È trascorso poco più di un decennio dalla
“devoluzione” della gestione del demanio marittimo ai Comuni da parte
dell’Amministrazione statale.
Il demanio marittimo è un argomento complesso:
sia perché il passaggio di competenze dall’Autorità statale verso i Comuni non
ha brillato per efficacia, sia perché la stratificazione normativa, ha generato
spesso problemi interpretativi, ma anche perché gli Enti locali sono stati
chiamati a gestire le concessioni proprio nel momento in cui è intervenuta l’Europa
con la famosa direttiva Bolkenstein che impone l’obbligo per i Comuni di
utilizzare procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione dei beni.
La situazione di Sabaudia è particolare in
quanto ci troviamo all’interno del Parco nazionale del Circeo ed un vasto
tratto del litorale litorale è stato riconosciuto come Sito di Interesse Comunitario (SIC IT6040018)
denominato “Dune del Circeo”, quindi con una protezione ulteriore.
L’Ente Parco in questi anni è intervenuto più
volte per richiamare l’attenzione del Comune, ma se ci guardiamo intorno
vediamo invece che l’antropizzazione del litorale è aumentata notevolmente,
anche a causa della incompleta applicazione del Protocollo di intesa tra Parco
e Comune, specialmente per l’omessa approvazione del nuovo PUA e del Piano di
gestione del SIC, per lo scarso monitoraggio e per l’autorizzazione di attività
sull’arenile situate non in corrispondenza con le passerelle (il che ha di
fatto invogliato il transito delle persone sulla duna).
E’ evidente che occorre un’azione più
incisiva che consenta di assicurare uno sviluppo realmente sostenibile,
evitando di avallare “sperimentazioni” che invece dovrebbero avere durata
limitata nel tempo ed essere oggetto di una valutazione successiva per
accertarne gli effetti e non uno strumento permanente per aggirare i vincoli.
In quest’ultimo periodo sono state
pubblicate due interessanti sentenze della giustizia amministrativa in materia
di Piano Utilizzo Arenili, in merito a vertenze che coinvolgevano due comuni
della provincia di Latina.
La prima è del Consiglio di Stato, Sez.
VI, n. 4103/2013:“…Secondo la
classificazione delle tipologie di utilizzazione delle aree demaniali marittime
contenuta nel regolamento regionale 15 luglio 2009 n.11 ( che a tal fine
distingue, all’art. 2, tra stabilimenti balneari, spiagge attrezzate e spiagge
libere attrezzate) l’area antistante il chiosco-bar …è una spiaggia libera
attrezzata…quel tratto di arenile è… assoggettato ad un regime di libera
fruibilità da parte del pubblico degli utenti, salva soltanto la possibilità…
di noleggiare le strutture balneari al pubblico …
La seconda sentenza è del TAR di Latina, Sez. I n.
652/2013, “...La Sezione ha avuto già
occasione di precisare che la subordinazione del rilascio di titoli concessori
all'adozione del piano di utilizzazione delle aree demaniali da parte della
delibera G.R. n. 1161 del 2001 non sia illegittima ma al contrario sia
giustificata dall'esigenza che l'attività di concreta gestione delle aree
demaniali abbia luogo nell'ambito di un contesto preventivamente definito e
programmato (si pensi ad es. al rilievo dell'equilibrio tra le aree concesse a
soggetti privati e gli arenili liberamente fruibili ex articolo 1, comma 254,
della legge 27 dicembre 2006, n. 296).
Sul problema dell’adeguamento dei canoni è intervenuta
anche la Corte dei Conti con la
Sentenza 30 marzo 2009, n. 486, riaffermando la necessità di una
gestione economica dei beni di cui all’art. 822 c.c., della quale monitorare
gli indici di redditività.
Desidero ricordare che per
quanto riguarda il Comune di Sabaudia la Direzione regionale competente, con
lettera n. 48330 del 17 marzo 2010, aveva già segnalato che il PUA era scaduto
da tempo, richiamando anche quanto stabilito dalla DGR 1161/2001, per cui non
sarebbe possibile più adottare altri provvedimenti.
Successivamente la Giunta regionale
ha approvato la deliberazione 543 in data 18 novembre 2011, con la quale è
stata approvata una proposta di semplificazione delle procedure per
l’approvazione dei Piani di Utilizzazione degli arenili comunali; nell’Allegato
“A” di detta deliberazione il nostro Comune è stato inserito tra quelli che necessitano
di revisione del PUA.
Il Commissario straordinario del
Comune (che peraltro su questo tema risulta che abbia sentito solamente i
rappresentanti dei balneari) in più occasioni ha dichiarato che era tutto
pronto per adottare il nuovo PUA ma anche questa estate è passata senza che sia
stato approvato.
A più riprese sono state
evidenziate esigenze e formulate proposte come quella di affrontare il tema di
una mobilità sostenibile di accesso all’area delle dune, di dividere il
litorale in tre o più aree in ciascuna delle quali tutelare la percentuale di
spiaggia libera e di parcheggi bianchi, di elaborare un prototipo e standard di
qualità dei chioschi, di numerare le passerelle per il 118, di segnalare i
luoghi attrezzati per la balneazione per i disabili, di destinare delle aree
per il deposito delle imbarcazioni per la pesca amatoriale, di destinare un’area idonea per una bau beach (non
sottraendola alla spiaggia libera), etc.
A fronte dell’inerzia del Comune nell’adozione del
piano utilizzo arenili potrebbero sussistere i presupposti perché la regione
Lazio attivi i poteri sostitutivi previsti dall’art. 19 comma 1 della L.R.
n.14/99.