martedì 30 dicembre 2014

Griglia sviluppata dal Ministero della salute per monitorare lo stato dei Livelli essenziali di assistenza nel Lazio

La Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della salute ha pubblicato i risultati relativi all'anno 2012 dell'adempimento "Mantenimento dell'erogazione dei LEA" attraverso gli indicatori della griglia LEA.
Qui vediamola griglia della regione  Lazio.
Complessivamente il Lazio ha conseguito un punteggio pari a 167, quindi è tra le regioni sufficienti anche se si è collocata al nono posto.
La prima è l'Emilia e Romagna con 210 punti.
Alcune regioni sono state invitate ad impegnarsi su alcuni punti. La  Campania ha riportato un punteggio di 117 ed è stata giudicata insufficiente. Chi volesse saperne di più può andare sul sito del Ministero della salute.

LA SPESA SOCIALE DEL COMUNE DI SABAUDIA

A seguito dell'assestamento del Bilancio del Comune di Sabaudia per gli interventi sociali verranno spesi complessivamente € 2.160.929,20 per una spesa pro capite di € 113. Ben lontana dalla spesa dei Comuni di Trento e Bolzano che guidano questa classifica. Il problema è l'assistenza per gli anziani. Secondo l’ultimo rapporto dell’ISTAT la spesa media dei comuni italiani solo per l’assistenza agli anziani è di 117 euro l’anno per ciascun residente di età superiore a 65 anni, con un minimo di 52 euro pro capite al sud (sette euro pro capite in meno rispetto al 2008) e un massimo di 164 euro al Nord-est. Le risorse destinate agli anziani sono in gran parte destinate a interventi e servizi (circa il 52 per cento), il più rilevante dei quali è l’assistenza domiciliare. Vi sono poi diversi tipi di contributi economici (pari al 27 per cento della spesa per gli anziani), la maggior parte dei quali riferibile al pagamento di rette per l’accoglienza in strutture residenziali.  Il rimanente 20 per cento della spesa per gli anziani è destinato al finanziamento di strutture, principalmente a carattere residenziale. Anche in questo caso la spesa pro capite al sud è più bassa di quella del nord (meno di un terzo), pur a fronte di un maggior numero di anziani in cattiva salute e una speranza di vita più bassa. Uno dei problemi più sentiti dalle persone, ma anche dagli operatori più attenti, specialmente in alcune regioni è quello di una insufficiente integrazione socio sanitaria e presa in carico della cronicità.

LA SANITA' E IL WELFARE NELLA LEGGE DI STABILITA'

Oggi è stato pubblicato il Supplemento ordinario n.99 alla Gazzetta Ufficiale n.300 il testo della legge 23 dicembre 2014, n. 190 avente per oggetto Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2015)
Si tratta di un unico articolo composto di 733 commi; molti di essi riguardano la sanità e le politiche sociali.
Un provvedimento molto travagliato che ha subito nel proprio iter molte modifiche tra le quali, l’ultima quella del maxiemendamento con il quale è stato stravolto l’impianto iniziale.
Ancora una volta una legge molto articolata che però ha recepito molte delle osservazioni e dei rilievi mossi da più parti al testo iniziale che aveva molti difetti.
Tra le questioni che personalmente ritengo di maggiore rilievo per il settore sanitario e sociale riepilogo le seguenti:
Comma 50 Bonifica amianto. Viene stanziato un contributo di 45 milioni annui per il triennio 2015/2017 per le bonifiche dei siti contaminati dall'amianto; il problema è che molti Comuni ancora non hanno fatto il censimento dei siti da bonificare.
Comma 116 Assistenza a malati di mesotelioma: Vengono estesi a livello sperimentale i benefici del Fondo vittime amianto anche ai malati di mesotelioma che abbiano contratto la malattia a seguito di lavorazione dell’amianto o per esposizione ambientale comprovata. Ancora non viene fatto quasi nulla per la prevenzione.
Comma 125 Misure a favore della famiglia e “bonus bebè”: per ogni figlio nato o anche adottato dal 1° gennaio 2015 fino al 31 dicembre 2017, viene riconosciuto un assegno di importo annuo di 960 euro erogato mensilmente a decorrere dal mese di nascita o adozione. L’ assegno è corrisposto fino al compimento del terzo anno d’età ovvero del terzo anno di ingresso nel nucleo familiare a seguito dell’adozione: Il bonus è corrisposto per i figli di cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea o di cittadini di Stati extracomunitari con permesso di soggiorno, residenti in Italia e a condizione che il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente l’assegno sia in una condizione economica corrispondente a un valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non superiore a 25.000 euro annui. Qualora il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente l’assegno sia una condizione economica corrispondente a un valore dell’ISEE non superiore a 7.000 euro annui, l’importo dell’assegno di 960 euro è raddoppiato. Non viene previsto nulla per gli anziani.
Comma 130 Buoni per mantenimento figli: Previsto un fondo di 45 milioni di euro per contribuire alle spese per il mantenimento dei figli. Per le famiglie con quattro o più figli per l’anno 2015, sono previsti buoni per l’acquisto di beni e servizi, se in possesso di una situazione economica corrispondente a un valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non superiore a 8.500 euro annui.
Comma 131 Altri interventi per le famiglie: fondo con una dotazione di 112 milioni di euro per l’anno 2015; una quota pari a 100 milioni di euro è riservata per il rilancio del piano per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia; un’altra quota di 12 milioni finanzierà i programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti.
Comma 132 Fondo nazionale Politiche sociali: Lo stanziamento del Fondo nazionale per le Politiche sociali è stato portato a 300 milioni annui a partire dal 2015.
Comma 133 Contrasto alla ludopatia 50 milioni di euro sono destinate alla cura delle patologie connesse alla dipendenza da gioco d’azzardo, ma non viene fatto molto per la prevenzione
Comma 156.Social card: Il Fondo passa a 250 milioni di euro annui, probabilmente inadeguati alle effettive esigenze derivanti dalla riduzione del potere di acquisto e dall'aumento della fascia delle famiglie bisognose.
Comma 158 Politiche sociali: Lo stanziamento del Fondo nazionale per le politiche sociali, dopo molte discussioni è stato portato a 300 milioni di euro.
Comma 159 Non autosufficienze: Il Fondo per le non autosufficienze viene incrementato a 400 milioni di euro per il 2015 e fissato a 250 milioni di euro per il 2016.
Comma 160 Lavoro disabili: il Fondo per il diritto al lavoro dei disabili per il 2015 ammonta a 20 milioni
Comma 172 Garante infanzia e adolescenza: All’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza i finanziamenti esistenti sono integrati di 650.000 euro
Comma 186 Danneggiati emotrasfusioni: Per il 2015 sono stanziati 100 milioni
Comma 556 Attuazione del Patto per la salute 2014-2016: Il livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale è stabilito in 112.062.000.000 euro per l'anno 2015
Comma 560 Hanseniani, AIDS, ecc.: A partire dal 2015, fermo restando il livello di finanziamento ordinario del SSN cui concorre ordinariamente lo Stato, gli importi previsti in favore degli hanseniani, per il programma di prevenzione e lotta contro l'Aids, per le disposizioni urgenti in materia sanitaria e per gli stranieri, confluiscono nella quota indistinta del fabbisogno sanitario standard nazionale (per una spesa complessiva di oltre 180 mln).
Comma 560 Fibrosi cistica: Resta in vigore il riparto tra le regioni in base alla consistenza numerica dei pazienti assistiti, alla popolazione residente, nonché alle funzioni svolte dai Centri
Comma 565 Monitoraggio delle prestazioni erogate nell'ambito dell'assistenza primaria: è prevista la spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2015
Comma 566 Professioni sanitarie infermieristiche-ostetrica: Viene prevista la definizione di ruoli, competenze, relazioni professionali, responsabilità individuali e di equipe su compiti, funzioni ed obiettivi, delle tecniche della riabilitazione e della prevenzione, anche attraverso percorsi formativi complementari.
Comma 567 Mancato conseguimento degli obiettivi di salute e assistenziali: Viene stabilito che l'accertamento da parte della regione del mancato raggiungimento degli obiettivi di salute ed assistenziali (in aggiunta a quelli economico finanziari) costituisce per il direttore generale grave inadempimento contrattuale e comporta la decadenza automatica dello stesso.
Comma 568 Verifica del conseguimento, da parte dei direttori generali, degli obiettivi di salute e assistenziali: costituisce adempimento ai fini dell'accesso al finanziamento integrativo del SSN ed è effettuata nell'ambito del Comitato permanente per la verifica dell'erogazione dei LEA (che dovrebbero essere modificati entro l'anno).
Comma 576 IZS: Le Regioni dovranno provvedere al riordino degli Istituti zooprofilattici sperimentali entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge di stabilità (per Lazio e Toscana le leggi sono già pronte)
Comma 591. Farmaci monodose: Al fine della razionalizzazione, distribuzione e contenimento della spesa farmaceutica, il Ministero della Salute e il Mef sono delegati ad emanare un decreto per determinare le modalità per la produzione e distribuzione dei farmaci anche in forma di monodose in ambito ospedaliero.
Comma 599 Malattie infettive: per potenziare le misure di sorveglianza e di contrasto delle malattie infettive e diffusive nel territorio nazionale e di rafforzare i livelli di controllo di profilassi internazionale allo scopo di salvaguardare la collettività da rischi per la salute, il Ministero della Salute è autorizzato a dotarsi degli strumenti e delle risorse sanitarie necessarie fino a 3 milioni di euro per il 2015
Comma 600 Istituto Spallanzani: Viene autorizzato l'incremento del Fondo mediante un contributo straordinario in conto capitale di 2 milioni di euro per l'anno 2015 e di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017.
Comma 601 Criteri di riparto del fondo sanitario: dovranno tener conto anche del raggiungimento di determinati standard di qualità in base ad una intesa in Conferenza Stato Regioni entro il 30 aprile 2015.
Comma 602 Adroterapia: Per l'attività di ricerca, assistenza e cura dei malati oncologici mediante la terapia dell'adroterapia, viene autorizzato un contributo fino a 15 milioni per il 2015, a favore del Centro nazionale di adroterapia oncologica .

lunedì 29 dicembre 2014

LO STATO DEL PATTO DELLA SALUTE

Annunciato con grande enfasi nel luglio scorso dal Ministro Lorenzin il Patto della salute prevedeva una lunga serie di adempimenti da parte dell'Amministrazione centrale e della Conferenza Stato-Regioni, molte delle quali recano la data del 31 dicembre 2014.
Da una analisi compiuta dal "Quotidiano della sanità" molte scadenze sono già passate come quello per la Continuità assistenziale ospedale territorio.
L'impegno era quello di approvare entro domani il Piano Nazionale della cronicità, gli indicatori per il monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza e l'aggiornamento dei LEA in Conferenza Stato-Regioni, l'osservatorio per la salute nelle isole minori, ecc.

domenica 28 dicembre 2014

LA CLASSIFICA DELLA QUALITA' DELLA VITA NELLE PROVINCE SECONDO "ITALIA OGGI"

Anche quest'anno il quotidiano Italia oggi ha stilato la graduatoria della qualità della vita nelle province italiane. Al primo posto c'è sempre Trento, tutto il nord est si colloca nella parte alta della classifica. L'Italia centro meridionale è tutta nella seconda parte della classifica.Per arrivare a Latina si deve attendere il 62° posto.C'è stato qualche lieve miglioramento, ma la strada da fare è ancora molta. La politica deve impegnarsi di più per far crescere nella legalità questa provincia cambiando radicalmente il modo di gestire la cosa pubblica a tutti i livelli, anche le famiglie e la scuola devono fare la loro parte

venerdì 26 dicembre 2014

Cronicità e multicronicità in Italia

Il Ministero della salute ha pubblicato in questi giorni la relazione sullo stato sanitario del Paese: un documento molto vasto, interessantissimo (per gli addetti ai lavori), ricco di grafici,  ma molto preoccupante.
Qui vediamo un grafico che descrive la presenza di malattie croniche gravi tra la popolazione (grafico A) e le condizioni di multicronicità (grafico B) negli ultimi anni.
Le linee rosa raffigurano le femmine, mentre quelle blu i maschi.
Il problema grave è che molte morti derivante da queste patologie avrebbero potuto essere evitate con una prevenzione idonea. Il Lazio purtroppo non è in buona posizione in questa classifica  con il primo posto per le femmine e il terzo per i maschi.

WORLD HEALTH STATISTICS 2014

Come tutti gli anni è stato pubblicato il volume 2014 con le World Health Statistics curato dalla World Health Organization (O.M.S.), con il confronto tra Paesi sviluppati (tra i quali l'Italia) e quelli meno sviluppati o sottosviluppati.
E' un documento molto interessante con i dati del nostro Paese a confronto con quelli di molte altre Nazioni.
La durata media della vita in  Italia, grazie agli interventi degli ultimi decenni è aumentata considerevolmente e si è ridotto il gap tra maschi e femmine.
Ma c'è ancora molto da fare per migliorare la prevenzione e l'assistenza ai soggetti portatori di patologie croniche e agli anziani.

mercoledì 24 dicembre 2014

GLI ITALIANI E IL DIGITAL DIVIDE SECONDO L'ISTAT

Dall'ultimo rapporto ISTAT sul grado di informatizzazione della popolazione l'Italia si colloca al 25° posto su 27 nazioni europee.
La percentuale di non utenti tra i 64 -74 anni è del 74,8% e sale del 93,4% tra gli ultra settantacinquenni.
Nel centro nord l'utilizzo di internet è maggiore che al sud.
Pertanto pur avendo fatto lievi passi avanti l'Italia rimane ancora nelle posizioni di coda a livello europeo e quindi tra i Paesi sviluppati. molti centri anziani hanno ricevuto dalla loro regione dei PC, ma questi restano per lo più inutilizzati.
Come si vede dal grafico il livello culturale anche in questo campo rappresenta una grande discriminante. 

martedì 23 dicembre 2014

GLI EFFETTI DEL CATTIVO GOVERNO NELLE CITTA'

Nel Palazzo Pubblico di Siena nella Sala dei Nove (un governo Guelfo che amministrò la città dal 1287 al 1355)  sulla parete di destra, molto rovinato dal tempo si trova l'affresco di Ambrogio Lorenzetti intitolato il Cattivo Governo (1338-1339), una sinistra figura dalle sembianze di diavolo, che impersona la “Tirannia”. 
Essa guarda al proprio interesse invece che al “Bene Comune” ed è assistita nel proprio operare dai vizi peggiori: Crudeltà e Tirannide, Superbia, Avarizia e Vanagloria.
Per realizzare il suo nefasto disegno ha neutralizzato la “Giustizia” privandola dei suoi strumenti e della sua dignità.
Il Cattivo Governo produce nella città e nella campagna effetti decisamente negativi e comunque opposti a quelli garantiti dal Buon Governo: violenze, distruzioni, ruberie e fondamentalmente “timore” per ciascun cittadino che vede in pericolo le proprietà, le attività e la stessa vita.

sabato 20 dicembre 2014

IL REFERTO ANNUALE DEL SINDACO PER I COMUNI CON POPOLAZIONE SUPERIORE AI 15.000 ABITANTI SUL FUNZIONAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI

A seguito dei ricorrenti problemi negli enti locali, dovuti per lo più al mancato funzionamento dei controlli interni (previsti dall’art. 148 del TUEL), con il D.L. n. 17472012 convertito dalla L. 213/2012 e con l’art. 33 del D.L. 91/2014 convertito dalla L. 116/2014 sono state introdotte nuove disposizioni in base alle quali i Sindaci dei Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti sono tenuti a rendere alla Corte dei Conti una relazione annuale.
La Sezione delle Autonomie della Corte dei Conti con delibera in data 24 novembre 2014 ha emanato le Linee guida per la compilazione di detto referto approvando anche lo schema di detta relazione che deve essere articolata sui seguenti punti:
§     Controllo di regolarità amministrativa e contabile
§     Controllo di gestione
§     Controllo strategico
§     Controllo sugli equilibri finanziari
§     Controllo sugli organismi partecipati
§     Controllo sulla qualità dei servizi
La relazione per l’anno 2014 dovrà essere tramessa alle sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti nonché alla sezione delle autonomie entro il 30 aprile 2015

La delibera e lo schema della relazione sono riportati sul Supplemento ordinario n. 293 alla gazzetta ufficiale n. 94/2014 

LA RELAZIONE DI FINE MANDATO DEL SINDACO

La relazione deve essere redatta dai Sindaci di tutti i comuni ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149, recante: “Meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni, a norma degli articoli 2, 17, e 26 della legge 5 maggio 2009, n. 42” per descrivere le principali attività normative e amministrative svolte durante il mandato, con specifico riferimento a:
a) sistema e esiti dei controlli interni;
b) eventuali rilievi della Corte dei conti;
c) azioni intraprese per il rispetto dei saldi di finanza pubblica programmati e stato del percorso di convergenza verso i fabbisogni standard;
d) situazione finanziaria e patrimoniale, anche evidenziando le carenze riscontrate nella gestione degli enti controllati dal comune o dalla provincia ai sensi dei numeri 1 e 2 del comma primo dell'articolo 2359 del codice civile, ed indicando azioni intraprese per porvi rimedio;
 e) azioni intraprese per contenere la spesa e stato del percorso di convergenza ai fabbisogni standard, affiancato da indicatori quantitativi e qualitativi relativi agli output dei servizi resi, anche utilizzando come parametro di riferimento realtà rappresentative dell’offerta di prestazioni con il miglior rapporto qualità-costi;
f) quantificazione della misura dell’indebitamento provinciale o comunale.
La relazione deve essere sottoscritta dal Sindaco non oltre il novantesimo giorno antecedente la data di scadenza del mandato e, non oltre dieci giorni dopo la sottoscrizione della stessa, deve risultare certificata dall'organo di revisione dell’ente locale e trasmessa al tavolo tecnico interistituzionale istituito presso la Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica.
In caso di scioglimento anticipato del Consiglio comunale o provinciale, la sottoscrizione della relazione e la certificazione da parte degli organi di controllo interno avvengono entro quindici giorni dal provvedimento di indizione delle elezioni.
L’esposizione di molti dei dati viene riportata secondo uno schema già adottato per altri adempimenti di legge in materia per operare un raccordo tecnico e sistematico fra i vari dati ed anche nella finalità di non aggravare il carico di adempimenti degli enti.  
Le tabelle da riempire sono contenute nello schema della relazione approvato con D.M. 26 aprile 2013 e sono desunte dagli schemi dei certificati al bilancio ex art. 161 del TUEL e dai questionari inviati dall'organo di revisione economico finanziario alle Sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti, ai sensi dell’articolo 1, comma 166 e seguenti della legge n. 266 del 2005.

Pertanto, i dati riportati devono trovare corrispondenza nei citati documenti, oltre che nella contabilità dell’ente.
Sarebbe bene che nel corso del mandato ogni Sindaco avesse presente di cosa dovrà rendere conto alla fine dell'incarico.

venerdì 19 dicembre 2014

LA CONFERENZA STATO-REGIONI RIVEDE LE PERCENTUALI DI SPESA PER LE VARIE FUNZIONI

Finalmente con il nuovo Patto della salute è previsto che le Regioni e quindi le ASL destinino più risorse all'assistenza primaria sul territorio e alla prevenzione.

Mentre le somme destinate all'assistenza ospedaliera sono state ridotte.
Un cambiamento epocale che spero che si traduca rapidamente in concreto al momento della definizione del bilancio di ciascuna ASL.

mercoledì 17 dicembre 2014

I CONTROLLI DELLA CORTE DEI CONTI SUGLI ENTI LOCALI PER L'ANNO 2015

La Corte dei Conti, ai sensi dell'art. 5 comma 1 del proprio regolamento per l'organizzazione delle funzioni di controllo ha adottato il programma dei controlli e delle analisi per l'anno 2015.
In particolare sono stati definiti i controlli sugli enti locali da parte delle Sezioni regionali di controllo che tiene conto dell'entrata in vigore dal 1° gennaio 2015 della nuova disciplina di armonizzazione dei bilanci pubblici e degli adempimenti già previsti dal D.L. 174/2012 convertito in legge n. 213/2012.
Gli interessati prestino attenzione

L'ITALIA ANCORA IN RITARDO PER L'UTILIZZO DEI FONDI EUROPEI

Il Consiglio dell’Unione europea discuterà giovedì e venerdì, tra le altre cose, la proroga di un anno  del termine ultimo per spendere i fondi strutturali europei della programmazione 2007-2013.
Al momento l’Italia è nelle ultime posizioni e deve spendere ancora 14 miliardi entro il 31 dicembre 2015
Occorre più impegno da parte delle amministrazioni locali.
Molti Comuni, nonostante l'impegno delle regioni ed i corsi gratuiti svolti dalle università non sono in grado di presentare progetti.

martedì 16 dicembre 2014

La Corte dei Conti torna sul tema degli incarichi di consulenza e collaborazione

Nonostante le disposizioni che si sono succedute in questi anni per limitare e regolamentare l’affidamento di incarichi di consulenza e collaborazione (da ultimo la L. 24 dicembre 2007, n. 244), molti enti locali seguitano a fare quello che gli pare.
A seguito di una richiesta di parere formulata dal Comune di Caserta la Corte dei Conti della Campania, con la delibera n.235 del 14 novembre 2014, è dovuta tornare ad esprimersi in materia di vincoli di selezione nella scelta dei collaboratori da parte delle pubbliche amministrazioni.
In base alla legge richiamata ogni comune avrebbe dovuto adottare un regolamento che avrebbe dovuto essere trasmesso alla competente Sezione regionale della Corte dei conti entro trenta giorni dall’adozione.
Secondo la Corte il conferimento dell’incarico deve essere preceduto da procedure selettive di natura concorsuale, adeguatamente pubblicizzate (avviso, bando, ecc.), solo nel caso in cui la procedura concorsuale sia andata deserta può prescindersi dal suo svolgimento.
L’ incarico, specialmente quando si tratti di consulenza deve contenere tutti gli elementi costitutivi ed identificativi previsti per i contratti della Pubblica Amministrazione, in particolare: oggetto della prestazione, durata, modalità di determinazione del corrispettivo, termini di pagamento, verifiche del raggiungimento del risultato (indispensabile in ipotesi di proroga o rinnovo).
Tutti gli incarichi di importo superiore a € 5.000,00 devono essere trasmessi alla Corte dei Conti.
L’accertamento dell’illegittimità per il mancato rispetto di una o più dei requisiti di Legge comporta l’obbligo di rimuovere l’atto in sede di autotutela, ma anche la responsabilità del soggetto che lo ha posto in essere.
Si tratta di conseguenze gravi che, in relazione all’entità del danno in base alla normativa vigente possono comportare conseguenze anche molto gravi per chi ha sottoscritto i provvedimenti.
Ancora una volta torna prepotentemente l’obbligo di mantenere separata la funzione di indirizzo politico-amministrativo prevista dall’art. 4 del D.lgs 165/2001 da quella di gestione propria dei dirigenti e dei funzionari consistente nell’adozione degli atti e dei provvedimenti amministrativi, la cui responsabilità ricade in maniera esclusiva su di loro.

mercoledì 10 dicembre 2014

LE PROCEDURE DI AFFIDAMENTO DI SERVIZI A COOPERATIVE SOCIALI TRA RISPETTO DELLE NORME, LEGALITÀ, TRASPARENZA E SPEDITEZZA

In questi giorni la stampa è dovuta intervenire in merito alle modalità di applicazione dell’art. 5, comma 1, della legge 8 novembre 1991, n. 381, che prevede la possibilità che gli enti pubblici possano stipulare convenzioni con le cosiddette cooperative sociali di tipo B, finalizzate alla fornitura di determinati beni e servizi (diversi da quelli socio-sanitari ed educativi), anche in deroga alla disciplina in materia di contratti della P.A., purché naturalmente dette cooperative siano iscritte all’albo regionale.
Con l’emanazione del Codice degli Appalti (D.lgs. 163/2006) la materia è stata normata come segue: «Fatte salve le norme vigenti sulle cooperative sociali e sulle imprese sociali, le stazioni appaltanti possono riservare la partecipazione alle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici, in relazione a singoli appalti, o in considerazione dell'oggetto di determinati appalti, a laboratori protetti nel rispetto della normativa vigente, o riservarne l'esecuzione nel contesto di programmi di lavoro protetti quando la maggioranza dei lavoratori interessati è composta di disabili i quali, in ragione della natura o della gravità del loro handicap, non possono esercitare un'attività professionale in condizioni normali. Il bando di gara menziona la presente disposizione
La maggioranza degli enti locali non effettua una programmazione degli acquisti e una definizione degli appalti riservati ex art. 52 del D.lgs 163/2006, preferendo procedere in relazione alle varie esigenze o urgenze (spesso non corrispondenti alla realtà) frazionando le forniture per cui quando poi viene fatta la somma di servizi analoghi talora si scopre che sono state corrisposte alla medesima cooperativa somme pari complessivamente superiori alla soglia europea.
Al riguardo, l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture con la determinazione n.3 del 1° agosto 2012 ha emanato delle “Linee guida per gli affidamenti a cooperative ai sensi dell’art.5 della legge n. 381/1991, nelle quali vengono affrontate tutte le problematiche.
In primo luogo viene ricordato come le cooperative sociali di tipo B, ai fini dell’applicazione della citata L. 381/91, devono possedere almeno il 30 per cento dei lavoratori (soci o non) costituito da persone svantaggiate, come prescritto dall’art. 4 della stessa legge.
L’iscrizione all’albo regionale, effettuata sulla base della ricorrenza di un insieme di elementi concernenti la capacità professionale ed economico finanziaria delle cooperative sociali, è condizione necessaria per la stipula delle convenzioni, per le cooperative sociali residenti aventi sede in Italia ed i loro consorzi (cfr. parere AVCP n. 40 del 2 aprile 2009).
Per quanto riguarda le modalità di affidamento di dette convenzioni, l’AVCP ricorda quanto evidenziato dalla giurisprudenza (T.A.R. Lazio Roma Sez. III quater, 9 dicembre 2008, n. 11093) secondo cui non può ammettersi che l’utilizzo dello strumento della convenzione possa consentire una completa deroga al generale obbligo di confronto concorrenziale: infatti, in caso di utilizzo di risorse pubbliche per l’individuazione di un soggetto privato a cui affidare lo svolgimento dei servizi per la pubblica amministrazione, occorre, comunque, il ricorso ad un confronto nel rispetto dei principi generali della trasparenza e della par condicio.
Una norma interessante a favore delle cooperative sociali di tipo B è rappresentata dalla deroga alle disposizioni contenute nel D.L. 95/2012, convertito con L. 135/2012 in materia di acquisti attraverso il mercato elettronico e le Convenzioni Consip, inserita nell'art. 4, commi 8 e 8bis.
Già nel 2010 il Consiglio di Stato (Sez. V, sentenza n. 2829/2010) aveva deciso che l’affidamento diretto a cooperative sociali non potesse riguardare servizi pubblici (come quelli di igiene urbana) erogati a favore dell’utenza, ma solo i servizi a soddisfare direttamente le esigenze della pubblica amministrazione.
Di recente il Consiglio di Stato (Sez. VI, Sentenza n. 2342/2013) ha ritenuto che in considerazione dell’eccezionalità della norma questa debba essere interpretata in maniera restrittiva, nel senso che è applicabile solamente nei casi espressamente previsti dalla legge per cui ha ritenuto illegittimo l’affidamento ad una Cooperativa sociale della gestione di un campo sportivo, trattandosi della gestione di un servizio pubblico.
Ancora il Consiglio di Stato (Sez. V, Sentenza n. 5149/2014) ha ritenuto illegittimo l’affidamento diretto del servizio di trasporto urbano di un Comune, ritenendo che l’oggetto della convenzione non possa essere costituito dall’esecuzione di lavori pubblici né dalla gestione di servizi pubblici locali, ma che possa essere utilizzato solamente per le esigenze strumentali dell’ente.
Il TAR Lazio-Latina (Sez. I, sentenza n. 1211/2007) a sua volta ha ritenuto illegittimo l’affidamento diretto a cooperative sociali di tipo B nel caso di valori sopra soglia.
Pertanto, in primo luogo occorre che ogni ente pubblico provveda ad individuare in sede di programmazione annuale degli acquisti, quali esigenze di forniture e servizi possano essere garantite tramite convenzioni con cooperative sociali di tipo B, rendendo pubblica tale scelta.
Una volta deciso di affidare un servizio a cooperative sociali di tipo B, se vi è una pluralità di soggetti interessati dovrà essere esperita una procedura competitiva di tipo negoziato riservata alle cooperative aventi i requisiti.
Non è possibile riservare la partecipazione a cooperative sociali aventi sede in un determinato territorio.
Nella convenzione deve essere indicato il numero e la percentuale di lavoratori svantaggiati da impiegare per agevolare i controlli.
Nel corso della convenzione deve essere controllato il permanere delle condizioni di cui all’art. 5 della L. 381/1991.
Il Comune deve verificare costantemente il perseguimento delle finalità di reinserimento lavorativo delle persone svantaggiate.
I singoli affidamenti in convenzione diretta sono soggetti agli obblighi di comunicazione all’Autorità, così come chiarito con comunicato del Presidente del 27 luglio 2010.
Ovviamente ogni amministrazione dovrà provvedere all’inizio dell’anno la programmazione degli acquisti che deve riguardare non solo la tipologia dei beni o servizi da acquistare nel corso dell’anno, ma anche le procedure da seguire, i vincoli da rispettare e l’individuazione dei servizi da affidare a cooperative sociali di tipo B, dando la massima trasparenza a tutti gli atti, alla tipologia del procedimento e al nominativo del responsabile dello stesso.
Riassumendo alle cooperative sociali di tipo B possono essere effettuati affidamenti:
-· Sotto la soglia di rilevanza comunitaria possono essere stipulate convenzioni ex art. 5 comma 1 della L. 381/1991 esperendo una procedura aperta previo bando (Il regolamento UE n. 1336/2013 ha stabilito la nuove soglia per gli appalti pubblici di forniture e di servizi aggiudicati da amministrazioni aggiudicatrici diverse dalle autorità governative centrali in € 207.000);
- Sotto i 40.000,00 euro può essere fatto l’affidamento diretto da parte del responsabile del procedimento ex art. 125 comma 1 del D.lgs 163/2006 e successive modificazioni e integrazioni
- Sopra la soglia di rilevanza comunitaria i Comuni possono inserire nei bandi di gara di appalto e nei capitolati d’onere fra le condizioni di esecuzione, l’obbligo di eseguire il contratto con l’impiego di persone svantaggiate ex art. 4 comma 1, con l’adozione di specifici programmai di recupero e reinserimento lavorativo
Ciò posto, anche se in taluni casi (come i contratti inferiori a € 40.000) la legge consente l’affidamento diretto, tenuto conto della fragilità in alcuni casi dei soggetti interessati, per ragioni di trasparenza e opportunità, è raccomandabile che, ove il tempo lo consenta, si proceda comunque ad esperire una procedura aperta.
In molti casi ci si trova ad esaminare atti relativi al conferimento d’urgenza del taglio dell’erba nei giardini pubblici, alla potatura degli alberi, alla pulizia della spiaggia ecc. tutti eventi legati alle esigenze stagionali che possono essere programmati per tempo seguendo le procedure di legge, senza ricorrere all’urgenza.
Restano salve naturalmente le emergenze derivanti da fenomeni atmosferici, ecc.
La speditezza e l’efficacia della pubblica amministrazione possono essere ottenute con una migliore programmazione e organizzazione del lavoro, senza ridursi all’ultimo momento con atti che sono poi facilmente censurabili da parte delle Autorità competenti e la cui responsabilità ricade sui funzionari che li hanno sottoscritti.
Altre notizia sono reperibili sul mio "Manuale per un consigliere comunale di opposizione  Come sfidare la maggioranza"

lunedì 8 dicembre 2014

L'etica della politica e la gestione della PA


Prendo spunto da un articolo di Stefano Rodotà apparso sul quotidiano “La Repubblica” dell’8 dicembre dal titolo “Il primato dell’etica pubblica” in cui viene fortemente richiamata l’attenzione a porre il tema della legalità al primo posto dell’agenda politica del Governo, liberando la politica da quei nodi che in questi ultimi anni sono divenuti sempre più stringenti con gli affari, il clientelismo, i poteri nascosti, ecc. Il problema pervade soprattutto il territorio e i Comuni. Gli strumenti ci sono: in primo luogo il rispetto della Costituzione, del Testo Unico degli Enti Locali poi quello delle numerosissime legge emanate, specialmente negli ultimi anni per la prevenzione della corruzione e mai completamente applicate come la L. 190, il D.lgs 33/2014, il D.lgs 39/2014, o rispettate solo formalmente. Ma la prima cosa da fare è quella di impedire l’iscrizione ai partiti di persone che non sono motivate a occuparsi della polis ma solo degli affari loro, di quelli dei familiari e di quelli dei loro sodali. Nello Statuto e nei regolamenti di alcuni Partiti sono previste norme proprio in questo senso; il problema più importante comunque è quello della selezione della classe dirigente, cioè la scelta dei candidati alle cariche interne dei Partiti e a quelle nelle Pubbliche amministrazioni e nel Parlamento.I cittadini devono smettere di delegare al prossimo e di fidarsi di quanto gli viene proposto, devono chiedere che chi si presenta o viene presentato abbia quei requisiti che il posto richiede: onestà, competenza, sembrano cose da poco ma ancora oggi siedono nei consigli comunali persone con precedenti penali e che votano per disciplina di maggioranza senza rendersi conto di cosa si stia parlando. All’interno del Partito Democratico esiste un Codice Etico che deve essere fatto rispettare, esistono procedure per verificare le iscrizioni, altre per la scelta dei candidati, tutte molto precise, ma che devono essere applicate e fatte rispettare dagli organi competenti. La politica in alcune vicende recenti ha moltissime responsabilità specialmente per quanto riguarda la scelta delle candidature che viene di fatta in molti casi senza rispettare la procedura delle primarie e l’Assemblea degli iscritti, indicando persone che talora non risiedono neanche sul luogo o che hanno valori molto lontani da quelli dei cittadini che poi saranno chiamati ad eleggerle. Sono gli iscritti che devono far rispettare le norme interne evitando di delegare i capibastone locali, ma anche gli organi di garanzia interni devono fare il loro dovere, ma troppo spesso non vengono fatti neanche funzionare. È tutta una classe dirigente che deve farsi l’esame di coscienza, ma questo non basta, deve farsi da parte, non può pretendere, dopo quanto è avvenuto di rimanere al proprio posto, dichiarando di voler fare pulizia, esiste una responsabilità ben precisa e anche dove non c’è una responsabilità diretta di sicuro c’è stata tolleranza e scarsa attenzione a un sistema che dilagava ovunque. La cosa riguarda non solo chi aveva incarichi nella PAL, ma anche chi riveste incarichi nella direzione del Partito a tutti i livelli.

venerdì 5 dicembre 2014

IL RAPPORTO 2014 DEL CENSIS

Giunto alla 48ª edizione, il Rapporto Censis interpreta i più significativi fenomeni socio-economici del Paese nella difficile congiuntura che stiamo attraversando. Le Considerazioni generali introducono il Rapporto sottolineando come il Paese viva una profonda crisi della cultura sistemica: nella «società delle sette giare», i poteri sovranazionali, la politica nazionale, le sedi istituzionali, le minoranze vitali, la gente del quotidiano, il sommerso e la comunicazione appaiono come mondi non comunicanti, che vivono di se stessi e in se stessi. Nella seconda parte,«La società italiana al 2014», vengono affrontati i temi di maggiore interesse emersi nel corso dell'anno, descrivendo una società satura dal capitale inagito, la solitudine dei soggetti, i punti di forza e di debolezza dell'Italia fuori dall'Italia. Nella terza e quarta parte si presentano le analisi per settori: la formazione, il lavoro e la rappresentanza, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, il governo pubblico, la sicurezza e la cittadinanza.

sabato 29 novembre 2014

La lotta alla corruzione: le relazione annuale del responsabile della prevenzione della corruzione negli enti locali

Nonostante tutte le norme esistenti e l’impegno profuso dalla Magistratura e da altre istituzioni, il fenomeno della corruzione nella nostra provincia è ancora presente in maniera pervasiva. Il desiderio di legalità è molto diffuso tra i cittadini, ma è ancora troppo basso all’ interno degli enti locali che spesso non prestano la dovuta attenzione a questo problema.
L’Italia vanta in questo campo un triste primato negativo, collocandosi nella graduatoria stilata per l’anno 2013 da Trasparency International al sessantanovesimo posto (nel 2012 era il settantaduesimo) nella percezione della lotta alla corruzione ed è uno dei peggiori paesi dell’Unione Europea.
Le statistiche che annualmente vengono stilate per valutare il livello della qualità della vita nella nostra provincia ci condannano agli ultimi posti proprio per i dati relativi a questo problema.
Ora la Legge 6 novembre 2012, n.190, recante disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione stabilisce che la Giunta individui il responsabile e che su sua proposta adotti il piano triennale di prevenzione della corruzione.
La prevenzione è molto importante in quanto quando interviene la Magistratura è troppo tardi.
Esiste un problema di responsabilità politica della nostra classe dirigente.
L’Autorità Nazionale Anticorruzione con un recente comunicato ha fatto presente che intende valorizzare, ai fini dell’analisi sulle misure adottate dalle amministrazioni per la prevenzione della corruzione, le relazioni che i Responsabili della prevenzione della corruzione dovranno predisporre, ai sensi dell’art. 1, comma 14, della l. n. 190 del 2012, entro il 15 dicembre.
In questa prospettiva, l’Autorità renderà disponibile un modello standard per l’elaborazione della relazione che, secondo quanto previsto dal Piano Nazionale Anticorruzione (paragrafo 3.1.1, p. 30), dovrà essere pubblicata sul sito istituzionale di ogni comune con il rendiconto sull’efficacia delle misure di prevenzione definite dal Piano triennale di prevenzione della corruzione adottato da ciascun ente. 
Conseguentemente, le relazioni dovranno essere predisposte e pubblicata esclusivamente sul sito istituzionale di ogni amministrazione entro il 31 dicembre 2014.
Sarà interessante leggere i risultati raggiunti da ogni comune nell’ambito dei controlli interni, ma specialmente l’attività di prevenzione svolta come l’attuazione delle rotazione dei dirigenti e l’adozione di quegli altri provvedimenti che debbono essere attuati per ragioni di opportunità.

lunedì 24 novembre 2014

L'INVECCHIAMENTO ATTIVO, COME SI PONE L'ITALIA ?

L'italia è stata collocata al 39° posto nel Global Age Watch Index, una analisi del problema è stata da me fatta nella relazione che ho presentato ieri al convegno sull'invecchiamento attivo.
I nostri governanti cosa fanno per gli anziani?

sabato 22 novembre 2014

Convegno Invecchiamento attivo, qualità della vita degli anziani, sfida e opportunità

Il 24 novembre si è svolto l'atteso convegno organizzato dallo SPI-CGIL di Latina insieme all'Istituto per gli Studi sui Servizi Sociali al quale ho partecipato come relatore.
Le slides, di cui vi anticipo la prima, sono disponibili a questo sito:

http://www.slideshare.net/max80/relazione-al-convegno-sullinvecchiamento-attivo-organizzato-da-spicgil-e-istisss


venerdì 21 novembre 2014

IL MINISTERO DELL'ECONOMIA METTE A CONFRONTO I FABBISOGNI STANDARD CON I COSTI DEI COMUNI

Da alcuni anni è stato stabilito di definire i fabbisogni standard dei Comuni stimando statisticamente il fabbisogno finanziario di un ente in base alle caratteristiche territoriali e agli aspetti socio-demografici della popolazione residente.
In questo modo viene superato il vecchio meccanismo della spesa storica ed è possibile confrontare la spesa dei vari enti.
I fabbisogni standard non sono degli indicatori di efficienza.
Sono invece dei coefficienti di riparto che indicano quale sia il livello equilibrato di spesa per ogni singolo ente, date le sue caratteristiche socio-demografiche e territoriali.
Una spesa superiore al fabbisogno standard può indicare inefficienza oppure, al contrario, l’erogazione di servizi con un livello più elevato.
Una spesa inferiore al fabbisogno standard può indicare efficienza oppure, al contrario, l’erogazione di servizi con un livello più basso.
Dal 18 novembre 2014 finalmente sono stati messi a disposizione dal Ministero dell’Economia sul sito “Open civitas” i primi dati con il confronto tra le spese sostenute dai comuni delle regioni a Statuto ordinario e quelle attese in base al calcolo dei fabbisogni standard; i dati sono per ora quelli relativi al 2009/2010.
Nella Regione Lazio la media dei Comuni ha speso di più dei dati attesi e di più della media nazionale.
Per quanto riguarda il Comune di Sabaudia si ha la conferma di quanto più volte segnalato all’epoca.
- Gestione del territorio e ambiente si è speso il 42,62% in più
- Spesa affari generali superiore del 41,5% al dato standard;
- Servizio anagrafe e stato civile, 30,95% in più
- Trasporti: 30,90% in più
- Servizio gestione entrate 25,02% in più
- Servizi tecnici: 16,11% in più
- Polizia locale: si è speso il 5,72% in più.



Per alcuni sevizi la spesa è stata inferiore, ma questo non è da ritenere un dato positivo in quanto in molti casi si tratta di servizi non assicurati in maniera efficiente:
- Viabilità si è speso il 186,54% in meno rispetto al dato standard
- Istruzione pubblica si è speso il 17,73% in meno
- Asili nido: si è speso il 24,18% in meno
- Rifiuti: si è speso il 17,73% in meno
In alcuni casi gli indicatori sono elevatissimi, a dimostrazione di una scarto rilevante rispetto ai dati attesi (ad esempio l’ufficio per le statistiche demografiche).
Complessivamente c’è stata una spesa del 9,79% in più rispetto al dato atteso
Il problema è che nonostante quanto da me a suo tempo più volte esposto (in sede di approvazione del consuntivo 2010 da parte del Consiglio comunale), non sembra che siano stati messi in atto correttivi adeguati a correggere questa situazione che vede comunque pesanti sbilanciamenti tra le varie funzioni.


Ricordiamo che dopo la famosa deliberazione contenente i rilievi della Corte dei Contri il Sindaco Lucci si dimise.
Approssimandosi il 30 novembre ho esaminato i dati dell’assestamento 2014; il dato più rilevante è ancora quello delle spese generali (ancora molto elevate rispetto alla media), sulle quali sono caricate le spese di rappresentanza e quelle per manifestazioni il più delle volte costosissime e inutili ma nella totalità dei casi inadeguate se non offensive in un momento di grave crisi economica in cui molte famiglie avrebbero avuto necessità di un maggiore sostegno.



giovedì 20 novembre 2014

MANUALE PER UN CONSIGLIERE COMUNALE DI OPPOSIZIONE - PRESENTAZIONE DEL 21 NOVEMBRE A LATINA

Il 21 novembre, presso la Libreria Feltrinelli di Latina, è stata presentata l'edizione 2014 del mio "Manuale per un consigliere comunale di opposizione" , molto più ricca della precedente con una appendice piena di schemi di proposte di deliberazione, di interrogazioni, mozioni, lettere, ecc, per consentire a tutti di poter iniziare sin dal primo giorno a incalzare la maggioranza, mettendola all'angolo costringendola ad adottare nella legalità, comportamenti più trasparenti e  una gestione della città più efficiente.
Se ne è discusso con Omar Sarubbo, presidente della Commissione trasparenza del comune di Latina e con la giornalista Teresa Faticoni.
Sono intervenuti nel dibattito anche alcuni rappresentanti politici locali, tra i quali: Salvatore La Penna, Segretario della Federazione provinciale del PD, l'avv. Giada Gervasi, coordinatore delle liste civiche della provincia, la prof.ssa Luisa Mango, Presidente dell'ISTISSS e tanti altri, dando vita ad una serata molto interessante.
Nella foto: Teresa Faticoni, Franco Brugnola e Omar Sarubbo
















La presentazione è stata resa possibile grazie all'ospitalità della Libreria Feltrinelli di Latina e del suo Direttore Massimo Bortoletto.

venerdì 14 novembre 2014

Il pensiero di Sant'Agostino sullo Stato

Sant’Agostino nel suo volume “La città di Dio” (Capitolo XIX, 21.2.) si chiede: «Che cosa distingue lo Stato da una associazione di malfattori?» Secondo Valery Kichin (La Repubblica 14 nov. 2014) entrambi secondo sono una comunità di uomini e devono essere guidati da un capo. In ambedue i sistemi le relazioni reciproche sono già prefissate, concordate in precedenza. L’unica cosa che li distingue è la presenza della legalità. E se in uno Stato la legge smette di operare, lo stesso si trasforma in una associazione di malfattori. Se una persona può sempre contare su una difesa da parte dello Stato, se la legge agisce indipendentemente dai titoli e dai gradi e tutti sono uguali dinanzi ad essa, si tratta di una forma ideale di Stato.
Si tratta di considerazioni profonde applicabili a tutti i livelli della pubblica amministrazione. 
L’Open Government Partnership (OGP) è un’iniziativa multilaterale di Governi per la promozione di politiche innovative che rendano le istituzioni pubbliche più aperte e responsabili, realizzando la trasparenza della PA , la lotta alla corruzione e i principi della democrazia partecipata. L’OGP è nata nel 2011 ed è passata da 8 a 64 membri in tre anni: i Governi, sottoscrivendo la Dichiarazione sull’open government, si impegnano a realizzare gli obiettivi dell’OGP attraverso alcune iniziative, sintetizzate in un Piano d’azione, il cui contenuto è stabilito in modo partecipato con la società civile. IL Governo italiano finalmente è partito ma siamo molto in ritardo specialmente nelle realtà locali. I comuni ancora oggi, nonostante il D.lgs 33/2013 rendono difficile la vita ai cittadini che vogliono partecipare alle scelte importanti della comunità. L'innovazione si può realizzare solo con l'apporto dei cittadini organizzati che possono rappresentare la terza gamba del progetto.

mercoledì 12 novembre 2014

CONVEGNO 24 NOVEMBRE A LATINA SU INVECCHIAMENTO ATTIVO "QUALITA' DELLA VITA DEGLI ANZIANI" SFIDA E OPPORTUNITA'

Il 24 parteciperà al convegno organizzato dall'istituto degli studi sui servizi sociali unitamente allo SPI CGIL di Latina con una relazione intitolata "Spart ageing".
Dopo aver illustrato la tendenza all'invecchiamento delle popolazioni europee, di quella italiana e la situazione della nostra provincia, spiegherò cosa si intende per smart cities e quindi per smart ageing , esponendo alcune attività innovative cui possono dedicarsi gli anziani (grazie anche alle tecnologie della comunicazione) e che si aggiungono a quelle tradizionali.
Invecchiamento attivo significa invecchiare in buona salute, partecipare appieno alla vita della collettività e sentirsi più realizzati nel lavoro. A tal proposito il convegno vuole promuovere azioni volte a migliorare le possibilità di invecchiare restando attivi e potenziare la solidarietà tra le generazioni.

sabato 8 novembre 2014

La carta di Avviso pubblico: un codice etico per la buona politica degli amministratori locali

Avviso Pubblico, l' Associazione per la formazione civile contro le mafie ha presentato a Roma nei giorni scorsi la sua "Carta di Avviso Pubblico", un codice etico che si propone di favorire e di tutelare la pratica della buona politica e di rendere il più trasparente possibile l'azione amministrativa degli enti locali.
Molti Comuni hanno recepito la Carta di Pisa, altri quella del Consiglio d'Europa, ma molti altri non hanno fatto nulla, anche se abbondantemente sollecitati. C'è da domandarsi perchè?

venerdì 7 novembre 2014

Grazie ad OPENPOLIS ecco il confronto tra le entrate per imposte e tasse dei comuni tra 10.000 e 50.000 abitanti della Regione Lazio


Per correttezza occorre confrontare il dato degli abitanti, città più grandi hanno costi superiori e quindi entrate maggiori. Per i dati inseriti : comuni del lazio tra 10.000 e 50.000 abitanti sono stati inseriti in graduatoria 66 comuni. Sabaudia con una entrata pro capite di euro 544,95 si è collocata al 23° posto. A livello nazionale invece Sabaudia si è collocata al 305°





L'AGID SOLLECITA LE P.A. INADEMPIENTI A COMUNICARE LE BASI DI DATI


La legge obbliga tutte le pubbliche amministrazioni e società partecipate dalle pubbliche amministrazioni (in modo totalitario o prevalente) a comunicare all'Agenzia per l'Italia digitale l'elenco delle basi di dati in loro gestione e degli applicativi che le utilizzano. Lo specifica l’art. 24-quater, comma 2, del D.L. n.90/2014, convertito in Legge n. 114/2014 l'11 agosto scorso.
La comunicazione deve avvenire entro il 18 settembre 2014.
Alla data odierna un numero rilevante di pubbliche amministrazioni non ha ancora assolto all'obbligo.
In provincia di Latina, tra enti locali, ASL, Consorzi, Istituti scolastici, Ordini, ecc, si tratta di oltre 90 amministrazioni.
In tutta Italia sono complessivamente 10.320. Non si può parlare di Agenda Digitale europea se poi chi deve provvedere non rispetta neanche questi minimi adempimenti.

sabato 1 novembre 2014

AUMENTO VERTIGINOSO DELLE ENTRATE EXTRATRIBUTARIE DEL COMUNE DI SABAUDIA ARRIVATE A € 231,38 A TESTA

Grazie ai dati SIOPE possiamo vedere che le entrate extratributarie del Comune di Sabaudia hanno raggiunto un livello superiore più del doppio a quello della media dei comuni della stessa categoria; un dato che dovrebbe far riflettere i nostri amministratori

LE ENTRATE TRIBUTARIE PRO CAPITE DEL COMUNE DI SABAUDIA HANNO RAGGIUNTO € 456,38 PRO CAPITE ANNUI

Sistema Informativo delle Operazioni degli Enti Pubblici sviluppa un benchmark grazie a tutti i dati che gli vengono trasmessi dagli enti locali e dalle altre amministrazioni. Per quanto riguarda le entrate tributarie il Comune di Sabaudia è molto al di sopra della media dei comuni della stessa categoria con € 456,38, a fronte di € 339,00 della media nazionale....è evidente che la pressione tributaria è troppo forte..

SABAUDIA: SECONDO IL SIOPE C'E' UNA SPESA PRO CAPITE ANNUA DI 669,32 C.A PER ABITANTE

Sul Sito del SIOPE del Ministero dell'Economia possiamo vedere il confronto tra le spese correnti pro capite del Comune di Sabaudia e quelle dei comuni di identiche dimensioni a livello nazionale la spesa è molto maggiore: 669,32 c.a. rispetto ad una media nazionale di 558,78....servirebbero degli approfondimenti....

CHIEDIAMO PIU' TRASPARENZA AL GOVERNO RENZI


Sul blog.openpolis.it oggi dopo aver svolto alcune considerazioni sul fatto che la trasprenza non può essere utilizzata come arma, viene affermato che la trasparenza è un processo da praticare, partendo ovviamente da se stessi prima di pretendere che gli altri facciano lo stesso.

Pertanto, ritenendo che sia proprio di una classe dirigente sapere indicare una via ed esserne precursore, Openpolis indica 5 semplici azioni che il Governo Renzi potrebbe fare subito e a costo zero per rendere la politica più open:
OpenSiope: inserire anche i conti delle amministrazioni centrali fra le voci liberamente consultabili tramite Siope, come già avviene ad esempio per Regioni ed Enti Locali;
Accountability: dichiarare anticipatamente cosa il Governo vuole fare, in che tempi e con quali modalità per poi monitorare il raggiungimento degli obbiettivi,
Decreti Attuativi: monitorare l’effettiva entrata in vigore delle leggi pubblicate in Gazzetta Ufficiale rendendo pubblici tutti i dati su competenze, tempistiche ed effetti dei decreti attuativi inevasi;
ParlamentoCasadiVetro: aprire le commissioni parlamentari, cuore del processo legislativo, per conoscere presenze, voti e dibattiti svolti;
Foia4Italy: dotare l’Italia finalmente di una nuova ed avanzata legge che tuteli il diritto di accesso alle informazioni pubbliche;
Senza dubbio se questa sfida fosse accolta i cittadini ne trarrebbero grande vantaggio, ma anche la democrazia.

giovedì 30 ottobre 2014

OPEN ACCESS PER TUTTI I DOCUMENTI PUBBLICI


Quotidianamente i cittadini (ma anche consiglieri comunali e rappresentanti sindacali) si scontrano con la pubblica amministrazione quando chiedono l'accesso agli atti in quanto oramai quasi tutti gli uffici oppongono un rifiuto alla consegna di qualsiasi documento richiamandosi  all'art. 24 della legge  241/90 che prevede al comma 3 l'inammissibilità di un accesso generalizzato dell'operato della PA.
Su questo tema, anche grazie all'esempio che ci viene dagli Stati Uniti, dove da tempo il Presidente Obama ha messo in pratica le proprie idee e gli impegni presi durante la campagna elettorale con l'open access. L'Italia ancora non ha firmato e ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa del 18 giugno 2009 sul diritto di accesso ai documenti ufficiali che garantisce il diritto di ognuno, senza discriminazioni di alcun tipo all’ accesso su semplice richiesta (cioè senza dover dimostrare di essere uno degli interessati o di dover fornire motivazioni), dei documenti detenuti dalle pubbliche autorità.
Sin dal 2013 una proposta di legge presentata da alcuni deputati (Coppola ed altri, Atto Camera n. 1870/2013), ma ancora non è stata neanche calendarizzata dalla Presidenza della Camera.
È molto importante accelerare il processo per la trasparenza totale anche nei comuni, per contribuire concretamente al processo di modernizzazione delle città, nell’ambito del progetto delle smart cities; basterebbe poco, evitare di invocare l'art. 24 con speciose argomentazioni ed eliminare le zone grigie di certi uffici. 

sabato 25 ottobre 2014

La legge di stabilità e le politiche per gli anziani

Le politiche per gli anziani in Italia hanno avuto una notevole evoluzione dagli anni '70 ad oggi, passando dalla istituzionalizzazione dei soggetti alla domiciliarizzazione degli stessi e, negli anni più recenti alla creazione di reti in grado di rispondere ad una richiesta crescente e diversificata.
La proposta di legge di stabilità per l'anno 2015, come gli altri provvedimenti assunti dal Governo in carica,  non contiene indicazioni per una politica rivolta agli anziani, ma anzi, sembra che si voglia danneggiarli, escludendoli anche dalla concessione degli 80 euro.

E' importante che il Parlamento intervenga per correggere queste scelte che colpiscono gravemente una fascia oramai molto ampia della popolazione.

lunedì 20 ottobre 2014

INDAGINE DELL'OCSE SULL'EQUITA' SOCIALE



















L'OCSE ha pubblicato una indagine sulla giustizia sociale nei 27 Paesi dell'Unione europea.
L'indagine è stata basata sui seguenti parametri:
1) Prevenzione della povertà
2) Equità dell'educazione
3) Inclusione nel mondo del lavoro
4) Coesione sociale
5) Sanità
6) Giustizia intergenerazionale
L'Italia occupa il 24° posto.
Si nota in particolare l'assenza di una politica per gli anziani.
In questi anni alcuni Stati hanno migliorato la loro posizione, l'Italia l'ha peggiorata, anche perché non ha fatto nulla.

mercoledì 15 ottobre 2014

Finalmente la Giunta comunale di Sabaudia, aderendo alla petizione sottoscritta da oltre mille cittadini ha fatto richiesta alla ASL per avere una casa della salute a Sabaudia









Desidero esprimere la mia profonda soddisfazione perché con deliberazione n. 114 in data 7 ottobre la Giunta comunale Sabaudia ha finalmente chiesto alla Direzione Generale della ASL e alla Regione Lazio che sia istituita a Sabaudia una casa della salute e che venga collocata presso l’ex ospedale sito in via Conte Verde.
Si tratta di un impegno iniziato sin da 2008 (all’epoca non ero ancora consigliere comunale), quando inviai la prima lettera al Comune), una volta eletto ho firmato alcune interrogazioni e mozioni, poi ho promosso una raccolta di firme cui hanno aderito oltre mille cittadini; infine il 26 settembre a Sabaudia ho organizzato per l’ISTISS (di cui faccio parte del Consiglio direttivo) il Convegno su “Le case della salute e l’integrazione socio sanitaria”, cui hanno partecipato tra gli altri anche il Presidente del Consiglio comunale Avvisati e l’assessore ai servizi sociali Marchionne.
Era importante che la Giunta adottasse questo provvedimento per poter inserire questa proposta nel nuovo Atto aziendale della ASL e poterne poi programmare l’organizzazione e l’avvio del processo di riqualificazione della nostra struttura che da troppo tempo attraversa una fase di progressivo abbandono.

martedì 30 settembre 2014

LA SPESA SOCIALE PRO CAPITE DI SABAUDIA

L'Associazione OpenPolis ha pubblicato i dati della spesa sociale pro capite dei comuni più grandi: si passa dalla città di Trieste con € 457,86 al meridione, dove si spendono somme irrisorie. Sabaudia si colloca con una spesa di soli € 109,99 pro capite ai livelli più bassi.
Da alcuni anni sostengo che si spende troppo poco e che si deve fare di più.
Prima di spendere soldi per manifestazioni estive prive di benefici per la città, sarebbe opportuno ripensare alla destinazione di certe somme e utilizzarle per finalità sociali, oltre alle persone direttamente interessate ne  avrebbe un grande vantaggio tutta la città.

domenica 28 settembre 2014

L'ESCLUSIONE SOCIALE

Con la locuzione “esclusione sociale” secondo la tesi più aggiornata (Chiara Saraceno) si intende il venir meno delle forme di appartenenza e di legami sociali significativi dovuti: da un lato al tema della uguaglianza sociale nell’accesso ai diritti sociali (in una società in cui sono fortemente presenti le diseguaglianze) e dall’altro al fenomeno della disintegrazione sociale, dovuto alla perdita dei tradizionali meccanismi di integrazione sociale. Il problema è molto presente in questo periodo a causa delle difficoltà dell’economia di tutti i Paesi, ma specialmente del nostro, i cui Governi hanno tagliato pesantemente i finanziamenti, costringendo gli enti locali: Regioni, Province e Comuni ad operare di conseguenza riducendo interventi e sovvenzioni con il risultato che il fenomeno dell’esclusione sociale ha superato il ristretto ambito di quelli che tradizionalmente erano considerati emarginati, estendendosi a macchia d’olio ed aggredendo sempre maggiori fasce di popolazione. Un problema che, pur essendo ben presente a tutti i livelli non vede poi iniziative adeguate per contrastarlo. In effetti le somme stanziate dagli enti locali per il sociale pur essendo apparentemente elevate (anche se si potrebbe fare di più), sono talora distribuite in maniera discutibile e spesso senza produrre i benefici attesi; sono cioè purtroppo in molti casi inefficaci.
Il servizio sociale dei nostri Comuni subisce da anni l’inadeguatezza di un modello che, nonostante i tentativi (L. 328/2000) non riesce a raggiungere gli obiettivi prefissati utilizzando le poche risorse a disposizione in sovvenzioni invece di offrire prestazioni reali. La tanto attesa legge regionale che avrebbe dovuto definire il sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali, in tutti questi anni e nonostante gli sforzi profusi da alcuni (ad esempio la proposta n.400 presentata nel corso della scorsa legislatura dall’allora consigliere regionale Augusto Battaglia poi ripresa in parte dalla n. 23 presentata nel corso di questa legislatura il 6 maggio 2013 dai consiglieri Agostini, Vincenzi, Lena ed altri) non è riuscita ancora ad essere approvata dal Consiglio regionale. La gravità del problema si tocca specialmente nelle grandi città dove sono più evidenti le diseguaglianze redistributive, i conflitti sociali e le situazioni di disagio. Il problema è molto complesso in relazione alle varie tipologie di esclusi (immigrati, poveri, detenuti, minoranze, ecc.) e alle difficoltà legate alla convivenza che sono emerse di recente e che potrebbero essere superate con il coinvolgimento dei cittadini a prendersi cura della loro città creando reti di solidarietà, cooperazione civica e reciprocità. Da tempo sono state formulate proposte per ripensare e riorientare le politiche sociali, ma a livello di Governo ancora non è stato fatto nulla, anzi, le iniziative assunte ricorrendo alla leva fiscale per incrementare le entrate, almeno in qualche caso hanno prodotto effetti inversi a quelli annunciati, creando ulteriore appesantimento nelle condizioni di vita di moltissime persone e allargando la fascia della povertà a categorie che finora ne erano state esenti. Ma come accennato è a livello locale che maggiore viene toccata direttamente la realtà. La Giunta e il Consiglio comunale potrebbero utilizzare con più accortezza lo strumento delle imposte locali per agevolare le famiglie bisognose, intervenendo con più coraggio anche sull’accesso ai servizi a domanda individuale o sulla concessione gratuita dei libri per la scuola. Anche il terzo settore, che per molti anni ha rappresentato uno degli strumenti fondamentali di intervento comincia a subire pesantemente gli effetti della recessione e della scarsità delle risorse (finanziarie e umane) facendo venir meno la sussidiarietà orizzontale che nell’ente locale è indispensabile anche per una crescita democratica dei cittadini.
I Comuni che sono chiamati direttamente in causa dai cittadini, in quanto enti di prossimità, sono carenti proprio là dove non occorrono soldi ma solo aperture per favorire, anziché ostacolare i cittadini che vogliono collaborare e assumersi la responsabilità di contribuire a proteggere e conservare i beni comuni. Manca quasi totalmente da parte delle amministrazioni comunali l’apertura verso quella che è stata definita la sussidiarietà quotidiana (Cfr. C. Iaione, in www.labsus.org), consistente in una strategia basata non sull’autoritarismo, ma su azioni dirette a far condividere da parte dei cittadini le scelte dell’amministrazione e a collaborare con le proprie risorse al raggiungimento degli obiettivi di interesse generale e comune. I Comuni omettono anche di dare applicazione ad una legge dello Stato (comma 461 dell’art.2 della L. 244/2007) che prevede la partecipazione dei cittadini alla valutazione dei servizi e quindi anche delle prestazioni del servizio sociale. In questo caso il Bilancio partecipato consentirebbe di coinvolgere i cittadini in una più appropriata allocazione delle risorse il che avrebbe potuto evitare di destinare 61.805,67 euro (ripartiti in più provvedimenti) per un raduno di motociclette (come avvenuto quest’anno a Sabaudia), quando al settore dei servizi sociali sarebbe bastato molto di meno per dare un aiuto concreto a molte famiglie bisognose.
In molte parti d’Italia esponenti del terzo settore e organizzazioni di vari tipo operano da anni per dare una possibilità a quelli che non l’hanno, in alcuni casi sono state prodotte esperienze stimolanti, delle best practices, che possono essere utilizzate anche in altre realtà, basterebbe guardarsi intorno e copiarle (ma anche per fare questo ci vuole attenzione).
La politica deve comprendere che il Paese è maturo e che deve essere utilizzata la leva della social innovation integrando le esperienze e le conoscenze che queste organizzazioni hanno acquisito, anche grazie alla loro vicinanza con i destinatari dei servizi e con i territori in generale. È necessario pertanto superare il meccanismo di mercato, di separazione “contrattuale” fin qui di fatto mantenuto per orientarsi verso una co-produzione, coinvolgendo la cittadinanza non solo nell’erogazione ma anche nel design e nella gestione delle policies