domenica 25 agosto 2013

Si approssima la scadenza del contratto della casa domotica. E' importante predisporre un nuovo bando di gara attento alle esigenze della nostra comunità

Si approssima la scadenza del contratto stipulato a suo tempo con la Cooperativa sociale “Centro per l’Autonomia” della durata di quindici anni per la locazione abitativa agevolata sperimentale della struttura comunemente conosciuta come “Casa Domotica” in via Cesare del Piano (ma la legge pone un limite massimo di nove anni).
Onde evitare di ricorrere ad una proroga, non consentita dalle norme vigenti, è indispensabile che il Comune provveda per tempo a predisporre un bando per una nuova assegnazione della gestione della struttura, che sia rispettoso delle esigenze della nostra comunità.
Come si ricorderà nel 1988 alcuni tetraplegici ospiti della casa di Cura Franceschini di Sabaudia fecero un sogno: una casa tutta automatizzata adatta a loro.
Dopo molte fatiche il Comune di Sabaudia nel 1990 assegnò un'area edificabile con diritto di superficie e la Regione finanziò la realizzazione di un edificio completamente automatizzato idoneo ad ospitarli: un Centro residenziale e di servizi – struttura sperimentale di dodici alloggi per disabili, denominata appunto: “Casa Domotica”.
La struttura, costata all’epoca quasi tre miliardi di lire e composta di dodici alloggi per disabili con annessi locali e spazi con destinazione d’uso articolata e differenziata, ivi compresi quattro alloggi per soggetti a residenza permanente, fu inaugurata il 9 maggio 2002.
Il collaudo reca la data del 16 dicembre 2003.
Allo scopo di affidare la gestione della struttura, il Comune stabilì di procedere con una gara.
A seguito dell’espletamento della gara, venne stipulato il contratto con la “Cooperativa sociale Centro per l’autonomia Michele Iacontino” a.r.l di Roma (unica partecipante), in data 16 dicembre 2004 fissando un canone annuo di € 10.000,00.
In questo modo rimasero esclusi proprio gli ideatori del progetto, i soggetti che avevano fondato la Cooperativa Diogene 2000, i tetraplegici lungodegenti della “Clara Franceschini”, creatori del progetto e in attesa da oltre 15 anni, fra abusi e disagi, ai quali avrebbero potuto benissimo essere assegnati prioritariamente i quattro alloggi per soggetti a residenza permanente.
Nel contratto di locazione invece fu previsto che l’assegnazione di detti alloggi avvenisse “…a cura dell’ente gestore…”
L’Atto istitutivo del Centro residenziale e di servizi prevedeva quanto segue:
a)               Alloggi a residenza definitiva: per molti anni la procedura per l’assegnazione non è stata neanche avviata;
b)               Alloggi a residenza temporanea: sono stati utilizzati solamente durante il periodo estivo per soggiorni climatici da parte di soggetti provenienti da Roma e dalle loro famiglie;
c)               Area per attività di riabilitazione, riattivazione, rieducazione e terapia occupazionale, avrebbe dovuto assistere anche la popolazione del Comune ma non risulta che ciò sia mai avvenuto;
d)               Area di attività ricreative, formative e d’inserimento professionale: anche in questo caso avrebbero dovuto essere attivati servizi anche per la popolazione del Comune, ma non risulta che ciò sia avvenuto.
Nel corso di questi anni dei soggetti tetraplegici ospiti della Casa di Cura Franceschini, che avevano partecipato al progetto, molti sono deceduti, altri sono andati in altre strutture o vivono in famiglia assistiti dai loro Comuni; nel 2009 ne rimanevano solo due.
Le cose sono rimaste ferme fino a quando, dopo un intervento della Commissione Vigilanza ed a seguito delle vive sollecitazioni del Gruppo consiliare del PD, finalmente nella primavera dell’anno 2012 veniva pubblicato il bando per l’affidamento dei quattro alloggi per i soggetti a residenza permanente.
Per una serie di motivi, dovuti alla necessità da parte dei disabili di poter disporre con certezza di una assistenza domiciliare da parte del Comune (all’epoca la spesa non era stata prevista nel bilancio comunale), di una adeguata assistenza infermieristica da parte della ASL, ma anche agli elevati canoni di locazione richiesti dalla Cooperativa che ha in gestione l’immobile, nessuno dei tre soggetti che avevano risposto al bando alla fine ha accettato.
Nel frattempo dei due soggetti ancora ospiti della Casa di Cura Franceschini uno è purtroppo deceduto e l’altro, rimasto solo, ha preferito avvicinarsi ai propri parenti in Campania.
Il bando quest’anno è stato ripetuto senza che sia pervenuta alcuna domanda.
Tenuto conto della peculiarità della struttura e della numerosità delle persone che potrebbero trarre beneficio da una struttura del genere è indispensabile pensare per tempo ad un nuovo bando che sia attento alle esigenze della nostra comunità e che possa dare ai disabili ed alle loro famiglie un effettivo sostegno in termini di assistenza socio-sanitaria e di riabilitazione.

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