lunedì 9 marzo 2015

LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SUL FENOMENO DELLE INTIMIDAZIONI NEI CONFRONTI DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI

Nel 2013 il Presidente Grasso nominava una Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali. Il 26 febbraio 2015 la Commissione ha approvato la relazione conclusiva che dopo aver analizzato le cause del problema ha formulato alcune considerazioni e proposte. In primo luogo sono stati evidenziati i settori a rischio, tra i quali sono state previste quelle relative all'urbanistica e alle demolizioni di opere abusive, le procedure di affidamento degli appalti pubblici, il commercio e la cessione di licenze, la gestione dei beni confiscati, il mondo del gioco e il ruolo dell'ente locale, le politiche del welfare ed infine le cave. Per quanto riguarda quest'ultimo settore a rischio concernente anche le attività estrattive secondo la commissione si tratta di un potente fattore di condizionamento degli amministratori locali: "Tale condizionamento si deve ricondurre, da un lato, al fatto che le cave, attraverso gli oneri di scavo, costituiscono una significativa entrata economica per gli enti locali e, dall’altro, al potere di "ricatto occupazionale" esercitato dai proprietari delle cave. Le soluzioni prospettabili devono comunque tenere conto di una evidente circostanza: la competenza esclusiva delle Regioni in materia di cave. Pertanto, la Commissione auspica un intervento dei legislatori regionali, eventualmente preceduto da linee guida statali di indirizzo, volto all'ammodernamento della disciplina normativa in materia- ritenuta obsoleta- e alla implementazione di strumenti, quali protocolli di intesa, per il controllo del settore e la prevenzione dei rischi di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata connesse all'utilizzo delle cave per lo smaltimento dei rifiuti". La commissione ha anche sottolineato l'inadeguatezza della tutela penale. Per quanto concerne le proposte, tenendo presente che solamente nel periodo in cui la Commissione ha svolto i propri lavori si sono verificati 1265 atti intimidatori nei confronti di amministratori locali, 254 decreti di scioglimenti di consigli comunali per infiltrazioni mafiose e che negli ultimi quaranta anni ci sono stati 132 omicidi, la Commissione ha sperimentato, "con le audizioni sul territorio, quanto possa essere significativa e produttiva di effetti la presenza anche fisica a fianco degli amministratori locali una maggiore presenza sui territori di rappresentanti delle istituzioni nazionali e del governo darebbe sicuramente forza a chi li rappresenta localmente ed aumenterebbe la loro propensione a collaborare. Così come sarebbe più produttivo utilizzare le forze dell’ordine per controlli periodici e casuali operazioni preventive di polizia soprattutto nei comuni più a rischio anziché intervenire con misure di tutela dopo le intimidazioni. Se, poi, il fenomeno delle intimidazioni è legato - come è emerso - anche alla crisi di fiducia tra i cittadini e la politica e al fatto che chi ha bisogno o crede di avere un diritto, soprattutto in contesti degradati e fragili, non crede nelle regole che l’amministrazione deve seguire ma è invece convinto che un amministratore può fare tutto, se è vero che la fragilità del contesto incide sulle istituzioni locali, minandone l’autorevolezza e la legittimazione, non c’è dubbio che bisogna lavorare per ristabilire le regole e ridare credibilità alle amministrazioni, anche al di là di chi pro tempore le rappresenta, e che questo percorso, che ha implicazioni culturali oltre che politiche, passa attraverso un maggiore coinvolgimento della comunità e dei singoli, a partire dal livello locale, con strumenti di partecipazione che radichino, accanto alla cultura dei diritti, la cultura dei doveri". La Relazione la trovate qui:
http://www.legautonomie.it/content/download/12308/63589/file/Relazione.pdf

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