Da anni periodicamente si torna a parlare di abolizione dell'ora legale.
Si tratta di un provvedimento che era stato introdotto durante la prima guerra mondiale e poi di nuovo durante la seconda guerra mondiale.
Fu reintrodotta in Italia con la legge 503/1965 durante la famosa crisi energetica.
Al momento le leggi comunitarie obbligano tutti gli stati dell’Unione Europea a introdurre l’ora legale fra il 25 e il 31 marzo di ogni anno e a rimuoverla fra il 25 e il 31 ottobre, per armonizzarne l’utilizzo in tutta l’Unione.
Ora in Europa vogliono toglierla, ma non è proprio così in quanto, secondo quanto si apprende sembrerebbe che ogni stato possa decidere se tenersi l'ora solare tutto l'anno oppure se avere l'ora legale tutto l'anno, l'unica cosa che verrebbe eliminata sarebbe il cambio da un sistema all'altro nel corso dell'anno.
Per ragioni geografiche gli stati del Sud Europa, come l’Italia, ottengono benefici superiori agli altri dall’ora legale. Dato che si trovano a circa metà strada fra Polo Nord ed Equatore, la durata delle giornate non varia moltissimo fra estate e inverno. Lo spostamento in avanti di un’ora, quindi, rende sì le giornate più lunghe, ma non in modo tale da avere luce a tarda sera.
Nei paesi del Nord Europa, invece, le giornate estive sono di per sé molto dilatate, visto che si trovano più vicini al Polo Nord: l’ora legale accentua un fenomeno già presente (e porta risparmi energetici molto ridotti). A Helsinki, in Finlandia, il sole il 21 giugno sorge prima delle 4 e tramonta alle 22.50: in pratica scandisce una giornata da quasi 19 ore di luce, mentre se non ci fosse l’ora legale il sole tramonterebbe alle 21.50. Sempre il 21 giugno a Berlino il tramonto è alle 21.33, a Parigi alle 21.58. In questi paesi da diversi anni vanno avanti campagne che chiedono l’abolizione dell’ora legale.
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