domenica 8 marzo 2015

LA DIFESA DEL VERDE URBANO

Assistiamo da parte del legislatore ad una forte attenzione per aumentare i servizi per i cittadini, soprattutto nei parchi e nei giardini e nella gestione del verde pubblico in generale, che ha trovato di recente un forte impulso nella legge n.10/2013, in base alla quale è stato tra l’altro incentivato l’obbligo che impone di piantare un albero per ogni bambino nato, prevedendo che ogni Comune debba provvedere a censire e classificare gli alberi piantati, nell’ambito del rispettivo territorio, in aree urbane di proprietà pubblica e che ciascun Sindaco al termine del mandato renda noto il bilancio arboreo, indicando il rapporto fra il numero degli alberi piantati in aree urbane di proprietà pubblica rispettivamente al principio e al termine del mandato stesso, dando conto dello stato di consistenza e manutenzione delle aree verdi urbane di propria competenza. Presso il Ministero dell'Ambiente è stato costituito anche un apposito Comitato per la difesa del verde che pubblica periodicamente un rapporto sullo stato dell'arte. In questo periodo si assiste in tutta l’Italia ad un taglio degli alberi spesso indiscriminato e mirato ad uno sfruttamento massiccio del territorio come denunciato da Italia Nostra colpendo violentemente uno dei patrimoni più importanti del nostro Paese: il paesaggio, guarda caso tutelato proprio dalla Costituzione all’art. 9.  I criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio del verde pubblico sono stati fissati con il D.M. 13 dicembre 2013; secondo Tiziano Fratus (autore de “L’Italia è un bosco”) in un articolo pubblicato il 7 marzo 2015 su “La Repubblica”, «…si avvistano con una certa frequenza lavori affidati a ditte improvvisate che compromettono la biologia di intere alberate…», ne è prova il disastro avvenuto al Viale dei cipressi di Bolgheri, finito sulla prima pagina dei giornali a seguito degli eventi climatici di questi giorni.
Il Comune di Sabaudia, il cui centro urbano è compreso nel Parco Nazionale del Circeo, ha un ecosistema naturale, costituito dagli spazi verdi urbani e dagli spazi agro-naturali che la città ha incorporato nella propria frangia periurbana, è un capitale prezioso che la città costruita incorpora in sé stessa, le cui molteplici funzioni – ecologiche e sociali – generano importanti benefici per la qualità dell’ambiente urbano e per la vita dei cittadini. Una gestione sostenibile della città non può quindi prescindere dal considerare questo patrimonio naturale come oggetto di specifiche politiche di pianificazione e controllo. Non esiste un Piano del Verde Urbano, che consiste in un piano strategico per la realizzazione di una struttura verde articolata e composita che ha il fine di mitigare l’impatto ambientale dell’attività cittadina sul territorio, garantire un più razionale uso delle risorse ambientali, valorizzare il territorio agricolo, ottimizzare il ruolo sociale, estetico e ambientale degli spazi aperti intra e periurbane, ottimizzare lo sviluppo economico e sociale del territorio. Il Piano del Verde Urbano dovrebbe, inoltre, prevedere momenti di progettazione partecipata che coinvolgano la cittadinanza nelle scelte progettuali e gestionali delle aree verdi pubbliche, nelle forme e con le modalità più opportune. Manca anche un Regolamento per la gestione del verde che dovrebbe avere carattere prevalentemente prescrittivo con norme sulla progettazione, l‘attuazione, la manutenzione del verde pubblico e privato, descrivendo le modalità di realizzazione delle nuove opere pubbliche e private, le specie e le tipologie dispositive suggerite per le diverse funzioni ornamentali (strade, parchi, giardini pubblici, ecc.) e per i diversi soggetti fruitori. Nel regolamento dovrebbero essere previste anche disposizioni relative alle modalità di abbattimento, potatura, scavi e danneggiamenti, aree di cantiere, individuando anche sanzioni e norme finanziarie in caso di inadempienze.


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