giovedì 29 agosto 2019

PUBBLICATA LA DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI SABAUDIA CON LA RICHIESTA DI UNA CASA DELLE SALUTE CON PPI COME MODULO AGGIUNTIVO

La deliberazione n. 31 approvata il 29 luglio scorso all'unanimità dal Consiglio comunale di Sabaudia a seguito di una proposta presentata dal Comitato in difesa del Punto di Primo Intervento di Sabaudia contiene la richiesta alla Regione Lazio e alla AUSL Latina, nel rispetto degli impegni assunti dalla regione con il Ministero della salute e con il Dicastero dell'economia e delle finanze con il punto 9.3 del DCA U00052/2017, anche nell'ottica del Protocolo stipulato in data luglio 2019 di quanto previsto al punto 5.1 del DCA U00257/2017 e al punto 9.3 del DCA U00412/2017 di voler predisporre gli atti ed i finanziamenti per avviare la fase di realizzazione di una casa della Salute a Sabaudia per il Distretto2.
In particolare l'atto approvato propone che a regime nella casa della casa della salute siano presenti:
I seguenti moduli di base:
a) Assistenza primaria, come previsto dall'Accordo collettivo nazionale, dall'Accordo integrativo regionale e dalle successive modifiche e integrazioni;
b) Attività specialistiche ambulatoriali con particolare riferimento alle discipline di: cardiologia, pneumologia, diabetologia/endocrinologia, oculistica ed eventualmente altre discipline specialistiche in collegamento funzionale con altri presidi aziendali per la presa in carico e la continuità assistenziale;
c) Ambulatorio infermieristico;
d) Presidio di diagnostica per immagini e punto prelievi;
e) Area dell'accoglienza;
f) Sportello CUP;
g) Punto Unico di Accesso PUA);
h) Area dl volontariato:
I seguenti moduli aggiuntivi:
a) Punto di Primo Intervento;
b) Centro per i disturbi cognitivi e demenze - centro territoriale esperto;
c) Centro/Sportello antiviolenza;
d) Centro di Assistenza domiciliare;
e) Assistenza ambulatoriale complessa;
f) Attività fisica adattata; 
g) Trattamento del dolore cronico nell'ambito delle specifiche reti;
h) Telemedicina;
i) Screening;
j) Vaccinazioni;
k) Assistenza ai migranti.
Nelle more della realizzazione della Casa della salute è stato chiesto altresì alla Regione che venga garantito l'attuale livello dell'emergenza sanitaria territoriale nel presidio di Sabaudia.
L'approvazione della deliberazione 31/2019 rappresenta un importante passo avanti verso una soluzione intelligente e condivisa della vertenza dei Punti di primo Intervento e mi auguro che venga fatta propria dalla Regione come modello da utilizzare anche in altre realtà e come del resto avviene già in Emilia e Romagna e in altre regioni. 

LA REGIONE DOVREBBE FAR TESORO DEI CONSIGLI DEL MINISTERO

Ancora una volta ieri ho sentito che il Ministero della salute non avrebbe risposto alle lettere inviate da alcuni rappresentanti politici che chiedevano di intervenire sulla questione dei Punti di Primo Intervento.
In effetti io scrissi al Ministro della salute Grillo il 15 luglio del 2018 (forse sono stato il primo e questo mi ha favorito) e, rientrando a casa dopo un periodo in cui sono stato ospite del Santa Maria Goretti, ho trovato la gradita riposta con cui il responsabile dell'Ufficio III della direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero dopo aver ribadito che il tavolo tecnico verifica solo l'adesione agli standard previsti dal DM 70/2015 e non le scelte organizzative della regione ha tenuto a far presente che "nell'ambito della propria autonomia in materia di programmazione sanitaria le Regioni possono adottare le modifiche che ritengono necessarie al piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, fatto salvo il rispetto degli standard previsti dal DM 70/2015". Pertanto ove avesse voluto la regione avrebbe potuto trovare soluzioni idonee invece di procedere brutalmente a stabilire la chiusura di tutti i PPI. Ora alcuni consiglieri regionali, quasi sposando la proposta fatta dal  Comitato in difesa del PPI di Sabaudia il 15 gennaio scorso ed inviata  oltre che al presidente della regine anche alla Commissione sanità della regione vogliono affrontare il problema inserendo i PPI, magari sotto altre sembianze all'interno delle case della salute. Ben venga, ma non era il caso di evitare di costringere ancora una volta i Sindaci a distrarsi da altri problemi (che in genere non mancano) e cittadini di tutte le età a dover venire a manifestare fine a Roma.



QUANDO ARRIVERA' ANCHE A LATINA L'IMPLEMENTAZIONE DELL'ASSISTENZA TERRITORIALE ?

AZIENDA USL LATINA : TEMPO MEDIO LISTE SI ATTESA  DAL 22/7 AL 28/8 2019
A dimostrazione che nella ASL Latina siamo ancora molto lontani della cosiddetta implementazione dell'assistenza territoriale, che rappresenta la conditio sine qua non per la "trasformazione" dei PPI abbiamo una lunga serie di elementi che partono in primo luogo dalle liste di attesa per le visite e gli accertamenti di diagnostica strumentale. come si può vedere dai dati estratti dal sito della regione per il monitoraggio dei tempi di attesa siamo ancora molto lontani dalla normalità e la settimana dal 19/8 al 25/8 vede ancora molte caselle rosse e gialle....
Un altro problema è rappresentato dal mancato avvio effettivo dei Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali in tutte le realtà locali della provincia.
Ancora il servizio della guardia medica in alcune località è inadeguato alle aspettative delle persone e agli standard assistenziali previsti dalla convenzione nazionale.
Il sistema del Fascicolo Sanitario Elettronico è ancora incompleto e non  è possibile condividere tutti i dati  sanitari tra  medici ospedalieri, medici di medicina generale (o pediatri di libera scelta) , specialisti ambulatoriali, ecc.
Nel frattempo il problema dei tempi di attesa e di accesso al pronto soccorso di Latina e a quello di Formia sono sempre più lunghi.
Pur consapevoli di questa situazione ci sono persone che dovrebbero essere state messe lì per tutelare la nostra salute, ma che invece non hanno trovato nulla di meglio, per far quadrare i conti, che decidere di chiudere i PPI che, tutti e sette complessivamente nella nostra provincia costano solo tra costi diretti ed indiretti € 11.722.000,00, una somma che rappresenta un granello di sabbia rispetto ai costi del SSR che per quest'anno sono stati calcolati in 12.971.429.595,02.  
Le cause dei disavanzi della regione Lazio sono ben altre, è inutile seguitare a girarci intorno, chi occupa certi posti sa dove si deve incidere, altro che PPI....
Ma i cittadini si difenderanno a tutti i livelli.

mercoledì 28 agosto 2019

ENTRA NEL VIVO LA BATTAGLIA IN DIFESA DEI PUNTI DI PRIMO INTERVENTO

CONFERENZA LOCALE SOCIALE E SANITARIA - FOTO DI REPERTORIO 

Nell'incontro di oggi 28 agosto i sette Sindaci dei Comuni sede di Punto di Primo Intervento hanno concordato le azioni da porre in atto:

  • 29 agosto invio di una nota congiunta al presidente Zingaretti in qualità di Commissario ad acta della Regione Lazio per il piano di rientro dai disavanzi della sanità; 
  • 5 settembre incontro presso l'assessore alla sanità della Regione Lazio d'Amato;  
  • 9 settembre Conferenza locale sociale e sanitaria presso il Comune di Latina;
  • 12 settembre (entro il...) notifica del ricorso al TAR da parte dei Comuni

martedì 27 agosto 2019

S'INFIAMMA LA BATTAGLIA SUI PUNTI DI PRIMO INTERVENTO - MANCANO 125 GIORNI ALLA CHIUSURA


Dopo la pubblicazione del DCA U00303 firmato da Zingaretti il 25 luglio scorso ma uscito sul BUR solo il 13 agosto (quando tutti sono in vacanza) Sindaci e politici della provincia di Latina si sono ricordati dei PPI e fioccano i comunicati: così apprendiamo che  tra breve sarà convocata la commissione sanità del Consiglio regionale (ma non si era pronunciata già il 13 luglio 2018 contro la chiusura del PPI di Anagni  che poi fu chiuso per sempre il 15 dello stesso mese con conseguente decesso di una signora punta da calabrone due giorni dopo?), il 5 settembre l'assessore alla sanità della regione riceverà i Sindaci, dovrebbe anche essere convocata prossimamente la Conferenza locale sociale e sanitaria.....è positivo che finalmente ci sia attenzione ma non potevano ricordarsene prima? E chi lavora in regione non sapeva che facendo firmare quel decreto avrebbe creato gravissimi problemi a tutti i cittadini ma anche aperto una questione politica? 
Tutti gli esponenti dei partiti, ma proprio tutti affermano che diranno, che faranno, che tutto sarà meglio che pria cercando visibilità sui siti sociali e sulle TV locali.
Ma almeno in alcuni casi sembra che taluni non abbiano neanche letto il provvedimento, altri, almeno da quanto leggo su internet, non hanno ancora realizzato che c'è il decreto di Zingaretti che ha già fissato la dead line del 31 dicembre e seguitano a sperare in una modifica del DM 70/2015 firmato sì da Lorenzin e Padoan, ma approvato dalla Conferenza Stato regioni e quindi anche dal rappresentante della Regione Lazio; modifica che con la crisi di governo rischia di allontanarsi per sempre.
La cosa più grave è che in questo contesto ci sono consiglieri o ex  consiglieri regionali che dovrebbero sapere come funziona l'iter dei provvedimenti regionali e che avrebbero potuto e dovuto intervenire prima che si arrivasse a questa situazione.
Registro il positivo appello del Sindacato Funzione Pubblica CGIL e dello  SPI CGIl . 
E' trascorso un anno da quando il Comitato per la difesa del PPi di Sabaudia consegnò all'ufficio protocollo della ASL n. 8.767 firme per diffidare il Direttore generale della ASL a chiudere il PPI di questa città e grazie ad esse ottenemmo che  il termine per la chiusura fosse differito al 31 dicembre 2019.
Ma già il 15 gennaio del nuovo anno il Comitato di Sabaudia ha inoltrato al presidente della regione, alla commissione sanità della regione, al direttore generale della ASL e alla Conferenza locale sociale e sanitaria della ASL la proposta per realizzare una casa della salute con annesso un modulo aggiuntivo di primo intervento che purtroppo non è stata presa in esame neanche dalla citata Conferenza che non ha colto l'importanza e l'utilità pratica della proposta, forse fidandosi delle assicurazioni di alcuni politici del posto. 
Ora leggo che qualcuno vuole fare una petizione, è come se fossimo tornati all'epoca del Regno d'Italia in cui i poveri cittadini erano costretti a scrivere al Re per ottenere la grazia.
Nella Repubblica italiana per fortuna abbiamo una Costituzione che stabilisce che il potere appartiene al popolo che può e deve esercitarlo nei modi previsti che purtroppo spesso sono ignorati.
Gli atti amministrativi possono essere impugnati dai Sindaci ma anche dai cittadini.
La nostra diffida è ancora valida ma in ogni caso, poiché nel dispositivo del predetto DCA U00303/2019 è scritto che "Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionali dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio entro 60 giorni dalla sua pubblicazione, ovvero ricorso straordinario al Presidente della repubblica entro 120 giorni dalla sua pubblicazione" provvederemo pertanto a fare in modo di seguire questa strada. 
La bozza del ricorso è già pronta.

lunedì 26 agosto 2019

NELLE TRATTATIVE PER IL NUOVO GOVERNO C'E' ATTENZIONE ANCHE ALLA SALUTE

Secondo QUOTIDIANO SANITA', sempre bene informato sugli affari di Palazzo, negli incontri tra M5S e PD si sarebbe parlato anche di sanità ed in particolare dei seguenti punti: 
1. Sostenibilità e fondo sanitario nazionale: con proposte sia sulla prossima legge di bilancio, che per il Patto per la salute ed il rapporto con le regioni. 
2. Sblocco assunzioni e, più in generale, interventi sul tema del personale in sanità.
3. Vaccini, con la richiesta di una posizione chiara sia sull'obbligo che sulla loro importanza in termini di prevenzione.
4. Specializzazioni e numero chiuso all'Università, con relativa riforma del sistema sanitario ed universitario.
5. Approccio innovativo per il commissariamento delle regioni per i disavanzi della sanità;
6. Sulle politiche sociali si propone una generale revisione di approccio programmatico sul tema dell’integrazione socio-sanitario; 
7. Sono state poste anche questioni sul tema della salute mentale.
Ma ci sono ancora molte nuvole su Palazzo Chigi 

NASCE IL CENTRO DI REFERENZA NAZIONALE PER L'ANALISI E STUDIO DI CORRELAZIONE TRA AMBIENTE, ANIMALE E UOMO

Tra i tanti centri di referenza nazionale esistenti nell'ambito degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali il Ministero della salute ha ritenuto di istituirne uno nuovo presso l'IZS del Mezzogiorno con sede a Portici  con decreto in data 28 maggio 2019 (pubblicato sulla GU 199/2019) per l’analisi e studio di correlazione tra ambiente, animale e uomo. 
Il centro di referenza svolgerà i compiti di cui all’art. 2 del decreto del Ministro della sanità 4 ottobre 1999: a) realizzare un sistema strutturato e permanente di referenti all’interno dei singoli istituti zooprofilattici sperimentali ai fini del coordinamento delle attività che saranno poste in essere sul territorio nazionale; 
b) fornire assistenza tecnico-scientifica al Ministero della salute; 
c) curare l’organizzazione di corsi di formazione, nell’ambito delle proprie competenze, per il personale del Servizio sanitario nazionale e per altri operatori di enti competenti; 
d) promuovere e svolgere attività di programmazione, ricerca scientifica, risk-assessment , di sorveglianza e analisi epidemiologica volte ad evidenziare le interazioni tra i contaminanti e le matrici alimentari di competenza ed a sviluppare delle strategie di intervento mirate; 
e) mettere in atto ogni altra utile attività attinente alle proprie competenze, ivi compresa la collaborazione con altre amministrazioni, centri ed associazioni del settore.

MA QUANTO SPENDIAMO PER ILLUMINARE LE NOSTRE CITTA' !

Fonte: Osservatorio conti pubblici italiani 
Ma quanto si spreca e si spende per illuminare le nostre città !
Come se non bastassero tutte le altre spese ora il prof. Cottarelli con il suo Osservatorio sulla spesa pubblica è tornato ad occuparsi del consumo pro capite di energia elettrica per l'illuminazione stradale.
Il nuovo Rapporto pubblicato in questi giorni punta i riflettori su una spesa che francamente potrebbe essere ridotta migliorandone l'efficienza e ponendo un poco di attenzione.
A parte qualche Comune che ha addirittura raggiunto l'autosufficienza grazie al solare ci sono ,molte province che hanno consumi molto bassi.
Nella graduatoria stilata dall'osservatorio sui conti pubblici italiani la provincia di Latina ancora una volta non brilla e si è guadagnata il 70° posto in classifica.
Non sono stato in grado di fare l'analisi di qualche Comune perché avrei avuto bisogno dei costi per capitoli e pur avendo fatto richiesta di accesso generalizzato ai dati non mi sono stati consegnati....tanto per la trasparenza....

domenica 25 agosto 2019

IL PERSONALE DELLE ASL E DEGLI ISTITUTI DI RICOVERO NELL'ANNO 2017


Fonte Ministero della salute 

Il Ministero della salute ha pubblicato i dati relativi al personale delle ASL e degli istituti di ricovero pubblici ed equiparati relativi all'anno 2017.
Molto interessanti le elaborazioni grafiche da cui si assumono molti elementi utili di valutazione circa la distribuzione del personale.
Qui trovate la pubblicazione e i dati:
PERSONALE DELLE ASL E DEGLI ISTITUTI DI RICOVERO PUBBLICI ED EQUIPARATI

venerdì 23 agosto 2019

PUNTI DI PRIMO INTERVENTO: IL RICORSO AL TAR E' L'UNICA ARMA PER COSTRINGERE LA REGIONE A TORNARE SULLE SUE DECISIONI.

La pubblicazione del DCA U00303 in data 25 luglio scorso sul BUR n.65 del 13 agosto che prevede la chiusura dei sette Punti di Primo Intervento della provincia e in merito al quale questo Comitato ha già inviato un comunicato il giorno successivo, in questi giorni ha risvegliato la politica provinciale con particolare riguardo ai consiglieri regionali senza esclusione alcuna; ma proprio costoro sono i responsabili di questa situazione, dove erano mentre gli uffici regionali scrivevano questo decreto? Non avevano promesso che ci avrebbero pensato loro a potenziare i PPI? Dal PD a Forza Italia, dal M5S alla Lega, ecc. ora hanno ancora la forza di tornare a promettere. Ma sanno almeno di cosa stanno parlando? 
Insieme ad alcuni amici degli altri Comitati anche noi parteciperemo alla manifestazione il 5 settembre sotto il Palazzo della Regione prima dell’incontro dei Sindaci con l’assessore competente, ma mi sembra di essere tornato ad un anno fa, quando facemmo la marcia a Latina che si concluse sotto l’ufficio del direttore generale della ASL Casati, anche all’epoca tante promesse, ottenemmo la proroga di un anno, ma ora siano ancora allo stesso punto. 
Pur condividendo la necessità di farsi vedere e sentire: dalle manifestazioni che purtroppo lasciano il tempo che trovano, è giunta l’ora di passare ai fatti, per cui è già pronto il nostro ricorso al TAR. 
Non ci sono altri mezzi per far ascoltare concretamente la nostra voce: alla forza della Regione risponderemo con le nostre armi: Davide contro Golia, ma nell’unione di tutti i Comitati e di tutti i Sindaci troveremo la forza per vincere. 
Purtroppo con il decreto 303/2019 vengono cancellati tutti i PPI compresi anche i moduli aggiuntivi presenti nelle Case della salute (vedi Ladispoli) o nell’ospedale di Comunità (Cori), ma questo a qualche politico locale è sfuggito e da altri si seguita a dire che va tutto bene. 
Abbiamo evidenziato circa venti vizi di legittimità. 
A ciò dobbiamo aggiungere che dai dati forniti dal direttore generale della stessa ASL Latina nel corso dell’ultima riunione ristretta dei Sindaci dei sette Comuni che ospitano un PPI, tenutasi il 22 luglio 2019 (gentilmente pubblicati dall'ordine dei medici di Latina) e stranamente non utilizzati nel citato DCA U00303/2019, risulta che nel solo primo semestre 2019 gli accessi sarebbero stati i seguenti: Cisterna: 3270, Cori: 2692, Gaeta: 4079, Minturno: 6119, Priverno:3133, Sabaudia: 3060, Sezze: 4878; per un totale complessivo di 27.231 accessi che nel caso di chiusura dei PPI si riverserebbero direttamente sui tre PS rimasti: Latina, Terracina e Formia. 
Ma la cosa più preoccupante è che dai predetti dati statistici forniti dalla ASL Latina risulta che anche nelle ore notturne, fino a dopo le 24 ci sono numerosi accessi il che da solo dimostra i rischi di chiudere il PPI durante queste fasce orarie. 
Il testo del ricorso è a disposizione gratuitamente di tutti quanti: Comuni e Comitati vorranno utilizzarlo. 
Il diritto alla salute riconosciuto dall’art. 32 della Costituzione non può essere calpestato chiudendo i PPI per far vedere ai Ministeri che si è riportata in pareggio la spesa sanitaria. 
Sono ben altri i problemi della sanità regionale, rispetto ad un finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA di € 11.048.352.082,48 la spesa per i PPI è irrisoria, le cause del disavanzo come indicato nella relazione di accompagnamento alla decisione di parifica del rendiconto generale della Regione Lazio per l’esercizio finanziario 2018 dalla dott.ssa Serbassi nell’Udienza della sezione regionale di Controllo della Corte dei conti del 23 luglio scorso: la spesa farmaceutica, i costi delle case di cura e degli ospedali religiosi, la specialistica ambulatoriale che in questa ASL è aumentata mentre le liste di attesa prevedono ancora tempi lunghissimi, ecc. 
Ci era stata promessa con grande enfasi una Casa della Salute in ogni Distretto, ma stiamo ancora aspettando: da Aprilia a Gaeta (già finanziate), come da Sabaudia a Minturno, mentre “stranamente” nel Distretto 3 ce ne sono già due. 
Non bastano le parole dei politici locali a modificare il decreto 303/2019, il tempo stringe. 
Abbiamo fiducia nella Magistratura.

domenica 18 agosto 2019

PUNTI DI PRIMO INTERVENTO: SI E' SVEGLIATA LA POLITICA ?


Proprio un anno fa, in questi giorni il Comitato per la difesa del Punto di Primo Intervento di Sabaudia consegnava all’Ufficio protocollo dell’Azienda USL Latina lo scatolone con le 8.767 firme raccolte in soli quindici giorni dai tanti nostri attivisti. 
Dopo le battaglie dell’anno passato speravamo di poter trascorrere qualche altro mese serenamente.
La pubblicazione del DCA U00303/2019 del presidente della regione Lazio, avvenuta provocatoriamente il 13 agosto, ha costretto il Comitato di difesa del PPI di Sabaudia a fare un comunicato con cui ha annunciato la propria intenzione di avviare quella che comunemente viene definita class action, cioè un ricorso al TAR del Lazio – Sezione di Roma da parte dei cittadini.
Solamente dopo questo comunicato, ripreso ampiamente dalla stampa locale, il consigliere regionale del PD La Penna ha informato di una convocazione di tutti i Sindaci interessati dall’Assessore per la sanità della regione Lazio per illustrare quanto si intende fare per potenziare l’assistenza territoriale.
Premesso che i Sindaci e i Comitati sorti spontaneamente in difesa dei sette PPI della Provincia sono ancora in attesa di essere convocati dalla Conferenza locale sociale e sanitaria per conoscere i dati dell’attività dei PPI nel primo trimestre dell’anno in corso, come promesso l’anno scorso dal direttore generale pro tempore della ASL, forse l’incontro con l’assessore sarebbe stato opportuno farlo prima della pubblicazione del citato Decreto del Commissario ad acta avvenuta quando tutti erano al mare.
Nonostante le ripetute richieste di partecipazione e le articolate proposte formulate il Comitato di Sabaudia non è stato sentito dall’azienda sanitaria locale e con esso neanche gli altri.
Ora si stanno svegliando anche gli altri partiti cercando di mettere il loro cappello su una cosa che hanno ignorato per tutti i primi otto mesi dell’anno in corso e che, grazie alla proroga strappata alla Regione a seguito delle battaglie dei Comitati, avrebbero dovuto essere utilizzati per cercare di costruire insieme una proposta valida per garantire il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza per l’Emergenza Sanitaria Territoriale in tutta la provincia: dai Lepini e gli Aurunci alle isole. 
I cittadini sono stanchi di assistere a questi balletti, la sanità non può essere terreno di battaglia e di accuse reciproche (spesso sbagliando forse volutamente anche le date - e quindi la responsabilità - della chiusura degli ospedali della provincia di Latina) o di false promesse da parte di personaggi apparsi solo da poco nell’agone politico che quasi sempre nulla sanno sulla complessa organizzazione e gestione dei servizi per la tutela della salute.

martedì 13 agosto 2019

LA REGIONE TORNA ALL'ATTACCO DEI PPI


Il presidente della Regione Lazio, con un nuovo decreto (DCA U00303/2019 in data 25 luglio concernente l'adozione del Piano di rientro del SSR di cui alla legge 191/2009, pubblicato sul BURL del 13 agosto) ha riconfermato la decisione della trasformazione di tutti i  Punti di Primo Intevento  in Punti di erogazione di assistenza primaria nelle ore diurne con affidamento all’ARES 118 di detto servizio nelle ore notturne. 
Si tratta dell’ennesima esternalizzazione di un servizio sanitario che, dove è stato attuato, ha già dato risultati negativi, deciso senza che sia stata fatta una simulazione dei possibili effetti e senza aver fatto una reale analisi dei costi derivanti dall’utilizzo di medici di medicina generale nelle ore diurne e di altre unità mediche non meglio definite a bordo delle ambulanze private. 
L’unico risparmio sarebbe quello del personale infermieristico che in questi anni ha dimostrato sempre una encomiabile abnegazione nei confronti di tutti i pazienti. 
Il tutto avverrebbe in violazione del citato DM 70/2015 che non fissava alcuna data a detta trasformazione che anzi era subordinata al potenziamento delle attività di assistenza territoriale: che nel nostro Comune è ancora estremamente carente.
Il nostro comitato sin dal 15 gennaio 2019 ha presentato la propria proposta per realizzare a Sabaudia una Casa della salute con alcuni moduli aggiuntivi tra i quali quello del PPI.
Il Consiglio comunale ha fatto propria questa proposta con deliberazione del 29 luglio scorso che al momento in cui viene pubblicato il presente post non è stata ancora pubblicata.

ISTITUITI 18 ELENCHI SPECIALI AD ESAURIMENTO PER ALTRETTANTE PROFESSIONI

Benché sia di fatto aperta la crisi i ministri rimangono in carica per l'ordinaria amministrazione. 
Così il ministro Giulia Grillo ha firmato il decreto che istituisce 18 Elenchi speciali ad esaurimento presso gli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, in attuazione di quanto previsto dai commi 537 e 538 dell’articolo 1 della legge di bilancio 2019.
“Quasi 20.000 operatori sanitari rischiavano di non poter più lavorare a causa di una norma pasticciata. 
Con l’istituzione degli elenchi speciali viene consentito a queste persone di poter continuare a fare quello che hanno sempre fatto e per cui si sono formati, senza più correre il rischio di ritrovarsi ad essere accusati di esercizio abusivo della loro professione. È un importante intervento che elimina una zona grigia e dà speranza, un gesto di rispetto per tanti lavoratori, che noi continuiamo a tutelare anche in queste ore”. 
Così riferisce il comunicato stampa. 
Il decreto individua i requisiti e i titoli che si devono possedere per essere iscritti in tali Elenchi. In questo modo si realizza un sistema completamente regolamentato in cui soltanto chi è iscritto negli Albi professionali o negli Elenchi speciali ad esaurimento potrà operare.
Elenchi speciali ad esaurimento
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Tecnico sanitario di laboratorio biomedico
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Tecnico audiometrista
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Tecnico audioprotesista
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Tecnico ortopedico
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Dietista
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Tecnico di neurofisiopatologia
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Tecnico fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Igienista dentale
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Fisioterapista
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Logopedista
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Podologo
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Ortottista e assistente di oftalmologia
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Tecnico della riabilitazione psichiatrica
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Terapista occupazionale
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Educatore professionale
-per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro
-elenco speciale ad esaurimento dei massofisioterapisti.
L’iscrizione negli elenchi dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2019.

lunedì 12 agosto 2019

I CITTADINI PAGANO LE BOLLETTE, MA IL DEPURATORE DI SABAUDIA DEVE ESSERE AMPLIATO E LA RETE FOGNARIA MIGLIORATA.

In data odierna ho provveduto a pagare la bolletta per la fornitura dell'acqua potabile, per la ree fognaria e per la depurazione.
Il depuratore di Sabaudia (che si trova in località Belsito) è stato realizzato alcune decine di anni fa quando la popolazione era di circa 10.000 persone e prevedeva la possibilità di arrivare a 20.000 abitanti.
Ora che i 20.000 residenti sono stati raggiunti e superati sarebbe opportuno che la società che gestisce la rete fognaria e il depuratore (Acqualatina) prendesse in esame l'ampliamento del depuratore e l'adeguamento della rete fognaria anche perché durante la stagione estiva il numero delle presenze è molto più elevato e sorgono problemi non indifferenti.
Sono anni che se ne parla, noi seguitiamo a pagare, ma sarebbe ora che Acqualatina facesse la propria parte.

L'OSPEDALE SANTA MARIA GORETTI A SABAUDIA (?!?!)


Come accennato la regione Lazio ha reso disponibili gli allegati del nuovo Piano territoriale paesistico regionale.
Si tratta di file grafici abbastanza pesanti da scaricare da internet.
Naturalmente sono andato a cercare quello che riguarda Sabaudia ma quale è stata la mia sorpresa nello scoprire che la tavola "D", allegato 12 della provincia di Latina, pag. 282 compare l' Ospedale Santa Maria Goretti. 
In effetti l'area selezionata riguarda il complesso che un tempo ospitava l'ospedale di Sabaudia e i due edifici adibiti ad abitazione del personale (ma oggi assegnati dalla Regione alla GdF, alla Polizia di Stato., ecc.), eleganti edifici progettati all'epoca della fondazione della città dall'arch. Angelo Valerio e quindi meritevoli di tutela.
Per la verità il nosocomio sito in via Conte Verde non è stato mai intitolato alla citata santa locale.
Più semplicemente non era stato mai intitolato.
Ma in ogni caso sono almeno più di cinquanta anni che lì non c'è più un ospedale....magari... 
Forse sarebbe il caso che la regione aggiornasse un poco i propri dati.

domenica 11 agosto 2019

LA CRISI DI GOVERNO E I COMUNI

Nel caso in cui venisse aperta la crisi di Governo i primi a soffrirne, insieme ai cittadini, saranno i Comuni  che vedranno complicarsi l'esistenza a causa del probabile (oramai quasi sicuro) rinvio del Documento di Economia e Finanza dello Stato e della conseguente incertezza dei finanziamenti, delle aliquote, ecc.
Pur nella difficoltà di questo momento è sempre meglio comunque  predisporre la proposta di bilancio per poterla approvare entro il 31 dicembre, salvo poi fare gli eventuali aggiustamenti che si rendessero necessari a seguito di norme sopraggiunte.

IL TESTO E GLI ALLEGATI DEL NUOVO PTPR COMPRESE LE TAVOLE DELLA PROVINCIA DI LATINA

Come già riferito nei giorni scorsi il 2 agosto il Consiglio regionale ha provveduto all' APPROVAZIONE DEL PIANO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE AI SENSI DEGLI ARTICOLI 21, 22 E 23 DELLA LEGGE REGIONALE 6 LUGLIO 1998 N. 24 (PIANIFICAZIONE PAESISTICA E TUTELA DEI BENI E DELLE AREE SOTTOPOSTI A VINCOLO PAESISTICO) E SUCCESSIVE MODIFICHE E DEGLI ARTICOLI 135, 143, 156 E 141 BIS DEL DECRETO LEGISLATIVO 22 GENNAIO 2004 N. 42 (CODICE DEI BENI CULTURALI E DEL PAESAGGIO, AI SENSI DELL’ART. 10 DELLA LEGGE 6 LUGLIO 2002, N. 137) E SUCCESSIVE MODIFICHE (proposta di deliberazione n. 26 DEL 4 GENNAIO 2019)
Molto interessante la parte dedicata alla provincia di Latina e ai laghi costieri.  
Non disponiamo ancora del testo definitivo ma qui allego il TESTO DELLA PROPOSTA.
Gli allegati si trovano invece qui: ALLEGATI AL PTPR (trattandosi di elaborati grafici per scaricarli ci vuole un poco di tempo).
Le opposizioni e le associazioni di difesa dell'ambiente hanno contestato alcuni punti che prevedono aumenti di cubatura in alcuni casi.

sabato 10 agosto 2019

LA REGIONE LAZIO APPROVA IL NUOVO PIANO REGIONALE RIFIUTI

La Giunta regionale del Lazio, con deliberazione n. 592 del 2 agosto scorso ha approvato il Piano Rifiuti del Lazio 2019-2025, pubblicata sul BUR 63/2019 sono così scattati  i 60 giorni per le osservazioni e altri 30 giorni per le controdeduzioni.
Questi gli obiettivi principali con cui viene definito il sistema dei rifiuti del Lazio nei prossimi 6 anni: sviluppo dell'economia circolare, riequilibrio territoriale del fabbisogno impiantistico, introduzione del sub-ambito di Roma Capitale, innovativo presidio industriale di Colleferro e raccolta differenziata al 70% nel Lazio entro il 2025, legalità e investimenti regionali per sostenere Comuni e aziende pubbliche nella realizzazione di impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti
Ecco cosa prevede il Piano, questi gli obiettivi principali con cui viene definito il sistema dei rifiuti del Lazio nei prossimi 6 anni: 
-sviluppo dell'economia circolare;
-riequilibrio territoriale del fabbisogno impiantistico in ogni Ato provinciale;
-introduzione del sub-ambito di Roma Capitale;
-innovativo presidio industriale di Colleferro e raccolta differenziata al 70% nel Lazio entro il 2025;
-legalità e investimenti regionali per sostenere Comuni e aziende pubbliche nella realizzazione di impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.
Sono previsti cinque ambiti territoriali ottimali, uno per ogni provincia. Per contribuire a colmare il gap impiantistico la Regione nel 2019 stanzierà circa 6 milioni di euro, che verranno messi a disposizione di Comuni e aziende pubbliche del settore, attraverso un bando pubblico, per la realizzazione di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti.
Politiche attive e nuovi investimenti permetteranno di favorire la riduzione della produzione di rifiuti e lo sviluppo dell'economia circolare: accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per la riduzione degli imballaggi, contrasto del consumo della plastica monouso, introduzione della tariffa puntuale, secondo il principio "che meno si inquina e meno si paga", contributi per la creazione di isole ecologiche e centri di compostaggio nei Comuni del Lazio (che negli ultimi anni hanno già ricevuto oltre 87 milioni di euro dalla Regione).
Sarà incentivata la promozione dei centri per il riuso alla realizzazione dell'innovativo compound industriale di Colleferro, dove verranno trattati i rifiuti indifferenziati con processi di lavorazione a freddo, permettendo il recupero di materie prime secondarie, senza alcun impatto ambientale, che potranno essere rimesse sul mercato.
Gli impianti necessari dovranno essere realizzati dal pubblico, spiace l'apertura dell'assessore competente verso i privati.
Mai più discariche.

LE CONFERENZA LOCALI SOCIALI E SANITARIE: LA LORO IMPORTANZA E LA DISATTENZIONE DEI SINDACI



Il D.Lgs. 229/99 di riforma del servizio sanitario, ha ridisegnato un nuovo modello di relazioni tra Regione, enti locali e aziende sanitarie basato sul pieno coinvolgimento di ciascun livello di governo al processo decisionale e su di una effettiva cooperazione\collaborazione tra ogni attore del sistema grazie alla Conferenza dei Sindaci prevista dal 14° comma dell’art. 3 secondo cui «Nelle unità sanitarie locali il cui ambito territoriale coincide con quello del Comune, il Sindaco, al fine di corrispondere alle esigenze sanitarie della popolazione, provvede alla definizione, nell’ambito della programmazione regionale, delle linee di indirizzo per l’impostazione programmatica dell’attività, esamina il bilancio pluriennale di previsione ed il bilancio di esercizio e rimette alla regione le relative osservazioni, verifica l’andamento generale dell’attività e contribuisce alla definizione dei piani programmatici trasmettendo le proprie valutazioni e proposte al direttore generale ed alla regione. Nelle unità sanitarie locali il cui ambito territoriale non coincide con il territorio del Comune, le funzioni del Sindaco sono svolte dalla conferenza dei Sindaci o dei presidenti delle circoscrizioni di riferimento territoriale tramite una rappresentanza costituita nel suo seno da non più di cinque componenti nominati dalla stessa conferenza con modalità di esercizio delle funzioni dettate con normativa regionale».
Al riguardo tutte le Regioni hanno emanato norme per dare concreta attuazione a questa disposizione in molti casi attribuendo alla conferenza anche competenze in materia sociale e definendone maggiormente le funzioni:
a) definizione, nell’ambito della programmazione regionale, delle linee di indirizzo per l’impostazione programmatica delle attività dell’azienda unità sanitaria locale;
b) esame del bilancio pluriennale di previsione e il bilancio di esercizio dell’azienda unità sanitaria locale e trasmissione alla Giunta regionale delle relative osservazioni;
c) verifica dell’andamento generale dell’attività dell’Azienda unità sanitaria locale;
d) contributo alla definizione dei piani programmatici dell’azienda unità sanitaria locale;
e) trasmissione delle proprie valutazioni e dei propri suggerimenti al Direttore generale e alla Giunta regionale che sono tenuti a fornire entro trenta giorni risposta motivata;
f) partecipazione alla valutazione dei risultati della gestione e dell’attività del Direttore generale avendo riguardo agli obiettivi assegnati nel quadro della programmazione regionale con particolare riferimento alla efficienza, efficacia e funzionalità dei servizi sanitari (lettera e› del comma 2sexies dell’art. 2 del D.lgs.502/1992 e 6° comma dell’art.3 D.lgs.502/1992 aggiunto dalla L.419/1998).
Come si vede di tratta di compiti molto rilevanti attinenti alla programmazione, al controllo e alla vigilanza, al bilancio e alla sua gestione, alla valutazione della performance del direttore generale ecc.
Ogni Conferenza avrebbe dovuto dotarsi di un regolamento dei lavori e per disciplinare la presenza del pubblico, ma ancora molte non l’hanno fatto.
Le sedute dovrebbero essere pubbliche per legge ma è raro che venga fatta una informazione preventiva così i cittadini non riescono a partecipare.
Solo di rado vengono pubblicati i verbali delle sedute, così i cittadini non sanno neanche cosa è stato deciso.
I Sindaci, che rivestono per legge il ruolo di autorità sanitaria locale, non si rendono conto dell’importanza delle funzioni che sono state affidate alla Conferenza, troppo spesso delegano l’assessore e talora votano a favore per l’approvazione degli atti più importanti dell’Azienda senza approfondire in maniera adeguata la documentazione e senza rendersi conto dei possibili danni creati anche ai loro stessi cittadini. 
Quando se ne accorgono è troppo tardi.
Nei fatti prevale spesso la politica così i componenti della Conferenza che appartengono allo stesso partito politico del presidente della Regione (che ha nominato il direttore generale) tendono ad approvare acriticamente ogni proposta presentata, mentre quelli dell’opposizione le contrastano anche loro senza una valutazione reale.
In questo modo può avvenire che vengano approvati provvedimenti che danneggiano il proprio Comune, proprio nell'ambito di un consesso in cui i rappresentanti delle comunità dovrebbero esprimere i bisogni delle popolazioni rappresentate.  

venerdì 9 agosto 2019

LA CONFERENZA UNIFICATA HA RIPARTITO IL FONDO PER LE POLITICHE SOCIALI

Forse uno degli ultimi atti di questo governo è l'aver raggiunto in sede di Conferenza Unificata il 1° agosto l'intesa sul Decreto relativo al riparto del fondo nazionale per le politiche sociali per il 2019. 
da quanto si apprende dal sito <www.regioni.it> nel corso della seduta l'Upi ha espresso avviso favorevole al perfezionamento dell'intesa unitamente all'Anci che ha consegnato un documento contenente raccomandazioni mentre le Regioni hanno espresso l'intesa condizionata all'accoglimento degli emendamenti" riportati in un testo consegnato al Governo. "Visto l'assenso del Governo" si è cosi perfezionata l'intesa.
Secondo il Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini questa è una vera boccata d’ossigeno, con il via libera al riparto arriveranno infatti alle Regioni, e conseguentemente agli enti locali, 391,7 milioni di euro. Il 40% delle quote regionali dovrà essere destinato – spiega Bonaccini – per interventi e servizi nell’area dell’infanzia e dell’adolescenza, coerentemente con quanto previsto da Piano sociale nazionale 2018-20. Non meno di circa 4 milioni dovranno poi finanziare azioni a favore di bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità, così come stabilito da un accordo Stato-Regioni-Enti locali del dicembre 2017 (si riportano di seguito: la tabella di riparto; il testo degli emendamenti proposti dalle Regioni; il link all'atto della Conferenza Unificata).
Nella tabella trovate la ripartizione.

LA CRISI DI GOVERNO COMPORTERA' IL MANCATO RISPETTO DEGLI IMPEGNI SULLA SANITA'

Anche questo governo è finito....è durato solo 14 mesi, qualcosa è stato fatto per la sanità, ma francamente l'aspetto più importante cioè quello del finanziamento è finito nel peggiore dei modi.
Benché la programmazione fosse uno dei punti principali della riforma (anche a causa dei difetti rilevati nel sistema mutualistico) sono oramai molti anni che non viene più approvato il Piano sanitario nazionale e con esso quelli regionali; al suo posto è stato approvato, previa intesa in sede di Conferenza stato regioni il Patto della salute. 
In genere veniva approvato entro il 31 dicembre, quest' anno si erano impegnati ad approvarlo entro il 31 marzo, poi entro il 31 luglio, ma oramai non se ne farà più nulla.
L'incertezza sui finanziamenti di parte corrente è uno dei motivi che causano problemi nella gestione quotidiana delle Aziende sanitarie.
Anche la quota di finanziamento in conto capitale, già pronta per essere approvata dal CIPE dovrà attendere e con essa i tanti problemi per mettere a norma, ammodernare, ecc. ospedali ed altre strutture sanitarie.
Sin dall'inizio si è dovuto andare in salita per difendere i diritti dei cittadini, mentre piovevano agevolazioni fiscali a favore dei fondi assicurativi e di altre gestioni privatistiche.
Il mancato adeguamento del Fondo Sanitario Nazionale costringerà altri cittadini a privarsi di altri beni o servizi per ottenere a pagamento le prestazioni sanitarie di cui necessitano.
Nonostante gli atti adottati e le promesse le liste di attesa in alcune regioni sono ancora in rosso e molti sono costretti a prendere il treno per andare a curarsi in altre regioni.
Mi auguro vivamente che il Presidente Mattarella riesca a mantenere diritta la barra del timone e che anche queste procelle vengano superate al più presto per ridare serenità del futuro ai pazienti e alle loro famiglie. 

IL MIO IMPEGNO PER LA CASA DELLA SALUTE E IL PUNTO DI PRIMO INTERVENTO


SABAUDIA: VIA CONTE VERDE - EX OSPEDALE OGGI POLIAMBULATORIO E SEDE DEL PPI
FUTURA SEDE DELLA CASA DELLA SALUTE
Solo per la verità dei fatti mi permetto di elencare i saggi, gli articoli e le lettere scritti, i convegni organizzati e quanto fatto in questi anni per far realizzare una Casa della salute a Sabaudia e in difesa del Punto di Primo Intervento:
2008 -Saggio: Una nuova opportunità per le cure primarie: La casa della salute,“TENDENZE nuove” ed Il Mulino  n. 4/2008, pagg. 517-530;
2013- Saggio "Le case della Salute", <La Rivista di Servizio sociale> Ed. Istituto per gli studi sui servizi sociali,  n.4/2013;
2014 - Convegno "Le case della salute e l’integrazione socio sanitaria", organizzato da ISTISSS, nel corso del quale ho svolto una relazione su “L’organizzazione delle Case della salute
2015 - Atti del Convegno "Case della salute nel Lazio tra impegni e realizzazioni", organizzato da SPI CGIL e ISTISSS  pubblicati da EDIESSE;
2015 (30 giugno) pubblicazione del "Manuale per le case della salute. Programmazione, organizzazione e gestione"  
2016 (4 marzo) - Lettera alla cabina di regia per la sanità della regione Lazio sul problema delle case della salute;
2016 (21 settembre) Lettera al Sindaco di Latina e alla Presidente dell'amministrazione provinciale per segnalare il rischio di chiusura del Punto di Primo Intervento in base al DM 70/2015;
2016 (16 ottobre) - Appunto per il Commissario straordinario del comune di Sabaudia per segnalare il rischio della possibile chiusura del PPI;
2016 (17 ottobre) - Lettera al commissario straordinario della ASL Latina Casati per la minacciata chiusura del PPI; 
2017 (2 marzo) - Presentazione presso il Centro di documentazione di Sabaudia del mio "Manuale per le Case della Salute. Programmazione, organizzazione e gestione";
2018 (25 giugno) - Lettera all'Ispettorato generale per la spesa sociale del MEF e alla Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della salute avente per oggetto la mancata realizzazione nella Regione lazio di una Casa della salute in ogni distretto come previsto dal piano di rientro dal disavanzo sulla sanità;
2018 (15 luglio) - Lettera al Ministro Grillo in difesa del PPI di Sabaudia (la risposta è pervenuta il successivo 7 settembre);
2018 (23 luglio) - Predisposizione e invio Petizione al Presidente della Camera dei deputati in difesa del PPI:;
2018 (1° agosto - 15 agosto) - Organizzazione raccolta firme per la diffida al direttore generale della ASL a modificare l'organizzazione e gli orari di apertura del Punto di Primo Intervento;
2018 (21 agosto) - Lettera consegna atto di diffida  al protocollo della ASL con allegata copia di 8.767 firme valide;
2018 (15 settembre) - Costituzione del Comitato per la difesa del punto di primo intervento di Sabaudia;
2018 (20 settembre) - Notifica al Comune dell'avvenuta costituzione del Comitato;
2018 (21 settembre) - Predisposizione e invio lettera al Sindaco di Sabaudia per sollecitare la convocazione della conferenza locale sociale e sanitaria; 
2018 (10 ottobre) - Partecipazione alla conferenza locale sociale e sanitaria  sui Punti di Primo Intervento;
2018 (17 ottobre) - Predisposizione e invio lettera al direttore generale della ASL e per conoscenza al presidente della Regione, alla Prefettura, al Presidente della conferenza locale sociale e sanitaria per ribadire l'irrazionalità della attuazione della proposta della ASL relativa alla c.d. rimodulazione dei PPI;
2018 (1° novembre ) - predisposizione ed invio petizione alla Commissione europea
2018 (10 novembre) - partecipazione in qualità di relatore all'incontro pubblico organizzato dal Comune di Sabaudia per la difesa del PPI;
2018 (11 novembre) - Predisposizione ed inoltro formale opposizione al presidente della Regione Lazio affinché non venga attuata la proposta della direzione generale per la trasformazione del PPI di Sabaudia;
2018 (26 novembre) - partecipazione in qualità di relatore all'incontro organizzato dal comitato di latina in difesa dei PPI;
2018 (29 novembre) - Esposto all'ispettorato per la funzione pubblica;
2018 (30 novembre) - Partecipazione alla manifestazione a latina in difesa dei PPI e al successivo incontro presso la direzione generale;
2018 (8 dicembre) - Predisposizione ed invio lettera al ministro Fraccaro, al Ministro grillo e al ministro Bongiorno; 
2019 (15 gennaio) - Predisposizione e invio al Comune, al presidente della Conferenza locale sociale e sanitaria e alla regione della proposta per la realizzazione a Sabaudia di una Casa della Salute con annesso modulo aggiuntivo di Punto di Primo Intervento;
2019 (27 aprile) - Convegno presso il centro di documentazione Angiolo Mazzoni organizzato dal comitato per la difesa del PPI con il patrocinio del Comune; nel corso del convegno è stato consegnato gratuitamente ai membri del Comitato un mio libro edito per l'occasione ed intitolato"Una casa della Salute per Sabaudia";  
2019 (6 maggio) - Predisposizione ed inoltro al Sindaco e all'assessore Zaottini della proposta di atto deliberativo da sottoporre al consiglio comunale la proposta di cui sopra;
2019 (12 giugno) - Richiesta di intervento del Comitato per la difesa del PPI di Sabaudia al procedimento di "rimodulazione" del PPI ex DM 70/2015 ai sensi dell'art. 9 della legge 241/1990.
2019 (29 luglio)  - Presenza alla seduta del Consiglio comunale in occasione dell'esame e dell'approvazione del punto riguardante la realizzazione di una casa della salute con annesso modulo aggiuntivo di PPI.  


martedì 6 agosto 2019

LE AGGRESSIONI AL PERSONALE DEI PPI E DI PS

Sono sempre più frequenti le aggressioni al personale dei servizi di emergenza/urgenza come Pronto Soccorso e Punti di Primo Intervento.
In provincia di Latina la stampa riferisce che ieri c'è stata una aggressione al P.S. dell'Ospedale di Latina mentre una persona ha distrutto il PPI di Sezze.
Per quanto riguarda gli aggressori auspico procedure d'urgenza e pene severe.
Com'è noto il Ministero ha finalmente approvato l'Intesa Stato regioni per migliorare il triage, ma non credo che sarà questo il modo per eliminare il problema delle aggressioni.
La Regione Lazio, anticipando i tempi ha già recepito da tempo le nuove disposizioni con il triage a 5 numeri, ma la strada da fare è molto lunga per modulare la nuova organizzazione per ciascun pronto soccorso.
In particolare, il codice 1 è quello di emergenza, il 2 quello di urgenza, il 3 di urgenza differibile, il 4 di urgenza minore e il 5 di non urgenza. 
I codici 1-2-3 sono a media ed alta intensità di cure, il 4-5 a moderata-bassa intensità.
Il fatto è che specialmente a Latina oltre alle carenze di personale esiste quella dei posti letto nei reparti (siamo sotto lo standard del famoso DM 70/2015 che non può essere invocato solo per chiudere i PPI) , per cui le persone che necessitano di un ricovero sono costrette ad attendere anche molto tempo con disagi spesso gravi.
Per quanto riguarda i PPI invece di pensare alla loro chiusura sarebbe stato forse necessario migliorare l'organizzazione specialmente per quanto riguarda il ruolo della guardia medica che per legge dovrebbe occuparsi delle urgenze. Se lo facessero verrebbe alleggerito molto il lavoro dei PPI e dei PS eliminando i motivi di agitazione in alcuni soggetti.
 

sabato 3 agosto 2019

LA CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UNIONE EUROPEA

Molte amministrazioni locali e sanitarie ignorano le più elementari norme di trasparenza e di rispetto dei cittadini omettendo di rispondere alla corrispondenza loro inviata e di consentire l'accesso agli atti o addirittura la partecipazione ai procedimenti amministrativi che li riguardano
A tale proposito mi permetto di ricordare che nella Carta dei diritti dell’Unione europea (Carta di Nizza) all’art. 41 si afferma che «Ogni persona ha diritto a che le questioni che la riguardano siano trattate in modo imparziale ed equo ed entro un termine ragionevole dalle istituzioni, organi e organismi dell’Unione. 26.10.2012 Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 326/403 IT; tale diritto comprende in particolare: 
a) il diritto di ogni persona di essere ascoltata prima che nei suoi confronti venga adottato un provvedimento individuale che le rechi pregiudizio; 
b) il diritto di ogni persona di accedere al fascicolo che la riguarda, nel rispetto dei legittimi interessi della riservatezza e del segreto professionale e commerciale; 
c) l’obbligo per l’amministrazione di motivare le proprie decisioni.

venerdì 2 agosto 2019

LA REGIONE LAZIO HA APPROVATO IN VIA DEFINITIVA IL PIANO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE

Ieri 1° agosto 2019 è stato approvato dal Consiglio regionale del Lazio il nuovo Piano Territoriale Paesistico Regionale.
Con la legge regionale 6 luglio 1998 n. 24 sono stati approvati in via definitiva i 29 piani territoriali paesistici redatti e adottati dalla Giunta regionale dal1985 al1993, ai sensi della Legge 431/85.
La legge regionale di particolare rilevanza ha concluso in tal modo, cioè mediante l’approvazione con provvedimento legislativo, un decennale periodo di incertezza amministrativa in relazione all’effettiva efficacia dei piani adottati; imponendo al contempo l’approvazione di un unico Piano Territoriale Paesistico Regionale, con l’introduzione degli articoli 21, 22 e 23.
Il Ptpr costituisce un unico Piano paesaggistico per l’intero ambito regionale ed è stato predisposto dalla struttura amministrativa regionale competente in materia di pianificazione paesistica e ha come obiettivo l’omogeneità delle norme e dei riferimenti cartografici.
Dopo la sua definitiva approvazione il PTPR sostituirà tutti i Piani Territoriali Paesistici attualmente vigenti.
Il Piano è realizzato interamente su supporto informatico. La base cartografica è costituita dalla Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000 georeferenziata secondo le coordinate Utm. 33 ed il sistema geografico europeo ED50.
La redazione del PTPR ha comportato la complessiva revisione dei piani paesistici vigenti che avevano come riferimento la legge “Galasso” per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale del 1985 e la legge del 1939 sulle bellezze naturali, misurandosi oggi con un quadro legislativo delle materie ambientali, culturali e del paesaggio profondamente modificato.
Si deve considerare il PTPR un piano paesaggistico di terza generazione.
Infatti la prima generazione di piani discende direttamente dall’applicazione della legge 1497 del 29 giugno1939 e dal suo regolamento di attuazione, il Regio Decreto del 3 giugno 1940 n. 1357 ancora vigente, che ha visto come unica amministrazione competente il Ministero per i beni e le attività culturali, la relativa produzione di piani, molto sporadica e senza logica sistemica, è sostanzialmente durata fino al 1972 anno in cui con il DPR n. 8 è stata trasferita alle Regioni la funzione amministrativa per la redazione e l’approvazione dei piani paesaggistici. Nella Regione Lazio risultano redatti e/o adottati solo tre piani di ambiti molto circoscritti: “Appia Antica”; “Comprensorio del Terminillo” e “Sperlonga”.
Mentre la seconda generazione di piani è quella discendente dagli obblighi della legge “Galasso” dell’8 agosto 1985 n. 431 che ha confermato come amministrazione competente la Regione imponendo “la redazione di piani paesistici o piani urbanistico territoriali con specifica considerazione dei valori paesistici e ambientali” la relativa produzione di piani , ben più ampia e articolata della precedente, è di fatto durata fino all’entrata in vigore del Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004. Nella Regione Lazio sono trenta i piani di seconda generazione adottati e approvati.
Il Codice ha infatti imposto alle Regioni una verifica e adeguamento dei piani paesaggistici vigenti entro il 1 maggio del 2008., pena l’applicazione dei poteri sostitutivi da parte del Ministero. 
La specializzazione e l’evoluzione tecnica e normativa, nel frattempo intervenuta, sia degli approcci nelle materie ambientali sia del loro sviluppo nell’azione amministrativa hanno ridefinito la collocazione della pianificazione paesaggistica in un preciso e più ampio ambito, infatti successivamente alla legge Galasso sono state introdotte nel nostro ordinamento innumerevoli disposizioni regionali, nazionali e comunitarie che hanno modificato il campo d’azione del piano paesaggistico e ne hanno specializzato e ampliato le finalità.
Le disposizioni sulla difesa del suolo, sulla protezione civile, sulla salute, sulle valutazioni ambientali, sulla difesa degli inquinamenti di acqua, aria e suolo hanno fatto si che gli aspetti relativi alle corrispondenti discipline scientifiche ed ai relativi compiti istituzionali inerenti i rischi sulla salute delle specie e la vulnerabilità fisica del territorio si distaccassero progressivamente dalle discipline che si occupano della salvaguardia del patrimonio dei beni culturali e dei beni naturali, portando di fatto ad una specializzazione settoriale di ogni singolo aspetto.
Mentre i piani paesistici vigenti redatti in ottemperanza della legge Galasso, in assenza di tali più recenti disposizioni, nel considerare le categorie dei beni ivi elencati hanno spesso spinto le proprie attività conoscitive di base e le relative strutture normative ad interessarsi dei fattori di rischio ambientali, in qualche caso introducendo elementi di ambiguità e conflittualità fra discipline differenti, assumendo spesso tali componenti di rischio come elementi di innalzamento dei livelli di tutela paesaggistica generando una “invasione” di competenze spesso non sostanziata da una coerente apparato cognitivo e scientifico. 
Le categorie dei beni naturali diffusi introdotti dalla legge Galasso sono state quindi considerate “zone di particolare interesse ambientale” nel senso strettamente ecologico del termine dalla pianificazione paesistica di seconda generazione. 
Così il Piano paesistico, che la legge Galasso aveva già proiettato verso il superamento dello stretto ambito della tutela delle valenze territoriali estetico-formali dichiarate di notevole interesse pubblico, si è sbilanciato troppo nell’ambito ambientale-ecologico.
È quindi necessario oggi ridefinire la sfera di competenza della pianificazione paesaggistica, attraverso un più ampio approccio settoriale che comprenda e disciplini l’insieme dei beni del patrimonio naturale e culturale del territorio dalla stessa interessato, assumendo così le funzioni di un piano quadro settoriale con valenza territoriale avente finalità di salvaguardia dei valori culturali, del paesaggio e del patrimonio naturale quale sistema identitario della Regione Lazio intesa sia come comunità che come territorio.
La consapevolezza che detto sistema identitario dei beni culturali e naturali non è tutto ricompresso negli ambiti sottoposti già a vincolo paesistico, rende necessario estendere, se pur con differenti livelli di efficacia giuridica, il nuovo Piano paesistico all’intero territorio della Regione Lazio.
Ad avvalorare tale impostazione sono state numerose iniziative e disposizioni intervenute dalla legge Galasso ad oggi, ed in particolare: 
- 1° Conferenza Nazionale per il Paesaggio, promossa dal Ministero per i Beni e le attività Culturali nell’ottobre 1999;
- lo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo del maggio 1999;
- il Testo Unico in materia di Beni Culturali e Ambientali (D.Lg. n. 490 del 29 ottobre dicembre 1999);
- l’Accordo Stato Regioni sull’esercizio dei poteri in materia di paesaggio nell’aprile 2001;
- la “Convenzione Europea del paesaggio” sottoscritta nell’ottobre 2000, (ratificata con L. n. 14 del 9.1.2006);
- Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio del febbraio 2004, modificato a marzo del 2006, (D.Lg. n. 42 del 22.2. 2004 modificato con i DD.Lg. nn. 156 e 157 del 24.3.2006).
Tali iniziative hanno creato i presupposti per un rinnovato interesse dell’azione regionale e nazionale sulle politiche per il paesaggio che possono prefigurare una nuova stagione di rivisitazione della pianificazione paesistica esistente e oggi in vigore. 
Il Piano territoriale paesistico regionale quindi interessa l’intero ambito della Regione Lazio ed è un piano urbanistico-territoriale avente finalità di salvaguardia dei valori paesistici e ambientali ai sensi dell’art. 135 del D.Lg. 42 del 22.2. 2004, in attuazione comma 1 dell’art. 22 della Lr 24 del 6 luglio 1998 nel testo in vigore.
Il Ptpr si configura pertanto anche quale strumento di pianificazione territoriale di settore con specifica considerazione dei valori e dei beni del patrimonio paesaggistico naturale e culturale del Lazio ai sensi e per gli effetti degli artt. 12, 13 e 14 della Lr 38/99 “Norme sul Governo del territorio”; in tal senso costituisce integrazione, completamento e aggiornamento del Piano territoriale generale regionale (Ptgr), adottato con Dgr n. 2581 del 19 dicembre 2000.
Il Ptpr ottempera agli obblighi previsti dall’art. 156 del Dlgvo n 42/2004, in ordine alla verifica e adeguamento dei Piani Paesistici vigenti; applica i principi, i criteri e le modalità contenuti nell’art. 143 e in più in generale della parte III del Codice dei Beni culturali e del paesaggio. 
Il Ptpr accoglie e trasferisce in ambito regionale gli obiettivi e le opzioni politiche per il territorio europeo relative ai beni del patrimonio naturale e culturale contenuto nello “Schema di sviluppo dello spazio Europeo” (Ssse), approvato dal Consiglio informale dei Ministri responsabili dell’assetto del territorio degli Stati membri dell’Unione europea, a postdam il 10 e l’11 maggio del 1999 nel testo in vigore.
Il Ptpr applica altresì i principi contenuti nella “Convenzione europea del paesaggio” adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 19 luglio 2000, sottoscritta dallo Stato e ratificata con L. n. 14 del 9.1.2006.
Altro aspetto innovativo che sviluppato nel Ptpr riguarda l’individuazione di obiettivi di qualità paesaggistica che si concretizzano in descrizioni, prescrizioni ed indirizzi tesi a consentire attraverso interventi concreti, l’attuazione della tutela per la conservazione e per la creazione dei paesaggi. 
Gli obiettivi di qualità paesaggistica riguardano:
- mantenimento delle caratteristiche dei paesaggi;
- valori costitutivi;
- morfologie;
- tipologie architettoniche;
- tecniche e materiali costruttivi tradizionali;
- linee di sviluppo compatibili con i diversi livelli di valore riconosciuti senza diminuire il pregio paesistico;
- salvaguardia delle aree agricole;
- riqualificazioni parti compromesse o degradate;
- recupero dei valori preesistenti;
- creazione di nuovi valori paesistici coerenti ed integrati.
Il perseguimento dei suddetti obiettivi avviene, in coerenza con le azioni e gli investimenti di sviluppo economico e produttivo delle aree interessate attraverso:
- progetti mirati;
- misure incentivanti di sostegno per il recupero, la valorizzazione e la gestione finalizzata al mantenimento dei paesaggi;
- indicazione di idonei strumenti di attuazione.
Sono trascorsi 11 anni da quando furono redatte le osservazioni del comune di Sabaudia cui ebbi il piacere di collaborare.
Non si dispone ancora del testo e degli elaborati approvati dal Consiglio na solamente degli allegati proposti dalla Giunta:
TAVOLE A
TAVOLE B
TAVOLE C
TAVOLE D

giovedì 1 agosto 2019

L'INSEGNAMENTO DELL'EDUCAZIONE CIVICA TORNA NELLE AULE SCOLASTICHE

L'Assemblea del Senato , giovedì 1° agosto, ha approvato in via definitiva il disegno di legge sull'insegnamento dell'educazione civica (A.S. 1264), con 193 voti favorevoli, nessun contrario e 38 astensioni.
In base al testo approvato l’educazione civica contribuisce a for­mare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consape­vole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri. 
L’educazione civica sviluppa nelle isti­tuzioni scolastiche la conoscenza della Co­stituzione italiana e delle istituzioni dell’U­nione europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei princìpi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, so­stenibilità ambientale, diritto alla salute e al benessere della persona.
A decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della legge, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione è istituito l’insegnamento trasver­sale dell’educazione civica, che sviluppa la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, ci­vici e ambientali della società. Iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsa­bile sono avviate dalla scuola dell’infanzia.
Le istituzioni scolastiche prevedono nel curricolo di istituto l’insegnamento trasver­sale dell’educazione civica, specificandone anche, per ciascun anno di corso, l’orario, che non può essere inferiore a 33 ore annue, da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vi­genti. Per raggiungere il predetto orario gli istituti scolastici possono avvalersi della quota di autonomia utile per modificare il curricolo. 
Nelle scuole del se­condo ciclo, l’insegnamento è affidato ai do­centi abilitati all’insegnamento delle disci­pline giuridiche ed economiche, ove dispo­nibili nell’ambito dell’organico dell’autono­mia..