Si approssima la scadenza del contratto stipulato a
suo tempo con la Cooperativa sociale “Centro per l’Autonomia” della durata di
quindici anni per la locazione abitativa agevolata sperimentale della struttura
comunemente conosciuta come “Casa Domotica” in via Cesare del Piano (ma la legge pone un limite massimo di nove anni).
Onde evitare di ricorrere ad una proroga, non
consentita dalle norme vigenti, è indispensabile che il Comune provveda per tempo a
predisporre un bando per una nuova assegnazione della gestione della struttura,
che sia rispettoso delle esigenze della nostra comunità.
Come si ricorderà nel 1988 alcuni tetraplegici ospiti
della casa di Cura Franceschini di Sabaudia fecero un sogno: una casa tutta
automatizzata adatta a loro.
Dopo molte fatiche il Comune di Sabaudia nel 1990
assegnò un'area edificabile con diritto di superficie e la Regione finanziò la
realizzazione di un edificio completamente automatizzato idoneo ad ospitarli:
un Centro residenziale e di servizi – struttura sperimentale di dodici alloggi
per disabili, denominata appunto: “Casa Domotica”.
La struttura, costata all’epoca quasi tre miliardi di
lire e composta di dodici alloggi per disabili con annessi locali e spazi con
destinazione d’uso articolata e differenziata, ivi compresi quattro alloggi per
soggetti a residenza permanente, fu inaugurata il 9 maggio 2002.
Il collaudo reca la data del 16 dicembre 2003.
Allo scopo di affidare la gestione della struttura, il
Comune stabilì di procedere con una gara.
A seguito dell’espletamento della gara, venne
stipulato il contratto con la “Cooperativa sociale Centro per l’autonomia
Michele Iacontino” a.r.l di Roma (unica partecipante), in data 16 dicembre 2004
fissando un canone annuo di € 10.000,00.
In questo modo rimasero esclusi proprio gli ideatori
del progetto, i soggetti che avevano fondato la Cooperativa Diogene 2000, i tetraplegici
lungodegenti della “Clara Franceschini”, creatori del progetto e in attesa da
oltre 15 anni, fra abusi e disagi, ai quali avrebbero potuto benissimo essere
assegnati prioritariamente i quattro alloggi per soggetti a residenza
permanente.
Nel contratto di locazione invece fu previsto che
l’assegnazione di detti alloggi avvenisse “…a cura dell’ente gestore…”
L’Atto istitutivo del Centro residenziale e di servizi
prevedeva quanto segue:
a)
Alloggi a residenza
definitiva: per molti anni la procedura per l’assegnazione non è stata neanche avviata;
b)
Alloggi a
residenza temporanea: sono stati utilizzati solamente durante il periodo estivo
per soggiorni climatici da parte di soggetti provenienti da Roma e dalle loro
famiglie;
c)
Area per attività
di riabilitazione, riattivazione, rieducazione e terapia occupazionale, avrebbe
dovuto assistere anche la popolazione del Comune ma non risulta che ciò sia mai
avvenuto;
d)
Area di attività
ricreative, formative e d’inserimento professionale: anche in questo caso
avrebbero dovuto essere attivati servizi anche per la popolazione del Comune,
ma non risulta che ciò sia avvenuto.
Nel corso di questi anni dei soggetti tetraplegici
ospiti della Casa di Cura Franceschini, che avevano partecipato al progetto,
molti sono deceduti, altri sono andati in altre strutture o vivono in famiglia
assistiti dai loro Comuni; nel 2009 ne rimanevano solo due.
Le cose sono rimaste ferme fino a quando, dopo un
intervento della Commissione Vigilanza ed a seguito delle vive sollecitazioni
del Gruppo consiliare del PD, finalmente nella primavera dell’anno 2012 veniva pubblicato
il bando per l’affidamento dei quattro alloggi per i soggetti a residenza
permanente.
Per una serie di motivi, dovuti alla necessità da
parte dei disabili di poter disporre con certezza di una assistenza domiciliare
da parte del Comune (all’epoca la spesa non era stata prevista nel bilancio
comunale), di una adeguata assistenza infermieristica da parte della ASL, ma anche
agli elevati canoni di locazione richiesti dalla Cooperativa che ha in gestione
l’immobile, nessuno dei tre soggetti che avevano risposto al bando alla fine ha
accettato.
Nel frattempo dei due soggetti ancora ospiti della
Casa di Cura Franceschini uno è purtroppo deceduto e l’altro, rimasto solo, ha
preferito avvicinarsi ai propri parenti in Campania.
Il bando quest’anno è stato ripetuto senza che sia
pervenuta alcuna domanda.
Tenuto conto della peculiarità della struttura e della
numerosità delle persone che potrebbero trarre beneficio da una struttura del
genere è indispensabile pensare per tempo ad un nuovo bando che sia attento
alle esigenze della nostra comunità e che possa dare ai disabili ed alle loro
famiglie un effettivo sostegno in termini di assistenza socio-sanitaria e di
riabilitazione.