domenica 30 settembre 2018

ALCUNE RIFLESSIONI PER RISOLVERE SENZA TRAUMI IL PROBLEMA DEI PUNTI DI PRIMO INTERVENTO

Com'è noto il famoso decreto interministeriale 70/2015 ha rivisto per l'ennesima volta in diminuzione gli standard ospedalieri. 
Nonostante siano passati cinquanta anni dall'entrata in vigore della riforma ospedaliera permangono profonde diversità tra il rapporto posti letto popolazione tra nord e sud, inoltre, almeno nel lazio ci sono Aziende sanitarie locali ha hanno avuto una assegnazione di posti letto addirittura inferiore allo standard.
A ciò si aggiunga che nel decreto vengono affrontati alcuni aspetti che con gli standard ospedalieri non c'entrano nulla. 
Qui si vede la mano degli amici dirigenti del Ministero del Tesoro, sempre attenti alle spese degli altri,  che abilmente hanno pensato bene di ridurre il costo dell'assistenza ospedaliera semplicemente trasferendo la spesa dei Punti di Primo Intervento all'assistenza territoriale. 
Sì, perché questo è l'unico significato che si può dare alla norma che prevede appunto questo passaggio. Ridurre i costi dell'assistenza ospedaliera.
Se è questo il problema forse la norma andava scritta meglio.
Purtroppo viviamo in tempi in cui c'è un notevole scadimento dei testi normativi...altro che il "Manuale di stile" di Cassese. Certe volte non ci si capisce proprio nulla.
Il problema che è nato dalla norma in questione si è sommato all'esigenza della Regione Lazio si chiudere, urgentemente, entro il 31 dicembre 2018 il Piano di rientro dal disavanzo della spesa sanitaria ereditato addirittura da Storace.
Così con una eccessiva sollecitudine, senza una programmazione fatta sulla base di dati, specialmente per quanto riguarda quelli dei costi, né della rilevanza dei servizi che si andava a chiudere si è deciso che entro il 31 dicembre di quest'anno dovessero essere trasformati tutti i Punti di Primo Intervento.  
La salute delle persone avrebbe diritto ad una maggior rispetto e all'applicazione del principio della precauzione tanto caro alla UE.
Ma è stato fatta una analisi di quanto costa un PPI e del valore in termini di remunerazione che produce ogni struttura del genere ? 
Purtroppo il personale dei PPI è ridotto ai minimi termini: per ogni turno c'è un medico ed un infermiere. Il personale medico è a tempo determinato e viene pagato con il contratto della guardia medica con turni massacranti anche di 24 ore.
Il calcolo delle ore mensili è presto fatto: 24x30= 720
Calcolando il costo di ogni unità per € 30 l'ora abbiamo un costo mensile del servizio di   21.600 c.a. pari a circa 260.000,00 euro l'anno.
Per il personale infermieristico che viene pagato in base al CCNL del comparto sanità si può calcolare la presenza di 6 unità per coprire il turno h24 con un costo annuo compresi gli oneri a carico del datore di lavoro di circa 270.000,00 euro.
Ai costi del personale si devono aggiungere quelli per i medicinali e i dispositivi medici; pur non disponendo dei dati della contabilità analitica (che non risulta essere stata attivata in molte aziende) si dovrebbe arrivare complessivamente  a  800.000,00 euro annui.
Volendo utilizzare il sistema di remunerazione approvato dalla regione per le prestazioni delle strutture accreditate molto probabilmente un PPI che eroga 10.000 prestazioni annue (tra codici bianchi, verdi, gialli e talora anche rossi)  dovrebbe arrivare a fatturare ben oltre €1.000.000,00.
Ma che succederebbe se una volta chiuso un PPI pubblico i pazienti si rivolgessero al più vicino pronto soccorso privato ? Quanti soldi in più andrebbe a pagare la nostra Azienda ? 
Qualcuno si è posto questa domanda ? 
Chi sarebbe deputato a fare i controlli sulla struttura privata? E come verrebbero fatti? A posteriori?
Se il problema è solo quello di trasferire la spesa da un capitolo all'altro, che si faccia, senza mettere a rischio la vita delle persone come già avvenuto a Frosinone, dove è dovuto intervenire il Prefetto.
Il 15 settembre l'assessore per la sanità della regione ha annunciato che sarebbe stata disposta la proroga di un anno, ma ancora non è stato pubblicato alcun decreto per modificare quello precedente e sono trascorsi già quindici giorni.
Allora dato che c'è tempo forse si può pensare ad una soluzione diversa da quella prospettata in precedenza e che forse avrebbe richiesto una maggiore prudenza.
Secondo me, in attesa di organizzare finalmente il sistema di emergenza urgenza come si dovrebbe,  sarebbe sufficiente organizzare diversamente il servizio dei PPI trasferendolo (così come è, senza toccare nulla)  al servizio di assistenza territoriale di competenza, ma  stabilire comunque che il Dipartimento di Emergenza e Accettazione di riferimento provveda  ancora a mantenere il  coordinamento dal punto di vista professionale anche dei PPI del territorio.

LA NORMA APPROVATA DAL GOVERNO PER LA MESSA IN VENDITA DEI BENI CONFISCATI CONSENTIRA' ALLA MALAVITA DI ACQUISTARLI ALL'ASTA

Com'è noto la legge 109/1996, poi integrata dall’art. 48 del D.lgs 159/2011 e dalla legge 161/2017 prevedono il trasferimento dei beni confiscati alla malavita organizzata in via definitiva per finalità istituzionali o sociali, in via prioritaria ai Comuni ove l’immobile è sito.
Gli enti o le associazioni interessati ad avere l’assegnazione dei beni mobili o immobili devono in primo luogo accreditarsi presso l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e poi fare domanda tramite la prefettura.
I beni assegnati diventano parte del patrimonio indisponibile.
A suo tempo il legislatore volle inserire quest'ultima clausola per evitare che mettendo in vendita il bene questo potesse finire nuovamente nelle mani della malavita organizzata.
Ora con il Govrno il 24 settembre scorso ha adottato un decreto legge recante "Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell'interno e l'organizzazione e la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata"
Da una parte vien potenziata l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la gestione dei bani sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Capo II), ma  all'art. 38 è prevista una modifica alle norme vigenti  prevedendo che ove entro un anno l'ente territoriale dove l'immobile è sito non abbia provveduto alla destinazione del bene l'Agenzia nazionale per i beni confiscati dispone la revoca del trasferimento e la destinazione alla vendita del bene stesso al miglior offerente con esclusione di colui che risultava proprietario all'atto dell'adozione della misura penale di prevenzione e di confisca.
Da una parte la norma vuole rappresentare una sollecitazione a taluni enti locali disattente, ma la messa in vendita di questi beni rappresenta un rischio notevole.
Conosco personalmente quali difficoltà devono affrontare gli enti locali per provvedere a ristrutturare ad esempio gli immobili confiscati e le minacce che ricevono imprese ed operai; sapendo dell'esistenza di questo termine sarà facile creare problemi di ogni genere (come dare fuoco al bene) per far passare rapidamente un anno. 
Dato che spesso avviene che proprio la malavita abbia ampia disponibilità di somme e che sia avvezza a partecipare alle aste, appare chiaro che fine faranno questi beni.
Sarà l'ennesima dimostrazione della capitolazione dello Stato di diritto alla malavita.
Viva preoccupazione è stata già manifestata da Don Ciotti, da Roberto Saviano ed altri.
Ci si augura che in sede di conversione in legge possa essere valutato più serenamente in contenuto di questa norma ed eliminata la possibilità di porre in vendita questi beni. 

sabato 29 settembre 2018

L'AFFIDAMENTO IN HOUSE DI UN SERVIZIO HA NATURA ORDINARIA E NON ECCEZIONALE. PERTANTO NON E' CONTESTABILE DAL PRIVATO SE NON IN CASI PARTICOLARI

Il TAR Lombardia, Brescia, con sentenza n. 269/2018 ha ritenuto quanto segue:
- che il modello di autoproduzione scelto dal Comune resistente si qualifica come modalità legittima di esercizio di un servizio pubblico locale di rilevanza economica (sentenza sez. II di questo T.A.R. – 18/1/2018 n. 39 che richiama Consiglio di Stato, sez. V – 15/3/2016 n. 1034); 
- che questo Tribunale (cfr. sez. II – 17/5/2016 n. 690 che ha evocato T.A.R. Liguria, sez. II – 8/2/2016 n. 120) ha statuito che il modello in house costituisce un modo di gestione ordinario dei servizi pubblici locali, alternativo rispetto all’affidamento mediante selezione pubblica; 
- che la pronuncia appena citata ha richiamato il quinto considerando della direttiva U.E. 24/2014 sugli appalti pubblici, il quale stabilisce sul punto che “È opportuno rammentare che nessuna disposizione della presente direttiva obbliga gli Stati membri ad affidare a terzi o a esternalizzare la prestazione di servizi che desiderano prestare essi stessi o organizzare con strumenti diversi dagli appalti pubblici ai sensi della presente direttiva”; 
- che anche il Consiglio di Stato (sez. V – 18/7/2017 n. 3554) ha confermato che l’affidamento in house ha natura ordinaria e non eccezionale, e che la relativa decisione dell’amministrazione, ove motivata, sfugge al sindacato di legittimità del giudice amministrativo, salva l’ipotesi di macroscopico travisamento dei fatti o di illogicità manifesta; 
- che, una causa affrontata da questa Sezione (cfr. sentenza 9/5/2016 n. 639 confermata in appello dal Consiglio di Stato, sez. V – 12/6/2017 n. 2796) si è osservato come la relazione sia esaustiva qualora dimostri l’efficienza e la convenienza economica dell’affidamento, sottolineando che un’esposizione che illustri la scelta politica di spingere verso la raccolta differenziata e raffronti i costi del servizio con quelli di alcuni Comuni ritenuti equivalenti non riveli illogicità  le quali secondo la giurisprudenza – in generale ad esempio C.d.S. sez. V 11 dicembre 2015 n°5655 e sez. III 23 novembre 2015 n°5306 - devono essere “abnormi” ovvero “macroscopiche”
Pertanto il modello in house costituisce un modo di gestione ordinario dei servizi pubblici locali, e la relativa decisione dell’amministrazione, ove motivata, sfugge al sindacato di legittimità del giudice amministrativo, salva l’ipotesi di macroscopico travisamento dei fatti o di illogicità manifesta.

venerdì 28 settembre 2018

U.N. PUBLIC SERVICE AWARDS: ECCO COME LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI BRAVE POSSONO PARTECIPARE

È stato pubblicato il bando relativo all’edizione 2019 dello United Nations Public Service Awards, un riconoscimento delle Nazioni Unite che premia l’eccellenza nella pubblica amministrazione.
Il Premio è assegnato per cinque diverse categorie a istituzioni del settore pubblico.
Ciascuna Amministrazione potrà candidare un proprio progetto, esperienza, iniziativa o supportare la candidatura di quelle attivate presso altre Amministrazioni.
Il termine ultimo per la presentazione delle candidature è il 30 novembre 2018.
Qui trovate il  Bando che riguarda sei temi distinti.
Il bando prevede che attraverso una competizione globale che promuove il ruolo, la professionalità e la visibilità del pubblico servizio siano:
  • Evidenziate le innovazioni nella governance;
  • Ricompensata l'eccellenza nel settore pubblico;
  • Motivati i dipendenti pubblici a promuovere ulteriormente l'innovazione; 
  • Migliorata la professionalità nel servizio pubblico; 
  • Aumentata l'immagine del servizio pubblico; 
  • Raccolte e diffuse le pratiche di successo per possibili repliche.

L'ISTAT ELIMINA IL CENSIMENTO DECENNALE E AVVIA IL CENSIMENTO PERMANENTE

Il 28 settembre, presso l’Aula Magna dell’Istat, in via Cesare Balbo 14, si è tenuta una conferenza stampa dal titolo “Il Censimento Permanente della Popolazione” per presentare l’avvio della nuova operazione censuaria.
Da ottobre parte il nuovo Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni che da decennale diventa annuale e da censuario a campionario. Tuttavia, la restituzione al Paese dei dati ottenuti sarà di tipo censuario, il che significa che le informazioni si riferiranno a tutta la popolazione.
Ogni anno quindi sapremo quante sono le persone che vivono in Italia, quanti stranieri e quanti italiani, quanti stranieri sono qui con le loro famiglie e poi quante sono le famiglie tradizionali e quelle nuove, in quali luoghi viviamo ma anche dove si lavora e si studia. Sapremo quanti bambini vanno al nido, quanti ragazzi studiano, quante persone lavorano e che lavori fanno.
Dopo i saluti istituzionali del Presidente facente funzione dell’Istat Maurizio Franzini, sono intervenuti Roberto Monducci, Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, che ha parlato dei vantaggi informativi e risparmi economici del Censimento; Vittoria Buratta, Direttore centrale per le statistiche sociali e il censimento della popolazione, che ha illustrato le nuove modalità censuarie e le novità per le famiglie; Saverio Gazzelloni, Direttore centrale per la raccolta dati, ha presentato il questionario on line e la rete di rilevazione; Patrizia Cacioli, Direttore della Comunicazione, ha raccontato la campagna di comunicazione cross-mediale e digital oriented. Ha moderato i lavori : Luca Sofri, giornalista, blogger Direttore del Post.
Il censimento Permanente è quindi una grande occasione per il Paese in generale, ma anche per lo sviluppo della funzione statistica sul territorio in particolare.

giovedì 27 settembre 2018

ANAC - Richiesta di parere al Consiglio di Stato sulla normativa applicabile agli affidamenti di servizi sociali alla luce del d.lgs. 18/4/2016 n. 50 e del d.lgs. 3/7/2017 n. 117

L'ANAC riferisce che nello svolgimento dell’attività di competenza sono emersi dubbi interpretativi in merito all’individuazione della normativa applicabile agli affidamenti di servizi sociali in seguito all’entrata in vigore del decreto legislativo 18 aprile 2017 n. 50, come modificato dal decreto legislativo 19 aprile 2017, n. 56, recante il Codice dei contratti pubblici e del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 recante il Codice del Terzo settore. 
In particolare, sono emerse posizioni contrastanti da parte di vari stakeholder e del Ministero del Lavoro che teorizzano l’esclusione dall’applicazione del Codice dei contratti pubblici di ampi settori di attività affidati agli organismi del terzo settore. Inoltre, è emerso un difetto di coordinamento tra la disciplina recata dal Codice del Terzo settore e la normativa nazionale in materia di trasparenza e di prevenzione della corruzione. 
La delicatezza della materia, che per alcune tipologie di attività sottende rilevanti interessi economici, suggerisce l’opportunità di un intervento chiarificatore dell’Autorità che potrebbe svolgersi in occasione dell’aggiornamento della delibera n. 32/2014 recante «Linee guida per l’affidamento di servizi a enti del terzo settore e alle cooperative sociali» da anticiparsi, per taluni profili, nell’approfondimento sul tema dell’immigrazione in fase di predisposizione da parte dell’Autorità all’interno del PNA 2018. 
Tale attività presuppone, però, la preventiva soluzione di alcune questioni preliminari per cui l'Autorità ha ritenuto opportuno sottoporle al Consiglio di Stato per acquisirne l’autorevole parere.

COSA DICE IL DEF SULLA SANITA'


Ieri il Consiglio dei ministri, tra mille polemiche ha approvato il DEF per il prossimo triennio.
Grazie a QUOTIDIANO SANITA'  leggiamo cosa è previsto per la salute:
Sul settore sanitario gravano sfide molto rilevanti, quali la necessità di garantire adeguati livelli di assistenza a tutte le fasce della popolazione, le disparità regionali e l’alto livello di povertà che si riscontra in alcune parti del territorio. 
A fronte di ciò vi sono diverse carenze normative e strutturali: è necessario aggiornare il Patto per la Salute 2014-2016 e il Piano nazionale per le liste di attesa, mentre va attuata l’Anagrafe Nazionale dei Vaccini. 
In questo contesto, le necessarie azioni da intraprendere in tema sanitario sono: 
i) l’informatizzazione; 
ii) il miglioramento della governance della spesa sanitaria; 
iii) la revisione della normativa in materia di vaccini; 
iv) il monitoraggio e l’attuazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA); 
v) il reperimento delle risorse finanziarie; 
vi) la promozione dell’innovazione. 
Il Governo intende innanzitutto investire per l’informatizzazione del settore, onde consentire una più snella e veloce gestione delle liste di attesa. 
Si punterà, inoltre, sull’innovazione, sulla scia di quanto previsto dal Patto per la Salute 2014- 2016, in materia di Patto per la Sanità Digitale e dell’implementazione del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS). 
Oltre al decreto sull’Anagrafe Nazionale dei Vaccini, in corso di emanazione, saranno anche varati i decreti per il Fascicolo Sanitario Elettronico e saranno promosse le attività finalizzate alla realizzazione del sistema di interconnessione dei sistemi informativi del SSN. 
Quest’ultimo passaggio consentirà di tracciare il percorso seguito dal paziente attraverso le strutture sanitarie e i diversi livelli assistenziali del territorio nazionale. Si estenderà anche al settore veterinario il sistema informativo per la tracciabilità dei medicinali ad uso umano. 
Altro obiettivo cruciale in questo comparto è il controllo della spesa sanitaria, sulla quale sono in corso colloqui con le Regioni per individuare una soluzione per il pay-back della spesa farmaceutica per il triennio 2013/2015 e per il 2016. 
Contemporaneamente, è stato predisposto un tavolo per il governo della spesa farmaceutica e dei dispositivi medici con le Regioni e le Province autonome insieme ai Ministeri interessati. 
Inoltre, il Governo interverrà a modificare la normativa in materia di dirigenza sanitaria, al fine di rendere effettivi e più vincolanti i requisiti professionali dei dirigenti del SSN. 
Con riferimento ai vaccini, deve essere raggiunto l’obiettivo di tutelare la salute individuale e collettiva, garantendo le necessarie coperture vaccinali. 
A questo riguardo verrà realizzata l’Anagrafe Nazionale dei Vaccini, mentre è stato insediato un tavolo di esperti indipendenti per affrontare la diffidenza e il dissenso vaccinale secondo le indicazioni internazionali dell’OMS e per aggiornare il Piano nazionale di prevenzione vaccinale. 
Il monitoraggio e l’attuazione dei LEA verrà portato avanti sia attraverso il nuovo documento che sostituirà il Patto della Salute16, sia dando attuazione al decreto del 2015 che definisce gli standard qualitativi, strutturali, quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera. 
In questo contesto, deve essere elaborato il Programma Nazionale Esiti (PNE), che mira a rendere omogenei su tutto il territorio nazionale la qualità, i volumi e gli esiti delle cure, coniugando l’efficienza economica con l’accessibilità dei servizi. 
Nella gestione dei LEA rientra anche il Piano Nazionale delle Cronicità, destinato ad assicurare ai quasi 24 milioni di persone che hanno una o più malattie croniche servizi adeguati ed omogenei in tutto il territorio nazionale. 
Il Governo varerà un regolamento per individuare gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza territoriale. 
La forte eterogeneità tra le regioni in materia sanitaria impone una revisione dei criteri di riparto del fabbisogno sanitario nazionale. Nel futuro maggiori risorse dovranno essere destinate a garantire la sostenibilità economica dei LEA attraverso il rifinanziamento del SSN. 
Le risorse verranno anche reperite con risparmi di costi, da conseguire, in primo luogo, attraverso la centralizzazione degli acquisti e l’allargamento della collaborazione tra i soggetti aggregatori (centrali di acquisto regionali) e CONSIP.

UN BANDO EUROPEO PER PREMIARE PROGETTI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE DIGITALI



La Commissione europea vuole mettere in luce i progetti che contribuiscono allo sviluppo delle competenze digitali in Europa. 
I premi saranno presentati da Mariya Gabriel, commissario europeo per l'economia e la società digitale il 6 dicembre 2018. 
I premi rappresentano una grande opportunità per i candidati di presentare i loro progetti, in quanto i vincitori e i quattro classificati di ogni categoria saranno invitati a esporre i loro progetto alla conferenza ICT 2018 a Vienna come premio. 
Gli European Digital Skills Awards 2018, organizzati con il sostegno della  Digital Skills and Jobs Coalition , riconosceranno le iniziative che hanno migliorato le competenze digitali degli europei a scuola, al lavoro, per gli specialisti delle TIC, per le ragazze e le donne e nella società in generale . Siamo particolarmente alla ricerca di storie di successo che possano essere ridimensionate e replicate in altre città, regioni, paesi e settori.
Avere una popolazione e una forza lavoro digitalmente qualificate è fondamentale per stimolare la competitività europea e promuovere una società digitale inclusiva. Oggi il 43% degli europei non ha competenze digitali di base. Ecco perché migliorare la capacità degli europei di utilizzare la tecnologia digitale è una delle priorità del mercato unico digitale e della nuova agenda delle competenze per l'Europa.
I progetti vincitori saranno selezionati nelle seguenti cinque categorie:
  • Competenze digitali per tutti : sviluppare competenze digitali per consentire a tutti i cittadini di essere attivi nella nostra società digitale
  • Competenze digitali per la forza lavoro - sviluppo di competenze digitali per l'economia digitale, ad es. Lavoratori in cerca di riqualificazione e riqualificazione professionale, persone in cerca di lavoro; consulenza e orientamento professionale
  • Competenze digitali per professionisti ICT - sviluppo di competenze digitali di alto livello per professionisti ICT in tutti i settori industriali
  • Competenze digitali nell'istruzione - trasformare l'insegnamento e l'apprendimento delle competenze digitali in una prospettiva di apprendimento permanente, compresa la formazione degli insegnanti
  • Competenze digitali per ragazze e donne : intraprendere azioni per sviluppare competenze digitali per donne e ragazze
Il termine ultimo per la presentazione dei progetti è il 21 ottobre 2018.

mercoledì 26 settembre 2018

LA CORTE COSTITUZIONALE INTERVIENE SU UNA DELLE NORME PIU' DISCUSSE DEL JOB'S ACT

La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l’articolo 3, comma 1, del Decreto legislativo n.23/2015 sul contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, nella parte - non modificata dal successivo Decreto legge n.87/2018, cosiddetto “Decreto dignità” – che determina in modo rigido l’indennità spettante al lavoratore ingiustificatamente licenziato. 
In particolare, la previsione di un’indennità crescente in ragione della sola anzianità di servizio del lavoratore è, secondo la Corte, contraria ai principi di ragionevolezza e di uguaglianza e contrasta con il diritto e la tutela del lavoro sanciti dagli articoli 4 e 35 della Costituzione. 
Tutte le altre questioni relative ai licenziamenti sono state dichiarate inammissibili o infondate. 
La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane.
Pertanto l' indennizzo per i licenziamenti illegittimi sarà a discrezione del giudice caso per caso.

Secondo il Sole24ore che si basa sui dati del del ministero della Giustizia, nel 2017 sono stati avviati in Tribunale 20.580 procedimenti nel settore privato, in diminuzione dell’8% rispetto al 2016. Alla fine dell'anno scorso nel primo grado di giudizio risultavano 17.724 dossier aperti (le cosiddette” pendenze”), rispetto agli oltre 19mila dell’anno precedente.
Soddisfazione della CGIL.



martedì 25 settembre 2018

UNO SPORTELLO DIGITALE ACCESSIBILE IN OGNI PARTE DI EUROPA

Uno sportello unico per tutte le procedure amministrative nell’UE semplificherà il modo in cui interagiamo con le pubbliche amministrazioni
Le procedure burocratiche possono essere molto complicate. Sia se dobbiamo richiedere qualcosa per la nostra vita privata, come un certificato di nascita, sia se lo dobbiamo fare per il nostro lavoro, come fare domanda per un permesso commerciale. 
Ancora di più se dobbiamo farlo da un paese all’altro. 
Il nuovo Sportello unico digitale, approvato in riunione plenaria il 13 settembre 2018, semplificherà le procedure amministrative più usate, rendendole accessibili in tutti gli stati membri.
Accessibile in tutte le lingue dell’UE, con uno spazio sul portale "YOUR EUROPE", lo sportello permetterà di accedere a procedure come: certificati di nascita, rinnovo della carta d’identità, permessi per le imprese, assicurazione malattia, prestiti per studenti e riconoscimento dei titoli di studio.
Queste procedure saranno disponibili anche in un altro paese UE.
Gli stati membri dovranno modernizzare i propri sistemi per assicurarsi che siano accessibili online nella lingua del paese e almeno in un’altra lingua. I servizi online devono essere accessibili ai cittadini disabili. Lo sportello dovrebbe rendere la vita più facile agli utenti anche perché una volta inserito il documento nel sistema, non si dovrà rimandarlo. Potrà essere riutilizzato se necessario per un’altra procedura.
Il sistema online dovrebbe far risparmiare 855,00 ore all’anno ai cittadini e €11 miliardi di euro all’anno alle imprese, come dichiarato dalla Commissaria europea per il mercato interno, Elżbieta Bieńkowska.
Una volta che le nuove regole saranno formalmente approvate dal Consiglio e il regolamento entrerà in vigore, le amministrazioni locali, regionali e nazionali avranno cinque anni per mettersi in regole e offrire tutti i servizi previsti. Si stima che molti servizi saranno disponibili prima della scadenza.

L'AGENZIA EUROPEA PER L'AMBIENTE - EEA - DENUNCIA L'AUMENTO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI ANCHE IN EUROPA

Secondo l'Agenzia europea per l'ambiente (EEA) il cambiamento climatico sta continuando a livello globale e in Europa . 
Le temperature della terra e del mare sono in aumento; i modelli di precipitazioni stanno cambiando, rendendo in genere più umide le regioni umide in Europa, in particolare in inverno, e le regioni secche più asciutte, in particolare in estate; estensione del ghiaccio marino, volume del ghiacciaio e manto nevoso diminuiscono; i livelli del mare stanno aumentando; e gli estremi legati al clima come le ondate di calore, le forti precipitazioni e la siccità stanno aumentando in frequenza e intensità in molte regioni.
Nuovi livelli record di alcune variabili climatiche sono stati stabiliti negli ultimi anni, in particolare la temperatura globale ed europea nel 2014 e nuovamente nel 2015, il livello globale del mare nel 2015 e l'estensione invernale del ghiaccio artico nel 2016. Alcuni cambiamenti climatici sono accelerati negli ultimi decenni, come aumento del livello del mare globale e il declino delle calotte polari.
I cambiamenti climatici globali hanno sostanzialmente aumentato la probabilità di vari eventi meteorologici e climatici estremi recenti in Europa. L'affidabilità di questo risultato è stata rafforzata dai recenti progressi nelle tecniche di attribuzione delle condizioni meteorologiche estreme.
Il cambiamento climatico continuerà per molti decenni a venire. Le migliori proiezioni climatiche forniscono ulteriori prove del fatto che i futuri cambiamenti climatici aumenteranno gli estremi legati al clima (ad esempio ondate di calore, forti precipitazioni, siccità, velocità del vento e ondate di tempesta) in molte regioni europee.

UNA LEZIONE PER AMMINISTRARE LA SANITA' CHE CI VIENE DAL PASSATO


CARDINALE P.M. CORRADINI
Sezze 1658 - Roma 1743
Mentre le Aziende sanitarie locali delle province del Lazio cercano, spesso a fatica, di dare risposte alle aspettative di assistenza sanitaria dei cittadini combattendo con la quota del Fondo sanitario regionale assegnata secondo un criterio di pesatura non condiviso da tutti, ma riuscendo talora anche a chiudere il bilancio in pareggio, andiamo a leggere il  decreto del Commissario ad acta per il Piano di rientro dal disavanzo della sanità del 12 marzo scorso, n. U00074, con il quale si è provveduto all'approvazione dei Bilanci d'Esercizio 2016 delle Aziende Sanitarie Locali ROMA 1, ROMA 2, ROMA 3, ROMA 4, ROMA 5, ROMA 6, VITERBO, RIETI, LATINA, FROSINONE, delle Aziende Ospedaliere SAN CAMILLO FORLANINI, SAN GIOVANNI ADDOLORATA, SANT'ANDREA, degli I.R.C.C.S. Pubblici I.F.O. e I.N.M.I, del Policlinico Universitario Statale UMBERTO I, della Fondazione POLICLINICO TOR VERGATA e dell'Azienda Regionale Emergenza Sanitaria ARES-118.
Dal provvedimento in questione si apprende che non una delle Aziende ospedaliere, dei Policlinici Universitari o degli IRCCS ha chiuso in pareggio, anzi molto spesso il disavanzo rispetto all'anno passato è aumentato.
Lo stesso dicasi anche per l'ARES 118.
Sono riusciti a diminuire il disavanzo, anche se di poco,  solo i DG degli IFO, dello Spallanzani e del Sant'Andrea.
I disavanzi sono spesso anche cospicui ed incidono sul bilancio complessivo della regione riflettendosi in negativo anche sulle aziende sanitarie locali.
Ma ecco qui i conti:
  • SAN CAMILLO FORLANINI       - € 155.718.346,27
  • SAN GIOVANNI ADDOLORATA- €  81.733.165,41
  • SANT'ANDREA                             - €  49.108.816,57
  • IFO                                                  - € 42.739.565,01
  • SPALLANZANI                             - € 19.625.625,07
  • POLICLINICO UMBERTO I         - € 140.257.403,77
  • FONDAZIONE TOR VERGATA   - €  41.793.901,59
  • ARES 118                                        - € 35.056.663,51
E intanto si pensa a trasferire i costi dei Punti di Primo Intervento all'assistenza territoriale per alleggerire quelli dell'assistenza ospedaliera...
Vengono in mente le parole con cui il Cardinale Pier Marcellino Corradini nel suo testamento lasciava una somma cospicua all'Ospitale di Santa Maria e Santo Gallicano in Trastevere  dando disposizione che ai pazienti per cena oltre alla minestra fosse data anche la carne "quando l'entrata lo consenta".
E' racchiusa tutta qui la saggezza dell'amministratore.

lunedì 24 settembre 2018

LA CGIA DI MESTRE PARLA DELL'EVASIONE FISCALE


In questi ultimi 45 anni, segnala l’Ufficio studi della CGIA, i condoni fiscali hanno consentito all’erario di incassare 131,8 miliardi di euro. 
In termini assoluti l’ammontare complessivo “recuperato” è sicuramente importante; tuttavia, lo è molto meno se lo si compara con la dimensione dell’evasione fiscale presente nel Paese che, secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ammonta a circa 110 miliardi di euro all’anno. In altre parole, i condoni sono serviti a fare cassa, ma non a “sanare” l’evasione che continua a sottrarre ingenti risorse allo Stato. 
Quindi, poche illusioni: anche la “pace fiscale” che il Governo Conte vuole introdurre nel 2019 rischia di assicurare un gettito molto inferiore alle attese. 
Dalla CGIA, tuttavia, tengono a precisare  che l’evasione fiscale va contrastata ovunque essa si annidi  è comunque bene ricordare che nel rapporto tra il fisco e il contribuente la parte maggiormente lesa non è il primo, bensì il secondo. Se, infatti, teniamo conto degli effetti economici riconducibili al cattivo funzionamento della macchina pubblica, i danni subiti dai cittadini e dalle imprese sono nettamente superiori a quelli arrecati allo Stato dagli evasori attraverso il mancato pagamento di tasse e contributi”. 
L’Ufficio studi della CGIA  ricorda che: 
  • i debiti della nostra Pubblica amministrazione nei confronti dei propri fornitori ammontano, secondo le ultime stime della Banca d’Italia, a 57 miliardi di euro; 
  • da alcune analisi condotte dall’Ufficio studi della Confcommercio, il deficit infrastrutturale costa all’economia del nostro Paese 42 miliardi di euro all’anno; 
  • secondo i calcoli del Dipartimento della Funzione Pubblica - Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’eccesso di burocrazia che caratterizza la Pubblica amministrazione italiana pesa per 31 miliardi di euro all’anno sul sistema delle nostre Pmi; 
  • i ritardi della giustizia, in particolar modo di quella civile, producono, secondo la Banca d’Italia, un costo pari a un punto di Pil all’anno (circa 16 miliardi di euro);

MA COSA C'E' NEL C.D. DISEGNO DI LEGGE CONCRETEZZA CHE TANTO SPAVENTA I DIPENDENTI PUBBLICI ?

PALAZZO VIDONI - SEDE DEL MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Negli uffici pubblici si sente un gran parlare di questo disegno di legge predisposto dal ministro Bongiorno sulla concretezza.
Dalla relazione di acompagnamento si apprende che il disegno di legge, recante “Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo”, si compone di sei articoli di contenuto eterogeneo, accomunati dall’obiettivo di individuare soluzioni concrete per garantire l’efficienza delle pubbliche amministrazioni, il miglioramento immediato dell’organizzazione amministrativa e l’incremento della qualità dei servizi erogati dalle stesse.
Il processo di modernizzazione della pubblica amministrazione e di incremento della perfomance (in termini di produttività, così come di miglioramento dei rapporti con l’utenza) esige, in primo luogo, che ciascuna amministrazione non solo sia a conoscenza di tutte le disposizioni di legge e regolamentari che disciplinano la propria attività, ma anche che dette disposizioni siano correttamente interpretate e applicate.
A tale fine viene prevista l’istituzione, presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, del “Nucleo delle azioni concrete di miglioramento dell’efficienza amministrativa” (Nucleo della Concretezza), con il compito di procedere alla rilevazione, anche mediante l’effettuazione di appositi sopralluoghi, dello stato e delle modalità di attuazione delle disposizioni in materia di organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni, nonché all’individuazione delle eventuali azioni correttive.
In questa prospettiva, l’attività del Nucleo della Concretezza si differenzia da quella attribuita all’Ispettorato per la funzione pubblica dall’articolo 60, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
Infatti, l’attività dell’Ispettorato, anche in considerazione della partecipazione del personale della Guardia di Finanza, si traduce nell’effettuazione di controlli sulla conformità dell’azione amministrativa ai principi di imparzialità e buon andamento, sull’efficacia dell’attività con particolare riferimento alle riforme volte alla semplificazione delle procedure, sul corretto conferimento degli incarichi, sull’esercizio dei poteri disciplinari e sull’osservanza delle disposizioni vigenti in materia di controllo dei costi.
In altri termini, l’Ispettorato rileva l’esistenza di una violazione o di un’irregolarità, senza individuare il rimedio.
Il Nucleo della Concretezza fungerà, invece, da supporto alle pubbliche amministrazioni sia nella fase dell’individuazione della modalità attraverso cui le singole disposizioni devono essere attuate, sia nell’elaborazione e nella realizzazione delle eventuali misure correttive, laddove esso intervenga in una fase successiva.
La necessità di orientare sia le scelte di ciascuna amministrazione, sia le proposte del Nucleo della Concretezza viene soddisfatta attraverso:
a) l’approvazione, con cadenza annuale, di un “Piano triennale delle azioni concrete per l’efficienza delle pubbliche amministrazioni”, recante l’elencazione delle azioni che consentono di verificare la corretta applicazione delle disposizioni in materia di organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni, nonché di quelle dirette ad incrementare l’efficienza della P.A.;
b) la previsione che la mancata attuazione delle misure correttive proposte dal Nucleo della Concretezza costituisca causa di responsabilità dirigenziale e disciplinare;
c) la creazione di un elenco delle pubbliche amministrazioni risultate inadempienti alle indicazioni fornite dal Nucleo della Concretezza;
d) l’elaborazione di un rapporto annuale, recante la descrizione degli esiti dei sopralluoghi e delle visite con evidenziazione dei casi di mancato adeguamento, inviato al Ministro della pubblica amministrazione, al Ministro dell’interno e alla Corte dei conti.
L’efficienza della pubblica amministrazione ed il miglioramento dei servizi esigono, in secondo luogo, l’eliminazione o comunque la drastica riduzione delle false attestazioni di presenza in servizio.
È fuor di dubbio che qualunque soluzione diretta all’ottimizzazione della perfomance delle pubbliche amministrazioni non può prescindere dalla considerazione delle risorse umane assegnate e dalla loro effettiva presenza nel luogo di lavoro.
A ciò aggiungasi che l’assenteismo incrina il rapporto di fiducia che deve sussistere con il cittadino, diffondendo discredito nei confronti di tutti i dipendenti pubblici, a danno di coloro che doverosamente svolgono le proprie mansioni.
Recentemente, sono emersi ulteriori episodi che hanno evidenziato la gravità e la diffusione del fenomeno, dimostrando l’insufficienza e l’inidoneità delle modalità tradizionali di rilevazione delle presenze (c.d. fogli firme o badge).
Con il presente disegno di legge, sulla base dei positivi risultati ottenuti in via sperimentale da alcune amministrazioni, viene prevista l’applicazione generalizzata dei sistemi di rilevazione delle presenze in servizio basati sulla registrazione dei dati biometrici e sull’installazione di apparati di videosorveglianza.
Inoltre, nell’ottica dell’incremento dell’efficienza delle pubbliche amministrazioni e della riduzione dei tempi di accesso al pubblico impiego, viene previsto:
a) l’adeguamento, anche in considerazione dei processi di stabilizzazione medio tempore attuati, della dotazione dei fondi destinati al finanziamento del trattamento economico accessorio del personale pubblico contrattualizzato;
b) la possibilità per le Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici ivi compresi quelli di cui all’articolo70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, di procedere, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 100 per cento di quella relativa al personale di ruolo cessato nell’anno precedente;
c) l’obbligo per le Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici ivi compresi quelli di cui all’articolo70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, di procedere all’elaborazione del piano dei fabbisogni di cui agli articoli 6 e 6-ter del decreto legislativo n. 165 del 2001 tenendo conto dell’esigenza di assicurare l’effettivo ricambio generazionale e la migliore organizzazione del lavoro, nonché, in via prioritaria, di reclutare figure professionali con elevate competenze in materia di digitalizzazione, di razionalizzazione e semplificazione dei processi e dei procedimenti amministrativi, di qualità dei servizi pubblici, di gestione dei fondi strutturali e della capacità di investimento, di contrattualistica pubblica, di controllo di gestione e attività ispettiva;
d) la possibilità per le Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici ivi compresi quelli di cui all’articolo 70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, di procedere, nel triennio 2019 – 2021, all’effettuazione di assunzioni, in deroga alle previsioni di cui agli articoli 30 e 35, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e secondo procedure semplificate.
Mediante il presente disegno di legge si provvede, altresì, al superamento del problema dei buoni pasto erogati dalle pubbliche amministrazioni ai propri dipendenti e non più utilizzabili, in ragione delle risoluzioni della convenzione per la fornitura del servizio sostitutivo di mensa mediante buoni pasto – edizione 7 e della Convenzione BPE 1, stipulata da Consip S.p.A. ai sensi dell’art. 26, legge 23 dicembre 1999, n. 488, e dell’articolo 58, legge 23 dicembre 2000 n. 388, e delle conseguenziali iniziative poste in essere dalle singole amministrazioni aderenti.
Infatti, è fuor di dubbio che i buoni pasto rappresentino una componente rilevante della retribuzione del personale dipendente e che la loro mancata accettazione da parte dei commercianti abbia determinato un aggravio degli oneri derivanti dalla necessità di soddisfare i bisogni elementari della vita.

LE ACQUE POTABILI. PROFILI GIURIDICI ED IGIENICO-AMBIENTALI.


Sull'ultimo numero della rivista online "Diritto e giurisprudenza agraria alimentare e dell'ambiente" è stato pubblicato un interessantissimo articolo di Nicola Enrichens dedicato a "Le acque potabili: profili giuridici ed igienico ambientali"
La questione delle acque, in Italia, costituisce un tema centrale, non tanto e, soprattutto, non ancora, per ragioni di scarsità che, malauguratamente, stanno colpendo circa 800 milioni di persone che vivono in regioni sotto-soglia di povertà e non conoscono la possibilità di lavarsi adeguatamente, di bere ad un rubinetto o ad una fonte, di cucinare determinate pietanze, quanto, piuttosto, per motivi riconducibili alla carenza di infrastrutture appropriate, al poco dialogo tra gli operatori del settore e, infine, per ragioni legate ai mutamenti climatici ed alla globalizzazione: da tempo, anche l’Unione europea ha intrapreso complesse azioni per la tutela dell’acqua.
L'articolo lo trovate qui....
Enrichens-Acque-potabili

LE TENDENZE DI MEDIO-LUNGO PERIODO DEL SISTEMA PENSIONISTICO E SOCIO-SANITARIO - LE PREVISIONI DELLA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO AGGIORNATE AL 2018

La Ragioneria Generale dello Stato (RGS) come tutti gli anni ha redatto il rapporto nel quale si illustrano le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario.
Il Rapporto n. 19 illustra le previsioni di medio-lungo periodo elaborate a seguito della diffusione delle aggiornate previsioni demografiche Istat, avvenuta a inizio maggio 2018, le quali costituiscono parte integrante dello scenario nazionale base.
I principali contenuti del Rapporto sono:

  • le previsioni di medio-lungo periodo della spesa pubblica per pensioni, sanità e Long Term Care (LTC) in rapporto al PIL, elaborate in funzione di scenari definiti in ambito nazionale (scenario nazionale base) ed europeo (scenario EPC-WGA baseline);
  • un’illustrazione degli scenari di medio-lungo periodo definiti in ambito nazionale (previsioni demografiche Istat, con base 2017) ed europeo;
  • una descrizione delle procedure di aggiornamento, con particolare riguardo alla revisione delle stime di crescita di breve periodo ed il raccordo con le ipotesi demografiche e macroeconomiche sottostanti gli scenari di previsione definiti in ambito nazionale ed europeo;
  • una descrizione dei requisiti di accesso al sistema pensionistico, aggiornati in relazione alle nuove previsioni demografiche Istat, con base 2017;
  • una valutazione degli effetti finanziari del complessivo ciclo di riforme adottate dal 2004;
  • un’analisi comparata delle previsioni della spesa pensionistica, sanitaria e per LTC elaborate per i paesi dell’UE nell’ambito del round di previsioni EPC-WGA 2018;
  • una descrizione degli automatismi del sistema pensionistico pubblico rispetto alle dinamiche della sopravvivenza media;
  • una valutazione degli effetti finanziari della revisione dei coefficienti di trasformazione e dell’adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento rispetto alla speranza di vita;
  • un’analisi degli effetti distributivi del sistema pensionistico pubblico;
  • un’analisi dei tassi di sostituzione lordi e netti della previdenza obbligatoria e complementare;
  • le previsioni della spesa pubblica per sanità e per LTC effettuate secondo le metodologie del pure ageing e del reference scenario;
  • un’illustrazione dell’attività inerente alla classificazione della spesa sanitaria secondo i criteri del System of Health Accounts (SHA), con riferimento alla componente sanitaria per LTC;
  • un’ampia analisi di sensitività, volta a misurare l’impatto di ipotesi alternative circa le variabili dello scenario demografico e macroeconomico;
  • una descrizione dello stato di avanzamento dell’indagine sugli interventi socio-assistenziali dei comuni e la prospettazione di alcuni risultati;
  • le previsioni della complessiva spesa per prestazioni sociali in denaro e della spesa sanitaria di breve periodo contenute nel DEF 2018 (Sezione II - Analisi e tendenze della finanza pubblica e Sezione I - Aggiornamento del Programma di Stabilità 2018);
  • le previsioni della spesa age-related elaborate per la Sezione I del DEF 2018 - Aggiornamento del Programma di Stabilità 2018 (scenario EPC-WGA) ai fini dell’analisi della sostenibilità delle finanze pubbliche come previsto dal Codice di Condotta;
  • una descrizione del quadro normativo relativo alle prestazioni oggetto di previsione e alle altre prestazioni sociali in denaro
Chi volesse approfondire trova qui RGS RAPPORTO 19

COSA FACCIAMO PER LA LONG TERM CARE ?

Nel 2013, dall’incontro tra Essity e il gruppo di ricerca sui servizi sociali e sociosanitari del CERGAS SDA Bocconi, è nata l’idea di costruire un contenitore di evidenze, interpretazioni e idee per il futuro, all’interno del quale i principali operatori del settore sociosanitario e sociale per la Long Term Care (LTC) potessero confrontarsi, fare benchmarking e discutere di innovazioni e proposte per far progredire il settore. 
Il risultato di questo lavoro è stato ora pubblicato da EGEA.
Dopo una attenta disamina della situazione da cui emerge una sostanziale scarsa attenzione al problema gli autori hanno tentato una sintesi.
Le conclusioni non sono molto confortanti, il quadro che emerge evidenzia un fenomeno in crescita, a fronte del quale emergono risposte frammentate e decisamente sottodimensionate rispetto alla portata dei problemi, e una prospettiva di cambiamento chiara, che può essere riassunta in alcuni punti: 
Le sfide per i provider e per i policy makers:
• Riconoscere che i modelli di intervento tradizionali di tipo prestazionale non solo non sono desiderabili, ma non possono rappresentare una linea percorribile di fronte all’espansione del fabbisogno; 
• Sviluppare nuovi modelli di servizio in grado di attivare e coordinare le risorse messe in campo dai diversi soggetti; 
• Cogliere le opportunità di qualificazione dell’offerta e di contenimento dei costi offerte dalle nuove tecnologie, non tanto per quanto disponibile oggi ma per quanto potrà essere sviluppato nell’evolvere della trasformazione tecnologica appena avviata; 
• Facilitare lo sviluppo delle condizioni che consentano lo sviluppo di nuovi modelli di intervento, spostando l’asse delle policy dal governo degli interventi finanziati alla strategia di governo del problema non autosufficienza; 
• Individuare un soggetto istituzionale che si faccia carico di organizzare una risposta al problema, superando l’attuale modello che prevede la presenza di diversi soggetti, ognuno responsabile di alcuni interventi, nessuno in grado di proporre una lettura integrata del problema e, su quelle basi, una strategia di risposta.
Chi volesse approfondire rova il rapporto qui:

domenica 23 settembre 2018

LA 68A SESSIONE DEL COMITATO REGIONALE PER L'EUROPA DELL'OMS-WHO

Si è tenuta a roma dal 17 al 20 settembre la 68a sessione del Comitato Regionale per l'Europa dell'OMS.
Hanno partecipato Ministri della salute e rappresentanti ad alto livello dei 53 Stati membri della Regione Europea dell'OMS, nonché organizzazioni partner e società civile.
L’evento ha rappresentato l’occasione per illustrare i nuovi dati sulla salute dei cittadini europei e per ribadire l’importanza dell’attuazione di politiche preventive mirate in modo particolare alla corretta e sana alimentazione, alla promozione dell’attività fisica e alle coperture vaccinali, rafforzando la lotta al tabagismo e all’eccessiva assunzione di alcol.
Il Ministro on. Giulia Grillo ha portato i saluti del Ministero della salute nel corso della sessione inaugurale dei lavori, delineando l’impegno dell’Italia ad affrontare, in collaborazione con l’OMS e gli altri Paesi della Regione, le principali sfide di sanità pubblica in una prospettiva regionale e globale. Alla cerimonia erano presenti il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, della Principessa Mary di Danimarca, del direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, del direttore dell'Oms Europa Zsuzsanna Jakab e delle delegazioni dei 53 Stati Membri della Regione Europea dell’OMS.
Ai lavori hanno preso parte i massimi vertici dell’OMS e di altre agenzie delle Nazioni Unite (tra le quali FAO, UNHCR, WFP, UNEP, UNICEF, UNAIDS), i delegati UE e OCSE, i rappresentanti accademici internazionali e le fondazioni e organizzazioni non governative.
Il Sottosegretario di Stato, Prof. Armando Bartolazzi, ha presieduto i lavori per l’intera durata dell’evento e ha più volte sottolineato l’impegno del nostro Paese ad essere soggetto attivo, a fianco dell’OMS, nell’attuazione di politiche sanitarie rivolte alla riduzione delle disuguaglianze e alla garanzia di accesso universale alle cure. A tale riguardo, il Sottosegretario ha evidenziato l’importanza crescente della prevenzione come strumento di sostenibilità dei sistemi sanitari in particolare attraverso la promozione dei corretti stili di vita e delle coperture vaccinali della popolazione e la necessità di attuare politiche orientate ad una maggiore attenzione alla salute maschile e al contenimento del ricorso al contributo dei cittadini alla spesa sanitaria, tutelando le fasce più vulnerabili della popolazione.
Nel suo intervento, il Segretario generale del Ministero della salute dott. Giuseppe Ruocco, in rappresentanza della delegazione italiana, ha sottolineato lo sforzo fatto dalla Regione europea dell’OMS sotto la guida della dott.ssa Jakab, di definire strategie ed azioni più mirate per supportare concretamente il lavoro dei decisori politici sia a livello nazionale che locale, nel quadro della strategia regionale Health 2020 e dell’Agenda 2030 e degli obiettivi previsti nell’ambito dei SDGs (Sustainable Development Goals), nonché del 13°Programma generale di lavoro globale OMS.
A latere dei lavori del Comitato Regionale, l’Italia ha organizzato tre eventi satellite:
  • Riunione dell’European Salt Action Network svoltasi nei giorni 12 e 13 settembre finalizzata a discutere le politiche relative alla riduzione del sale nell’alimentazione;
  • Technical briefing sull’impatto dei sistemi sanitari sulla sostenibilità globale finalizzato a fare il punto sulla situazione attuale e sulle prospettive future, svoltosi il 19 settembre;
  • Riunione dello Steering Group della Global Health Security Agenda, iniziativa internazionale dedicata alla preparazione e risposta alle emergenze di origine infettiva nel quadro del Regolamento Sanitario Internazionale che si svolgerà il 21 settembre;
Il prossimo Comitato regionale OMS si terrà a Copenhagen nel settembre 2019.

ALTRI TAGLI ALLA SANITA' ? COMINCIAMO PERO' DALL'AMMINISTRAZIONE CENTRALE....

Sulla stampa quotidiana molti danno risalto alle dichiarazioni del solito Salvini, si presume in qualità di responsabile della Lega e non in quanto Ministro dell'Interno, il quale annuncia anche tagli (non meglio precisati) nella sanità.
Personalmente penso che i cittadini abbiano già dato (e molto) specialmente quel 75,5% dei nuclei familiari che è dovuto ricorrere al pagamento diretto (OUT OF POCKET) delle spese sanitarie, raggiungendo un livello del 25% di spesa del totale.
Un aumento del 2,4% della spesa effettiva pro-capite che ha raggiunto il valore di € 596,70 ed un valore totale di 36,2 miliardi.
Vogliamo applicare i costi standard ? Sarebbe ora.
Ma forse sarebbe anche necessario applicare un poco si spending review al Ministero della salute e a tutti gli enti e agenzie specialmente per quanto riguarda i canoni delle locazioni passive, la spesa del personale, consulenze, ecc.
Vediamo un poco quanto ci costano:
Ministero della salute: 2.441.111.210,00
Istituto Superiore di sanità: 359.468.321,35
Agenzia Italiana per il farmaco: € 90.154.000,00 
Agenzia per i servizi sanitari nazionali: 2.051.016,00
Poi sarebbe ora di rivedere anche i criteri per ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale e la pesatura dei cittadini....  

venerdì 21 settembre 2018

CRITICHE DAL SINDACATO MEDICI DELLA CIMO ALLA PROPOSTA DI DARE MAGGIORE AUTONOMIA ALLE REGIONI IN SANITA'

Dura risposta della CIMO Sindacato dei medici alla proposta del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Stefani di dare alle Regioni maggiore autonomia sulle materie di competenza, inclusa la sanità, che rischia di sottoscrivere a breve il certificato di morte per eutanasia del Sistema Sanitario Nazionale italiano.
La CIMO  ha voluto sottolineare come un provvedimento che porti le Regioni alla totale autonomia sanitaria non solo sancirebbe livelli di cura diversi tra i territori – già fortemente sbilanciati – ma annullerebbe definitivamente i principi di uniformità e universalità delle cure, frantumerebbe i livelli di assistenza e impedirebbe le azioni di solidarietà. 
È evidente inoltre che tale scelta aprirebbe la strada a formule di contratti regionali per i medici che, anche alla luce delle attuali incertezze sulle risorse da destinare nei bilanci regionali ai rinnovi contrattuali, potrebbero nel futuro creare forti diseguaglianze nei contratti stessi.
Ipotesi di questo genere, tese alla eccessiva autonomia, metterebbero in discussione anche il valore e l’esistenza stessa di un Ministero della Salute. 
La CIMO chiede esattamente il contrario ovvero di passare ad una governance in cui tutto il personale della sanità abbia rapporti contrattuali direttamente con il Ministero della Salute e le Regioni attraverso un’agenzia unica e di giungere al riconoscimento delle specificità della professione medica.
La CIMO ritiene necessario un dibattito esplicito per riportare nei giusti binari della ragionevolezza e dell’equilibrio le proposte di cambiamento annunciate dal Governo, che appaiono allo stato attuale fuori controllo e dannose.

ANCORA SULL'AFFIDAMENTO DI INCARICHI A PROFESSIONISTI SUBORDINATI ALLA CONCESSIONE DI UN FINANZIAMENTO PUBBLICO

Nonostante quanto stabilito dal Codice dei contratti seguitiamo a leggere deliberazioni di qualche amministrazione che ancora conferiscono incarichi di progettazione il pagamento del cui corrispettivo è condizionato dal finanziamento dell'opera.
In effetti sia la magistratura ordinaria che quella amministrativa si è dovuta occupare più volte di questo tema.
In particolare la CASSAZIONE CIVILE SEZ. I, N. 6123/2014 ebbe a ritenere che:
L'incidenza della clausola con cui il pagamento del compenso dovuto al professionista sia stato subordinato all'erogazione del finanziamento da parte delle competenti amministrazioni costituì invece oggetto di specifica valutazione da parte della sentenza 28 luglio 2004, n. 14198, con cui la Corte enunciò il principio secondo cui l'apposizione della predetta condizione rende valido il contratto di prestazione d'opera professionale stipulato dall'ente territoriale, anche in assenza della previsione dell'impegno di spesa, sottraendolo all'applicazione della norma in esame, in quanto si tratta, per sua definizione, di un contratto la cui efficacia è condizionata all'erogazione del finanziamento. Tale orientamento fu oggetto di rimeditazione da parte della Corte nella successiva sentenza 1° febbraio 2005, n. 1985, la quale, pur confermando sul piano strettamente civilistico la validità della clausola convenzionale che subordini al finanziamento dell'opera il pagamento del compenso dovuto al professionista, osservò che essa, rendendo ad origine indeterminato il contenuto dell'obbligazione assunta dall'ente ed impedendo che l'acquisizione del servizio avvenga sulla base di un impegno contabile registrato sul competente capitolo del bilancio di previsione, produce effetti non conformi alla ratio ispiratrice delle disposizioni dettate dall'art. 23, che, in quanto volte a garantire la correttezza della gestione amministrativa, il contenimento della spesa pubblica e l'equilibrio economico-finanziario degli enti locali, non possono subire deroghe per effetto dell'apposizione della predetta condizione. La specificità dei rilievi sollevati dalla predetta sentenza nei confronti del precedente orientamento non ha peraltro impedito la riemersione dello stesso, avvenuta con la sentenza 22 aprile 2010, n. 9642, la quale vi ha dato seguito, affermando anzi che, lungi dal porsi in contrasto con l'art. 23, la clausola contrattuale con cui il sorgere del diritto del professionista al pagamento del compenso dovuto per la progettazione di un'opera pubblica viene condizionato all'ottenimento del finanziamento per l'opera progettata deve ritenersi imposta dal comma secondo di tale disposizione, il quale commina la nullità di qualsiasi deliberazione e conseguente convenzione diretta ad acquisire servizi in favore di comuni, province e comunità montane in difetto di previo impegno di spesa, disponendo che, in tal caso, il rapporto obbligatorio intercorre tra il privato fornitore del servizio ed il funzionario che abbia stipulato l'accordo. 
Il Comune, al fine di corrispondere il dovuto per la prestazione professionale inerente all'attività prestata deve adottare, preventivamente, un formale provvedimento amministrativo di conferimento dell'incarico che contenga il relativo impegno di spesa, con il quale il responsabile del competente servizio dà copertura finanziaria; vi sia la registrazione dell'impegno di spesa sul competente bilancio di previsione e sia stato sottoscritto il necessario contratto d'opera professionale.
La Corte di Cassazione, Sez. I, con la sentenza n. 10326/2016, ha poi stabilito che, se un’opera pubblica non riceve il finanziamento previsto per poter essere realizzata, non è dovuto il compenso ai professionisti che l’hanno progettata, se la clausola contrattuale di copertura finanziaria subordina il pagamento all’ottenimento del finanziamento per la realizzazione dell’opera.
A sua volta il Consiglio dell'ANAC con  Deliberazione n. 16 del 21/03/2006 ha affermato che la subordinazione del compenso professionale al finanziamento dell’opera è in contrasto con l’art. 17, comma 12 bis, della legge 11 febbraio 1994, n. 109 e s.m. Quanto all’ipotesi di un rimborso forfetario si rileva, secondo quanto evidenziato dall’Autorità nella Determinazione n. 18/01, come la legge n. 415/98, modificando la legge n. 109/94 e riconfermando il principio di inderogabilità dei minimi, ha introdotto la sanzione di nullità di ogni patto contrario.Per definire la procedura per il conferimento dell’incarico è necessario prevedere nella stima tutti i servizi che si intendono affidare all’esterno, anche quelli correlati, come ad esempio l’elaborazione della relazione geologica, la direzione dei lavori e la prestazione del coordinatore della sicurezza.

UNA PUNIZIONE D'ANNATA CONTRO LE FAKE NEWS

Da Facebook alla stampa, oramai è un rincorrersi di notizie e spesso non è facile distinguere tra quelle vere e quelle false, tanto che talora abboccano anche testate di livelli nazionale. 
Il problema evidentemente non è nuovo anche se grazie ai moderni sistemi di comunicazioni ha raggiunto una velocità mai conosciuta prima d'ora.
Certamente sarebbe il caso di trovare una soluzione, ma la più elementare è quella di tornare ad utilizzare un linguaggio corretto, a non offendere e, naturalmente a non pubblicare notizie false di qualunque genere.
Un editto in proposito da parte dei governanti incaricati di queste cose potrebbe aiutare anche prevedendo sanzioni adeguate nei confronti di coloro che fossero sorpresi a diffondere voci di prossime cadute del Governo, d'invasioni da parte di altri stati, di nuove imposte, di innalzamento delle aliquote, ecc.
L'esempio ci viene dall'Amministrazione Dipartimentale del Trasimeno dipendente dal primo Impero Francese che aveva come capoluogo Spoleto 1798....
 La pena per i trasgressori poteva arrivare a quattro mesi di pubblici lavori.

OGGI E' LA GIORNATA MONDIALE DELL'ALZHEIMER

Oggi è la 34esima giornata mondiale dell' alzheimer. 
La Federazione Alzheimer Italia, rappresentante per il nostro paese di adi - alzheimer's disease international, ha presentato  il rapporto 2018 intitolato 'Lo stato dell'arte della ricerca sulla demenza". Una panoramica della situazione attuale della ricerca nel campo delle demenze, che indaga quali siano le effettive azioni intraprese, le speranze, gli ostacoli. Il rapporto, in sintesi, evidenzia che:
- Ogni 3 secondi nel mondo una persona sviluppa una forma di demenza. A livello globale la demenza colpisce 47 milioni di persone. In italia si stimano 1.241.000 Casi.
- La demenza è la settima causa di morte in tutto il mondo e non esiste ancora una cura.
- Molti paesi non sono ancora dotati di strumenti diagnostici adeguati, di facile accesso agli studi clinici, di medici e ricercatori specializzati. Come già rivelava il rapporto mondiale alzheimer 2016, la maggior parte delle persone con demenza nel mondo deve ancora ricevere una diagnosi, oltre a un'assistenza sanitaria completa e continua.
Adi sostiene che la demenza sia una delle crisi globali a livello sanitario e sociale più significative del xxi secolo e per questo l'1% del costo sociale della demenza dovrebbe essere destinato al finanziamento della ricerca sulla demenza stessa.
Il rapporto esamina nuovi e interessanti lavori nel campo delle demenze, nuove frontiere nella ricerca e sottolinea la nostra richiesta fondamentale di aumentare i fondi per la ricerca. 
Senza investimenti significativi nella ricerca, infatti, non siamo in grado di superare nuove frontiere. 
Servono anche strutture adeguate a mantenere le persone nella loro comunità in modo che parenti e amici possano andarli a trovare di frequente per non isolarli peggiorando co

giovedì 20 settembre 2018

LE PERIFERIE TRADITE RIMANGONO ALLO SBANDO

Il governo ha deciso di bloccare per due anni più di un miliardo e mezzo di euro destinati a progetti di riqualificazione delle periferie, un fondo che era stato approvato dai governi precedenti. L’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) ha criticato duramente la decisione definendola un «furto» e decine di sindaci, compresi alcuni appartenenti alla Lega, hanno protestato.
La decisione di sospendere il fondo è stata presa lunedì 6 agosto quando il Senato, con il parere favorevole del governo, ha approvato all’unanimità un emendamento al cosiddetto “decreto milleproroghe”.
Dopo le ripetute assicurazioni da parte dei più alti esponenti del Governo italiano circa il recupero di fondi per le periferie alla fine c'è stata una chiusura totale.
Il presidente dell'ANCI ha abbandonato la Conferenza unificata affermando che "L'Anci riprenderà le relazioni istituzionali con il governo quando ci sara' l'impegno del Presidente del consiglio e quando ritroveremo in un decreto le risorse che sono state tolte ai comuni".  
Il sottosegretario all''Economia Massimo Garavaglia commentando la protesta di Anci sui fondi del bando periferie ha detto che "Tecnicamente oggi non si poteva fare niente... La volontà e l'impegno di trovare una soluzione nei termini di legge e di procedura c'è sempre" 
Il problema delle periferie delle città metropolitane e dei capoluoghi di provincia è noto e investe direttamente la questione della sicurezza delle città, compito molto sentito da tutti i Sindaci.
E' auspicabile che quanto prima il Governo affronti la questione. 

L'ITALIA CONQUISTA IL QUARTO POSTO AL MONDO PER IL GRADO DI EFFICIENZA DEL SSN E OTTIENE IL RICONOSCIMENTO DI PAESE PIU' SANO DEL MONDO

Pubblicata la nuova Bloomberg Health Care Efficiency con la graduatoria dei Paesi con il sistema sanitario più efficiente. 
È stato creato un indice di efficienza sanitaria per classificare coloro che hanno una vita media di almeno 70 anni, un PIL pro-capite superiore a $ 5,000 e una popolazione minima di 5 milioni.
Il sistema sanitario statunitense è considerato tra i meno efficienti al mondo, prima e durante il primo anno di Obamacare.
Rispetto ai residenti della Repubblica Ceca - che avevano un'aspettativa di vita media quasi in parità con gli Stati Uniti - gli americani hanno speso più del doppio dell'assistenza sanitaria rispetto al PIL, il 16,8% contro il 7,3%. 
Secondo le stime dell'istituto Altarum, negli Stati Uniti si stima che la spesa sanitaria aumenti fino al 18% del PIL negli Stati Uniti.
L'ultima lettura dell'indice Bloomberg riflette il secondo anno intero di "Obamacare", il nome abbreviato della US Affordable Care Act, che ha ampliato l'accesso all'assicurazione sanitaria e ha fornito sussidi di pagamento a partire dal 1 ° gennaio 2014. L'ultimo stato di salute il calibro ha utilizzato i dati del 2015, poiché è il più recente per la maggior parte delle economie dell'Organizzazione mondiale della sanità.
Questo ritardo mette anche i riflettori sul Regno Unito, che è uscito dalla top 10 europea nella classifica della salute sulla base dei dati del 2015. La nazione ha votato a favore della Brexit l'anno successivo, con i costi e l'efficienza del servizio sanitario nazionale, una questione chiave per gli elettori britannici.
L'efficienza del sistema sanitario spagnolo si è classificata al terzo posto rispetto a Hong Kong e Singapore, seguita da quella dell'Italia, che è risalita di due punti rispetto all'anno precedente. 
L'Italia si è classificata anche come il paese più sano del mondo in un indicatore separato di Bloomberg.
La Thailandia è salita di 14 posizioni al numero 27, il maggiore miglioramento annuale, dato che la spesa pro capite è diminuita del 40% a soli $ 219, mentre l'aspettativa di vita è salita a 75,1 anni. 
L' industria del turismo medico  è tra i settori in più rapida crescita della Thailandia.
Il Cile, il più alto in classifica dall'America Latina lo scorso anno, ha totalizzato 23 posizioni, tra i primi 10 e 31, ben oltre il Messico e il Costa Rica. Il governo cileno ha speso 28 punti base in più sulla spesa sanitaria rispetto al PIL annuale, mentre la longevità dei suoi cittadini è diminuita di oltre due anni.
Israele e gli Emirati Arabi Uniti si sono classificati tra i più alti tra le economie del Medio Oriente, rimanendo entrambi tra i primi 10 del sondaggio dello scorso anno.
Costa Rica, Irlanda, Libano e Nuova Zelanda sono stati aggiunti all'indice finale quest'anno, dopo aver raggiunto la soglia della popolazione - tutti ora classificati tra i primi 25.
Le classifiche possono cambiare sostanzialmente anno dopo anno a causa di recessione, fluttuazioni valutarie e modelli di spesa volatile in relazione al lento ritmo di miglioramento dell'aspettativa di vita.