giovedì 29 agosto 2019

LA REGIONE DOVREBBE FAR TESORO DEI CONSIGLI DEL MINISTERO

Ancora una volta ieri ho sentito che il Ministero della salute non avrebbe risposto alle lettere inviate da alcuni rappresentanti politici che chiedevano di intervenire sulla questione dei Punti di Primo Intervento.
In effetti io scrissi al Ministro della salute Grillo il 15 luglio del 2018 (forse sono stato il primo e questo mi ha favorito) e, rientrando a casa dopo un periodo in cui sono stato ospite del Santa Maria Goretti, ho trovato la gradita riposta con cui il responsabile dell'Ufficio III della direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero dopo aver ribadito che il tavolo tecnico verifica solo l'adesione agli standard previsti dal DM 70/2015 e non le scelte organizzative della regione ha tenuto a far presente che "nell'ambito della propria autonomia in materia di programmazione sanitaria le Regioni possono adottare le modifiche che ritengono necessarie al piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, fatto salvo il rispetto degli standard previsti dal DM 70/2015". Pertanto ove avesse voluto la regione avrebbe potuto trovare soluzioni idonee invece di procedere brutalmente a stabilire la chiusura di tutti i PPI. Ora alcuni consiglieri regionali, quasi sposando la proposta fatta dal  Comitato in difesa del PPI di Sabaudia il 15 gennaio scorso ed inviata  oltre che al presidente della regine anche alla Commissione sanità della regione vogliono affrontare il problema inserendo i PPI, magari sotto altre sembianze all'interno delle case della salute. Ben venga, ma non era il caso di evitare di costringere ancora una volta i Sindaci a distrarsi da altri problemi (che in genere non mancano) e cittadini di tutte le età a dover venire a manifestare fine a Roma.



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