Mentre i cittadini fanno la fila negli uffici per capire quanto devono pagare per la TARES, l’IMU ecc. il 30 dicembre scorso il Consiglio comunale di Sabaudia con la deliberazione n. 40 ha riconosciuto una serie di debiti fuori bilancio per un ammontare di € 2.561.297,56 risalenti in gran parte agli anni pregressi.
Secondo il Ministero dell’ Interno (Circolare F.L. 21/1993): «il debito fuori bilancio è un’obbligazione verso terzi per il pagamento di una determinata somma di denaro che grava sull’ente, non essendo imputabile ai fini della responsabilità a comportamenti attivi od omissivi di amministratori e funzionari e che non può essere regolarizzata nell’esercizio in cui l’obbligazione stessa nasce, in quanto assunta in violazione delle norme gius-contabili che regolano i procedimenti di spesa degli enti locali».
Il legislatore con gli artt. 193 e 194 del Testo unico degli enti locali ha previsto che tutti i debiti fuori bilancio debbano essere sottoposti subito al Consiglio comunale per il loro riconoscimento e comunque entro il 30 settembre di ogni anno, previo parere obbligatorio del Collegio dei revisori. Nel corso della passata consiliatura, nonostante le vive sollecitazioni dell’opposizione non furono mai sottoposte formalmente al Consiglio proposte di deliberazioni per il riconoscimento di debiti fuori bilancio, dissimulando la reale situazione dei conti dell’ente come per dare l’impressione ai cittadini di avere un Comune con i conti in ordine.
La Corte dei Conti Sezione Controllo Enti nell’esaminare la situazione del Comune di Sabaudia, con deliberazione n. 61/2012 aveva avuto già modo di segnalare una serie di irregolarità: «il reiterato ricorso a prassi e comportamenti irregolari, suscettibili - nel contesto della gestione comunale…di incidere sulla stabilità e sulla solidità della situazione finanziaria ed economica dell’Ente, ponendone a rischio la tenuta nel prossimo futuro ove non tempestivamente modificati». Quelli che rappresentavano dei veri e propri debiti fuori bilancio derivanti da sentenze passate in giudicato furono inseriti (senza rispettare le procedure di legge) nella deliberazione per la salvaguardia degli equilibri di bilancio del 2011 approvata dalla maggioranza con atto n.54/2011. Su uno di detti debiti fu poi chiesta dalle minoranze la costituzione di una Commissione d’inchiesta (approvata con deliberazione n. 27/2012 all’unanimità dei presenti), che però non si è mai riunita in quanto subito dopo ci furono le dimissioni del Sindaco.
I debiti fuori bilancio costituiscono uno dei dieci parametri obiettivi fissati dal D.I. 18 febbraio 2013 per misurare l’eventuale situazione di deficitarietà strutturale di un comune.
Pur avendo notizia dell’esistenza di altri debiti originati da vertenze giudiziarie, da fatture relative alla gestione del servizio rifiuti ecc., nel corso della passata consiliatura il Sindaco (che dopo le dimissioni dell’assessore aveva avocato la delega del bilancio) non ha mai ritenuto di portarli in Consiglio, per cui naturalmente, nel frattempo sono seguitati a maturare interessi a favore dei creditori.
Il Comune di Sabaudia secondo la relazione del Collegio dei revisori relativa all’esercizio 2012 non rispettava già allora il parametro dei residui passivi e quello relativo ai procedimenti di esecuzione forzata.
Neanche il Commissario straordinario ha ritenuto di affrontare il problema dei debiti fuori bilancio. Il nuovo Collegio dei Revisori dei conti, insediatosi nel 2013, nella relazione al consuntivo dell’anno 2012 (30 aprile 2013) riferiva che dopo la chiusura dell’esercizio non erano stati riconosciuti debiti fuori bilancio e che solo a seguito di sollecitazioni del responsabile del servizio finanziario in data 22 aprile 2013 erano pervenute comunicazioni positive da parte dell’Avvocatura (€ 2.101.127,77, oltre ad € 1.117.286,74 per pignoramenti) e del Settore ambiente (per € 280.078,56).
Il 29 novembre 2013 il Consiglio comunale era stato convocato con all’ordine del giorno il riconoscimento di legittimità di debiti fuori bilancio ma il punto è stato ritirato in quanto benché la proposta dell’amministrazione prevedesse di spalmare il debito su tre esercizi, sembra che all’epoca non fosse stato ancora definito il necessario accordo con i creditori, come previsto dalla legge.
Poi il 27 dicembre l’argomento è stato sottoposto alla Commissione bilancio, sede in cui ci si sarebbe aspettato di ascoltare chiarimenti da parte della maggioranza e dei funzionari su tutte le perplessità espresse dalle minoranze su ciascuno dei debiti, ma ciò non è avvenuto.
Anche il Collegio dei revisori ha formulato alcune osservazioni.
Ma il 30 dicembre dopo un’animata discussione è stata messa in votazione la proposta di deliberazione che è stata approvata dalla maggioranza.
Al riguardo si rileva che ognuno dei responsabili dei settori nell’ambito delle cui competenze erano stati accertati i debiti fuori bilancio avrebbe dovuto predisporre tempestivamente la proposta di riconoscimento per il Consiglio, ma ciò non è avvenuto.
Inoltre le trattative con i creditori avrebbero dovuto essere svolte dai funzionari competenti e non dall’Assessore in base al principio della divisione dei compiti tra rappresentanti politici e funzionari, che attribuisce a questi ultimi i compiti gestionali.
Dalla lettura della delibera non sempre è chiaro l’ammontare degli interessi (distinti dal debito vero e proprio), con i motivi che ne hanno causato la formazione, né è stato spiegato perché mai non si sia provveduto tempestivamente anno per anno a sottoporli al Consiglio; non è giusto infatti addossare alla comunità il costo di interessi maturati per responsabilità altrui, che vanno individuate ai sensi di legge.
Per ogni sentenza passata in giudicato si sarebbe dovuto infine relazionare se l’amministrazione abbia sempre resistito in giudizio ovvero abbia fatto ricorso al Consiglio di Stato avverso le sentenze del TAR ed in caso contrario spiegare i motivi di detto comportamento.
Per quanto riguarda in particolare poste maggiori: come quella della vertenza dei Tumuleti il Sindaco ha dimenticato di riferire nel suo manifesto che il giudice di primo grado nel 2006 aveva dato ragione al Comune e che solo in secondo grado, mentre lui era Sindaco, è intervenuta una sentenza contraria alla nostra amministrazione, ma invece di portare subito questo debito fuori bilancio in Consiglio comunale per pagare le parcelle presentate dai legali delle parti avverse, si è atteso, facendo maturare il diritto agli interessi. Lo stesso comportamento è stato tenuto anche in molti altri casi.
In altre occasioni, come si può leggere sulla deliberazione n.40/2013 si è anche omesso di resistere in giudizio così i giudici hanno condannato il Comune.
Il Consiglio comunale ha il dovere di svolgere il suo ruolo di controllo (che non è solo delle minoranze), per cui ogni consigliere avrebbe dovuto essere messo in grado di disporre del complesso degli elementi necessari per poter svolgere serenamente la propria valutazione prima del voto.
Per legge tutti gli atti relativi ai debiti fuori bilancio dovranno essere inviati alla Corte dei Conti, ma se il Consiglio comunale non ha potuto svolgere compiutamente il proprio ruolo di controllo, la Magistratura contabile potrebbe essere costretta ad intervenire per supplire alle carenze della politica.