venerdì 24 dicembre 2021

LA REGIONE LAZIO HA ADOTTATOUN NUOVO REGOLAMENTO PER LE CONCESSIONI DEMANIALI


La Giunta della Regione Lazio ha approvato un nuovo regolamento che disciplina i procedimenti per il rilascio, la modifica e l’estinzione delle concessioni del demanio idrico. In particolare vuole aggiornare e semplificare l’applicazione delle procedure previste in materia di concessioni demaniali, anche nel rispetto dei principi e delle diposizioni fissati dall’Unione europea sulla parità di trattamento, sulla non discriminazione, sulla trasparenza e sulla pubblicità tra gli operatori economici, a tutela della concorrenza e della libertà di stabilimento.
“Oltre a modificare i criteri dei canoni concessori e la revisione delle procedure di calcolo dei medesimi canoni, con il nuovo ordinamento – dichiara Mauro Alessandri Assessore Lavori Pubblici e Tutela del Territorio, Mobilità della Regione Lazio - puntiamo a migliorare e rafforzare la tutela e la difesa del suolo, agevolando la fruibilità pubblica delle aree interessate.
Ogni qual volta sia richiesta una concessione, grazie alle nuove disposizioni, vengono prese in considerazione alcune caratteristiche come per esempio la rilevanza sociale dei progetti proposti, la compatibilità delle destinazioni d’uso delle aree richieste nelle domande presentate o la contiguità delle attività svolte su beni demaniali adiacenti, onde evitare che abbiano il medesimo oggetto. Abbiamo voluto adeguarci alla normativa europea che impone di garantire gli stessi diritti a chiunque faccia richiesta, indipendentemente dunque dalla nazionalità. Le nuove regole vogliono infine svecchiare e sburocratizzare alcuni passaggi, che in tanti casi rendono macchinosi e lenti i procedimenti propedeutici alle concessioni stesse”.

giovedì 23 dicembre 2021

L'EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE E' UN LIVELLO ESSENZIALE DI ASSISTENZA E DEVE ESSERE ASSICURATA ALLA POPOLAZIONE


Nel nuovo atto aziendale dell’azienda USL Latina tra le funzioni distrettuali è stata omessa l’emergenza sanitaria territoriale il che priva la popolazione di un Livello Essenziale di Assistenza previsto per legge e costituisce una gravissima disuguaglianza rispetto al resto delle province del Lazio e d’Italia.
Pertanto in data 23 dicembre, in qualità di promotore del Comitato per la difesa del PPI di Sabaudia ho presentato formale opposizione contro l’Atto aziendale della USL Latina approvato con deliberazione 30 novembre 2021, n. 1216, al presidente della regione Lazio, all’assessore D’Amato e al dott. Annicchiarico Direttore regionale della salute e integrazione socio sanitaria.
Copia dell’opposizione è stata inviata anche all’Ufficio LEA del Ministero della Salute.
Le motivazioni dell’opposizione sono le seguenti.
L’art. 10 della legge 23 dicembre 1978, n. 833 istitutiva del Servizio sanitario Nazionale prevede che l’erogazione dei servizi di pronto intervento sia attribuita ai distretti sanitari di base quali strutture tecnico-funzionali delle Unità Sanitarie Locali (oggi Aziende Sanitarie Locali).
Con il DPCM 12 gennaio 2017 (art. 3, lettera “b” e art. 7) l’emergenza sanitaria territoriale è stata inserita tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Il nuovo Atto aziendale dell’azienda USL Latina al punto 18.8 tra le funzioni di produzione indicate per il Distretto non indica l’Emergenza Sanitaria Territoriale.
In questo modo rischia di non essere garantita a livello distrettuale la prevista integrazione del servizio di pronto intervento previsto dal 3° comma dell’art. 10 della legge 833 del 1978 oggi assicurato dai Punti di Assistenza Territoriale (PAT già PPI) di Cori, Cisterna, Sezze, Priverno, Sabaudia, Gaeta e Minturno che in base al Punto 7.1.3 del DCA 81/2020 dovrebbero operare in continuità con le funzioni precedentemente svolte (quelle appunto svolte dai PPI) e quindi nel rispetto del DCA 90/2010 con i dipartimenti di emergenza e accettazione ospedalieri.

A ciò si aggiunga il fatto che persiste la chiusura notturna di tutti e sette i PAT nella sola provincia di Latina, senza che sia stata prevista la presenza di ambulanze medicalizzate per cui nelle ore notturne si rischia che alla popolazione di molti Comuni non venga assicurato il rispetto del tempo massimo per gli interventi nelle aree extra urbane che è stato fissato in venti minuti.

giovedì 9 dicembre 2021

LE CASE DELLA SALUTE DELLA COMUNITA' PER LA PROVINCIA DI LATINA


In base ad alcune indiscrezioni  la regione Lazio avrebbe già predisposto l’elenco delle Case della Salute delle Comunità da attivare in provincia di Latina e per le quali occorre presentare al Ministero della Salute la richiesta di finanziamento entro il 31 dicembre p.v.

In totale sarebbero previste 18 Case della salute della comunità ripartite nei cinque distretti in base alla popolazione. 

In alcuni cassi, non disponendo l'azienda di proprie strutture saranno i Comuni ad offrire in comodato immobili pre esistenti, mentre in qualche caso sarà necessario procedere alla realizzazione di nuove costruzioni.   

Ma le Case della salute delle comunità per essere operative dovranno avere personale adeguato, ma di questo ancora non si parla, anche perché permangono gli effetti del Piano di rientro e il blocco delle assunzioni oltre che del turn over. Appare pertanto indispensabile che la regione si attivi per affrontare e risolvere questo problema dato che l'azienda USL Latina è sottodimensionata per quanto riguarda il personale disponendo solo di 6,37 dipendenti per ogni 1000 abitanti il che rispetto alla media del 10x1000 è insufficiente.

Per ogni Casa della salute della comunità, secondo una proposta presentata dal Presidente dell'AGENAS Mantoan in occasione di un recente convegno servirebbero:  

1) medici di medicina generale  (2 ore alla settimana ciascuno H12 per sette gg.

2) Continuità assistenziale H24 7 gg su 7

3) 12 infermieri professionali (1 coordinatore, 3 infermieri professionali per gli ambulatori specialistici, 2 infermieri di famiglia e di comunità per il triage e la valutazione dei bisogni di salute, 6 infermieri di famiglia e di comunità per l'assistenza domiciliare, la prevenzione e la teleassistenza, 8 unità di personale di supporto (amministrativi e OSS) per il Punto Unico di Accettazione (orario 8-18 6 gg su 7) e altri servizi sanitari. 

DISTRETTO

COMUNE

1

APRILIA

1

CISTERNA DI LATINA

1

CORI

2

LATINA

2

LATINA SCALO

2

BORGO SABOTINO

2

SABAUDIA

2

PONTINIA

3

SEZZE

3

PRIVERNO

4

FONDI

4

TERRACINA

4

SAN FELICE CIRCEO

4

SPERLONGA

5

GAETA

5

FORMIA

5

MINTURNO

5

SS.COSMA E DAMIANO


lunedì 6 dicembre 2021

ASSEGNATI DALLA REGIONE AI DISTRETTI DELLA PROVINCIA DI LATINA I FONDI PER LE MISURE URGENTI PER IL SOSTEGNO ALL'ACCOGLIENZA DEI NUVCLEI MAMMA/BAMBINO NELLE CASE FAMIGLIA PER DONNE IN DIFFICOLTà

Al fine di dare attuazione alla DGR 528/2021, con determinazione n.G13409 del 3 novembre 2021 la direzione inclusione sociale della regione Lazio ha disposto il  riparto ed assegnazione in favore di Roma Capitale e dei distretti socio sanitari delle risorse per le misure urgenti per il sostegno all'accoglienza dei nuclei mamma/bambino nelle Case Famiglia per donne in difficoltà per un totale di € 2.000.000,00.
Per quanto riguarda la provincia di Latina i contributi sono i seguenti:

LT/1 APRILIA:     €   46.242,80  per n.8 nuclei mamma/bambino  
LT/2 LATINA:      € 121.387,35  per n.21  nuclei mamma/bambino  
LT/3 PRIVERNO €   57.803,50  per n.10 nuclei mamma/bambino  
LT/4 FONDI:       €    11.560,70  per n.2 nuclei mamma/bambino  
LT/5 GAETA:        €   11.560,70  per n.2 nuclei mamma/bambino  

IL RAPPORTO DEL DEP SSR LAZIO E DI ARPA LAZIO SUL RAPPORTO TRA INQUINAMENTO ABIENTALE E MALATTIE. IN PROVINCIA DI LATINA VIENE MONITORATA SOLO L'AREA DI BORGO MONTELLO

Latina: Footprint della presenza di idrogeno solforato della discarica di Borgo Montello

Nel quadro del progetto europeo "Ome health" il Dipartimento di epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio e ARPA Lazio hanno pubblicato di recente il  Rapporto “Epidemiologia Rifiuti Ambiente Salute nel Lazio - ERAS Lazio”,. In un comunicato viene riferito quanto segue: la valutazione epidemiologica dello stato di salute della popolazione esposta a processi di raccolta, trasformazione e smaltimento dei rifiuti urbani nella regione Lazio.
Gli effetti sulla salute dell’esposizione a impianti di trattamento dei rifiuti sono un argomento da lungo tempo dibattuto.
Negli ultimi anni alcuni studi hanno messo in luce una maggiore frequenza di decessi e malattie per alcune cause tumorali e non tumorali e di eventi sfavorevoli della gravidanza (malformazioni congenite, basso peso) tra i residenti nelle zone circostanti gli impianti. Tuttavia, lo studio di questi effetti è molto difficile, soprattutto per l’ampia gamma di sostanze che vengono prodotte nei vari processi di smaltimento, per le differenti vie di esposizione, per la compresenza di altri fonti potenzialmente dannose, per l’eterogeneità della popolazione esposta e perché si tratta per lo più di esposizioni a lungo termine.
Questa molteplicità di fattori fa sì che il livello di incertezza nella valutazione degli effetti sulla salute dello smaltimento dei rifiuti sia ancora molto alto e che le prove scientifiche fin qui prodotte soltanto in rari casi siano sufficienti ad attestare un nesso causale tra esposizione ai processi di smaltimento dei rifiuti e insorgenza di malattie o aumento di mortalità.
Non è corretto valutare la probabilità di un rischio per la salute rappresentato da queste fonti inquinanti basandosi solo su uno o pochi studi: solo l'analisi scientifica dell'insieme delle ricerche può dare un quadro realistico della situazione. Ad oggi, quindi, non si può dire che esistano prove solide che attestino un rischio sanitario conseguente al vivere vicino a discariche e inceneritori. Solo studi futuri - più capaci di misurare le esposizioni e di escludere gli effetti di confondimento dovuti alle condizioni socioeconomiche e agli stili di vita degli individui (fumo, alcol, dieta), e alla varietà di fonti inquinanti presenti sul territorio – potranno chiarire la questione.
Il progetto ERASLazio vuole contribuire a questo approfondimento valutando lo stato di salute delle popolazioni residenti vicino agli impianti di smaltimento dei rifiuti della regione e dei lavoratori coinvolti nel processo di gestione dei rifiuti.
I possibili rischi per la salute per chi risiede nei pressi di una discarica sono riconducibili a diverse modalità di esposizione: l’inalazione di sostanze (gas) direttamente emesse dal sito, il consumo di prodotti o di acqua contaminati, il contatto con l’acqua o il suolo inquinati.
Le preoccupazioni maggiori riguardano le discariche abusive che non sono sottoposte a controllo e ricevono rifiuti senza alcuna selezione all'origine, ma anche gli effetti delle discariche autorizzate sono state indagate da diversi studi.
Dagli studi finora condotti, i principali motivi di preoccupazione riguardano una maggiore frequenza osservata di tre condizioni:
-Tumori : Esiti riproduttivi/Malformazioni, in particolare basso peso alla nascita e difetti congeniti come difetti del tubo neurale o difetti cardiovascolari;
-Malattie respiratorie, soprattutto asma.
Per quanto riguarda i tumori: gli studi finora condotti non sono sufficienti a stabilire una relazione tra residenza nei pressi di una discarica e aumento del rischio di sviluppare tumori.
In merito agli esiti riproduttivi /malformazioni: le ricerche fin qui effettuate presentano limiti metodologici che non consentono di trarre giudizi conclusivi, anche se alcune ricerche hanno suggerito qualche effetto sulle popolazioni residenti soprattutto intorno a discariche abusive.
Per le malattie respiratorie: il numero di studi effettuati è troppo basso per poter generalizzare i risultati.
Attualmente in provincia di Latina viene monitorata solo l'area della discarica di Borgo Montello dove è stata rilevata una presenza elevata di  acido solfidrico che è un gas tossico ed asfissiante. I principali effetti sulla salute sono a carico dell'apparato respiratorio con irritazione della mucosa nasale e degli occhi, tosse, attacchi asmatici, dispnea, insufficienza respiratoria e morte.

sabato 4 dicembre 2021

ALLA REGIONE LAZIO ARRIVANO I SOLDI DEL PNRR MA BISOGNERA' SAPERLI SPENDERE BENE E SPENDERLI TUTTI

Il Servizio Sanitario Regionale del Lazio potrà fare un salto di qualità notevole se le somme che, su proposta del Ministro della Salute la Conferenza Stato Regioni e province autonome si appresta ad assegnare alla nostra regione.
Com'è noto la Missione 6 è articolata in due Component; per ciascuna voce viene indicata la somma che sarà assegnata alla nostra regione

COMPONENT 1

-M6C1 1.1 Case della Comunità e presa in carico della persona per un importo complessivo di euro 2.000.000.000 (Target EU finale Q2 2026 Almeno 1350 Case della Comunità); per la regione Lazio sono previsti € 158.494.802,81 con un target di 107 CdS da realizzare;

-M6C1 1.2.1 Casa come primo luogo di cura e Telemedicina – sub investimenti COT, Interconnessione Aziendale, Device, per un importo di euro 204.517.588 (Target EU finale Q2 2024 – almeno 600 COT); per la regione Lazio sono previsti per le Centrali Operative territoriali € 10.211.425,00 con un target di 59 COT da realizzare; e per la interconnessione aziendale (telemedicina ecc.) € 4.193.216,04, oltre ad € 5.706.255,11 per i device ecc.  

-M6C1 1.3 Rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture - Ospedali di Comunità per un importo di euro 1.000.000.000 (Target EU finale Q2 2026 –Almeno 400 Ospedali di Comunità); per la regione Lazio sono previsti  € 86.451.477,17 

 COMPONENT 2

-M6C2 1.1 Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero (digitalizzazione DEA I e II livello e grandi apparecchiature – nuovi progetti e FSC) per un importo complessivo di € 2.639.265.000,00 (Target EU finale Q4 2025 – 280 strutture digitalizzate; Target EU finale Q4 2024 – almeno 3100 grandi apparecchiature sanitarie operative - la cui ripartizione tra le Regioni e le Province Autonome avverrà al momento del perfezionamento degli Action Plan, tenuto conto della ricognizione in corso da parte della Direzione generale della Programmazione sanitaria del Ministero della salute); qui per la regione Lazio sono previsti per la digitalizzazione dei DEA € 125.364.151,55 e per le grandi apparecchiature € 102.804.206,33 

-M6C2 1.2 Verso un ospedale sicuro e sostenibile per un importo di euro 638.851.083,58 (Target EU finale Q2 2026 – Almeno 109 interventi antisismici completati - la cui ripartizione tra le Regioni e le Province Autonome avverrà al momento del perfezionamento degli Action Plan, tenuto conto della ricognizione in corso da parte della Direzione generale della Programmazione sanitaria del Ministero della salute); per la regione Lazio sono previsti € 55.229.619,86 a carico del PNRR e ulteriori € 125.354.641,89 a carico del Piano Complementare finanziato dallo Stato; 

- M6C2 1.3.2 Infrastruttura tecnologica del Ministero della Salute e analisi dei dati, modello predittivo per la vigilanza LEA - sub investimento - Rafforzamento della collezione, elaborazione e produzione di dati a livello locale per un importo di euro 30.300.000 (Target ITA Q2 2023 – Tutte le 21 Regioni adottano flussi su riabilitazione territoriale e servizi di assistenza primaria); (Target ITA Q2 2025 – Tutte le 21 Regioni adottano flussi su ospedali di comunità e consultori familiari); per la regione Lazio sono previsti € 2.619.479,76;

- M6C2 2.2 b) Sviluppo delle competenze tecniche-professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario – Corso di formazione in infezioni ospedaliere per un importo di euro 80.026.994 (Target ITA finale Q2 2026 – 293.386 dipendenti formati); Per la regione Lazio sono previsti € 4.502.272,50. con un target di 16.506 unità.

Si tratta complessivamente solo per il Lazio di € 680.931.120,02, ma l'importante è fare una pianificazione attenta delle spese e spenderli tutti entro il 2026 il che appare difficile dato che la Regione Lazio fino ad ora non ha brillato per usare i Fondi europei.