e non per l'ospitalità dei percorsi chirurgici NO COVID-19 facenti capo alle strutture delle stesse Aziende Sanitarie per il periodo di emergenza COVID-19".
L'atto è basato sulle seguenti considerazioni:
-che a seguito del regolare monitoraggio dei casi COVID-19 si rileva l’esigenza, manifestata da ultimo nell’ordinanza del Ministro della Salute d’intesa col Presidente della Regione Lazio, di riorganizzare il sistema sanitario, sia attuando misure volte a rallentare la trasmissione del virus SARS-CoV-2, che misure di preparedness e, quindi, di potenziamento del contenimento già attuato, volte alla strutturazione di un sistema di convivenza e adattamento del Servizio Sanitario alla gestione delle patologie in modo combinato con il virus, per pazienti positivi, spesso asintomatici o paucisintomatici;
- quanto previsto dai commi 1, 2 e 3 del dall’articolo 3 D.L. n. 18/2020, convertito con L. n. 27/2020, con riguardo, tra l’altro, al coinvolgimento delle strutture private, accreditate e non, durante il periodo della Emergenza COVID, in modo integrato con le attività erogate dalle aziende pubbliche della regione, sia in termini di eventuale rimodulazione degli accordi contrattuali in essere, sia in termini di sinergia del personale delle stesse strutture private accreditate;
- quanto previsto dal punto 1 della recente Ordinanza Z00064 del 28.10.2020 del Presidente della Regione Lazio con riferimento alla ridefinizione delle attività tra i vari nodi della rete regionale ed alla possibilità di rimodulazione delle attività accreditate anche presso strutture private autorizzate con possibile riallocazione, anche parziale, dei livelli di finanziamento assegnati;
- che l’attuale fase di rilevante criticità interessa anche le attività delle aziende ospedaliere e degli istituti pubblici universitari e di ricerca nonché dei Presidi ospedalieri afferenti alle Aziende sanitarie locali, con conseguente evidenziata necessità di una migliore gestione e progressiva riallocazione/redistribuzione dei propri posti letto (di emergenza e non) afferenti sia a percorsi COVID-19 che a percorsi NO COVID-19;
- che si ritiene opportuno, allo stato, acquisire la collaborazione e favorire l’integrazione dei soggetti erogatori privati accreditati per quanto concerne, in particolare, le attività di area chirurgica NO COVID-19 utili alla gestione delle liste di attesa delle strutture chirurgiche pubbliche nonché, eventualmente, la continuazione dei percorsi NO COVID-19 ivi attivati nei nodi delle reti tempo dipendenti.
Col l'atto citato sono stati approvati i seguenti allegati 
1. “Schema di «Avviso per la manifestazione di interesse rivolto alle strutture sanitarie private»”;
2. “Schema di «Protocollo organizzativo»” da definire e sottoscrivere tra Azienda e struttura sanitaria privata interessata;
2. a) “Indice di «Disciplinare operativo clinico-assistenziale e organizzativo»” sulla base del quale curare la riorganizzazione delle attività da strutturare in coerenza con la/e disciplina/e prevista/e.
In questo modo, con la motivazione dell'urgenza viene ridisegnata la mappa della spedalità privata del Lazio, ma soprattutto si dimostra ai pazienti che, anche se solo per il momento le strutture pubbliche, non sono più in grado di assisterli. 
Ma quando tutto questo sarà finito chi ci dice che quei pazienti torneranno a farsi curare nelle strutture pubbliche ?  
Quanto costerà tutto questo ai cittadini ?
Chi farà i controlli ?

IL TAR LAZIO-ROMA BACCHETTA LA REGIONE PER LE USCAR E ANNULLA PARTE DEL'ORDINANZA Z00009/2020


In data 9 marzo 2020, per far fronte alla emergenza epidemiologica da Covid 19, è stato emanato il
D.L. 14/2020 che all’art. 8 prevede l’obbligo per le regioni di istituire le Unità speciali per la gestione
domiciliare dei pazienti affetti da Coronavirus (c.d. USCA).
Il successivo 17 marzo 2020, la Regione Lazio ha emanato l’ordinanza Z00009 che ha istituito la figura del Referente Covid ed ha attribuito alla Direzione Salute il compito di “valutare” l’eventuale  attivazione delle Unità Speciali di continuità Assistenziale per l’assistenza a domicilio nei pazienti COVID positivi.
Il Ministero della Salute con la circolare prot. N. 7865 del 25 marzo 2020 nella regolamentazione delle “aree territoriali” ha chiarito che “Le Unità speciali di continuità assistenziale USCA, istituite ai sensi dell’art. 8, D.L. 9 marzo 2020 n. 14, svolgono un ruolo essenziale nella gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero”.
In data 8 aprile 2020, la Regione Lazio ha emesso la Direttiva prot. 0294221, volta ad istituire le Unità di Crisi per la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, poi appellate USCAR, ed il successivo 20 aprile è stato adottato il Regolamento di dette USCAR che al punto 4 prescrive che: “l’intervento è rivolto alle comunità intese nel senso più ampio del termine: strutture sanitarie e socio sanitarie, RSA, case di riposo, comunità di anziani, comunità religiose, carceri, campi nomadi, residenze per pazienti psichiatrici, disabili, ecc.; solo in situazioni straordinarie, di bisogno non soddisfatto dalle ordinarie modalità organizzative, l’USCAR effettuerà interventi a domicilio".
Nei fatti le USCAR sono state affidate all'INMI Spallanzani, ma il coordinamento è stato affidato ad un medico di medicina generale.
A seguito di un ricorso presentato il TAR del Lazio  da due associazioni, la Sezione IV del TAR di Roma ha ritenuto in parte fondato in quanto la statuizione contenuta nell'art. 8 del citato DL 14/2020, poi trasfuso nell'art. 4 bis della legge 27/2020 non lascia alcun margine di discrezionalità operativa.
Inoltre, secondo il collegio giudicante le Unità di Cura Primarie (UCP) che secondo la Resistente rispondevano adeguatamente all’obiettivo di predisporre l’assistenza diretta ai malati di Covid, in realtà sono aggregazioni professionali formate da medici di medicina generale e da pediatri di libera scelta la cui costituzione è stata incentivata dalla Regione sin dal D.L. 158/2012, che hanno lo scopo di coordinarsi nell’erogazione dell’assistenza per offrire adeguata risposta ai bisogni dei propri pazienti.
Tutte le Regioni hanno provveduto ad istituirle a seguito dell’entrata in vigore del D.L. 189/2012, e ciononostante hanno provveduto a costituire anche le USCA.
La Regione Lazio, invece, con il provvedimento oggetto del ricorso, si è limitata: ad ordinare ai Medici di Medicina Generale associati in Unità di cure Primarie (UCP) o i Pediatri di Libera Scelta associati in Unità di Cure Primarie Pediatriche (UCPP) di individuare un referente COVID il quale riceverà i DPI, in caso sia necessario provvedere a visita medica domiciliare; a prevedere l’utilizzo della app LAZIODOCTOR per COVID quale strumento di consultazione/informazione per tutti i cittadini e quale strumento di telesorveglianza e telemonitoraggio per gli assistiti in corso di valutazione perché esposti al rischio di contagio e per i pazienti COVID-19 positivi, per i quali è stato disposto l’isolamento domiciliare.
Le USCA, così come previste dal legislatore nazionale, rappresentano le figure centrali ed esclusive della gestione dei pazienti COVID non ricoverati in ospedale, consentendo ai MMG e i PLS di continuare a lavorare in piena sicurezza, gestendo soltanto i pazienti NON COVID, tenendosi lontani dal rischio epidemiologico derivante dalla gestione di pazienti con possibile promiscuità e sovrapposizione di patologie. In particolare, dette USCA assolvono alla funzione di coadiuvare, potenziare ed implementare la Medicina del Territorio facendosi carico della gestione – visite domiciliari incluse - dei pazienti affetti da COVID 19 (ovvero sospetti COVID-19) che non necessitano di ricovero ospedaliero. La puntualizzazione della dotazione del ricettario del Servizio Sanitario Nazionale in capo ai medici delle USCA chiarisce la loro natura ad adiuvandum della Medicina del Territorio (cfr. art. 8 D.L. 14/2020 trasfuso nell’art 4 bis della L. 27/2020).
E’ dunque chiaro il rapporto da genus a species delineato in base al suddetto modello organizzativo composito: da un lato i medici di medicina generale, i quali sono deputati alla cura ed alla tradizionale assistenza di carattere generale (NON COVID); dall’altro lato le USCA, le quali esercitano invece una competenza specifica (ed esclusiva) proprio in materia di assistenza COVID di carattere più strettamente domiciliare.
Il Collegio ritiene che  la ratio di una simile distinzione organizzativa e funzionale è sostanzialmente riconducibile ad una duplice esigenza di tutela sanitaria: a) evitare sovrapposizioni di competenze che potrebbero determinare confusione e rallentamenti sia per gli operatori stessi, sia per quella parte della popolazione regionale che, sovente, deve affrontare simili situazioni in condizioni di certo non ottimali anche sul piano psicologico; b) evitare il più possibile che i MMG possano contrarre il virus, così assicurando quella continuità assistenziale di carattere più generale (ossia nei settori NON COVID) che – soprattutto in occasione di questa seconda ondata – si sta purtroppo rivelando sempre più precaria e periclitante. Per tale via alcune malattie – in certi casi anche piuttosto gravi – potrebbero dunque continuare a godere di una certa garanzia di cura ed assistenza.
Né può essere sottaciuto - prosegue poi il Collegio - che la creazione delle USCA ha visto assegnare a ciascuna Regione una adeguata copertura finanziaria specifica: l’art. 17 del D.L. 14/2020 ha previsto una copertura finanziaria complessiva pari ad una spesa di € 660.000.000,00 per l’anno 2020, finanziamento al quale accedono tutte le Regioni; con Decreto Direttoriale del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 10 marzo 2020 è stata prevista l’assegnazione alla Regione Lazio di risorse pari ad € 63.902.825,00, pari alla percentuale del 9,68% della quota nazionale d’accesso al fabbisogno sanitario 2019. A tale finanziamento si aggiunge, inoltre, l’incremento per la spesa del personale prevista per il solo rafforzamento delle USCA pari ad € 61.000.000,00 a livello nazionale, come disposto dall’art. 1 co 6 del D.L. 34/2020 “Decreto Rilancio” nella specifica riportata nell’allegato A- tabella finanziaria.
Pertanto il TAR di Roma ha annullato il punto 10 ultimo capoverso dell'ordinanza Z00009 del 17 marzo 2020.
Ora, finalmente la Regione forse si deciderà a dare attuazione al DL 14/2020 che se fosse stato applicato senza interpretazioni di fantasia, forse avrebbe aiutato i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta  a contrastare meglio il virus.


sabato 21 novembre 2020

UMANIZZAZIONE NEL LAZIO PER GLI OSPITI DELLE RSA E DI ALTRE STRUTTURE DI ASSISTENZA O RIABILITAZIONE



La Regione Lazio con una lettera del 20 novembre ha fornito alle strutture di assistenza a persone non autosufficienti anche anziane indicazioni per l'umanizzazione dell'assistenza e per assicurare le risposte alle richieste di informazioni da parte dei Comitati di partecipazione di cui al DCA 8/2011.

In particolare la Regione ha ricordato come con decreto legge 25 marzo 2020 n. 19 sia stato limitato 'accesso di parenti e visitatori in tutte le strutture di ospitalità e lungo degenza residenze sanitarie assistite (RSA), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, nonché agli istituti penitenziari ed istituti penitenziari per minorenni. 

Con Ordinanza n. 34/20020 e con il Piano regionale della Fase IV   è stato poi limitato l'accesso dei familiari alle strutture residenziali solo ai casi eccezionali, mentre con la successiva Ordinanza n. Z00053 del 21 luglio 2020 era stata ripristinata la possibilità di visite dei familiari secondo modalità e regole stringenti.

Infine con l'art. 1 comma 9 punto dd) del DPCM 3 novembre 2020 è stato nuovamente limitato l'accesso dei parenti  e visitatori all'interno delle strutture residenziali ai soli casi consentiti dalla direzione sanitaria della struttura.

Tutto ciò premesso la Regione con la nota circolare meglio sopra specificata e tenuto conto dell'esigenza di porre attenzione alla gestione dell'aspetto emotivo ed umano degli ospiti oltre che di favorire l'interfaccia con i Comitati di partecipazione è stato previsto di mettere a disposizione degli ospiti mezzi di comunicazione quali smartphone o tablet per  videochiamate quale modalità alternativa delle visite dei familiari e di attivare una "stanza degli affetti" opportunamente attrezzata per garantire la sicurezza dove pazienti e familiari possano vedersi e parlarsi.

venerdì 13 novembre 2020

MONITORAGGIO CONTINUO DELL'OCCUPAZIONE DI POSTI IN TERAPIA INTENSIVA: REGIONE LAZIO



L'Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) ha avviato un monitoraggio permanente delle terapie intensive da cui risulta che il 34% è occupato da pazienti Covid (-3% rispetto ai dati del 10 novembre), e il valore del 30%, definito come 'soglia critica', viene superato in 10 regioni.
I dati (basati su una rielaborazione di quelli forniti dalla Protezione Civile e che non includono quelli della Basilicata, che risultano non pervenuti) mostrano come la progressiva saturazione dei posti letto, sia nella cosiddetta 'area non critica' che nelle terapie intensive, porti a utilizzare per pazienti Covid quelli che dovrebbero essere dedicati a persone con altre patologie.
Il sito dell'Agenzia ha anche attivato una specifica sezione dedicata alla ricognizione dei provvedimenti in ambito sanitario emanati dalle Regioni a fronte dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Resta forte la preoccupazione per la curva epidemilogica ed in particolare per il numero dei morti: In una settimana - secondo quanto emerge dal nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe - sono cresciuti del 70% i decessi da Covid in Italia, toccando in 7 giorni quasi i 3.000. In particolare, dal 4 al 10 novembre sono decedute 2.918 persone con infezione da Sars-Cov-2 a fronte delle 1.712 della settimana precedente".
La Regione  Lazio nel  il 21 ottobre 2020 aveva 301 p.l di terapia intensiva che sono stati portati a  532 con l'Ordinanza del 21 ottobre a firma del Ministro Speranza e del Presidente Zingaretti e poi a 901 con la successiva Ordinanza Z00065 del 5 novembre sempre del Presidente Zingaretti.

giovedì 5 novembre 2020

IL MONITORAGGIO DEI LEA E I RISULTATI DELL'ANNO 2018 PER IL LAZIO

Il Ministero della salute ha pubblicato i dati relativi al monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza utilizzando i nuovi indicatori.
La valutazione finale per il 2018, si attesta per la Regione Lazio su un punteggio pari a 190 che secondo i parametri di riferimento fissati dal Comitato Lea (range -25 – 225; positivo a 160) risulta positivo e in costante miglioramento, ad esclusione della flessione registrata nel 2013.
Nell’anno 2018 nel complesso la Regione raggiunge valori adeguati, entro i parametri di riferimento, per la maggior parte degli indicatori relativi ai tre livelli di assistenza prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e ospedaliera.
Si rilevano, come nel 2017, delle criticità nel livello di assistenza della prevenzione, ed in particolare nella sanità animale per gli indicatori ANAGRAFI ANIMALI - Controlli delle popolazioni animali (78,1% -% aziende sottoposte a controllo risultanti da check list 2,36).
Per il livello di assistenza distrettuale, le criticità sono relative al "Numero di posti per assistenza agli anziani" ≥ 65 anni in strutture residenziali per 1.000 anziani residenti (5,9 vs ≥ 10), al "Numero di posti equivalenti residenziali in strutture che erogano assistenza ai disabili ogni 1.000 residenti" (0,37 vs ≥ 0,50) e, come nel 2017, all’indicatore "Numero di posti in strutture residenziali che erogano assistenza ai disabili ogni 1.000 residenti" (0,44 vs ≥ 0,60).
Inoltre, per il livello di assistenza ospedaliera, le criticità sono relative all’indicatore "Percentuale di parti fortemente pre-termine" (22-31 settimane di gestazione) avvenuti in punti nascita senza UTIN in quanto la copertura del flusso informativo CEDAP per l'anno 2018 è pari a 89,74% (inferiore rispetto alla soglia di adempienza pari al 98% definita nell'ambito dell’adempimento C “Obblighi informativi statistici”).

martedì 3 novembre 2020

I POSTI LETTO PERDUTI DAL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE NEL 2010 SARANNO RECUPERATI ?


Molti si chiedono dove siano finiti i posti letto della Regione Lazio: come si vede nel 2010 c'erano in totale 25.248 posti mentre dopo gli interventi della presidente Polverini si sono ridotti a 20.818 con una perdita secca di 4.430 per la massima parte del pubblico.
Ora i letti non ci sono più si cerca di correre ai ripari con l' Ordinanza del 21 ottobre 2020 per cercare di dare un letto ai malati di COVID-19, ma non è facile, ecco come saranno ripartiti i post letto aggiuntivi COVID:


In gran parte come si può vedere i nuovi PL finiranno nelle mani dei privati, ma quando finirà il COVID cosa succederà ?

domenica 1 novembre 2020

I COMUNI E IL LAVORO


In questo difficile periodo gli interventi messi in campo dal Governo stanno pesantemente colpendo il lavoro e sempre più persone si ritrovano senza alcuna entrata a seguito del lockdown delle attività che svolgevano.
Molti pensano che i Comuni non possano fare nulla per intervenire in questo campo, ma non è così.
Il d.lgs 118 del 2011, recante Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42, ha tra l'altro disegnato le spese dei Comuni individuando le relative "missioni" che  rappresentano le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti dalle amministrazioni comunali utilizzando risorse finanziarie, umane e strumentali ad esse destinate. I programmi rappresentano gli aggregati omogenei di attività volte a perseguire gli obiettivi definiti nell'ambito delle missioni. 
La 15a missione consiste nei "Servizi per lo sviluppo del mercato del lavoro e formazione professionale".
Purtroppo questa opportunità è interpretata in maniera diversa dagli enti locali per cui ci sono comuni più attivi ed altri che addirittura nel loro bilancio non prevedono questa missione.
In base all’art. 6 del d.lgs. 276 del 2003, i Comuni possono esercitare attività di intermediazione, iscrivendosi nell’apposita sezione dell’Albo nazionale delle agenzie per il lavoro che, a seguito di quanto stabilito dal d.lgs. 150 del 2015, consente anche la possibilità di svolgere attività di ricerca e selezione del personale, nonché di supporto alla ricollocazione professionale.
Inoltre, i Comuni, purché iscritti all’Albo delle agenzie per il lavoro, partecipano alla Rete Nazionale dei servizi per le politiche del lavoro.
Spesso le persone in difficoltà si sentono abbandonate, mentre il loro Comune, se volesse, potrebbe far molto per aiutarle, ma per fare qualcosa sarebbe opportuno che venissero previste somme adeguate e programmati progetti ed interventi per fronteggiare la situazione.
Da un esame delle somme previste in bilancio dai trentatre Comuni della provincia di Latina lo spettacolo non è certo confortante e mette a nudo una situazione che preoccupa per i giorni che verranno, ma uomini di buona volontà potranno cambiare questa situazione.


La ricerca dei dati sui siti dei Comuni in taluni casi è stata resa difficile dalla scarsa trasparenza dei di accesso ai dati a causa dei software utilizzati.




venerdì 30 ottobre 2020

L'INCREMENTO DEI POSTI PER I PAZIENTI COVID NEL LAZIO IN BASE ALL'ORDINANZA DEL 21 OTTOBRE 2020

Con l’art.1 dell’Ordinanza del Ministro della salute adottata di concerto con il Presidente della Regione Lazio in data 21 ottobre 2020è stato previsto il potenziamento della rete COVID stabilendo quanto segue:
1. Ai fini del contenimento della diffusione del virus COVID-19, si ritiene necessario incrementare la dotazione di posti letto dedicati all’assistenza di pazienti affetti da COVID-19, identificando strutture pubbliche e private ulteriori rispetto a quella già inserite nella rete COVID, anche parzialmente dedicate e provvedere all’ampliamento dei posti di quelle già inserite in rete, secondo la configurazione riportata nella tabella allegata alla presente ordinanza per farne parte integrante e sostanziale; 
2. Alla Direzione Salute e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, in coordinamento con l’Unità di crisi regionale, è demandato il compito di provvedere alla definizione dei trasferimenti di attività tra nodi della rete, necessari all’attuazione del suo potenziamento come sopra ordinato, e conseguentemente al riassetto complessivo dell’attività assistenziale derivante dalle riconversioni di presidi, con correlata riallocazione, anche parziale, dei livelli di finanziamento assegnati; 
3. La Direzione Salute e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, in coordinamento con  l’Unità di crisi regionale, disporrà l’eventuale e necessario adattamento dell’assetto complessivo dell’offerta assistenziale in linea con l’evoluzione dell’emergenza COVID-19. 
Il totale dei posti letto previsto a regime sarà di n. 2.381 posti letto ordinari (i p.l. aggiuntivi saranno 1.190) e di 532 di p.l. di Terapia Intensiva e Sub-intensiva (i p.l. aggiuntivi saranno 231); pertanto il numero complessivo dei posti letto aggiuntivi programmato è di 1421; dei quali 1219 ad ospedali classificati e a case di cura. 
In sostanza ai privati andrà l'86% dei posti aggiunti e al pubblico solo i 14%..
Ma non è finita qui, perché con una nuova ordinanza del Presidente della regione Lazio 2 ottobre 2020 n. Z00064 è stato disposto inoltre che: "La dotazione di posti letto per fronteggiare l’emergenza COVID 19 allegata all’ordinanza del Ministro della salute adottata di concerto con il Presidente della Regione Lazio del 21 ottobre, verrà incrementata di ulteriori posti letto identificati dalla Direzione Salute in coordinamento con l’unità di crisi regionale, con conseguente definizione dei trasferimenti di attività tra nodi della rete, riassetto complessivo dell’attività assistenziale derivante dalle riconversioni di presidi, trasferimento delle attività accreditate anche presso strutture autorizzate e correlata riallocazione, anche parziale, dei livelli di finanziamento assegnati. Per l’incremento della dotazione dei posti letto è possibile ricorrere, altresì, all’attivazione delle aree temporanee attrezzate di cui all’articolo 4 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito dalla legge 24 aprile 2020 n. 27, su iniziativa delle singole Aziende sanitarie ovvero delle direzioni regionali competenti in materia".
A questo punto non è dato di sapere a quali numeri si sia arrivati oggi, né quale sarà il costo di questa operazione.
Non risulta che nel corso dell’estate, quando l’epidemia aveva rallentato la corsa, sia stato fatto molto per potenziare l’assistenza territoriale così ora tutto graverà ancora una volta sulla rete ospedaliera con risultati preoccupanti anche perché talune aziende hanno avuto difficoltà a reclutare il personale necessario.

mercoledì 28 ottobre 2020

IL SERVIZIO DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE A LATINA AI TEMPI DEL COVID

Le nuove misure prese dall'azienda sanitaria Latina per fronteggiare l'epidemia rischiano di dare il colpo di grazia al Sistema dell'emergenza sanitaria territoriale.
Com'è noto, invece di utilizzare uno degli ospedali dismessi (c'era stata tutta l'estate per gli eventuali interventi di sistemazione), l'ospedale del capoluogo della provincia è stato individuato come ospedale COVID per cui quasi tutti i letti sono stati destinati alla cura dei malati da coronavirus sottraendo così letti per pazienti acuti che per loro fortuna o disgrazia non sono stati colpiti dall'epidemia. 
Persino la Cappella all'interno dell'ospedale sarà occupata dai letti.
Conseguentemente, da quanto si apprende dalla stampa (Il Messaggero di Latina del 29 ottobre), il Pronto Soccorso del DEA di II livello di Latina (il Santa Maria Goretti) da oggi accoglierà solo i codici rossi mentre tutti gli altri saranno dirottati al PS della casa di cura Città di Aprilia e a quello della casa di cura ICOT di Latina, che ovviamente saranno pagati per questo.
Questa decisione si aggiunge alla chiusura notturna di tutti i Punti di Primo Intervento della provincia disposta già a decorrere dal 5 ottobre per recuperare personale da utilizzare nei drive-in, nonostante il Governo con il DL 104/2020 convertito con legge 12472020 abbia autorizzato le Regioni ad assumere personale proprio per fronteggiare l'epidemia COVID e quindi  per evitare di ridurre o chiudere i servizi preesistenti destinati alla cura di altre patologie.
In questo modo il tempo previsto per raggiungere il Pronto Soccorso dell'ospedale più vicino per gli abitanti di molti Comuni, soprattutto dei Lepini, supererà di molto i limite massimo previsto per legge che è di 20 minuti. 
Ad esempio il tempo di percorrenza da Roccasecca ad Aprilia è di un'ora e 43 minuti mentre per arrivare a Terracina basta un'ora e 12 minuti. C'è tutto il tempo per arrivare dissanguati. 
Ma come farà un paziente a sapere se è un codice rosso o meno ? Deve fare l'autodiagnosi?
Questo mentre viene dato ampio risalto all'efficienza delle reti tempo dipendenti.
L'Emergenza sanitaria territoriale è uno dei Livelli Essenziali di Assistenza previsti dal DPCM 12 gennaio 2017 che deve essere garantito a tutti i cittadini.
Meraviglia in tutto questo il silenzio assordante dei Sindaci che in quanto massima autorità sanitaria dei loro Comuni dovrebbero tutelare la salute dei cittadini. 

mercoledì 21 ottobre 2020

L'ORDINANZA DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO CON L'INCREMENTO DEI POSTI LETTO COVID E NUOVE MISURE PER CONTENERE IL CONTAGIO


Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha firmato ieri sera (21 ottobre), con il ministro della Salute, Roberto Speranza, una nuova “Ordinanza ai sensi dell'articolo 32, comma 3 della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica. Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-2019”.
A seguito degli incontri con il Comitato Tecnico Scientifico, l’Assemblea dell’Anci, la Conferenza dei Rettori e l’Associazione dei presidi, la Regione Lazio dispone di:
1. Potenziare la rete COVID attraverso l’incremento di posti letto dedicati all’assistenza di pazienti affetti da COVID-19, identificando strutture pubbliche e private ulteriori rispetto a quella già inserite nella rete COVID, anche parzialmente dedicate e provvedere all’ampliamento dei posti di quelle già inserite in rete, fino al raggiungimento di 2913 posti letto di cui 552 dedicati alla terapia intensiva e sub-intensiva.
2. A partire dalla notte tra venerdì 23 ottobre e sabato 24 ottobre, vietare gli spostamenti in orario notturno sul territorio della Regione, dalle ore 24:00 alle ore 5:00 del giorno successivo, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze (a titolo esemplificativo, per i lavoratori, il tragitto domicilio, dimora e residenza verso il luogo di lavoro e viceversa), e per gli spostamenti motivati da situazioni di necessità o d’urgenza, ovvero per motivi di salute.
3. A partire da lunedì 26 ottobre, potenziare la didattica digitale integrata nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado e nelle Università. Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado incrementano il ricorso alla didattica digitale integrata per una quota pari al 50 per cento degli studenti, con esclusione degli iscritti al primo anno, mentre le Università incrementano il ricorso alla didattica digitale integrata per una quota pari all’75 per cento degli studenti iscritti, con esclusione delle attività formative che necessitano della presenza fisica o l’utilizzo di strumentazioni.
Gli effetti della presente ordinanza cessano al trentesimo giorno dalla data di pubblicazione.
L'Ospedale Santa Maria Goretti passa da 58 pl per pazienti Covid a 106 e da 6 posti di terapia intensiva Covid a 12.
“Con questo nuovo provvedimento viene rimodulata l’intera rete ospedaliera regionale ampliando e rafforzando i posti dedicati al COVID-19 seguendo l’andamento della curva epidemiologica”, ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
“In questi mesi – ha proseguito il presidente - il nostro lavoro è stato costante, non ci siamo mai fermati e grazie alla collaborazione di tutti nel Lazio solo ad ottobre sono stati effettuati 300mila tamponi, oltre 15mila in media al giorno e siamo la prima regione in Italia per numero di casi testati in proporzione alla popolazione”.
“Continuiamo a monitorare costantemente la situazione e stiamo lavorando a implementare e incrementare l'azione di screening, per questo – ha concluso Zingaretti - stiamo avviando una manifestazione di interesse per individuare strutture private in grado di eseguire almeno 5mila tamponi al giorno”.

mercoledì 14 ottobre 2020

LE LISTE DI ATTESA DELLA ASL SONO TROPPO LUNGHE? NON VUOI ANDARE A PAGARE GLI ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI DAI PRIVATI ? ECCO LA SOLUZIONE...


Questi sono i tempi di attesa per le visite e gli accertamenti diagnostici dell'azienda sanitaria locale Latina nel mese di ottobre 2020.
Non sono bastate le Linee Guida del Ministero né quelle della Regione, molti accertamenti superano abbondantemente i tempi massimi di attesa previsti.
Quali rimedi?  


 

giovedì 8 ottobre 2020

NUOVE MISURE PER IL CONTENIMENTO DEL COVID-19 IN PROVINCIA DI LATINA

E' stata firmata oggi l’ordinanza n. Z00063 del Presidente che per due settimane consecutive, a decorrere dalla mezzanotte di oggi 8 ottobre, ordina le seguenti ulteriori misure relative al territorio della Provincia di Latina: 
1) Contingentamento a numero massimo di 20 persone, previa registrazione e adozione delle misure generali di prevenzione, partecipanti a feste private, anche successive a cerimonie religiose; per queste ultime continueranno ad osservarsi i provvedimenti tuttora vigenti; 
2) Contingentamento a massimo 4 ospiti per tavolo, con rispetto del distanziamento sociale, nei ristoranti e nei locali di somministrazione di alimenti e bevande; 
3) Chiusura anticipata dei pub, bar e ristoranti alle ore 24; 
4) Obbligo di esposizione, all’ingresso degli esercizi commerciali e degli uffici aperti al pubblico, di un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente, in rapporto alle dimensioni dei locali e nel rispetto del distanziamento sociale; 
5) Divieto di assembramento nelle aree antistanti l’accesso di scuole, banche, uffici postali e altri uffici pubblici oltre che nei luoghi pubblici (piazze, parchi, spiagge, ecc…); 
6) Divieto di accesso alle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per visite a parenti o amici ricoverati ovvero accesso regolamentato, in casi eccezionali e all’esito di autorizzazione scritta da parte del responsabile sanitario della struttura di ricovero; 
7) Contingentamento del numero di persone che possono frequentare contemporaneamente palestre, scuole di ballo e altre attività di natura sportiva effettuata in luoghi chiusi con esposizione di cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente in rapporto alle diverse aree di attività della struttura, inclusi gli spogliatoi, nel rispetto del distanziamento sociale, assicurando attività di sorveglianza a carico dell’esercente; 
8) Favorire il lavoro agile, laddove praticabile, nelle Aziende con sedi sul territorio della Provincia di Latina”.
“L’ordinanza del Presidente è una misura necessaria per contenere i numeri del virus che nell'ultima settimana hanno fatto registrare un aumento considerevole in rapporto alla popolazione residente. Le misure richieste dalla Asl e contenute nell'ordinanza sono destinate a garantire il contingentamento e il distanziamento sociale al fine di prevenire un ulteriore aumento dei casi. Confidiamo in uno spirito di collaborazione da parte di tutti i soggetti interessati e nell'attivazione degli opportuni controlli da parte delle Istituzioni preposte. È indispensabile, in questa fase, rispettare queste regole che non vogliono minimamente essere punitive, ma di prevenzione per evitare ulteriori e più gravose limitazioni sull'intera provincia” - l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.
L'Ordinanza è pubblicata integralmente sul BUR 124 DEL 9 OTTOBRE 2020

martedì 6 ottobre 2020

IL IV RAPPORTO MAFIE NEL LAZIO


Presentato oggi 6 ottobre il IV aggiornamento del Rapporto "Mafie nel Lazio", il resoconto documentato delle principali inchieste giudiziarie portate a termine tra il 1 gennaio e il 31 dicembre del 2018: 103 le 'famiglie' censite, 118 gli indagati per associazione mafiosa.
Il volume, di quasi 300 pagine, da quest'anno disponibile anche in formato e-book – è stato presentato stamattina al WeGil di Trastevere, a Roma, dal presidente, Nicola Zingaretti e dal presidente dell'Osservatorio regionale Sicurezza e Legalità, Gianpiero Cioffredi, con gli interventi del prefetto di Roma Gerarda Pantalone, del capo centro della Dia di Roma, Francesco Gosciu, del segretario generale della procura presso la Corte d'Appello di Roma Emma D'Ortona e del professor Nando Dalla Chiesa dell'Università di Milano.
Molti i riferimenti a fatti accaduti in provincia di Latina e alle ramificazioni dei clan presenti nei nostri Comuni.

sabato 3 ottobre 2020

UNA NUOVA ORDINANZA DELLA ASL LATINA PER CHIUDERE DAL 5 OTTOBRE NELLE ORE NOTTURNE IL PUNTO DI PRIMO INTERVENTO

Ieri è scoppiata la bomba di una nuova chiusura notturna del nostro PPI di Sabaudia. Alcuni Sindaci hanno scritto al direttore generale per contestare questa scelta. 
In qualità di promotore del Comitato per la difesa del Punto di primo intervento di Sabaudia  ho scritto la presente nota al direttore generale della ASL e per conoscenza al sindaco Gervasi, al direttore sanitario della ASL Latina e al coordinatore dei PAT della provincia.
Questo è il testo della lettera:
"Sul sito web di codesta azienda è stata pubblicata l’ordinanza in data 2 ottobre 2020 con la quale viene stabilito che a partire dal giorno 5 ottobre sarà ridotto l’orario di apertura del Punto di Assistenza Territoriale di Sabaudia alle sole ore diurne. 
Detta decisione è motivata dalla asserita necessità di recuperare risorse professionali da destinare alla prevenzione dell’epidemia da COVID-19. 
Al riguardo, premesso che il potere di “ordinanza” in campo sanitario risulta che sia affidato solamente al Ministro della salute, ai Presidenti delle regioni e ai Sindaci (art.32 della legge 833/1978), non risulta che la relativa proposta, che modifica le modalità di erogazione del Servizio di Emergenza Territoriale, sia stata sottoposta alla conferenza locale sociale e sanitaria. 
A ciò si aggiunga che da quanto risulta il Governo ha autorizzato di recente il reclutamento di personale anche con procedure extra ordinem, da destinare specificamente alla prevenzione e alla cura del COVID-19 proprio allo scopo di evitare di sottrarre risorse ai pazienti affetti da altre patologie. 
La chiusura notturna dei PAT, che in base a quanto disposto dal DCA U00469/2019 sono chiamati a svolgere le stesse funzioni precedentemente attribuite ai Punti di Primo Intervento, rischia di esporre i pazienti a gravi rischi, sia perché dovranno recersi ai pochi Pronto Soccorso rimasti (spesso distanti, come il caso di Sabaudia oltre i venti minuti fissati per legge con rischio di aggravamento delle condizioni di salute) intasandoli inutilmente con pericolo di contagio, sia perché verrà meno la funzione oggi svolta dal personale in servizio di una tempestiva diagnosi e, ove necessario, del conseguente inserimento nei percorsi brevi per le patologie tempo dipendenti, ma anche per quanto riguarda le prime cure e la stabilizzazione come la richiesta di intervento del mezzo di trasporto più appropriato in relazione alla patologia e alle condizioni del paziente. 
A ciò si aggiunga che nelle ore notturne in base alla convenzione con l’ARES 118 non risulta che sia disponibile in loco un’ambulanza medicalizzata (MSA). 
Desideriamo rammentare che il Sistema di emergenza territoriale di cui sono ancora parte integrante i PAT in base al citato decreto del Commissario ad acta Zingaretti è tutelato dal DPCM 12 gennaio 2017 che definisce i Livelli Essenziali di Assistenza. 
Pertanto pur comprendendo l’importanza di potenziare il servizi anticovid riteniamo che il PAT di Sabaudia, come pure quelli della Provincia di Latina debbano rimanere attivi h24. 
Con la presente si chiede pertanto di voler riesaminare la questione e di mantenere l’apertura h24 del Punto di Assistenza Territoriale di Sabaudia". 
Ora attendo  una risposta.


martedì 22 settembre 2020

CITTADINI E COMUNI DOPO IL REFERENDUM


 Questo è l'esito del Referendum a Sabaudia. Il numero dei Senatori e dei Deputati era stato fissato inizialmente dall'Assemblea Costituente all'art. 57 ma è stato modificato poi con la legge costituzionale n 3/1963 in 315 senatori elettivi, se dei quali eletti nella circoscrizione estero e in 630 deputati, dodici dei quali eletti nella circoscrizione estero.
Senza dubbio dal 1948 ad oggi le competenze legislative del Parlamento sono diminuite di molto a seguito della nascita delle Regioni e in particolare dopo la modifica del Titolo V della Costituzione che ha attribuito maggiore competenza legislativa alle regioni. 
Ora ci saranno 400 deputati e 200 senatori. 
Saranno molti di meno e dovranno lavorare di più per poter svolgere tutti gli impegno che gravano sulle Camere.
D'altra parte da una recente indagine risulta che rispetto a quelli degli altri paesi europei i parlamentari italiani sono quelli che guadagnano di più e che lavorano di meno come giornate di presenza in aula e nelle Commissioni.
Si aprirà un nuovo scenario.
I cittadini avranno più difficoltà a presentare le loro istanze ai loro rappresentanti e anche i Comuni avranno più difficoltà ad arrivare a parlare con i parlamentari del loro territorio..

martedì 15 settembre 2020

PRIVATIZZATA ANCHE L'ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA

 


Grazie all' Archivio banca Dati Economico Finanziari del Ministero della Salute è stato possibile ricostruire la spesa sostenuta nel 2018 dalle aziende sanitarie locali del lazio per l'Assistenza Domiciliare Integrata (Codice 20801).

Complessivamente nella Regione Lazio sono stati spesi € 160.361.000,00 per assistere a domicilio i cittadini bisognosi di cure.

Attualmente la regione Lazio ha deciso (anche in questo caso) di seguire il modello Lombardia così invece di una gestione diretta con personale dipendente, dopo molti anni di affidamenti mediante gara a imprese specializzate si è passati all'accreditamento che permette al cittadino di rivolgersi a qualsiasi impresa del settore purché in possesso di specifici requisiti.  

In particolare occorre far riferimento al DCA U00283/2017

Non si tratta di un cambiamento di poco conto. Anche se in apparenza è stata snellita la procedura di accesso al servizio, nei fatti si è creata una gestione dei pazienti senza alcun contatto con la rete ospedaliera.

E' auspicabile che nell'ambito delle riforme su cui è impegnato il Ministro della salute possa essere posta mano anche a questa tematica riassumendo la gestione diretta dell'Assistenza domiciliare integrata.

lunedì 14 settembre 2020

LO STATO DI ATTUAZIONE DELLE CASE DELLA SALUTE DEL LAZIO E I NUOVI FINANZIAMENTI


Dopo la promessa fatta nel 2017 dalla Giunta regionale del Lazio di dare una Casa della Salute ad ogni distretto entro il 31 dicembre 2018, finalmente qualcosa si muove.
Allo stato sono attive 22 Case della Salute tra la provincia di Roma e le altre province del Lazio, ma è prevista l'apertura di altre 11 in parte entro l'anno e le prossime nel 2021.
La Giunta della regione Lazio con deliberazione n. 592 in data 6 agosto 2020 ha approvato  il Piano Decennale in Materia di Investimenti in Edilizia Sanitaria ex Art. 20 Legge 11 Marzo 1988 N. 67, Terza Fase, denominato "Stralcio 1.B.2_A" finalizzato al Potenziamento della Rete Territoriale: Case della Salute e Ospedali di Comunità Importo pari a € 27.103.712,12, di cui € 25.748.526,51 a carico dello Stato, € 1.355.185,61 a carico della Regione Lazio. Piano di Riqualificazione 2019-2021 - DGR 406 del 26/06/2020.
Con questo atto la Regione intende proseguire e garantire, in prima istanza, il potenziamento della Rete Territoriale individuando nuove Case della Salute e Ospedali di Comunità con l’utilizzo di parte dei fondi di cui allo Stralcio 1.B.2 articolandoli con un’ulteriore suddivisione in Stralcio 1.B.2_A e Stralcio 1.B.2_B, per un importo totale di € 219.379.379,36.
Pertanto, tenuto conto di quanto sopra precisato il quadro complessivo degli interventi proposti all'interno dello Stralcio 1.B.2_A si configura come di seguito descritto.
ASL ROMA 1
L’accorpamento delle Aziende sanitarie locali Roma A e Roma E, unitamente all'Azienda Ospedaliera San Filippo Neri nella ASL Roma 1 ha riequilibrato la gestione dell’offerta di Salute nelle zone più centrali della città di Roma.
Allo stato attuale, il territorio gestito dall'Azienda Sanitaria Locale Roma 1 comprende tre Case della Salute già attivate o di prossima attivazione:
• Casa della Salute Nuovo Regina Margherita attivata;
• Casa della Salute Corpo C del presidio Oftalmico attivata;
• Casa della Salute Clauzetto attivata;
• Casa della Salute Circonvallazione Nomentana di prossima attivazione.
L’intervento inserito nello stralcio 1.B.2_A della programmazione decennale provvede al proseguimento nell'attivazione di ulteriori Case della Salute con la realizzazione della Casa della Salute di via Lampedusa 23.
ASL ROMA 2
L’Azienda Sanitaria Locale Roma 2 completa il territorio del Comune di Roma, andando ad interessare aree nevralgiche delle zone sud ed est della Capitale. Anche in questo caso l’accorpamento di due Aziende Sanitarie (ASL Roma B e ASL Roma C) consente di gestire un patrimonio di offerta sanitaria maggiormente equilibrato tra Ospedale e territorio.
Il territorio gestito dall'Azienda Sanitaria Locale Roma 2 comprende le seguenti Case della Salute già attivate o finanziate:
• Casa della Salute di via Tenuta di Torrenova attivata;
• Casa della Salute “Santa Caterina della Rosa” di via Forteguerri attivata;
• Casa della Salute "Don Bosco" di via Antistio 12 attivata;
L’intervento inserito nell'attuale programmazione riguarda il completamento e rafforzamento della Casa della Salute “Santa Caterina della Rosa”.
ASL ROMA 3
Nello Stralcio 1.B.2_A della III Fase dell’art. 20 L. 67/88 di cui al presente documento, è inserito l’intervento
di ampliamento ed adeguamento del presidio di via Coni Zugna per la realizzazione di un Ospedale di Comunità
nel Comune di Fiumicino.
Nel territorio della ASL Roma 3 sono già attive o finanziate le seguenti Case della Salute:
• Casa della Salute del Presidio S. Agostino di Ostia attivata;
• Casa della Salute ex Condotta Medica di Fiumicino (Palidoro) di prossima attivazione;
Documento programmatico sugli investimenti straordinari per l’adeguamento e la riqualificazione della Rete Territoriale.
ASL ROMA 6
La Rete Territoriale della ASL Roma 6 ricomprende due Case della Salute già attivate:
• Casa della Salute “ex ospedale” di Rocca Priora attivata;
• Casa della Salute “Villa Albani” di Anzio attivata;
L’attuale programmazione prevede l’attivazione di una nuova Casa della Salute nel Comune di Lariano.
Tale edificio è stato concesso in uso alla ASL RM6 dal Comune di Lariano.
ASL DI VITERBO
Nello Stralcio 1.B.2_A è previsto il potenziamento della Rete Territoriale con la realizzazione della nuova
Cittadella della Salute nel Comune di Vetralla e il completamento della Casa della Salute di Orte.
Le Case della Salute già attivate o finanziate che fanno parte della Rete Territoriale della ASL di Viterbo
sono:
• Casa della Salute “ex Poliambulatorio” di Soriano nel Cimino attivata;
• Casa della Salute “ex Poliambulatorio” di Bagnoregio attivata;
• Casa della Salute di Ronciglione attivata
ASL DI RIETI
Il territorio della ASL di Rieti sarà interessato dalla realizzazione di due nuove costruzioni da destinare a
Case della Salute nel Comuni di Pescorocchiano e nel Comune di Poggio Moiano che andranno ad aggiungersi a quella già attivata nel Comune di Magliano Sabina.
ASL DI LATINA
Nel territorio della ASL di Latina sono già attive quattro Case della Salute:
• Casa della Salute “ex Ospedale” di Sezze attivata;
• Casa della Salute di Aprilia attivata;
• Casa della Salute “ex P.O. Don Luigi di Liegro ” di Gaeta di prossima attivazione;
• Casa della Salute di Sabaudia di prossima attivazione;
Con lo Stralcio 1.B.2_A è prevista l'attivazione della nuova Casa della Salute di Minturno in un presidio
esistente, l’ampliamento della Casa della Salute di Aprilia con la costruzione di un corpo aggiunto oltre alla
trasformazione dell’ex Ospedale di Cori in Casa della Salute.