martedì 27 agosto 2019

S'INFIAMMA LA BATTAGLIA SUI PUNTI DI PRIMO INTERVENTO - MANCANO 125 GIORNI ALLA CHIUSURA


Dopo la pubblicazione del DCA U00303 firmato da Zingaretti il 25 luglio scorso ma uscito sul BUR solo il 13 agosto (quando tutti sono in vacanza) Sindaci e politici della provincia di Latina si sono ricordati dei PPI e fioccano i comunicati: così apprendiamo che  tra breve sarà convocata la commissione sanità del Consiglio regionale (ma non si era pronunciata già il 13 luglio 2018 contro la chiusura del PPI di Anagni  che poi fu chiuso per sempre il 15 dello stesso mese con conseguente decesso di una signora punta da calabrone due giorni dopo?), il 5 settembre l'assessore alla sanità della regione riceverà i Sindaci, dovrebbe anche essere convocata prossimamente la Conferenza locale sociale e sanitaria.....è positivo che finalmente ci sia attenzione ma non potevano ricordarsene prima? E chi lavora in regione non sapeva che facendo firmare quel decreto avrebbe creato gravissimi problemi a tutti i cittadini ma anche aperto una questione politica? 
Tutti gli esponenti dei partiti, ma proprio tutti affermano che diranno, che faranno, che tutto sarà meglio che pria cercando visibilità sui siti sociali e sulle TV locali.
Ma almeno in alcuni casi sembra che taluni non abbiano neanche letto il provvedimento, altri, almeno da quanto leggo su internet, non hanno ancora realizzato che c'è il decreto di Zingaretti che ha già fissato la dead line del 31 dicembre e seguitano a sperare in una modifica del DM 70/2015 firmato sì da Lorenzin e Padoan, ma approvato dalla Conferenza Stato regioni e quindi anche dal rappresentante della Regione Lazio; modifica che con la crisi di governo rischia di allontanarsi per sempre.
La cosa più grave è che in questo contesto ci sono consiglieri o ex  consiglieri regionali che dovrebbero sapere come funziona l'iter dei provvedimenti regionali e che avrebbero potuto e dovuto intervenire prima che si arrivasse a questa situazione.
Registro il positivo appello del Sindacato Funzione Pubblica CGIL e dello  SPI CGIl . 
E' trascorso un anno da quando il Comitato per la difesa del PPi di Sabaudia consegnò all'ufficio protocollo della ASL n. 8.767 firme per diffidare il Direttore generale della ASL a chiudere il PPI di questa città e grazie ad esse ottenemmo che  il termine per la chiusura fosse differito al 31 dicembre 2019.
Ma già il 15 gennaio del nuovo anno il Comitato di Sabaudia ha inoltrato al presidente della regione, alla commissione sanità della regione, al direttore generale della ASL e alla Conferenza locale sociale e sanitaria della ASL la proposta per realizzare una casa della salute con annesso un modulo aggiuntivo di primo intervento che purtroppo non è stata presa in esame neanche dalla citata Conferenza che non ha colto l'importanza e l'utilità pratica della proposta, forse fidandosi delle assicurazioni di alcuni politici del posto. 
Ora leggo che qualcuno vuole fare una petizione, è come se fossimo tornati all'epoca del Regno d'Italia in cui i poveri cittadini erano costretti a scrivere al Re per ottenere la grazia.
Nella Repubblica italiana per fortuna abbiamo una Costituzione che stabilisce che il potere appartiene al popolo che può e deve esercitarlo nei modi previsti che purtroppo spesso sono ignorati.
Gli atti amministrativi possono essere impugnati dai Sindaci ma anche dai cittadini.
La nostra diffida è ancora valida ma in ogni caso, poiché nel dispositivo del predetto DCA U00303/2019 è scritto che "Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionali dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio entro 60 giorni dalla sua pubblicazione, ovvero ricorso straordinario al Presidente della repubblica entro 120 giorni dalla sua pubblicazione" provvederemo pertanto a fare in modo di seguire questa strada. 
La bozza del ricorso è già pronta.

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