Il costo dei Comuni per il 2015 inciderà per 360 milioni di euro in meno sul bilancio dello Stato.
L’impianto complessivo della manovra a carico dei comuni per il triennio 2015-2017 è rimasto
invariato rispetto al disegno di legge; il contributo richiesto poggia su tre assi: la revisione delle
modalità di calcolo degli obiettivi di Patto, la riduzione delle risorse trasferite e l’introduzione
per tutti gli enti delle nuove regole di contabilità che prevedono la costituzione di un fondo
crediti di dubbia esigibilità che di fatto riduce la capacità di impegno degli enti stessi.
Le modifiche apportate nella versione definitiva della legge si sostanziano, quindi, solo in una
diversa composizione degli effetti connessi a ciascuna misura, senza peraltro modificare i saldi
complessivi. Inoltre in questo anno gli enti locali dovranno affrontare il passaggio dai tagli lineari a quelli selettivi e dalla c.d. spesa storica al sistema dei costi standard. Da una prima stima degli obiettivi effettuata su un campione di comuni risulta un abbattimento
complessivo di circa il 64 per cento rispetto all’obiettivo calcolato dai medesimi enti sulla base della
normativa previgente, con un guadagno, in termini di minore onerosità dello sforzo richiesto,
ovviamente crescente in base alla popolazione (si va da una riduzione del 42 per cento nei comuni
più piccoli al 72 per cento nelle grandi città). Sotto il profilo territoriale invece il vantaggio si
ripartisce in misura piuttosto omogenea con l’eccezione di tre ambiti regionali in cui risulta più
evidente e significativa la riduzione del contributo richiesto: Campania, Puglia e Sicilia.
Leggete tutto sul sito della Corte dei Conti...
http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sezioni_riunite/sezioni_riunite_in_sede_di_controllo/2015/prospettive_finanza_pubblica_febbraio_2015.pdf
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