mercoledì 30 gennaio 2013

Perchè siamo di sinistra


La coalizione che ha eletto Lucci nel 2009  ottenne il 61,34%  dei voti.
Molte persone sono state convinte a votare per Lucci & soci agitando lo spettro  che il Partito democratico avrebbe aumentato le tasse.
Dopo tre anni  di disamministrazione e di pesantissimi rilievi mossi dalla Corte dei Conti, il Prefetto, avendo accertato che sussistevano motivi di grave ed urgente necessità,  ha preso atto delle dimissioni del Sindaco, ed ha nominato un Commissario.
Il ritardo con cui si è giunti a questa decisione, è da ascrivere ai ripensamenti dello stesso Sindaco, il quale dopo aver presentato le proprie dimissioni a giugno, le aveva poi ritirate, costringendo l’amministrazione ad una lenta agonia, senza  approvare le aliquote delle tasse, imposte e tariffe e senza neanche  sottoporre il bilancio di previsione 2012 al Consiglio entro il termine di legge.
Il Commissario prefettizio è stato costretto ad alzare le aliquote a causa delle maggiori spese impegnate dalla Giunta Lucci, in molti casi inutili  e dalla inesigibilità di molti crediti impropriamente iscritti a bilancio negli anni passati.
Il risultato di questa gestione della  destra è che alcune aliquote sono state elevate al massimo consentito dalla legge e che nel 2013 ci troveremo a dover fronteggiare nuovi aumenti che saranno spalmati oltre che sull’IMU, anche sull’IRPEF, sulla TARES  etc., colpendo  anche le famiglie meno abbienti.
La legge afferma che chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica dovrebbe farlo con il buon senso del buon padre di famiglia, così non è stato.
Il Partito democratico è un partito progressista ed egualitarista.
Nel campo fiscale vogliamo  rivedere  completamente la materia  facendo in modo che  ci sia  maggiore equità,  riducendo il peso sulle famiglie meno abbienti, senza alzare ulterioriormente le tasse, ma andando a colpire l’evasione e l’elusione.
In considerazione di quanto pagano i cittadini, i servizi pubblici dovranno essere più efficienti e ci dovrà essere più trasparenza su come vengono spesi i soldi pubblici.
Per noi parlare di uguaglianza significa guardare la società con gli occhi degli “ultimi”. Di coloro che per vivere faticano il doppio: perché sono partiti da più indietro o da più lontano o perché sono diversamente abili.
Se poi guardiamo alle generazioni più giovani, il tema dell’uguaglianza si presenta prima di tutto come possibilità di scelta e parità delle condizioni di accesso alla formazione, al lavoro, a un’affermazione piena e libera della loro personalità. 

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