lunedì 30 settembre 2019

LE REGIONI E LE AZIENDE DEVONO RISPETTARE I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA


A proposito del DCA U00303/2019 e della deliberazione dell'azienda unità sanitaria locale Latina i data 12 settembre 2019, n. 849 che nell'allegato prevede l'attivazione da 1° gennaio 2020 presso le sedi delle istituende case della salute apposite strutture territoriali afferenti al Dipartimento di assistenza primaria ed incardinate su base territoriale alla UOC Assistenza medica e specialistica di tale dipartimento deputate principalmente alla gestione delle urgenze territoriale occorre una puntualizzazione.
Al riguardo desidero ricordare che il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 12 gennaio 2017 recante la "Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502" all' Art. 7."Emergenza sanitaria territoriale" stabilisce che  il Servizio sanitario nazionale garantisce, in situazioni di emergenza urgenza in ambito territoriale extraospedaliero, interventi sanitari tempestivi e finalizzati alla stabilizzazione del paziente, assicurando il trasporto in condizioni di sicurezza al presidio ospedaliero più appropriato.
Il coordinamento e la gestione dell’attività di emergenza territoriale sono effettuati dalle Centrali operative 118, nell’arco delle 24 ore.
In particolare, devono essere garantiti:
a) gli interventi sanitari mediante mezzi di soccorso di base e avanzato, terrestri e aerei, con personale sanitario adeguatamente formato,
b) i trasporti sanitari secondari assistiti e non assistiti,
c) le attività assistenziali e organizzative in occasione di maxiemergenze, eventi a rischio nucleare, biologico,
chimico e radiologico (NBCR), 
d) le attività assistenziali in occasione di eventi e manifestazioni programmati, con le modalità fi ssate dalle
regioni e province autonome.
L’attività di emergenza sanitaria territoriale deve essere svolta in modo integrato con le attività di emergenza intraospedaliera assicurate nei PS/DEA e con le attività effettuate nell’ambito dell’Assistenza sanitaria di base e Continuità assistenziale.
Sotto l'aspetto della gerarchia delle norme un DPCM è superiore ad un decreto ministeriale pertanto le disposizioni contenute nel predetto decreto di fatto annullano quelle contenute nel DM 70 in contrasto con esso con particolare riguardo a quelle relative al sistema di emergenza urgenza territoriale impropriamente falcidiato dal citato decreto ministeriale che peraltro avrebbe dovuto occuparsi solo degli standard ospedalieri e non di quelli territoriali e quindi neppure del sistema di emergenza sanitaria territoriale.
Pertanto il DCA U00303/2019 della regione Lazio nel prevedere al punto 7.1.3 la trasformazione dei punti di primo intervento in "Punti di erogazione di assistenza primaria" di fatto dequalifica il servizio di emergenza sanitaria territoriale in violazione del più volte citato DPCM 12 gennaio 2017 che viene completamente ignorato. 

FINALMENTE UNA DECISA INVERSIONE DELLA PSESA SANITARIA IN DIFESA DEL SERVIZIO SANITARIO UNIVERSALE


Ieri è stato presentato alla stampa il nuovo Documento di Economia e Finanza che per la sanità prevede un notevole aumento della dotazione annua confermando le promesse fatte dal Ministro Speranza.
Nelle premesse è scritto che il Governo si è impegnato a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, a rilanciare gli investimenti pubblici, ad aumentare le risorse per istruzione e ricerca scientifica e tecnologica e a sostenere e rafforzare il sistema sanitario universale.
Come si può vedere da grafico si passerà dall'assegnazione di  115.410 miliardi del 2018 a 118.580 del 2019 e a 120.596 nel 2021 con una percentuale pari rispettivamente al 6,5, al 6,6 e al 6, 6 sulla spesa corrente.
Molto interessante lo studio della previsione della spesa pubblica "age-related" in percentuale del PIL che prevede il passaggio dall'attuale 6,7 al 6,9 nel 2030.
In questo modo dovrebbe essere evitato il ricorso da parte dei cittadini, specialmente non abbienti, alla pesa out of pocket, riportando il SSN ai livelli attesi eliminando le diseguaglianze che purtroppo oggi sono presenti.  

domenica 29 settembre 2019

SABAUDIA: LA PERCENTUALE DI POPOLAZIONE ANZIANA E' IN AUMENTO: OCCORRE PENSARE DI PIU' ANCHE A LORO


La popolazione anziana di Sabaudia è arrivata nel 2019 a n. 4.163 persone che rappresentano il 20,3% della popolazione, con i loro bisogni e le loro aspettative.
Nel bilancio del Comune non si parla di anziani.
La lotta combattuta e in parte già vinta verso l'Azienda sanitaria locale ha consentito di ottenere il mantenimento di un punto dove saranno assicurate prestazioni di emergenza sanitaria (anche se non si chiamerà più Punto di primo intervento) e una Casa della salute, anche se non è ancora definita la data per la sua apertura dato che saranno necessari alcuni lavori di adeguamento della struttura.
Ma la casa della salute oltre che prestazioni sanitarie di cure primarie e di specialistica ambulatoriale deve essere la sede per l'integrazione tra i servizi sanitari e i servizi sociali.
Occorre che il Comune si impegni maggiormente per le esigenze degli anziani che aumentano sempre più (si pensi che solo nel 2002 la percentuale degli anziani era del 13,2% e che ora è del 20,3. 
Ma quali sono i diritti degli anziani ?
L'art. 13 della legge regionale 10 agosto 2016, n. 11  enuncia gli impegni della regione Lazio.
Esistono molti esempi di Carta dei diritti dell'anziano; qui riporto il testo di una che potrebbe essere utile a livello comunale: 
Art. 1 
L’Anziano costituisce una indispensabile risorsa per la crescita e lo sviluppo sociale. 
E’ interesse generale recuperare il tempo dell’anzianità attiva come tempo utile per la società e realizzare l’inclusione dell’Anziano nell’agire sociale. 
Art. 2 
L’Anziano ha diritto ad accedere alla qualità totale del vivere umano. 
Lo Stato, le Regioni, gli Enti locali hanno l’obbligo di rimuovere gli ostacoli concreti di ordina culturale, economico, strutturale e materiale che, impedendo di fatto all’Anziano il pieno accesso agli strumenti di mantenimento di ottimali condizioni personali di autosufficienza, ne pregiudicano l’attiva partecipazione alla vita sociale.
Art. 3
All’Anziano deve essere garantito il concreto godimento dei beni culturali ed il mantenimento del prestigio sociale. Egli, peraltro, ha diritto ad accedere alle biblioteche, ai concerti, ai musei, a spettacoli di ogni genere, a manifestazioni culturali e ricreative.
Art. 4
All’Anziano deve essere garantito l’esercizio della comunicazione sociale. Pertanto egli ha diritto a disporre degli strumenti che rimuovano gli ostacoli alla vita di relazione, ad effettuare viaggi, a partecipare ad incontri e a trasmissioni radiotelevisive, ad iscriversi ad associazioni.
Art. 5
L’Anziano ha diritto a vivere in famiglia con onore e rispetto ovvero in ambienti accoglienti e ben organizzati; a vestire con decoro, al nutrimento personalizzato, alla cura della salute ed alla prevenzione mirata, ad usufruire dei servizi in ogni campo, senza limitazioni.
Art. 6
All’Anziano deve essere garantita dignità e piena soddisfazione delle esigenze fondamentali della vita. Egli, pertanto, ha diritto a percepire un reddito che gli consenta la prosecuzione di una vita sociale integrata nel proprio contesto.
Art. 7
All’Anziano deve essere garantita la possibilità di continuare volontariamente ad espletare la professionalità acquisita. Pertanto egli ha diritto ad esercitare le sue capacità, anche se residue, all’interno della comunità in cui risiede, nelle Amministrazioni Pubbliche, nelle istituzioni private, nel volontariato.
Art. 8
L’Anziano ha diritto ad usufruire di un sistema integrato di servizi socio-assistenziali e sanitari, che assicuri una risposta unitaria alle esigenze della persona.

I BUONI PROPOSTI DEL MINISTRO SPERANZA SULLA SANITA' ALLA FESTA DELLA CGIL DI NAPOLI

Il Ministro della Salute on.le Speranza ha partecipato alla festa della Cgil di Napoli.
Per quanto riguarda la sanità, da quanto si apprende da "Quotidiano sanità" il Ministro avrebbe dichiarato che si impegnerà per ottenere che il Fondo Sanitario Nazionale venga portato anche oltre i 116 miliardi già previsti (dai 114 attuali) aggiungendo che le risorse che si mettono nella sanità non vanno considerate banalmente come una spesa, ma come un investimento.
Dopo aver accennato al problema di Commissariamenti delle regioni in disavanzo (molto caro al presidente della Campania De Luca), il Ministro avrebbe annunciato anche più risorse per le assunzioni di personale.
Infine Speranza avrebbe espresso la propria contrarietà d ulteriori concessioni alle regioni sull'autonomia nel campo della salute anche perché ci sono già troppe disuguaglianze.
A questo scopo il Ministro avrebbe anche annunciato il suo desiderio di rivedere ulteriormente il sistema dei LEA perché i livelli essenziali di assistenza mutano col mutare dei tempi, mutano con le evoluzioni che ci sono, ed è evidente che il sistema sanitario deve adeguarsi a queste evoluzioni”.

LA LEGITTIMAZIONE AD AGIRE DEI COMITATI COMPOSTI DA CITTADINI.


Alcune persone chiedono perché il Comitato per la difesa del Punto di primo intervento di Sabaudia non abbia presentato ricorso contro il Decreto del Commissario ad Acta della Regione Lazio n. U00303 in data 25 luglio 2019 pubblicato sul BUR del 13 agosto scorso.
Il nostro Comitato è stato costituito formalmente dopo aver raccolto le 8.767 firme di diffida alla direzione generale dell'azienda unità sanitaria locale di Latina solamente il giorno 15 settembre 2018.
Al momento la materia della legittimazione a stare in giudizio è stata lasciata alla elaborazione giurisprudenziale così si ritiene che per la legittimazione di un Comitato occorra che lo stesso sia munito di un adeguato grado di rappresentatività, di un collegamento stabile con il territorio di riferimento, e di un'azione dotata di apprezzabile consistenza, anche tenuto conto del numero e della qualità degli associati. 
Inoltre, occorre che l'attività del comitato si sia protratta nel tempo e che, quindi, il comitato non nasca in funzione dell'impugnativa di singoli atti e provvedimenti. 
Anche con riferimento alle associazioni che si fanno portatrici di interessi collettivi, la giurisprudenza ne ammette la legittimazione ad agire dinanzi al giudice amministrativo per l'impugnazione di atti ritenuti lesivi dei predetti interessi a condizione che esse posseggano i seguenti requisiti: 
a) perseguano statutariamente in modo non occasionale obiettivi di protezione degli interessi dedotti nel giudizio; 
b) abbiano un adeguato grado di rappresentatività e stabilità, nel senso di svolgere all'esterno la propria attività in via continuativa, assumendo l'azione connotazioni tali da creare in capo all'ente una situazione sostanziale meritevole di tutela; 
c) abbiano un'area di afferenza ricollegabile alla zona in cui è situato il bene a fruizione collettiva che si assume leso.
Il Comitato Civico di Cori costituito da oltre venti anni è in possesso dei requisiti richiesti. 
Ciò in quanto lo scopo associativo non è di per sé sufficiente a rendere differenziato un interesse diffuso facente capo ad un parte più o meno ampia della popolazione.
 Il Comitato Civico di Cori costituito da oltre venti anni è in possesso dei requisiti richiesti.
Al riguardo esiste una copiosa giurisprudenza: T.A.R. Campania, Napoli Sez. VII 21 aprile 2016 n. 2025; T.A.R. Emilia e romagna, Bologna Sez. I 5 aprile 2016 n. 378; Consiglio di Stato, Sez. V, 9 dicembre 2013, n. 5881; T.A.R. Calabria, Catanzaro Sez. I 9 maggio 2013, n.565; T.A.R. Lombardia, Milano, Sez. III, 9 luglio 2012, n. 1914; TAR Lombardia, Milano 6 novembre 2014 n. 1987; TAR Sardegna, Sez. II, 27 giugno 2011, n.664; TAR Toscana, Firenze 27 maggio 2016 n.915 ; Cons. Stato Sez. IV 19 febbraio 2010 n. 1001; Sez. V 14 giugno 2007 n. 3192 e 23 aprile 2007, n. 1830; Cons. Stat. Sez. IV  9 gennaio 2014 n. 36; Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sent. 16 febbraio 2016, n. 2951.
Resto in attesa di conoscere quanti Comuni (che non hanno questo problema) avranno notificato il loro ricorso avverso il DCA U00303/2019.
Mi auguro che al più presto il Ministero della giustizia renda operativa la legge 12 aprile 2019 recante disposizioni i materia di azioni di classe (l'oramai famosa class action) in modo da eliminare ogni possibile dubbio e consentire ai cittadini di potersi difendere contro lo strapotere della pubblica amministrazione che talora invece di tutelare i diritti dei cittadini stabiliti dalla Costituzione, come quello alla salute (art. 32) assume delle decisioni che potrebbero mettere a rischio la salute e la stessa vita umana.

IO LA CONOSCEVO BENE: dove trovare tutti i dati delle aziende sanitarie

Molte persone mi chiedono informazioni sul funzionamento di questa o di quella azienda sanitaria (ospedaliera o locale) pensando che io abbia fonti di informazione dirette, questo talvolta può corrispondere alla realtà, ma in genere preferisco utilizzare gli atti, purtroppo non sempre disponibili a causa del mancato rispetto delle norme sulla trasparenza. 
In ogni caso con molta pazienza e tenacia ci sono alcuni documenti che sono una fonte di notizie importante e spesso consentono di avere un quadro abbastanza veritiero dello stato di ciascuna azienda.
In primo luogo ogni pubblica amministrazione da anni deve inserire sul proprio sito web la sezione "Amministrazione trasparente" nella quale devono essere presenti le seguenti voci: disposizioni generali, organizzazione, consulenti e collaboratori, personale, bandi di concorso, performance, enti controllati, attività e procedimenti, provvedimenti, controlli sulle imprese,  bandi di gara e contratti, Sovvenzioni, contributi, sussidi e vantaggi economici, Bilanci, beni immobili e gestione patrimonio, Controlli e rilievi sull'amministrazione, Servizi erogati, Pagamenti dell'amministrazione, Opere pubbliche, pianificazione e governo del territorio, informazioni ambientali, Interventi straordinari di emergenza, Altri contenuti.
Quindi un cittadino dovrebbe poter trovare oltre al bilancio i forma semplificata (oltre che integrale con tutti gli allegati) , anche l'elenco dei procedimenti amministrativi con il nominativo dei rispettivi responsabili, i verbali del Collegio dei revisori, le ordinanze in vigore, i verbali e le relazioni dell'organismo indipendente di valutazione con particolare riguardo a quella sulla performance  e a quella sul rispetto della trasparenza, ecc.
Come si può vedere se ogni azienda pubblicasse tutto quanto è tenuta a fare i cittadini potrebbero vivere tranquilli, e raccontare agli amici che la conoscevano bene.
Invece in alcune aziende  è necessario dannarsi quotidianamente per leggere il bilancio (messo in rete in formato scannerizzato e quindi in gran parte illegibile), scoprire il programma triennale delle opere pubbliche, ecc.
Chi vuole mantenersi aggiornato in talune aziende è costretto spesso a fare richiesta per l'accesso generalizzato scontrandosi con una burocrazia che non si degna neanche di una risposta  scritta, un muro di gomma inqualificabile.
Tutto questo avviene mentre in alcune aziende del nord le aziende condividono una massa di dati davvero invidiabile.    

sabato 28 settembre 2019

PPI DELLA PROVINCIA DI LATINA: LA MAGGIORANZA SONO CODICI VERDI


Il Ministro della salute con un decreto in data 12 marzo 2019 ha approvato il "Nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio dell'assistenza sanitaria" .
Il sistema ha la finalità prioritaria di mettere in relazione i livelli essenziali di assistenza, effettivamente assicurati dalle suddette amministrazioni nei rispettivi territori, con le dimensioni da monitorare quali:
  • efficienza ed appropriatezza organizzativa;
  • efficacia ed appropriatezza clinica;
  • sicurezza delle cure.
Il sistema prevede, altresì, il monitoraggio e la valutazione dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali, per specifiche categorie di bisogni o condizioni di salute, la misura della qualità percepita e dell'umanizzazione delle cure e una specifica attenzione all'equità geografica e sociale all'interno e tra le regioni.
Il sistema promuove, inoltre, la coerenza tra l'attività nazionale di monitoraggio e di verifica e i sistemi di valutazione intraregionale, favorendo altresì le attivitàdi audit e gli interventi conseguenti, adottati dalle regioni e dalle province autonome e individuati come necessari al miglioramento dell'erogazione dei LEA.
Nell'ambito del sistema di garanzia sono ricomprese anche le metodologie di verifica, revisione e monitoraggio previste dagli articoli 10, comma 1, e art. 14 del decreto legislativo n. 502/1992 e successive modifiche e/o integrazioni.
Molto interessanti sono gli indicatori di garanzia  per il monitoraggio dell'assistenza sanitaria che riguardano :
  1. Prevenzione collettiva e sanità pubblica
  2. Assistenza distrettuale
  3. Assistenza ospedaliera
  4. Indicatori di contesto per la stima del bisogno sanitario
  5. Indicatori di equità sociale
  6. indicatori dei PDTA
In particolare hanno attratto la mia attenzione relativi al tasso di accessi in PS nei giorni feriali dalle 8 alle 20 di adulti con codice di dimissione bianco o verde che viene utilizzato per segnalare l'inappropriatezza nell'utilizzo del pronto soccorso dovuta evidentemente alle difficoltà di accesso ai servizi della medicina territoriale tra cui deve essere considerata anche la Guardia medica.
Dati dati pubblicati dall'azienda USL Latina relativamente al primo semestre 2019 relativamente ai PPI della provincia di Latina abbiamo avuto come risulta dal programma GIPSE n.2587 dimessi in codice bianco mentre la maggioranza dei dimessi pari a 22.244 sono stati dei codici verdi.

mercoledì 25 settembre 2019

NELLA PROVINCIA DI LATINA E' INIZIATO IL PERCORSO PER LA REALIZZAZIONE DI ALMENO UNA CASA DELLA SALUTE IN OGNI DISTRETTO: NEL RELATIVO REGOLAMENTO OCCORRE RICORDARE LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI

Ospedale di Sabaudia, prossima Casa della Salute
Mentre è oramai certo che la Regione Lazio autorizzerà (finalmente) la realizzazione di almeno una Casa della Salute in ognuno dei distretti della provincia di Latina, sui tempi non ci sono certezze, mancano ancora tutti gli atti attuativi e in particolare il regolamento.
Purtroppo la Regione Lazio non ha fornito indicazioni sulla partecipazione dei cittadini come invece ha fatto la regione Toscana con la legge regionale 29/2019 che in particolare stabilisce quanto segue:
"Nella casa della salute è assicurata la partecipazione dei cittadini alla valutazione dei bisogni, alla definizione delle progettualità, alla valutazione di impatto delle iniziative della casa della salute rispetto agli obiettivi individuati".
Ciò posto i cittadini attendono, vigili, che la direzione generale aziendale provveda ad approvare un regolamento tipo per tutte le Case della Salute della provincia di Latina prevedendo la partecipazione dei cittadini che, ancorché dimenticata dalla regione Lazio, resta sempre un obbligo di legge nazionale.

LA CORTE COSTITUZIONALE SI E' DOVUTA SOSTITUIRE AL PARLAMENTO ANCORA IN RITARDO SU UN TEMA ETICO

Nella serata di ieri 25 settembre è stato pubblicato dalla corte Costituzionale il seguente comunicato:
La Corte costituzionale si è riunita in camera di consiglio per esaminare le questioni sollevate dalla Corte d’assise di Milano sull’articolo 580 del Codice penale riguardanti la punibilità dell’aiuto al suicidio di chi sia già determinato a togliersi la vita.
In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto non punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere  decisioni libere e consapevoli.
In attesa di un indispensabile intervento del legislatore, la Corte ha subordinato la non punibilità al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (articoli 1 e 2 della legge 219/2017) e alla verifica sia delle condizioni richieste che delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del SSN, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente.
La Corte sottolinea che l’individuazione di queste specifiche condizioni e modalità procedimentali, desunte da norme già presenti nell’ordinamento, si è resa necessaria per evitare rischi di abuso nei confronti di persone specialmente vulnerabili, come già sottolineato nell’ordinanza 207 del 2018.
Rispetto alle condotte già realizzate, il giudice valuterà la sussistenza di condizioni sostanzialmente equivalenti a quelle indicate.
Resta l'amarezza del fatto che il Parlamento, occupato da altri problemi, non abbia trovato il tempo di esaminare le pur numerose proposte di legge presentate al fine di dare una soluzione legislativa a questo importante problema di natura etica.

DAL MINISTERO DELLA SALUTE UNA NUOVA BOZZA DI PIANO DELLA SALUTE PER IL TRIENNIO 2019-2021

Al fine di pervenire alla rapida definizione del nuovo patto della salute 2019-2021 il Ministero ha diramato una bozza con un elenco sintetico di argomenti in valutazione predisposto dagli uffici al momento del passaggio delle consegne, resa disponibile da Quotidiano sanita  che ho provveduto a riassumere: 
Scheda 1 Determinazione del fabbisogno del Servizio sanitario nazionale e dei fabbisogni regionali • Si ritiene fondamentale ribadire la programmazione triennale del fondo sanitario nazionale per il triennio 2019-2021 in 114.474.000.000 euro per l'anno 2019, 116.474.000.000 euro per l'anno 2020 e in 117.974.000.000 euro per l'anno 2021, come previsto dall’articolo 1, comma 514 della legge 30 dicembre 2018, n. 145. 
Scheda 2 Garanzia dei Lea e Governance del SSN 
• Si ritiene che i principi ispiratori del Patto debbano muovere dalla consapevolezza che sia necessario scrivere una nuova pagina del SSN, in grado, da un lato, di preservare gli importanti risultati fino ad oggi ottenuti dalle politiche di risanamento finanziario degli anni passati e, allo stesso tempo, di guardare al futuro rafforzando uno spirito universalistico ed equitario del Servizio Sanitario Nazionale, che indirizzi le azioni e le politiche verso il recupero delle forti differenze che ancora oggi persistono tra le Regioni. Il bilancio sui risultati ottenuti evidenzia che sono stati sostanzialmente raggiunti gli obiettivi di contenimento della spesa, e in gran parte sono stati recuperati gli ingenti disavanzi sanitari esistenti nell’anno 2007. Al contrario, gli obiettivi di riqualificazione dei SSR, che avrebbero dovuto portare ad una efficace ed appropriata erogazione dei livelli essenziali di assistenza in tutte le Regioni, non sono stati raggiunti o lo sono stati parzialmente. Ed inoltre l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza si presenta difforme e con differenze significative anche a livello sub-regionale. 
• Si conviene di implementare il nuovo Piano Nazionale per il governo delle liste d’attesa 2019- 2021 che nasce con l’obiettivo prioritario di avvicinare ulteriormente la sanità pubblica ai cittadini, individuando elementi di tutela e di garanzia volti ad agire come leve per incrementare il grado di efficienza e di appropriatezza di utilizzo delle risorse disponibili. Si conviene altresì di utilizzare le evidenze che emergeranno in sede di monitoraggio delle liste di attesa al fine di indirizzare gli interventi selettivi soprarichiamati. 
• Si conviene di utilizzare le evidenze di cui ai due punti precedenti per valutare eventuali esigenze di superamento dei tetti di spesa nella logica della flessibilità sopra richiamata. 
Scheda 3 Risorse umane 
Si conviene: 
-valutare ulteriori flessibilità dei vincoli assunzionali rispetto al Decreto Calabria; 
- il superamento per il personale del ruolo sanitario del SSN del vincolo di utilizzo delle graduatorie degli idonei (art. 1, comma 361, della legge n. 145/2018); § la revisione del sistema di formazione dei medici specialisti, valorizzandone il ruolo all’interno delle strutture sanitarie regionali pubbliche facenti parte della rete formativa, con progressiva autonomia e responsabilità coerenti con il grado di conoscenze e competenze acquisito; 
-l’individuazione di soluzioni condivise per l’accesso al SSN nell’ambito dei percorsi formativi di specializzazione 
- la revisione dei contenuti del corso regionale di formazione specifica in medicina generale, in ragione dei mutati scenari sanitari e sociali, al fine di realizzare sul territorio nazionale una formazione che, pur tenendo conto delle specificità territoriali, assicuri un set minimo omogeneo di requisiti formativi qualiquantitativi, ritenuti indispensabili a garantire livelli uniformi di assistenza; 
- la valorizzazione e lo sviluppo delle relative competenze professionali delle professioni infermieristiche, ostetriche, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione; 
- la previsione di una adeguata maggiorazione dei compensi e delle indennità previste dai contratti di lavoro per i dirigenti medici, veterinari e sanitari che effettuano attività di lavoro per guardia medica e/o in pronta disponibilità e riconoscimento ai dirigenti medici, veterinari e sanitari e agli operatori delle professioni infermieristiche, ostetriche, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione del comparto che operano in zone disagiate e in servizi disagiati specifiche indennità volte a ristorare il relativo disagio. 
Scheda 4 Mobilità e Reti Nazionali 
• Si conviene di riconoscere il valore della mobilità quale elemento caratterizzante il diritto di scelta del cittadino. E’ però indubbio che ancora persistono fenomeni di mobilità legati invece a carenza di offerta di servizi sui singoli territori, fenomeni che vanno affrontati con nuovi sforzi e nuove e più moderne progettualità partendo da una lettura attenta dei fabbisogni e dell’offerta. Le evidenze che emergeranno dal Nuovo Sistema di Garanzia e dai monitoraggi del Nuovo Piano di gestione delle Liste di Attesa rappresentano altresì importanti strumenti dai quali trarre evidenze utili ad affrontare puntualmente le relativa motivazioni. 
• Si conviene pertanto sull’utilità di predisporre, da parte delle regioni interessate da forte mobilità, di un “Piano di contrasto” alla mobilità passiva, potenziando la capacità di offerta nei settori rivelatisi critici. Questo anche al fine di valutare eventuali bisogni incrementali dei fattori produttivi in una logica di flessibilità dei tetti di spesa. 
• Con riferimento alla mobilità afferente a patologie caratterizzate contemporaneamente da condizioni di rarità e alta complessità (intesa come complessità clinica, priorità di erogazione della prestazione e complessità organizzativa e tecnologica necessarie per garantirla) si condivide la necessità di individuare nuove e più moderne forme di organizzazione e di distribuzione dei nodi della rete nel territorio nazionale nell’esclusivo interesse del cittadino paziente che necessita di diagnosi tempestiva, di cure di appropriate e di un’adeguata e locale presa in carico. 
5 Scheda 5 Enti vigilati 
• Ferme restando le competenze proprie del Ministero della Salute e le sue funzioni di indirizzo e vigilanza gli Enti pubblici vigilati rappresentano lo strumento indispensabile a supporto delle politiche sanitarie nazionali e al sostegno all’innovazione.
• Si conviene sulla necessità di definire una strategia di riforma degli Enti Pubblici Vigilati del Ministero della Salute, con particolare riferimento ad AIFA, ISS e Agenas, al fine di superare la frammentazione normativa che si è stratificata nel corso degli anni e la potenziale duplicazione di funzioni e compiti tra soggetti in numerose aree di attività. 
Scheda 6 Governance farmaceutica e dei dispositivi medici 
• Si conviene di ammodernare la governance della farmaceutica e dei dispositivi medici al fine di migliorare la capacità di governare l’innovazione e migliorare l’efficienza allocativa delle risorse. 
• A tal fine si conviene di sviluppare i due documenti di governance già elaborati dai gruppi di lavoro Ministero-Regioni. 
Scheda 7 Investimenti 
• Il Ministero della salute, in collaborazione con le Regioni, ha effettuato una ricognizione sullo stato del patrimonio immobiliare e tecnologico del Servizio Sanitario Nazionale, la cui analisi ha evidenziato la necessità di procedere ad interventi infrastrutturali per un importo complessivo pari a 32 miliardi di euro. A questi vanno aggiunti circa 1,5 miliardi di euro necessari per un adeguato ammodernamento tecnologico delle attrezzature a disposizione dei servizi sanitari regionali. • In tal senso si conviene di incrementare le risorse a disposizione dell’edilizia sanitaria di cui all’art. 20 della legge n. 67/88. 
Scheda 8 Sviluppo dei servizi territoriali 
Il mutato contesto socio-epidemiologico, con il costante incremento di situazioni di fragilità sanitaria e sociale, impone una riorganizzazione dell’assistenza territoriale che promuova, attraverso nuovi modelli organizzativi integrati, attività di prevenzione e promozione della salute, percorsi di presa in carico della cronicità, in stretta correlazione con il Piano di governo delle liste di attesa e basati sulla medicina di iniziativa, un forte impulso dell'assistenza domiciliare, un investimento sull’assistenza semiresidenziale e residenziale per i soggetti non autosufficienti. In questi anni, abbiamo dedicato molta attenzione al riordino dei servizi ospedalieri, parallelamente la carenza di risorse finanziarie e i vincoli dei principali fattori di spesa hanno rallentato i processi di riordino e sviluppo dei servizi territoriali. Fra gli obiettivi principali del nuovo Patto per la salute va collocata una riflessione su tali servizi. Nell’ambito territoriale, prendendo atto di consolidate differenze organizzative fra le varie regioni e al contempo di una forte differenziazione nei servizi resi, l’obiettivo è quello di individuare parametri e standard di dotazione ed erogazione dei servizi sanitari e sociosanitari ivi compresi i servizi domiciliari. Di fronte alla grande eterogeneità intra ed interregionale dell’assistenza territoriale, le disposizioni contenute nel Piano Nazionale della Cronicità, approvato con Accordo Stato-Regioni del 15 settembre 2016, sottolineano l’esigenza di individuare “un disegno strategico comune inteso a promuovere interventi basati sulla unitarietà di approccio, centrato sulla persona ed orientato su una migliore organizzazione dei servizi e una piena responsabilizzazione di tutti gli attori dell’assistenza. A tre anni dalla sua approvazione occorre promuovere una valutazione della sua attuazione e sviluppo ed eventuali ampliamenti. Nei processi di innovazione un ruolo importante è rappresentato dall’utilizzo delle tecnologie digitali che faciliterà il collegamento medico-paziente particolarmente utile nelle emergenze e nei processi di presa in cura. Al fine di rafforzare il Nuovo Sistema di garanzia per il monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza è necessario, completare l’adozione dei flussi per il monitoraggio delle prestazioni territoriali erogate nell’ambito delle cure primarie, della riabilitazione e degli ospedali di comunità. La normativa vigente attribuisce al Distretto una funzione importante nella governance del sistema sanitario e sociosanitario territoriale. E’ comunque necessario che la Regione garantisca tali funzioni nei processi di presa in cura con approcci multidisciplinari, di garanzia dei servizi di prossimità, di integrazione sociosanitaria, di promozione della salute.  
Scheda 9 Funzione complementare e riordino dei fondi sanitari integrativi 
• Si conviene di istituire un gruppo di lavoro per l’ammodernamento della normativa dei fondi sanitari integrativi in chiave complementare e sistemica con il servizio sanitario nazionale. 
Scheda 10 Modelli previsionali 
• Si conviene di realizzare strumenti informativi e modelli previsionali, anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie ICT, che, tramite la capacità di analisi dei principali trend in atto, delle evoluzioni e delle interrelazioni esistenti tra le diverse variabili del sistema sanitario, nonché di valutazione dei relativi impatti, possano supportare le scelte di programmazione sanitaria, rendendole maggiormente coerenti con gli scenari evolutivi di medio-lungo periodo e favorendo la sostenibilità del sistema.
Scheda 11 Ricerca 
Si conviene: 
• di riaffermare il principio che l’attività di ricerca costituisce parte integrante e fondamentale del Servizio Sanitario nazionale; • la necessità di definire le priorità della Ricerca sanitaria; • l’mplementazione e valutazione della nuova norma sul Personale della Ricerca del SSN; 
• l’attuazione del Piano Operativo Salute nell’ambito della Strategia Nazionale di specializzazione intelligente: la ricerca sanitaria come volano di sviluppo del Paese; • la promozione di una maggiore aderenza della Direzione Strategica degli IRCCS alla mission specifica di questi Istituti; 
• di assicurare una adeguata alimentazione del Fondo per la Ricerca a fronte dell’incremento del numero degli IRCCS. 
Scheda 12 Prevenzione 
• Si conferma la volontà e l’impegno del Governo e delle Regioni ad investire attraverso il Piano Nazionale della Prevenzione nella promozione della salute e nella prevenzione quali elementi cruciali per lo sviluppo della società; a garantire equità, genere e contrasto alle diseguaglianze di salute, rafforzando l’attenzione ai gruppi fragili, a considerare le persone e le popolazioni in rapporto agli ambienti di vita (setting di azione), ad orientare le azioni al mantenimento del benessere in ciascuna fase dell’esistenza (approccio life course), ponendo in atto interventi basati su evidenze di costo efficacia, equità e sostenibilità, intersettorialità secondo i principi della “Salute in tutte le politiche. • Si intende contrastare il fenomeno dell’antimicrobico-resistenza attraverso l’impegno di Governo e Regioni a dare piena attuazione al Piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza (PNCAR) 2017-2020 e a procedere al suo aggiornamento sulla base dei risultati conseguiti nel 2020, attraverso un percorso partecipato e condiviso in ogni fase.  
• Si intende rafforzare le attività di vigilanza sui luoghi di lavoro secondo quanto previsto dall’art.13 del decreto legislativo 81/2008 prevedendo uno standard di dotazione del personale: medici, tecnici della prevenzione, chimici, ingegneri, ecc.  
• Si conviene altresì che il Piano coordinato nazionale dei controlli (PCNC) (in corso di elaborazione il PCNP 2020-2024) ricomprende tutti i piani specifici di controllo in materia di sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria. 
Scheda 13 Revisione della disciplina del ticket e delle esenzioni e abolizione quota fissa 10 euro per ricetta prestazioni di specialistica ambulatoriale 
• Si conviene sulla necessità di garantire una maggiore equità nell’accesso dei cittadini all’assistenza sanitaria attraverso una revisione della disciplina della partecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini che preveda la graduazione dell’importo dovuto in funzione del costo delle prestazioni e del “reddito familiare equivalente” al fine di ridurre le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari. 
• Si conviene inoltre sulla necessità di eliminare la quota fissa sulla ricetta pari a 10 euro per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale da parte degli assistiti non esentati, inserita da ultimo a decorrere dal 17 luglio 2011 dall’articolo 17, comma 6, del decreto- legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, nonché delle misure alternative di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie, valutate equivalenti sotto il profilo del mantenimento dell'equilibrio economico-finanziario, secondo le modalità di cui all’articolo 1, comma 796 lettera p-bis della legge 27 dicembre 2006, n. 296. 
Scheda 14 Sistema comune di controlli di appropriatezza degli erogatori accreditati 
• Si conviene sulla necessità di assumere un impegno specifico per il miglioramento dell'efficienza e dell'appropriatezza nell'uso dei fattori produttivi e l'ordinata programmazione del ricorso agli erogatori pubblici e privati accreditati, sviluppando un sistema di valutazione omogeneo sul territorio nazionale tramite un set di indicatori oggettivi e misurabili, anche al fine di superare l’elevata frammentazione che caratterizza l’attuale panorama delle diverse Regioni e Province Autonome. 
Scheda 15 Strumenti di accesso partecipato e personalizzato del cittadino ai servizi sanitari 
A fronte della necessità di incrementare la capacità di intercettare i bisogni dei cittadini, si conviene sulla necessità di indirizzare le strutture sanitarie verso lo sviluppo di progettualità che abbiano come obiettivo quello di migliorare l’esperienza del cittadino in termini di 10 efficacia della comunicazione, trasparenza ed efficienza dei percorsi interni clinici e amministrativi, equità nell'accesso ai servizi.

IL SENATO HA APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE CHE ISTITUISCE PENE GRAVISSIME A CHI AGGREDISCE IL PERSONALE SANITARIO


Oggi 25 settembre l'Assemblea di Palazzo Madama, ha approvato all'unanimità con 237 voti il disegno di legge n. 867 d'iniziativa del Ministro della salute, recante disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni. 
Il provvedimento è stato approvato nel testo già licenziato dalla Commissione Sanità del Senato il 9 luglio scorso che reca alcune importanti modifiche rispetto al testo originario.
Viene istituito un osservatorio presso il Ministero della salute e in particolare sono previste modifiche all'art. 583-quater del Codice penale estendendo le stesse pene a chi procura lesioni personali gravi (da 4 a 10 anni) o gravissime (da 8 a 16 anni) al personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria o a incaricati di pubblico servizio, nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni o del servizio presso strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche o private.
Il provvedimento passa ora all'esame della Camera.
Il Ministro della salute Roberto Speranza ha dichiarato su una nota rete sociale: “Gli episodi di violenza e le aggressioni a chi lavora nel mondo della sanità sono inaccettabili. Oggi dal Senato è arrivata una prima importante risposta con voto all’unanimità. È la strada giusta su cui continuare a lavorare”.

domenica 22 settembre 2019

LA SPESA PER L'ACQUISIZIONE DI SERVIZI SANITARI E NON SANITARI

L'andamento della spesa media delle aziende sanitarie per l'acquisizione di servizi sanitari e non sanitari negli ultimi anni è abbastanza costante dopo le impennate del passato ma se confrontiamo la media nazionale con quelli della Azienda sanitaria di Latina vediamo che, almeno in apparenza, non ci sono differenze rilevanti.
Resta il fatto che dopo il blocco delle assunzioni e del turn over del personale la gran pare delle attività ospedaliere è stata terziarizzata con costi spesso rilevanti e talora molto superiori a quelli sostenuti in precedenza, nonostante quanto affermato da certi cosiddetti esperti. 



WHO: OCCORRE INVESTIRE DI PIU' SULLE CURE PRIMARIE

L'OMS-WHO ha pubblicato un nuovo Rapporto per il monitoraggio globale del 2019.
Questo documento viene pubblicato il la vigilia dell'incontro di alto livello sulla Copertura Universale della salute presso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite. 
Questo livello di impegno politico è più importante che mai perché è essenziale su tre fronti. 
Primo, per accelerare i progressi nelle aree in cui abbiamo visto miglioramenti. 
In secondo luogo, rimuovere le barriere che stanno rallentando l'accesso ai servizi sanitari in alcuni paesi e tra determinate popolazioni. 
E infine, il messaggio è chiaro: dobbiamo invertire la tendenza di aumento delle difficoltà finanziarie per le persone durante l'accesso assistenza sanitaria essenziale. Sul lato positivo, il rapporto documenta i progressi globali nell'ampliare l'accesso ai servizi sanitari essenziali. esso mostra che tutte le regioni e tutti i gruppi di reddito hanno realizzato miglioramenti, con i paesi a basso reddito che fanno il maggiori guadagni. 
Sul lato negativo, ancora i paesi più poveri ritardo, e il ritmo complessivo dei progressi sta rallentando. 
Il rapporto rivela anche che un numero maggiore di persone sta affrontando notevoli difficoltà finanziarie per pagare servizi sanitari essenziali. In paesi con un pubblico superiore le spese per la salute, tuttavia, le persone stanno meglio protetta. 
Per la prima volta, il rapporto si concentra sul genere questioni, facendo luce su come le norme e il potere di genere influenzare l'accesso ai servizi sanitari. Avere il diritto i dati, suddivisi nel modo giusto, ci stanno dando vitale approfondimenti su chi viene lasciato indietro e perché, e evidenziando dove sono necessari ulteriori investimenti. Noi chiaramente deve andare oltre le medie dei paesi che mascherano errori di consegna del servizio che si lasciano alle spalle i peggiori. Il percorso verso il successo inizia con un solido impegno concentrarsi sui più svantaggiati, a cominciare da donne e ragazze.
Mentre celebriamo i crescenti investimenti nella salute visto negli ultimi anni, dobbiamo anche sottolineare la necessità di investire innanzitutto in primarie forti assistenza sanitaria, con particolare attenzione alla promozione della salute e prevenzione delle malattie. 
I servizi secondari e terziari sono parti importanti di ogni sistema sanitario, ma nessun paese può permettersi di fare affidamento sulle cure curative. Promuovendo la salute e prevenendo le malattie, i paesi possono prevenire o ritardare la necessità di servizi più costosi. 
Ciò aumenta l'efficienza della spesa sanitaria, risparmia vive e aumenta l'aspettativa di vita sana. 
Il rapporto emette un chiaro invito all'azione affinché i governi di tutti i paesi investano un ulteriore 1% di il loro prodotto interno lordo per l'assistenza sanitaria di base, che può essere raggiunto attraverso investimenti aggiuntivi o attraverso guadagni di efficienza e patrimonio netto. Risorse per la salute dovrebbe essere messa in comune, prepagata e gestita in modo efficiente. Questo è il modo più sicuro per avvicinarci a mondo in cui tutti beneficiano del diritto umano a Salute. È nelle nostre mani e nelle mani dei nostri politici leader, per fare le giuste scelte - economiche, finanziarie e sociali - per ottenere una copertura sanitaria universale entro dare la priorità agli investimenti nell'assistenza sanitaria di base. L'obiettivo della copertura sanitaria universale è ambizioso. È anche realizzabile. La copertura sanitaria universale è la prima e soprattutto una scelta politica. Ecco perché quest'anno La riunione ad alto livello è così importante. Politico forte l'impegno dei leader mondiali è l'ingrediente essenziale per superare le barriere e fare progressi la strada per un mondo più sano, più sicuro e più giusto.
Qui trovate il RAPPORTO WHO PRIMARY HEALTH CARE

venerdì 20 settembre 2019

NELLA PROVINCIA DI LATINA COLLOCATA AL 109° POSTO PER LA SANITA' IN ITALIA MANCANO I PRONTO SOCCORSO, LE AMBULANZE MEDICALIZZATE, MA ANCHE I POSTI LETTO.

Elaborazione dell'autore
Periodicamente l' Azienda USL Latina si richiama al famoso DM 2 aprile 2015 b. 70 per giustificare ulteriori tagli ai servizi spesso non solo inopportuni ma addirittura in contrasto con lo stesso decreto, con le linee guida del servizio di Emergenza Sanitaria Territoriale, ecc. 
Troppo spesso non si comprende che gli standard non sono valori massimi ma anche minimi.
In primo luogo si osserva come al punto 9 viene descritta la rete dell'emergenza urgenza con particolare attenzione alla rete territoriale di soccorso secondo cui dovrebbe essere presente un mezzo di soccorso avanzato ogni 60.000 abitanti con la copertura di un territorio non superiore a 350.000 kmq. il risultato è che oggi ce ne sono solo 3 in tutta la provincia mentre dovrebbero essere almeno otto tenendo conto dell'orografia. 
Passando all'esame dei Pronto soccorso ospedalieri sempre secondo il DM 70/2015 il bacino di utenza di ognuno di essi dovrebbe essere compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti.
A seguito della chiusura degli ospedali avvenuta nel 2010 il bacino del pronto soccorso dell'ospedale di Latina comprende oggi 324.390 abitanti (Aprilia, Bassiano, Cisterna di Latina, Cori, Latina, Norma, Pontinia, Roccamassima, Roccagorga, Roccaseccca dei Volsci, Sabaudia, Sermoneta e Sezze) anche se spesso accedono pazienti anche da Priverno, Prossedi, ecc.
Ciò è assolutamente insostenibile ed è la causa del sovraffollamento del PS di Latina 
Così in provincia di Latina lo standard ospedaliero di 3,7 posti letto (compresa la riabilitazione) per ogni mille abitanti è stato applicato in modo tale che i posti letto sono insufficienti a rispondere alle attese di una popolazione in costante crescita che ore ammonta a 575.254 abitanti. 
Pertanto i posti letto per acuti a disposizione dei cittadini dovrebbero essere 1.725, ma sono solo 1.663 di cui 777 nel pubblico (+ 119 di DH) e 757 (+10 di DH) nel privato.
In questo modo è difficoltoso anche per i servizi di Pronto Soccorso sistemare i pazienti che hanno bisogno di ricovero.
A tutto ciò si aggiunge la scarsezza delle elisuperfici dedicate al servizio di emergenza sanitario che addirittura non sono presenti nelle isole.
Ciò premesso sarebbe necessario che la direzione generale adottasse con la massima urgenza un provvedimento per assicurare il rispetto del DM 70/2015 in tutte le sue parti e non soltanto per quella che riguarda la chiusura dei PPI. 

giovedì 19 settembre 2019

PUBBLICATO IL NUOVO ANNUARIO STATISTICO DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE.

Il Ministero della salute ha pubblicato sul proprio sito web l’ANNUARIO STATISTICO DEL SSN contenente, relativamente all'anno 2017, le elaborazioni dei dati risultanti dai flussi informativi attivati con il D.P.C.M. 17/05/1984, rinnovati ed ampliati con successivi Decreti Ministeriali, nonché dalle tabelle 1 (Personale dipendente a tempo indeterminato e personale dirigente in servizio al 31 dicembre) e 1C bis (Personale delle strutture di ricovero equiparate alle pubbliche e delle case di cura private) della rilevazione del Conto Annuale del comparto sanità.
Dall'annuario emerge in tutta la sua crudezza il fenomeno del taglio dei posti letto e dell'arretramento del servizio pubblico rispetto al privato.
Sarebbe ora che il nuovo governo invertisse la rotta.
Sono carenti purtroppo i dati relativi al Servizio di Emergenza Sanitaria Territoriale (EST) che svolge in molti casi un'opera preziosa nelle aree complesse orograficamente e in quelle in cui esistono problemi di distanze o di mobilità.
Mi auguro che in avvenire questa lacuna venga colmata.   

martedì 17 settembre 2019

IL SERVIZIO PER LA CONTINUITA' ASSISTENZIALE ( EX GUARDIA MEDICA): QUANTO CI COSTA E IL MISTERO CIRCA I DATI SULLA SUA ATTIVITA'

L'Azienda USL Latina ha messo in piedi da quest'anno un sistema di monitoraggio informatico dell'attività dei Punti di Primo Intervento cercando di trovare le scuse per dimostrare che ci sarebbe uno scarso afflusso e quindi per chiuderli. Benché dai dati risulti in tutti i casi un'attività superiore a quella dell'anno passato ha deciso di chiuderli comunque.
Appare strano che analoga attenzione non venga rivolta anche al servizio di continuità assistenziale (Guardia medica).
Dall'esame del bilancio dell'esercizio 2018 della stessa Azienda e in particolare macrodati (Allegato LA) risulta che nel 2018 il costo del servizio della continuità assistenziale nella provincia di latina è stato di € 9.399.000,00 (in aumento rispetto agli 8.063.000,00 del 2017) e pari a circa l'1% della spesa totale (pari circa alla spesa per i PPI).
Il servizio di Continuità assistenziale dovrebbe essere attivo nei seguenti orari:
– dal lunedì al venerdì: dalle ore 20,00 alle ore 8,00
– il sabato (o qualsiasi giorno prefestivo): dalle ore 10,00 alle ore 8,00 (22h)
– la domenica (o qualsiasi giorno festivo); dalle 8,00 alle 8,00 (24h).
Il servizio è gratuito esclusivamente per i residenti; per i non residenti ed i turisti si applicano delle tariffe corrisposte direttamente al medico che rilascia regolare ricevuta (salvo diverse disposizioni regionali).
Il servizio di guardia medica è rivolto prevalentemente alla gestione dei codici bianchi (in modo da non affollare il pronto soccorso che deve gestire i codici: verde, giallo e rosso)
Ma cosa dovrebbe fare il servizio della Continuità assistenziale?
-Visite domiciliari: il medico in scienza e coscienza valuta se accogliere o meno la richiesta di un paziente di effettuare una visita domiciliare. In caso di rifiuto e successiva precipitazione del quadro clinico del paziente, sussiste il rischio di dover rispondere legalmente dell’omissione
-Visite ambulatoriali negli orari su indicati
-Consulti telefonici: Il consiglio telefonico è un atto medico a tutti gli effetti
-Certificazioni di malattia: dalle ore 20,00 dei giorni feriali e dalle 10,00 dei giorni prefestivi, quando il Medico di famiglia non è in servizio, per la relativa certificazione di malattia ci si può rivolgere al Servizio di Continuità Assistenziale che, dopo visita medica, può rilasciare il certificato solo a partire dal giorno dell’effettiva constatazione della malattia. La durata del certificato è di norma di un giorno. Solo nei prefestivi e festivi il certificato di malattia può avere durata massima di 72 ore (tre giorni).
-Possono prescrivere solo farmaci urgenti (per terapie non differibili per 72 ore) e non più di 2 confezione per ricetta e non dello stesso farmaco (eccezione antibiotici iniettabili: max 6 confezioni).
-Possono fare i Certificati di constatazione di decessi.
Come mai non viene rilevato e reso pubblico il numero delle visite domiciliari e delle altre prestazioni effettuate?
Come mai l'Azienda USL Latina con una disposizione interna del 17 gennaio scorso avrebbe interrotto le visite ambulatoriali?
Potrebbe essere ipotizzabile che tale decisione abbia aumentato la pressione sui PPI e sui servizi di Pronto Soccorso ospedalieri ?  

ECCO UNA DELLE CAUSE DEL DISAVANZO: LA SPESA FARMACEUTICA, ALTRO CHE PPI

Mentre le regioni si accaniscono per la chiusura dei Punti di Primo Intervento, visti come causa di spesa elevata (nel Lazio gli 11 PPI rimasti corrispondono a una spesa di circa 20 milioni annui a fronte di una spesa totale di oltre 12,5 miliardi)  ecco che l'AIFA ha pubblicato i dati della spesa farmaceutica (convenzionata e diretta) del primo quadrimestre 2019 che complessivamente vede un aumento a livello nazionale del 17,55% mentre nel Lazio è stata del 18,09% con una spesa per la farmaceutica convenzionata di € 294.075.958 e per gli acquisti diretti (ospedali) di € 369.209.179 per un totale di € 663.285.138 pari al 20,45% della spesa prevista per il SSR del Lazio per l'anno 2019.

lunedì 16 settembre 2019

SECONDO LA FONDAZIONE GIMBE IL SSN NEGLI ULTIMI 10 ANNI E' STATO PESANTEMENTE DEFINANZIATO

Secondo un Rapporto della Fondazione GIMBE ripreso da <www.regioni.it> negli ultimi 10 anni il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale è stato tagliato di oltre 37 miliardi di euro, per circa 25 miliardi nel periodo che va dal 2010 al 2015. Sono i dati forniti dall’ultimo report della Fondazione Gimbe , che evidenzia anche come l’allargamento di nuovi LEA non abbia comportato la loro diffusione su tutto il territorio nazionale.
Secondo il rapporto di Gimbe le manovre finanziarie dell’ultimo decennio hanno intaccato pesantemente le risorse per i servizi sanitari: sono stati sottratti circa € 37 miliardi e il fondo sanitario nazionale (FSN) è aumentato di soli € 8,8 miliardi”.
Inoltre l’analisi dei DEF 2017, 2018 e 2019 dimostra che il rapporto spesa sanitaria/PIL nel medio termine viene sempre rivisto al ribasso.
Il DEF 2019 identifica nel nuovo Patto per la Salute uno strumento di governance per ottimizzare la spesa pubblica, ma nel contempo vincola ad esso l’assegnazione delle risorse, secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2019. 
Però l’incremento del FSN per il biennio 2020-2021 è subordinato alla stipula di un nuovo Patto per la Salute contenente “misure di programmazione e di miglioramento della qualità delle cure e dei servizi erogati e di efficientamento dei costi”. La scadenza per la sottoscrizione del Patto era fissata al 31 marzo, ma siamo ancora in attesa e siamo arrivati a metà del mese di settembre.
Secondo la Fondazione GIMBE il nuovo esecutivo dovrebbe:
- Prendere reale consapevolezza che il rilancio della sanità pubblica richiede volontà politica, investimenti rilevanti, un programma di azioni a medio-lungo termine e innovazioni di rottura;
- Accelerare la stipula del Patto per la Salute 2019-2021 per non perdere il finanziamento aggiuntivo già assegnato dall’ultima Legge di Bilancio;
- Rilanciare la mozione elaborata dalla Commissione Affari Sociali della Camera, che richiede al Governo di adottare iniziative per “mettere in sicurezza” le risorse per la sanità pubblica.
- Definire un piano di rifinanziamento del SSN che, nonostante le criticità della finanza pubblica, dovrebbe già trovare riscontri oggettivi sia nella NADEF 2019, sia nella prossima Legge di Bilancio.
- Mettere in atto in maniera tempestiva e integrata azioni per aumentare il ritorno in termini di salute (value for money) delle risorse investite in sanità: dalla ridefinizione del perimetro dei LEA sulla base di un rigoroso metodo evidence- & value-based all’integrazione della spesa sanitaria con la spesa sociale di interesse sanitario al fine di pervenire, nel medio termine, alla definizione di un fabbisogno socio-sanitario nazionale; dalla revisione della spesa fiscale per detrazioni e deduzioni per spese sanitarie e contributi versati a fondi sanitari e società di mutuo soccorso (previa riforma della sanità integrativa) al disinvestimento da sprechi e inefficienze.

domenica 15 settembre 2019

OGNI MINUTO MUOIONO NEL MONDO 5 PERSONE PER CURE NON SICURE - L'OMS INDICE LA PRIMA GIORNATA PER LA SICUREZZA DEI PAZIENTI


L'Organizzazione Mondiale della sanità informa che milioni di pazienti vengono danneggiati ogni anno a causa di cure sanitarie non sicure in tutto il mondo che causano 2,6 milioni di decessi ogni anno solo nei paesi a basso e medio reddito. 
La maggior parte di queste morti sono evitabili. L'impatto personale, sociale ed economico del danno al paziente porta alla perdita di trilioni di dollari in tutto il mondo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità sta focalizzando l'attenzione globale sulla questione della sicurezza dei pazienti e lanciando una campagna di solidarietà con i pazienti nella primissima Giornata mondiale per la sicurezza dei pazienti il ​​17 settembre. “Nessuno dovrebbe essere danneggiato mentre riceve assistenza sanitaria. Eppure a livello globale, almeno 5 pazienti muoiono ogni minuto a causa di cure non sicure ", ha affermato il dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'OMS. "Abbiamo bisogno di una cultura della sicurezza dei pazienti che promuova la collaborazione con i pazienti, incoraggi la segnalazione e l'apprendimento da errori e crei un ambiente privo di colpa in cui gli operatori sanitari sono abilitati e formati per ridurre gli errori". Quattro pazienti su dieci sono danneggiati durante le cure primarie e ambulatoriali. Gli errori più dannosi sono legati alla diagnosi, alla prescrizione e all'uso di medicinali. Gli errori terapeutici da soli costano circa 42 miliardi di dollari all'anno. Procedure chirurgiche non sicure causano complicazioni fino al 25% dei pazienti con 1 milione di decessi durante o immediatamente dopo l'intervento ogni anno. Il danno ai pazienti nell'assistenza sanitaria è inaccettabile. 
L'OMS chiede un'azione urgente da parte di paesi e partner in tutto il mondo per ridurre i danni ai pazienti nelle cure sanitarie. La sicurezza dei pazienti e la qualità delle cure sono essenziali per fornire servizi sanitari efficaci e ottenere una copertura sanitaria universale. Gli investimenti nel miglioramento della sicurezza dei pazienti possono portare a significativi risparmi finanziari. Il costo della prevenzione è molto più basso del costo del trattamento a causa di danni. Ad esempio, solo negli Stati Uniti, miglioramenti della sicurezza mirati hanno portato a un risparmio stimato di 28 miliardi di dollari negli ospedali Medicare tra il 2010 e il 2015. Un maggiore coinvolgimento dei pazienti è la chiave per un'assistenza più sicura. Coinvolgere i pazienti può ridurre l'onere del danno fino al 15%, risparmiando miliardi di dollari ogni anno. Nella primissima giornata mondiale della sicurezza dei pazienti, l'OMS sta dando la priorità alla sicurezza dei pazienti come priorità globale per la salute e sollecitando i pazienti, gli operatori sanitari, i responsabili politici e l'industria sanitaria a "parlare per la sicurezza dei pazienti!". Le città di tutto il mondo illumineranno monumenti di colore arancione per mostrare il loro impegno per la sicurezza dei pazienti il ​​17 settembre. Questi includono il Jet d'Eau a Ginevra, le Piramidi al Cairo, la Torre di Kuala Lumpur, il Royal Opera House a Muscat e il ponte Zakim a Boston, tra gli altri.

SANITA': 23, 5 MILIARDI TRA SPRECHI E CORRUZIONE SECONDO LA CGIA DI MESTRE


Un interessante studio dell'Ufficio studi dell'Associazione Artigiani e Piccole imprese di Mestre - CGIA sostiene che gli sprechi della pubblica amministrazione sarebbero un problema più grave dell'evasione.
Senza entrare nel merito di questa affermazione (secondo il TAX Research LLP siamo i primi in Europa con  190,9 miliardi ),  ritengo che comunque alcuni settori della P.A. costituiscano effettivamente un problema.
Come si vede dalla tabella contenuta nello studio citato le inefficienze, ma ancor di più gli sprechi e la corruzione presenti in sanità costerebbero alla collettività 23,5 miliardi di euro ogni anno  (Fonte: Istituto per la Promozione dell'Etica in sanità - ISPE).
Qui trovate lo Studio CGIA

MANCANO 106 GIORNI ALLA DISATTIVAZIONE DEI PUNTI DI PRIMO INTERVENTO

STATO DEI RICORSI AVVERSO GLI ATTI DELLA REGIONE E DELLA ASL CHE PORTERANNO ALLA DISATTIVAZIONE DEI PUNTI DI PRIMO INTERVENTO 
Come tutti sanno la gestione della sanità dal 1994 è stata affidata a delle Aziende Sanitarie ai sensi del D.lgs 502/1992.
Ma ai Sindaci rimangono ancora molte competenze perché essendo portatori dei bisogni di salute della popolazione devono rappresentare nelle sedi opportune le esigenze dei cittadini che rappresentano per cui è fondamentale l’azione dei Comuni in termini di controllo, proposta, e ‘rivendicazione’ nei confronti del livello regionale e delle aziende sanitarie.
Proprio su questo Blog il giorno 10 agosto ho rammentato il potere che hanno i Sindaci grazie alla conferenza locale sociale e sanitaria (così si chiama nel Lazio la Conferenza dei Sindaci delle Aziende sanitarie locali ). 
Anche il Quotidiano sanita di recente ha affrontato l'argomento.
Purtroppo, come già sottolineavo nel mio articolo del 10 agosto, troppo spesso sulla necessità di difendere i diritti dei cittadini prevalgono gli interessi di partito o i richiami degli organi regionali ai quali non piace ricevere ricorsi per cui è ipotizzabile pensare che potrebbero fare pressioni sui Comuni facendo magari presente che sarebbe per loro controproducente se facessero ricorso in quanto potrebbero perdere la possibilità di ottenere finanziamenti per le manifestazioni o per lavori.
Purtroppo solo pochi giorni dopo il 10 sul Bollettino Ufficiale della Regione il giorno 13 è stato pubblicato l'oramai famoso DCA U00303/2019 con cui il Commissario ad acta per il ripiano dei disavanzi della sanità della regione ha stabilito quella che ancora veniva chiamata trasformazione dei Punti di Primo Intervento.
Allo scopo di decidere cosa fare già il 28 agosto fu tenuto un incontro presso l'Amministrazione provinciale in occasione del quale avevo predisposto pro bono una bozza di ricorso che consegnai a tutti i rappresentanti dei sette Comuni interessati oltre che al Presidente della provincia.
La Conferenza dei Sindaci tenutasi poi per discutere su questo argomento il 9 settembre non si è conclusa con una votazione per cui non c'è stata la possibilità di esprimere un consenso né un dissenso anche se la maggioranza degli amministratori  intervenuti nel dibattito ha espresso notevoli perplessità.
Nonostante ciò con la deliberazione del 12 settembre n. 849 del direttore generale dell'azienda USL Latina è stata disposta una disattivazione di tutti i PPI a decorrere dal 1° gennaio 2020.
Ma la cosa che desta meraviglia è che nelle premesse della citata deliberazione 849/2019 viene affermato che nel corso della riunione del 9 settembre non sarebbero state avanzate obiezioni da parte dei rappresentanti  dei Comuni intervenuti nella discussione. 
A questo punto, tenuto conto che il DCA U00303/2019 è stato pubblicato nel periodo feriale della Magistratura la scadenza del termine per la notifica alla controparte del ricorso al TAR dovrebbe essere il giorno 28 settembre mentre il termine per ricorrere avverso la delibera della ASL dovrebbe scadere il giorno 11 ottobre, mentre il termine per il deposito scadrebbe dopo altri 30 giorni.
Allo stato sembrerebbe che solo il Comune di Cori avrebbe deciso di presentare ricorso al TAR, ma l'atto deliberativo non risulta ancora pubblicato all'Albo Pretorio. 
Dagli altri ancora nessuna notizia ufficiale.
Potrebbe darsi che la moral suasion  svolta da qualche consigliere regionale abbia avuto effetto?
I cittadini che pagano già le tasse saranno costretti a mettersi le mani in tasca anche per difendere le loro strutture sanitarie dopo che sono già costretti a farlo a causa delle liste di attesa delle visite e degli accertamenti diagnostici ? La spesa dell'out of pocket nella nostra provincia è già troppo elevata. 
Sed qua fronte questi amministratori si ripresenteranno agli elettori per la prossima tornata elettorale?
Per quanto mi riguarda, dopo aver chiesto per due volte (12 giugno e 7 settembre) di poter intervenire nel procedimento come previsto per legge senza ottenere risposta alcuna, in qualità di promotore del Comitato in difesa del Punto di primo Intervento di Sabaudia  ho segnalato una serie di punti della delibera che dovrebbero essere modificati e/o integrati rappresentando l'opportunità che la direzione generale dell'Azienda USL Latina voglia intervenire modificandoli in sede di autotutela e sono quindi in attesa, pur tenendo presenti le scadenze dei termini per i ricorsi.     

sabato 14 settembre 2019

I PUNTI DI PRIMO INTERVENTO NON SONO MENZIONATI TRA LE SPESE MONITORATE DAL MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE DELLE REGIONI IN PIANO DI RIENTRO.

Mancano 106 giorni alla disattivazione dei Punti di primo Intervento della provincia di Latina disposta dalla regione con il famoso DCA U00303 in data 25 luglio 2019 ma pubblicato il 13 agosto quando le persone civili vanno in ferie. Altro che trasformazione come fino ad ora era stato scritto.
Detta chiusura è stata inserita nel Piano di rientro della regione lazio quasi che i PPI fossero la causa dei disavanzi della regione Lazio.  
Proprio in questi giorni il Ministero dell’economia e delle finanze ha pubblicato il Rapporto sul monitoraggio della spesa sanitaria 2019, relativo ai dati dell’esercizio 2018. 
Molta attenzione viene dedicata, com’è giusto, alle regioni in Piano di rientro. 
In tutto il Rapporto, lungo 215 pagine non v’è traccia dei Punti di Primo Intervento. 
Dall’esame del rapporto si rileva che nel Lazio la spesa per prodotti farmaceutici nell’anno 2018 è stata di 1.133,3 milioni di euro pari al 10,5% della spesa sanitaria corrente della regione mentre la spesa per i consumi intermedi diversi dai prodotti farmaceutici sempre nell’anno 2018 è stata di 2.020,8 milioni di euro pari al 18,8% della spesa corrente della regione. 
Per l’assistenza medico generica convenzionata sempre nel 2018 nel Lazio sono stati spesi 613,3 milioni di euro pari al 5,7% della spesa corrente della regione. 
Dato che come accennato non v’è traccia del costo dei PPI ho dovuto estrapolarlo dai bilanci delle aziende interessate (Viterbo, Rieti, Latina e ASL Roma 4)  arrivando ad una spesa totale di circa 20 milioni che in percentuale rappresentano solo lo 0,15% della spesa corrente.
Non sembra che questo taglio potrà risolvere i problemi finanziari della regione mentre è certo che porterà gravi disagi ai cittadini e possibili rischi per la loro salute e la stessa permanenza in vita.

giovedì 12 settembre 2019

DALLE PROMESSE DELL'ASSESSORE D'AMATO ALLA DELIBERA DI CASATI E ALLA MANCATA DELIBERA DELLA CORRADI


Dal comunicato stampa diramato dalla Regione al termine dell'incontro con i Sindaci si era appreso che il direttore generale dell'Azienda USL Latina avrebbe dovuto redigere un atto deliberativo con il Piano di potenziamento territoriale,  che poi è stato illustrato nella Conferenza dei sindaci del 5 settembre mentre  il direttore generale dell'ARES 118 aveva il compito di produrre l’atto per il potenziamento della dotazione dei mezzi di soccorso nelle aree interessate. Inoltre l’Ares 118 è stato affermato che effettuerà appositi sopralluoghi per il servizio H24 dell’elisoccorso.
Ieri 12 settembre l'Azienda USL Latina  ha pubblicato la deliberazione n. 849 in pari data avente per oggetto: " Approvazione Documento Programmatico di sviluppo dell'Offerta territoriale" che contiene di chiaro solo la data di quelle che fino all'altro giorno veniva definita elegantemente "trasformazione" ma che nell'atto viene chiamata "disattivazione" dei Punti di primo Intervento a decorrere dal 1° gennaio p.v., il che la dice tutta sul comportamento equivoco su questo argomento fin qui mantenuto a tutti i livelli.
L'attivazione dalla stessa data di strutture territoriali afferenti al dipartimento dell'assistenza primaria deputate alla gestione delle urgenze minori assicurando il coordinamento con l'ARES 118 e i servizi di pronto soccorso ospedaliero per quelle maggiori. Stranamente non si parla di emergenza che pure è una cosa diversa dall'urgenza.
Si nutrono da più parti profonde e legittime preoccupazioni per quanto riguarda le Case della Salute dato che l' Azienda si è presa  tempo fino al 30 settembre l'avvio della procedura di implementazione delle ore di specialistica ambulatoriale, fino al 31 ottobre per avanzare alla regione la richiesta per l'attivazione delle Case della salute di Cisterna e di Cori ed infine al 31 dicembre per l'implementazione del personale infermieristico.
Una procedura questa che appare piuttosto semplicistica attesa la complessità relativa alle Case della Salute che prima di essere strutture fisiche presuppongono una diversa organizzazione, una diversa filosofia, che non si realizzano solo implementando le ore degli specialisti o mettendo qualche infermiere in più.
Per chi come me ha creduto sin da subito al progetto ideato molti anni fa da Bruno Benigni  e Nicola Preiti e poi fatto proprio dall'allora Ministro della sanità Livia Turco, dopo avere scritto vari saggi sull'argomento ritengo che sarebbe grave se non si partisse con il piede giusto mentre è necessario organizzare bene le cose per assicurare una elevata qualità dei servizi come avviene in Toscana, in Pimonte ed in Emilia e Romagna. 
Il tutto tenendo conto del fatto che almeno in alcuni centri i Percorsi Diagnostico terapeutici Assistenziali, su cui punta molto la direzione forse partiranno alla fine dell'anno, ma anche questo appare problematico sia perché il necessario supporto rappresentato dal Fascicolo Sanitario Elettronico ancora non contiene tutti i referti, le cartelle cliniche ecc. dei pazienti che dovrebbero consentire ai professionisti ospedalieri e del territorio di avere a disposizione in tempo reale la situazione clinica di ogni paziente, sia per la formazione del personale interessato dipendente e convenzionato.
Peccato che in occasione della presentazione del mio "Manuale per le Case della Salute: programmare, organizzare, gestire", feci omaggio di una copia al dott. Casati e che il 5 settembre scorso  abbia regalato  al dott. Coletta.una copia di un volume analogo.
Nel frattempo sul sito dell'ARES 118 non è apparsa alcuna deliberazione per assicurare il mantenimento degli impegni presi il 5 settembre il che preoccupa notevolmente dato che le postazioni di automedica sono state ridotte a 4 e che in pratica tutto il servizio è oramai affidato ai privati senza adeguati controlli da parte della Centrale provinciale in merito al rispetto del capitolato.
Non si hanno inoltre notizie circa la realizzazione delle elisuperfici che per alcune località sono indispensabili (es. piccole isole).
Per cui molti Sindaci che erano usciti dall'incontro con l'assessore D'Amato abbastanza soddisfatti cominciano ad essere seriamente preoccupati per il futuro della salute nel loro territorio.
Le chiusure sono certe mentre sulle strutture future ci sono vari interrogativi soprattutto in merito alla gestione dei casi di emergenza urgenza e alla stabilizzazione dei pazienti.

L'AZIENDA USL LATINA BRUCIA I TEMPI E PUBBLICA LA DELIBERA PER LA C.D. TRASFORMAZIONE DEI PPI DOPO NEANCHE UN MESE DAL DECRETO DELLA REGIONE

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Nella tarda serata di ieri 11 settembre il direttore generale dell'Azienda USL Latina ha inviato ai Sindaci dei sette comuni sede di Punto di primo intervento una bozza di documento che si presumeva potesse essere oggetto di contributi da parte degli stessi Sindaci e dei Comitati civici.
Grande è stata la sorpresa quando nella mattinata di oggi 12 settembre è stata pubblicata all'ambo pretorio sito dell'azienda la deliberazione 849 recante "Approvazione del documento programmatico di sviluppo dell'offerta territoriale".
Il documento allegato recita: "L'Azienda, in ottemperanza a alle indicazioni della Regione Lazio quali in particolari previste dai Piani Operativi 2016-2018 e 2019-2021 nonché alle indicazioni contenute nel vigente Atto Aziendale ha da tempo previsto il potenziamento dei servizi territoriali e la loro messa in rete (DCA U00303/'19 punto 17.8) con particolare attenzione all’integrazione tra assistenza primaria -assicurata dai medici di medicina generale anche in forma associata (UCP)- ed i diversi servizi territoriali a gestione diretta (Case della Salute, PTP, Ambufest, CCT, ambulatori specialistici, ambulatori infermieristici ecc.) con l’obiettivo prioritario, tra gli altri, di favorire la presa in carico dei pazienti e la gestione delle patologie per percorsi superando la logica prestazionale nella gestione dei processi patologici. 
In tale ottica ha altresì avviato, nell'ambito dei processi attuativi del Piano Nazionale della Cronicità recepito dalla Regione Lazio con DCAU00046 del 8/02/018, uno specifico progetto denominato +VITA volto ad assicurare la gestione diretta da parte dei medici di medicina generale dei loro assistiti affetti da patologie croniche mediante una piattaforma informatica, la gestione ordinata della relativa presa in carico sulla base di specifici PDTA formalizzati a livello aziendale con tempi certi nella erogazione delle singole prestazioni previste dal PDTA. 
Sulla base di tali premesse rafforzative della risorse assegnate al territorio l'Azienda ha intrapreso un percorso di rafforzamento delle Case della Salute presenti sul territorio aziendale che attualmente vede la presenza di una Casa della Salute già attiva nel Distretto 3 (Comune di Sezze) e l'esecuzione in atto dei lavori di ristrutturazione della Casa della Salute nel Distretto 1 (Comune di Aprilia) a fronte di una programmazione regionale che prevede la presenza di almeno una Casa della Salute in ogni Distretto. 
Al riguardo con nota prot. AOO01 25809 del 17/07/'19 l'Azienda ha richiesto alla Regione di valutare la possibilità di attivare Case della Salute, quali previste nella programmazione regionale (DCA U00040/2014 e s.m.i.), anche nei territori attualmente sede di alcuni PPI nell’ottica di assicurare una implementazione dei servizi territoriali riconoscendo tale strutture come il luogo privilegiato ove assicurare lo sviluppo di servizi di prossimità in particolare per quei centri situati in aree della provincia lontane dai centri e dalle strutture sanitarie maggiori nonché dai presidi ospedalieri aziendali. 
In tale ottica di rafforzamento e di adeguamento dell'offerta sanitaria territoriale aziendale si inserisce anche la tematica dei Punti di Primo Intervento (di seguito PPI) quale prevista dalla normativa regionale (Piani Operativi 2016-2018 – 2019-2021 ) in ottemperanza a specifiche disposizioni a valenza nazionale (Decreto del Ministero della Salute n.70 del 02 aprile 2015 - Atto n. 98/C.S.R. Del 05-08-2014) che hanno sancito, nell’ambito della riorganizzazione della rete dell’emergenza, la loro trasformazione in postazioni medicalizzate del Servizio 118. 
Al riguardo nell'ambito delle disposizioni regionali in materia l'Azienda ha da tempo iniziato un percorso per assicurare il mantenimento -al di fuori del sistema dell'emergenza territoriale specificatamente normate dai richiamati provvedimenti normativi nazionali e regionali- delle funzioni attualmente svolte dai PPI la cui chiusura, se attuata senza correttivi, comporterebbe in particolare l’assenza sul territorio di strutture in grado di assicurare la risposta alle urgenze minori di stretta competenza territoriali sia di tipo chirurgico (trattamento di traumi minori quali ferite non complicate, ustioni di grado minore, distorsioni e fratture minori composte ecc., ) che medico, (odontalgie gravi, coliche addominali, reazioni allergiche minori, crisi ipoglicemiche ecc.) con conseguente necessità di ricorso per le stesse, in modo del tutto inappropriato, alla rete dell’emergenza ospedaliera; 
Tali considerazione sono tanto più valide se si tiene conto della particolare orografia del territorio della Provincia di Latina e la distribuzione nello stesso degli ospedali dotati di pronto soccorso, tutti concentrati nell’area pianeggiante in quanto maggiormente popolata, con la presenza dei soli PPI quali strutture in grado di trattare, in vasti territori aziendali, le urgenze minori, quali sopra delineate e coordinarsi con le strutture (ARES 118, Pronto Soccorso ospedaliero) deputate alla gestione dell'emergenza e delle urgenze maggiori. 
A tal fine una proposta che salvaguardi il ruolo già svolto dai PPI, quale sopra delineato, è stata discussa, nell'ambito della Conferenza locale sociale e sanitaria della Provincia di Latina, in più incontri con i Sindaci dei Comuni sede di PPI nel periodo autunno-inverno 2018 al termine dei quali l'Azienda ha presentato ai Sindaci e quindi trasmesso alla Regione Lazio una propria proposta di rimodulazione (all.1) dell'attività assicurata dai PPI; proposta formalizzata alla Regione Lazio con nota prot. Aoo01/35604 del 08/11/2018. 
In tale proposta veniva altresì prevista un ulteriore approfondimento del possibile modello di superamento dei PPI che assicurasse il mantenimento sul territorio dell'attività svolta dagli stessi nell'ambito delle urgenze di competenza territoriale assicurando altresì il necessario coordinamento con le strutture (ARES 118, Pronto Soccorso ospedaliero) deputate alla gestione dell'emergenza e delle urgenze maggiori. 
Tale attività di approfondimento si è regolarmente svolta nel primo semestre 2019 sulla base dell'esame dei dati di attività raccolti con modalità informatizzata grazie all'istallazione in tutti i PPI di specifico programma informatizzato (GIPSE) che ha permesso di raccogliere con modalità certe ed elaborabili statisticamente i dati di attività dei singoli PPI.
...OMISSIS...
Tali ulteriori elementi di giudizio sono stati discussi con i Sindaci dei Comuni sedi di PPI nell'ambito delle sopracitate riunioni ristrette della Conferenza locale sociale e sanitaria al termine delle quali, sulle base dei dati esaminati, l'Azienda ha predisposto una ulteriore ipotesi di superamento dei PPI inquadrando il mantenimento delle relative funzioni, quali sopra delineate, nei programmi di rafforzamento già in essere dei servizi territoriali, quali sopra indicati, e che vedono il loro centro nella istituzione di nuove Case della Salute e nella presa in carico dei pazienti cronici. 
Tale ulteriore programma di sviluppo dei servizi territoriali e stato presentato ai Comuni nella seduta della Conferenza Locale sociale e sanitaria della Provincia di Latina tenutasi in data 09 settembre 2019 presso la casa Comunale di Latina; nel corso di tale riunione non sono state avanzate obiezioni da parte dei rappresentanti dei Comuni intervenuti nella discussione al piano predisposto dalla Azienda. 
Tali elementi programmatori possono essere così riassunti: 
a) Avanzare alla Regione Lazio entro il 31 ottobre 2019, ad integrazione di quanto già presentato, la richiesta di attivazione nei comuni di Cori e Cisterna di Latina della relativa Casa della Salute quale prevista dalla vigente normativa regionale (DCA U00040/'14 e sm.i) precisando che, per quanto attiene al Comune di Cisterna di Latina, si rende necessario preliminarmente ed in accordo con lo stesso Comune, individuare una sede idonea per ospitare tale struttura. Pertanto, seguito di tale integrazione, la rete delle Case della Salute della Provincia, tra realizzate e programmate, verrà ad essere costituita dalle strutture site nei comuni di Aprilia, Cori, Cisterna di Latina, Gaeta, Minturno, Priverno, Sabaudia e Sezze; 
b) Attivare con decorrenza dal 01 gennaio 2020 presso le sedi delle istituende Casa della Salute, quali sopra individuate, oltre che nella Casa della Salute di Sezze apposite strutture territoriali -afferenti al Dipartimento della Assistenza Primaria ed incardinate su base territoriale nella UOC Assistenza Medica e Specialistica NE e SO di tale Dipartimento- deputate principalmente alla gestione delle urgenze territoriali quali individuate in premessa; strutture che, operando sulle 24 ore, acquisiscono integralmente dalla stessa data le sedi, il personale, gli arredi e le tecnologie informatiche ed elettromedicali attualmente in uso ai Punti di Primo Intervento; 
c) Disattivare contestualmente e con la stessa decorrenza del 01 gennaio 2020 i Punti di Primo Intervento aziendali in ottemperanza a quanto previsto dalla vigente normativa nazionale e regionale ed in particolare dal DCA U00303 del 24 luglio 2019; 
d) Predisporre entro il 31 dicembre 2019, a cura del Dipartimento dell'Assistenza Primaria, il Regolamento di funzionamento delle strutture di cui al precedente punto b), nel quale prevedere che –tra l’altro- i profili professionali dedicati al loro funzionamento siano quelli del medico esperto in emergenza territoriale e infermiere, e i protocolli necessari ad assicurare il necessario collegamento in rete delle stesse, h24, con i Pronti Soccorsi ospedalieri, l'ARES 118, nonché le strutture territoriali del relativo distretto compresi gli studi di medicina generale e le relative forme associative quali l'UCP; 
e) Sottoscrivere con la Regione Lazio entro il 31 dicembre 2019 lo “Schema d'Intesa” ex DCA U00414/'14 e s.m.i. per l'attivazione delle singole Casa della Salute subordinatamente alla relativa valutazione positiva da parte della Regione Lazio 
f) Rilevare -incaricandone i Direttori dei Distretti competenti per territorio- entro gg.60 dalla sottoscrizione del relativo “Schema d'Intesa” ex DCA U00414/'14 e s.m.i. il fabbisogno necessario all'attivazione delle singole Case della Salute sulla base delle peculiarità dei singoli territori coinvolgendo in tale valutazioni i Comuni ed i Distretti socio-sanitari interessati 
g) Attivare entro il 30 settembre 2019 la procedura di implementazione delle ore di specialistica a supporto della presa in carico dei pazienti cronici (Progetto +VITA) 
h) Valutare, presso ogni singola struttura, l’opportunità e la funzionalità dell’implementazione del personale infermieristico, con particolare riferimento al perseguimento degli obiettivi del programma *VITA, anche prima dell’attivazione delle Case della Salute; 
i) Predisporre -incaricandone il Direttore della UOC Comunicazione e relazioni con il Pubblico- entro il 30 novembre 2019 apposito piano di comunicazione circa l'implementazione della rete territoriali ed all'interno della stessa il ruolo assegnato alla Casa della Salute, alla struttura deputata alla gestione delle urgenze territoriali nonchè ai progetti di presa in carico dei soggetti affetti da patologie croniche.
Al riguardo non sono stati sentiti i Sindacati che pure avevano chiesto di essere convocati anche perché il loro parere è d'obbligo nel caso in cui si modifichi l'atto aziendale, né i Comitati ed in particolare quello di Sabaudia che sin dal 12 giugno 2019 aveva chiesto di partecipare al procedimento ai sensi dell'art. 9 della legge 241/1990 in quanto rappresentativo degli interessi diffusi della cittadinanza ed avendo ravvisato un possibile pregiudizio per i cittadini dalle procedure in corso presso l'ASL.
Questi sono due vizi di legittimità del procedimento. 
La suddetta deliberazione contiene alcuni elementi positivi come la realizzazione della Casa della Salute nell'edificio di via Conte Verde, un tempo sede dell'ospedale con un potenziamento dei servizi di prevenzione, di cure primarie, di assistenza specialistica, di assistenza farmaceutica, di integrazione sociosanitaria ecc. Saranno progressivamente attivati i Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) - peraltro già attivo altrove da danni - per i pazienti cronici, il Fascicolo Sanitario Elettronico (ancora in fase di rodaggio) ecc.
Si assicura che le funzioni rimarranno le stesse, che l'apertura del servizio sarà H24 e che rimarrà lo stesso personale medico e  infermieristico.
Viene affermato che entro il 30 settembre saranno implementate le ore di specialistica ambulatoriale e il numero degli infermieri professionali.
Sarà predisposto anche un Piano della Comunicazione.
Non mancano però le criticità, individuate in particolare nel fatto che a seguito della cosiddetta "trasformazione" dei PPI  disposta dalla regione Lazio con il famigerato DCA U00303 pubblicato sul BUR il 13 agosto scorso,  a seguito della quale dal 1° gennaio 2020 cesseranno di esistere i PPI e il servizio sarà assicurato da "Punti di erogazione di assistenza primaria", cosa questa ben diversa dai PPI. Il fatto che nel documento allegato alla citata deliberazione 849/2019 citato venga affermato che detto presidio afferirà al Dipartimento dell'assistenza primaria e che sarà incardinato su base territoriale nelle UOC di assistenza medica e specialistica NE e SO è fonte di legittima preoccupazione sia per gli operatori che per gli stessi cittadini/pazienti, questo nonostante si affermi, sempre nel citato documento che saranno predisposti degli appositi protocolli al fine di assicurare il necessario collegamento con i servizi di Pronto Soccorso ospedalieri, l'ARES 118 e con le strutture territoriali del distretto. Le implicazioni medico legali nel caso di danni alla salute o peggio la perdita di un paziente potrebbero infatti essere rilevanti  ove non fosse curato al massimo ogni aspetto dell'organizzazione e dei rapporti tra le varie UOC coinvolte.
Manca un business plan.
Manca un cronoprogramma per tutte le attività previste che dovranno essere completate prima del 31 dicembre.
Manca ancora un regolamento tipo della Casa della Salute.
Non è stata prevista la predisposizione di una carta della qualità per la Casa della Salute.
Dovrà essere fatta formazione a tutto il personale che sarà utilizzato nella nuova struttura.
Occorre formalizzare le modalità di reclutamento e i requisiti per il personale che sarà assegnato al nuovo Punto di erogazione di assistenza primaria, nel caso in cui qualche unità attualmente presente dovesse lasciare per qualsiasi motivo il servizio ed a questo proposito si richiama quanto più volte ricordato dal presidente dell'ordine dei medici di Latina in merito all'utilizzo delle graduatorie dell'emergenza sanitaria territoriale (art. 92 dell'ACN nelle quali possono essere iscritti solo i medici che hanno l'attestato di idoneità di cui all'art. 96 del medesimo ACN).