Il Testo Unico degli Enti Locali fissa il termine per la predisposizione del bilancio di previsione prima dell’inizio dell’esercizio finanziario, il fatto che il Governo autorizzi delle deroghe non risolve i problemi che conseguono ad una ritardata approvazione del più importante documento di programmazione contabile.
Il Regolamento di contabilità esistente risale al 1996 ed è completamente sorpassato; nonostante i solleciti e gli obblighi di legge neanche il Commissario straordinario ha provveduto al suo aggiornamento.
Il Comune ha soppresso il posto di Dirigente del Settore economico finanziario.
Dal confronto dei dati relativi agli anni precedenti si rileva un continuo aumento della spesa (dal 2009 è il 66% in più).
In tutta la Relazione di accompagno al bilancio non si parla in nessuna parte di «Spending review» e degli interventi che si vuole (ma siamo già a luglio) mettere in essere per il contenimento della spesa, mentre si vede che per alcune funzioni, come la 01 (F. generale di amministrazione e controllo), già in precedenza molto elevata rispetto alla media, si prevedono aumenti considerevoli con un risultato notevolmente distante dalla media nazionale.
Nel piano per la razionalizzazione delle spese per corrispondenza, telefonia, ecc. (del. 84/2014) come per gli anni passati si leggono buoni propositi, ma non è stata mai pubblicata una relazione con il resoconto dei risultati raggiunti.
Per quanto riguarda gli interventi è invece da segnalare l’ulteriore aumento della spesa per i servizi esternalizzati (oltre il 73% rispetto al 2009), senza che venga fatto nulla per garantirne la qualità (se si eccettua il trasporto urbano) in ossequio al comma 461 dell’art. 2 della L. 244/2007, che prevede Carte per la qualità e monitoraggio con la partecipazione dei cittadini a spese dei gestori.
Anche la trasparenza della spesa lascia ancora molto a desiderare in quanto pur essendo stata resa obbligatoria la pubblicazione delle determinazioni all’albo pretorio online, queste sono carenti in quanto spesso sono dimenticati i nominativi dei destinatari.
L’Albo dei beneficiari contiene solamente i dati relativi ai provvedimenti adottati dal settore servizi sociali, mentre mancano quelli degli altri settori.
In alcuni casi l’imputazione di parte delle spese avviene in modo improprio su capitoli diversi da quelli previsti.
Dalla relazione non si accenna al rispetto dei limiti di spesa stabiliti nella normativa più recente per alcune categorie: spese di rappresentanza, auto blu, ecc.
Per quanto riguarda gli organismi gestionali come il Consorzio Industriale Roma Latina se ne prevede il mantenimento anche se il comma 186 dell’art.2 della L. 191/2009 (legge finanziaria 2010) ne ha previsto la soppressione; in ogni caso andrebbe valutata l’opportunità di mantenere il contributo annuo a questo Consorzio.
Per quanto riguarda le consulenze in base all’ art.3, comma 55, della legge 24 dicembre 2007, n.244 e conseguente Articolo 46, comma 2, del D.L. n.112 convertito nella Legge n.133/08 il Consiglio comunale deve approvare preventivamente il programma annuale, ma nella Relazione c’è solo un breve accenno, leggiamo infatti che se ne prevedono solo due: progetti urbanistici (€ 40.000,00) e Ambiente (€ 20.000).
Peraltro dall’esame delle determinazioni e dal Sito web (Amministrazione trasparente) si scopre che ce ne sono anche altri: Responsabile sicurezza, medico competente, Servizio legale, Direzione del Museo del mare e della Costa, Difesa in giudizio per i ricorsi avverso i verbali di contravvenzione al codice della strada, ecc., con costi complessivamente elevati.
La legge prevede che il costo delle consulenze debba essere ridotto rispetto al passato e che debbano essere seguite procedure trasparenti per il loro conferimento ai sensi dell’art. 1, comma 42 della legge n. 311/2004; in ogni caso serve il parere del Collegio dei Revisori.
Anche per quest’anno si prevede che il Comune non rispetti tre dei dieci parametri fissati per monitorare gli enti strutturalmente deficitari:
1) Volume dei residui attivi complessivi provenienti dal Titolo I superiore al 40% degli impegni della medesima spesa corrente (la Corte dei Conti aveva già avuto modo di occuparsi di questo aspetto)
2) Esistenza di procedimenti di esecuzione forzata superiore allo 0,5 per cento delle spese correnti. Il fatto che i fornitori non vengano pagati rappresenta un problema grave per la comunità.
3) Consistenza di debiti fuori bilancio riconosciuti superiore all’1% rispetto al valore di accertamento delle entrate correnti (ma risulterebbe che ce ne siano anche altri non ancora sottoposti al Consiglio comunale)