La pubblicazione della deliberazione n. 25 del 26 marzo 2014, con cui la Giunta ha proceduto al riaccertamento dei residui attivi e passivi, impone alcune riflessioni.
I residui attivi ammontano ad € 18.722.713,19, mentre quelli passivi sono pari ad € 18.169.538,13.
La percentuale di incidenza dei residui attivi complessivi rilevati al 31 dicembre 2013 sulle entrate di competenza (Titoli I°-VI°) è pari al 66,8%; pur se ridotta rispetto al passato è sempre molto elevata. Il fatto che anche altri comuni si trovino in situazioni analoghe non può costituire motivo di soddisfazione.
Il rapporto percentuale tra il totale dei residui passivi e quelli relativi ai soli Titoli I°, II° e III° è pari al 40,70%, anch’esso migliorato ma comunque prossimo alla soglia di guardia.
Ai sensi dell’art. 189 del Testo unico degli Enti locali costituiscono residui attivi le somme accertate e non riscosse entro il termine dell’esercizio. Sono mantenute tra i residui esclusivamente le entrate accertate per le quali esiste un titolo giuridico valido che garantisca l’ente creditore della correlativa entrata nonché le somme derivanti dalla stipula di contratti di apertura di credito.
I residui passivi a loro volta in base all’art. 190 del T.U.E.L. sono costituiti dalle somme impegnate e non pagate entro il termine dell’esercizio.
Prima di approvare il rendiconto dell’anno è necessario effettuare la ricognizione dei residui attivi e passivi, si tratta di una operazione complessa che deve essere effettuata nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia e dei principi contabili e che consiste nella revisione delle ragioni e della legittimità o meno del mantenimento in tutto o in parte delle posizioni creditorie o debitorie, per effetto della quale si possono verificare maggiori ovvero minori residui attivi; o minori residui passivi per sopravvenuta insussistenza o inesigibilità oppure per prescrizione.
Mantenere in bilancio residui troppo vetusti, addirittura inesistenti e che, quindi, non si tramuteranno mai in disponibilità finanziaria, ha comportato negli anni passati per il Comune di Sabaudia una dilatazione ingiustificata dell’avanzo di amministrazione che ha consentito nell’immediato il pareggio di bilancio e di disporre artificialmente di capacità di spesa, ma ha comportato inevitabilmente negli anni successivi gravissimi problemi finanziari, con rischio di dissesto.
La Corte dei Conti ha elaborato una serie di indicatori per misurare lo stato di salute di un ente sulla base dei dati relativi ai residui attivi e passivi, cui si deve far riferimento.
Il primo di tali indicatori è rappresentato dal rapporto percentuale tra tutti i residui attivi e le entrate totali del Comune: più è basso, più il bilancio è pulito e solido. Altri indicatori mirano ad accertare il grado di vetustà dei residui e la relativa criticità. Per il Comune di Sabaudia si tratta soprattutto di tasse (tra cui la TARSU) e sanzioni al Codice della strada.
I residui non riaccertati perché dichiarati inesigibili rappresentano una perdita per il bilancio e per la comunità, in quanto o erano crediti non certi (quindi iscritti in maniera avventata), oppure non si è fatto abbastanza (come da me richiesto a suo tempo) per riscuotere le somme dovute al Comune, il che potrebbe configurare delle responsabilità.
Il fatto che ci si pensi solo oggi, quando il totale dei crediti (somme) cancellati dal 2006 ad oggi ammonta a molti milioni di euro, è motivo di amare riflessioni.
A sua volta l’indice di incidenza dei residui passivi esprime il rapporto fra i residui sorti nell’esercizio ed il valore delle operazioni di competenza dell’esercizio medesimo.
Un elevato valore dei residui passivi complessivi proveniente dal Titolo I denota l’incapacità dell’ente ad onorare i propri impegni di pagamento, per cui i creditori del comune vengono pagati con grave ritardo e l’economia della città si trova in difficoltà.
Se infine mettiamo in rapporto il fenomeno dei debiti fuori bilancio con quello dei residui attivi e passivi abbiamo una immagine della situazione finanziaria della città non particolarmente esaltante.
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