Proprio un anno fa, in questi giorni il Comitato
per la difesa del Punto di Primo Intervento di Sabaudia consegnava all’Ufficio
protocollo dell’Azienda USL Latina lo scatolone con le 8.767 firme raccolte in soli
quindici giorni dai tanti nostri attivisti.
Dopo le battaglie dell’anno passato
speravamo di poter trascorrere qualche altro mese serenamente.
La pubblicazione del DCA U00303/2019 del presidente
della regione Lazio, avvenuta provocatoriamente il 13 agosto, ha costretto il
Comitato di difesa del PPI di Sabaudia a fare un comunicato con cui ha
annunciato la propria intenzione di avviare quella che comunemente viene
definita class action, cioè un
ricorso al TAR del Lazio – Sezione di Roma da parte dei cittadini.
Solamente dopo questo comunicato, ripreso ampiamente
dalla stampa locale, il consigliere regionale del PD La Penna ha informato di
una convocazione di tutti i Sindaci interessati dall’Assessore per la sanità
della regione Lazio per illustrare quanto si intende fare per potenziare
l’assistenza territoriale.
Premesso che i Sindaci e i Comitati sorti
spontaneamente in difesa dei sette PPI della Provincia sono ancora in attesa di
essere convocati dalla Conferenza locale sociale e sanitaria per conoscere i
dati dell’attività dei PPI nel primo trimestre dell’anno in corso, come
promesso l’anno scorso dal direttore generale pro tempore della ASL, forse
l’incontro con l’assessore sarebbe stato opportuno farlo prima della
pubblicazione del citato Decreto del Commissario ad acta avvenuta quando tutti
erano al mare.
Nonostante le ripetute richieste di partecipazione
e le articolate proposte formulate il Comitato di Sabaudia non è stato sentito dall’azienda
sanitaria locale e con esso neanche gli altri.
Ora si stanno svegliando anche gli altri partiti
cercando di mettere il loro cappello su una cosa che hanno ignorato per tutti i
primi otto mesi dell’anno in corso e che, grazie alla proroga strappata alla
Regione a seguito delle battaglie dei Comitati, avrebbero dovuto essere utilizzati
per cercare di costruire insieme una proposta valida per garantire il rispetto
dei Livelli Essenziali di Assistenza per l’Emergenza Sanitaria Territoriale in
tutta la provincia: dai Lepini e gli Aurunci alle isole.
I cittadini sono stanchi di assistere a questi
balletti, la sanità non può essere terreno di battaglia e di accuse reciproche
(spesso sbagliando forse volutamente anche le date - e quindi la responsabilità
- della chiusura degli ospedali della provincia di Latina) o di false promesse
da parte di personaggi apparsi solo da poco nell’agone politico che quasi
sempre nulla sanno sulla complessa organizzazione e gestione dei servizi per la
tutela della salute.
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