mercoledì 27 gennaio 2021

REGIONE LAZIO - MANCA TRASPARENZA SULLE NOMINE DEI NUOVI DIRETTORI GENERALI AZIENDE SANITARIE E DELLE AZIENDE OSPEDALIERE


Sono scaduti molti degli incarichi dei Direttori generali delle aziende sanitarie del Lazio e, almeno stando alle notizie della stampa ad alcuni di essi saranno conferiti incarichi presso altre aziende.
La legge prevede che al termine dell'incarico ogni direttore generale delle aziende sanitarie al fine di una eventuale conferma o nomina presso altre azienda od ente dovrebbe essere sottoposto ad una valutazione del suo operato in base al terzo comma del predetto art. 2 del d.lgs 171/2016 tenendo conto:
a) del raggiungimento di obiettivi di salute e di funzionamento dei servizi definiti nel quadro della programmazione regionale, con particolare riferimento all'efficienza, all'efficacia, alla sicurezza, all'ottimizzazione dei servizi sanitari e al rispetto degli obiettivi economico-finanziari e di bilancio concordati, avvalendosi anche dei dati e degli elementi forniti dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali;
b) della garanzia dei livelli essenziali di assistenza, anche attraverso la riduzione delle liste di attesa e la puntuale e corretta trasmissione dei flussi informativi ricompresi nel Nuovo Sistema Informativo Sanitario, dei risultati del programma nazionale valutazione esiti dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e dell'appropriatezza prescrittiva;
c) degli obblighi in materia di trasparenza, con particolare riferimento ai dati di bilancio sulle spese e ai costi del personale;
d) dell'assenza di grave disavanzo nel bilancio dell'azienda precedentemente gestita (art.3, comma 7 del d.lgs 502 del 1992) ;
e) degli ulteriori adempimenti previsti dalla legislazione vigente. 
In particolare, secondo il principio dell'accountability  sarebbe stato opportuno che ogni direttore generale avesse convocato la Conferenza dei annuale dei servizi prevista dal 4° comma dell'art. 14 del  d.lgs 502 del 1992 (in qualche caso mai convocata durante tutto il periodo del mandato e senza che la regione abbia adottato gli interventi sostitutivi).
Molti direttori generali pubblicano il Bilancio sociale (Direttiva del Dipartimento della funzione Pubblica del 2005) di fine mandato ed alcuni organizzano anche degli incontri (ora in videoconferenza) per spiegare come hanno speso i soldi e quali sono stati gli obiettivi raggiunti, ma anche in questo caso molti cittadini del Lazio non hanno potuto beneficiare di questa opportunità.
Purtroppo non è stato possibile accertare  se la regione Lazio abbia deciso di procedere all'affidamento di nuovi incarichi ad alcuni direttori generali tenendo conto delle valutazioni di cui sopra.

sabato 23 gennaio 2021

UNA DETERMINAZIONE FINITA SOTTO LA LENTE DELLA MAGISTRATURA PENALE

Molto scalpore ha destato l'indagine della Magistratura sulle nomine di alcuni direttori amministrativi delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere nella regione Lazio. 
Dato che per molti anni ho svolto questo incarico in vari tipi di aziende ed enti del SSR ho cercato di ricostruire i fatti.
L’art. 3 del d.lgs 171 del 2016 stabilisce che il direttore generale, nel rispetto dei principi di trasparenza di cui al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, come modificato dal decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97, e di cui all’articolo 1, comma 522, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, nomina il direttore amministrativo, il direttore sanitario e, ove previsto dalle leggi regionali, il direttore dei servizi socio sanitari, attingendo obbligatoriamente agli elenchi regionali di idonei, anche di altre regioni, appositamente costituiti, previo avviso pubblico e selezione per titoli e colloquio, effettuati da una commissione nominata dalla regione, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, e composta da esperti di qualificate istituzioni scientifiche indipendenti che non si trovino in situazioni di conflitto d’interessi, di comprovata professionalità e competenza nelle materie oggetto degli incarichi, di cui uno designato dalla regione. 
La commissione valuta i titoli formativi e professionali, scientifici e di carriera presentati dai candidati, secondo specifici criteri indicati nell’avviso pubblico, definiti, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con Accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, fermi restando i requisiti previsti per il direttore amministrativo e il direttore sanitario dall'articolo 3, comma 7, e dall'articolo 3-bis, comma 9, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni in base al quale «Il direttore amministrativo è un laureato in discipline giuridiche o economiche che non abbia compiuto il sessantacinquesimo anno di età e che abbia svolto per almeno cinque anni una qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa in enti o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione. Il direttore amministrativo dirige i servizi amministrativi della unità sanitaria locale». 
L'elenco regionale è aggiornato con cadenza biennale. 
L’incarico di direttore amministrativo, di direttore sanitario e ove previsto dalle leggi regionali, di direttore dei servizi socio sanitari, non può avere durata inferiore a tre anni e superiore a cinque anni. In caso di manifesta violazione di leggi o regolamenti o del principio di buon andamento e di imparzialità della amministrazione, il direttore generale, previa contestazione e nel rispetto del principio del contraddittorio, risolve il contratto, dichiarando la decadenza del direttore amministrativo e del direttore sanitario, e ove previsto dalle leggi regionali, di direttore dei servizi socio sanitari, con provvedimento motivato e provvede alla sua sostituzione con le procedure di cui al presente articolo. 
Con DGR 680 del 1° ottobre 2019 la Giunta regionale del Lazio, su proposta dell’assessore alla sanità e integrazione socio-sanitaria, ha stabilito la formazione dell’elenco di idonei alla nomina di direttore amministrativo delle aziende e degli enti del servizio sanitario regionale e l’individuazione dei seguenti criteri: 
a) Laurea in discipline giuridiche o economiche; 
b) Mancato compimento del sessantacinquesimo anno di età; 
c) Svolgimento di qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa, con diretta responsabilità delle risorse umane, finanziarie e strumentali, per un periodo di almeno cinque anni nell’ambito di enti o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione di cui all’art. 2 del d.p.r. 484/1997; 
d) Insussistenza delle condizioni di inconferibilità dell’incarico previste nei casi di condanna penale o procedimento penale dall’art. 3, comma 11, del d.lgs. 502/1992 e dall’art. 3 del d.lgs. 39/2013; 
e) Mancata collocazione in quiescenza ai sensi dell’art. 6 della l. 114/2014. 
A sua volta il direttore regionale salute e integrazione sociosanitaria, con determinazione G13279 in data 4 ottobre 2019 ha approvato l’avviso pubblico per la selezione dell'elenco di idonei da cui attingere per la nomina di Direttore Amministrativo delle Aziende e degli enti del Servizio Sanitario Regionale modificando la stesura della lettera c) come segue: «Svolgimento di qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa, con diretta responsabilità delle risorse umane, finanziarie e strumentali, per un periodo di almeno cinque anni nell’ambito di enti o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione».
E' saltata la frase "per un periodo di almeno cinque anni".
In questo modo si è consentito che a svolgere l’incarico di direttore amministrativo delle aziende sanitarie e degli enti del SSR potessero essere nominati dirigenti privi della necessaria esperienza (già cinque anni secondo me sono pochi per un incarico che richiede un'ampia conoscenza ed esperienza e che prevede anche la gestione di centinaia di milioni di euro e di migliaia di dipendenti). 
Una scelta molto grave anche in relazione al fatto che era necessario solo dare esecuzione ad una deliberazione della Giunta regionale (che è pienamente rispettosa del dettato legislativo), per cui appare difficile che si sia trattato di un errore.
All'avviso hanno quindi riposto dirigenti che non erano in possesso dei requisiti previsti del citato d.lgs 502/1992 i quali sono stati inseriti nell'elenco della regione Lazio; alcuni di questi sono stati poi nominati direttori amministrativi in alcune aziende di Roma e provincia.
Quando il consigliere regionale Aurigemma ha presentato una interrogazione gli è stato risposto che era tutto regolare (resoconto seduta del 6 novembre 2019) per cui  lo stesso sembra che abbia inviato una diffida sia al presidente della regione che all'assessore e ad alcuni dirigenti della regione invitandoli a ritirare il provvedimento; ma non è avvenuto nulla, di qui l'esposto all'autorità giudiziaria che ora ha disposto una proroga delle indagini.


L' AZIENDA USL LATINA HA APPROVATO IL PROGETTO ESECUTIVO DEI LAVORI PER LA CASA DELLA SALUTE DI SABAUDIA

L'Azienda USL Latina avrebbe dovuto aprire la casa della salute di Sabaudia entro il 31 dicembre 2020 in base a quanto previsto dal punto 17.9 del Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del Servizio Sanitario Regionale, approvato con il Decreto del Commissario ad acta della Regione Lazio n. 81 del 25 giugno 2020.
Dopo oltre dieci anni di sollecitazioni a Regione Lazio con le deliberazioni n 838 del 15 novembre 2019 e n. 946 in data 12 dicembre 2019 ha provveduto ad assegnare i fondi all’azienda sanitaria locale di Latina per l’attivazione di una Casa della Salute a Sabaudia per un importo complessivo di € 582.528,10. 
L’Azienda USL Latina con deliberazione n. 424 in data 27 marzo 2020 ha preso atto del finanziamento assegnato dalla Regione e ha indetto la gara per l’individuazione del professionista per la progettazione definitiva.
L’incarico è stato affidato con atto n. 633 in data 4 giugno 2020 per un importo complessivo di € 38.064,00.
Solo ieri è stata pubblicata la deliberazione n. 69 in data 22 gennaio 2021 con cui il direttore generale ha approvato il progetto esecutivo, redatto dall'ATP Capogruppo Mandatario ing. Roberto de gennaio della Tecnoteam Studio associato d'ingegneria/Arch. Francesca Carfagna.
Ora dovranno essere affidati i lavori per cui i tempi si prevedono lunghi, mentre la città ha estrema necessità di un potenziamento dell'assistenza territoriale.
Ancora un esempio di ritardo nell'esecuzione delle opere pubbliche, più volte oggetto dell'attenzione della corte dei conti e  che colpisce proprio il settore della sanità.
La somma assegnata dalla regione di € 582.528,10 sarà ripartita come segue:







 

venerdì 22 gennaio 2021

UN RICORDO DI ANITA GARIBALDI


Ho appreso solo oggi della perdita di Anita Garibaldi, nata a Lugano il 2 dicembre 1931 è deceduta a Londra il 30 settembre 2020 all'età di 89 anni.
Era l' unica figlia nata del matrimonio tra Ezio Garibaldi e da Hope McMichael di Filadelfia.
Ezio Garibaldi, pluridecorato al valore, era il figlio più giovane del Generale Ricciotti Garibaldi e nipote di Giuseppe Garibaldi. 
Nel 1948 aveva sposato Raymond Hibbert, un diplomatico inglese che all’epoca prestava servizio a Roma. 
Dal loro matrimonio sono nati cinque figli.
Ha insegnato per 35 anni in Inghilterra, ma anche all'Università della Sorbona di Parigi.
Ha dedicato tutta le vita alla promozione della consapevolezza e alla memoria del patrimonio culturale di Garibaldi, che le ha portato fama ed amore in tutto il mondo. 
Lavoratrice instancabile, sempre disponibile ha mantenuto viva la storia ed i valori del Risorgimento Italiano
E' stata responsabile della sezione Europea del Partito Socialista Italiano ed ha rappresentato l’Italia per diverse organizzazioni tra le quali la Lega per la difesa dei diritti Umani e la Fondazione Culturale Europea. 
È stata una forte sostenitrice dello sviluppo professionale delle donne e dei loro diritti.
Ho avuto occasione di conoscerla negli anni '70 e festeggiamo insieme il nostro compleanno a Roma.  
Frequentava a città di Sabaudia e mi ha onorato partecipando nel mese di agosto del 2014 alla presentazione del mio volume "Odonomastica sabaudiana. Il chi è delle strade di Sabaudia" con un appassionato intervento per ricordare Giuseppe Garibaldi cui è intitolata appunto una delle strade più importanti della città. 


La poesia che ha fatto sognare l'America


In occasione della cerimonia inaugurale della presidenza di Joe Biden la poetessa ventiduenne Amanda Gorman, National Youth Poet Laureate, ha declamato questa sua poesia intitolata "The hill we climb",   "La collina che saliamo":

Quando arriva il giorno, ci chiediamo dove possiamo trovare la luce in questa ombra senza fine?
La perdita che portiamo, un mare che dobbiamo guadare.
Abbiamo sfidato la pancia della bestia.
Abbiamo imparato che la quiete non è sempre pace,
e le norme e le nozioni di ciò che è "giusto" non sono sempre giustizia.
Eppure, l'alba è nostra prima che ce ne accorgessimo.
In qualche modo lo facciamo.
In qualche modo abbiamo resistito e assistito a una nazione che non è rotta,
ma semplicemente incompiuta.
Noi, i successori di un paese e un tempo in cui una ragazza nera magra discendente da schiavi e cresciuta da una madre single possiamo sognare di diventare presidente, solo per ritrovarsi  a recitare per uno.

E sì, siamo tutt'altro che raffinati, tutt'altro che incontaminati,
ma ciò non significa che ci stiamo sforzando di formare un'unione che sia perfetta.
Ci stiamo sforzando di forgiare la nostra unione con uno scopo.
Per comporre un paese impegnato in tutte le culture, colori, caratteri e condizioni dell'uomo.
E così alziamo lo sguardo non su ciò che ci sta tra noi, ma su ciò che ci sta davanti.
Chiudiamo il divario perché sappiamo, per mettere al primo posto il nostro futuro, dobbiamo prima mettere da parte le nostre differenze.
Mettiamo le braccia in modo da poter allungare le braccia l'una all'altra.
Non cerchiamo danni a nessuno e armonia per tutti.
Lasciamo che il globo, se non altro, dica che è vero:
che anche se ci addoloravamo, siamo cresciuti.
Anche se ci siamo fatti male, speravamo.
Anche se siamo stanchi, abbiamo provato.
Che saremo per sempre legati insieme, vittoriosi.
Non perché non conosceremo mai più la sconfitta, ma perché non semineremo mai più la divisione.

La Scrittura ci dice di immaginare che ognuno si siederà sotto la propria vite e il proprio fico e nessuno li spaventerà.
Se vogliamo essere all'altezza dei nostri tempi, la vittoria non sarà nella lama, ma in tutti i ponti che abbiamo creato.
Questa è la promessa di radura, la collina che scaliamo, se solo osiamo.
È perché essere americani è più di un orgoglio che ereditiamo.
È il passato in cui entriamo e il modo in cui lo ripariamo.
Abbiamo visto una forza che avrebbe distrutto la nostra nazione piuttosto che condividerla.
Distruggerebbe il nostro paese se significasse ritardare la democrazia.
Questo sforzo è quasi riuscito.
Ma mentre la democrazia può essere periodicamente ritardata,
non può mai essere sconfitta in modo permanente.
In questa verità, in questa fede, ci fidiamo,
perché mentre noi abbiamo gli occhi sul futuro, la storia ha i suoi occhi su di noi.
Questa è l'era della giusta redenzione.
Lo temevamo sin dall'inizio.
Non ci sentivamo preparati ad essere gli eredi di un'ora così terrificante,
ma al suo interno abbiamo trovato il potere di scrivere un nuovo capitolo, per offrire a noi stessi speranza e risate.
Così, mentre una volta ci siamo chiesti: "Come potremmo forse prevalere sulla catastrofe?" ora affermiamo: "Come potrebbe la catastrofe prevalere su di noi?"

Non torneremo indietro a ciò che era, ma ci sposteremo verso ciò che sarà:
un paese ferito ma integro, benevolo ma audace, feroce e libero.
Non saremo respinti o interrotti dall'intimidazione perché sappiamo che la nostra inerzia e inazione saranno l'eredità della prossima generazione.
I nostri errori diventano i loro fardelli.
Ma una cosa è certa:
se uniamo la misericordia con il potere e il potere con il diritto, allora l'amore diventa la nostra eredità e il cambiamento, il diritto di nascita dei nostri figli. 

Quindi lasciamoci alle spalle un paese migliore di quello che ci è stato lasciato.
Con ogni respiro dal mio petto martellato di bronzo, eleveremo questo mondo ferito in un mondo meraviglioso.
Risorgeremo dalle colline dorate dell'ovest.
Risorgeremo dal nord-est spazzato dal vento, dove i nostri antenati realizzarono per la prima volta la rivoluzione.
Sorgeremo dalle città circondate da laghi degli stati del Midwest.
Risorgeremo dal sud soleggiato.
Ricostruiremo, riconcilieremo e ci riprenderemo.
In ogni angolo conosciuto della nostra nazione, in ogni angolo chiamato nostro paese, la
nostra gente, diversa e bella, emergerà, malconcia e bella.
Quando arriva il giorno, usciamo dall'ombra, in fiamme e senza paura.
La nuova alba sboccia mentre la liberiamo.
Perché c'è sempre la luce,
se solo siamo abbastanza coraggiosi da vederla.
Se solo fossimo abbastanza coraggiosi da esserlo.

Traduzione da "The Guardian"

domenica 17 gennaio 2021

I CONTROLLI SULLE CASE DI RIPOSO


Con sempre maggiore frequenza leggiamo sulla stampa quotidiana di storie di vario genere accadute nelle case di riposo e di cui fanno le spese sempre gli anziani.
Si parla di sevizie, di abbandono, di scarso igiene, di assistenza inadeguata, di strutture fatiscenti, ecc.
Ma in taluni casi si legge anche di morti.
Si tratta in tutti i casi di cose che avrebbero dovuto essere rilevate in fase di autorizzazione o in sede di controlli periodici.
Ecco che l'anziano della strada si chiede chi ha dato l'autorizzazione e chi avrebbe dovuto fare i controlli. 
Ma andiamo per ordine, nella Regione Lazio esistono una legge del 12 dicembre 2003, n. 41 e un Regolamento del 18 gennaio 2005, n. 2 che stabiliscono quanto segue:
  1. AUTORIZZAZIONE: L’autorizzazione all’apertura ed al funzionamento delle strutture del presente regolamento è obbligatoria per le strutture pubbliche e private indipendentemente dalla natura dei fini perseguiti, anche in caso di modifiche della struttura. Il rilascio dell’autorizzazione è di competenza del comune nel cui territorio è ubicata la struttura che offre il servizio e, come tutti gli atti è firmata dal Sindaco. L’autorizzazione è rilasciata alle strutture che risultino in possesso dei requisiti stabiliti dalla legge
  2. VIGILANZA: La funzione di vigilanza sulle strutture e sui servizi del sistema integrato è esercitata dai comuni, singoli o associati competenti per territorio mediante almeno un’ispezione annuale senza preavviso, al fine di verificare i requisiti funzionali ed organizzativi degli stessi, il benessere degli utenti e l’attuazione dei piani personalizzati di assistenza. Le aziende sanitarie locali svolgono funzioni di vigilanza e controllo sulle strutture e sui servizi presenti nel loro territorio in materia di sicurezza, igiene e sanità, per la salvaguardia della salute e del benessere degli utenti, nonché del personale addetto. I comuni inviano annualmente alla Regione una relazione sull’attività di vigilanza effettuata.
  3. SANZIONI:  qualora siano riscontrante irregolarità, il comune diffida il soggetto autorizzato ai sensi della presente legge a provvedere, assegnando un termine per la regolarizzazione; decorso inutilmente tale termine, è disposta la sospensione dell’autorizzazione e la chiusura dell’attività fino a quando siano rimosse le cause che hanno determinato il provvedimento; il provvedimento perde efficacia a seguito dell’accertamento della rimozione delle cause che l’hanno determinato; nel caso di gravi o ripetute violazioni di legge o di gravi disfunzioni assistenziali il comune dispone la revoca dell’autorizzazione e la chiusura dell’attività;
Pertanto i Comuni  sono tenuti a vigilare e a trasmettere alla regione annualmente una relazione sull'attività di vigilanza svolta; sarebbe interessante leggere queste relazioni.
Ma anche le Aziende USL, tanto brave a fare la relazione sulla performance dovrebbero riferire sulle ispezioni fatte. debbo confessare che in tanti anni non ho mai letto nulla sulle visite fatte alle case di riposo. Tutti si attivano solo se succede qualcosa. 
Penso che sarebbe necessario prevenire questi episodi attivando un sistema di controlli costante.
Sembra invece che i Comuni  si attivino solo dopo che sono arrivati i Carabinieri NAS o quando ci verificano fatti così gravi da finire sui giornali.

mercoledì 13 gennaio 2021

LE UNITA' SPECIALI DI CONTINUITA' ASSISTENZIALE


Con l'art. 8 del Decreto Legge 9 marzo 2014 è stata prevista, al fine di consentire al medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta o al medico di continuità assistenziale di garantire l'attività assistenziale ordinaria, l'istituzione di Unità Speciali di Continuità Assistenziale.
Le Regioni e e le province autonome di Trento e Bolzano avrebbero dovuto istituire, entro dieci giorni dall'entrata in vigore del presente decreto, presso una sede di continuità assistenziale già esistente una unità speciale ogni 50.000 abitanti per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero. Ogni unità speciale deve essere costituita da un numero di medici pari a quelli già presenti nella sede di continuità assistenziale prescelta.
Si tratta di unità di personale medico e infermieristico reclutato su base volontaria dotato di idonea strumentazione e DPI con il compito di intervenire in situazioni di emergenza e in particolare presso strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali nelle quali si sia manifestato un focolaio di contagio. Viene previsto che siano costituite da 2 medici e 2 infermieri e che ogni team sia composto da un medico e un infermiere.
Dal testo dell’avviso pubblicato dalla regione Lazio il 10 aprile 2020 si legge che per le attività svolte nel team delle USCR è prevista la corresponsione di un compenso orario lordo di € 40.
L’organizzazione descritta per le Unità Speciali di Continuità Assistenziale del Lazio (denominate qui  USCAR) appare diversa da quanto previsto dal decreto legge e da come è stata attuata dalle altre regioni in quanto è previsto che siano attivate dall’Unità di crisi della regione su richiesta delle ASL; si presentano quindi come una sovrastruttura extra-ordinem organizzata e gestita dal Servizio regionale per l’epidemiologia, sorveglianza e controllo delle malattie (SERESMI) dell’INMI Spallanzani che è un Istituto di ricovero e Cura a Carattere Scientifico (confermato con DM 9/7/2019)e regolato dal D.lgs 288/2003 secondo cui «Ferme restando le funzioni di vigilanza e di controllo spettanti al Ministero della salute, alle Regioni competono le funzioni legislative e regolamentari connesse alle attività di assistenza e di ricerca svolte dagli Istituti di cui al comma 1, da esercitarsi nell'ambito dei principi fondamentali stabiliti dalla normativa vigente in materia di ricerca biomedica e tutela della salute».
Pertanto la scelta della regione appare in contrasto con la normativa degli IRCCS il cui ruolo prioritario è quello di perseguire finalità di ricerca, prevalentemente clinica e traslazionale, nel campo biomedico e in quello dell'organizzazione e gestione dei servizi sanitari, unitamente a prestazioni di ricovero e cura di alta specialità.
A tutto ciò si aggiunge che l’USCAR è una sovrastruttura sostanzialmente precaria che rischia di creare confusone e di danneggiare i servizi territoriali preesistenti.
Della materia è  dovuta occuparsi anche la Giustizia amministrativa (Consiglio di Stato, Sez. III, Sentenza n. 8166 del 2020).
Alla fine dell'anno 2020 ci si sarebbe attesi di leggere una relazione/rendiconto dell'attività svolta , ma così non è stato, per cui sarebbe interessante che fossero resi noti a livello provinciale i seguenti dati: 
1) Numero delle USCA attivate e relativo elenco per azienda e per distretto; 
2) Dotazione di personale alla data del 31 dicembre divisa per medici (specificare quanti: medici di base, medici di continuità assistenziale, medici che frequentano il corso di formazione specifica in medicina generale, laureati abilitati, ecc.) infermieri, OSS ed altro personale; 
3) Dotazione di automezzi (tipo e numero totale); 
4) Dotazione di attrezzatura diagnostica (tipologia e numero); 
5) Possesso o meno del ricettario regionale; 
6) Tipo di copertura assicurativa; 
7) Tipologia delle prestazioni erogate fino al 31 dicembre e numero per ciascun tipo di esse. 
8) Costi sostenuti 

martedì 12 gennaio 2021

LA REGIONE LAZIO HA RIPARTITO ULTERIORI SOMME PER I DISTRETTI SOCIO SANITARI




Con determinazione del 15 dicembre 2020 n. G15322 la responsabile della direzione regionale inclusione sociale ha provveduto , in attuazione della Deliberazione Giunta regionale del 24 novembre 2020, n 891 “Deliberazione del Consiglio regionale 24 gennaio 2019, n.1, Piano Sociale Regionale "Prendersi Cura, un Bene Comune",, alla finalizzazione delle risorse del Fondo nazionale politiche sociali (FNPS), Fondo per la Non Autosufficienza (FNA) e del Fondo Sociale Regionale per l'anno 2020 e 2021.e alla definizione delle risorse da assegnare a ciascun distretto per gli interventi relativi alla Misura 4.1 “Interventi a sostegno dell'affido familiare e di prevenzione degli allontanamenti” del Piano di Zona 2020. Impegno complessivo di € 3.500.000,00 sul capitolo H41106 es. finanziario  2020.
Per quanto riguarda l'Azienda USL Latina il totale per ogni distretto è il seguente:
DISTRETTO 1: APRILIA . € 118.231,64
DISTRETTO 2 : LATINA € 112.187,28
DISTRETTO 3 : PRIVERNO € 31.429,94
DISTRETTO 4: FONDI € 56.784,44
DISTRETTO 5: GAETA € 53.861,50
I distretti socio sanitari dovranno provvedere alla rendicontazione delle spese sostenute per gli interventi del Piano di Zona 2020 a sostegno dell'affido familiare e di prevenzione degli allontanamenti, nel limite di quanto assegnato in base al riparto.

sabato 9 gennaio 2021

LA CASA DELLA SALUTE DI SABAUDIA AVREBBE DOVUTO ESSERE APERTA ENTRO IL 31 DICEMBRE 2020


Entro il 31 dicembre 2020, in base a quanto previsto dal punto 17.9 del Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del Servizio Sanitario Regionale, approvato con il Decreto del Commissario ad acta della Regione Lazio n. 81 del 25 giugno 2020, l’Azienda USL Latina avrebbe dovuto aprire la Casa della Salute di Sabaudia nei locali dell’ex ospedale siti in via Conte Verde.
A seguito di un accesso ai locali ho dovuto prendere atto che l’attesa apertura ancora non c’è stata. 
La prima richiesta per la realizzazione di una Casa della Salute a Sabaudia fu da me inviata nel 2009. 
Il 23 settembre 2013 avevo consegnato al Comune di Sabaudia una petizione firmata da molte centinaia di cittadini per chiedere la realizzazione di una Casa della Salute. 
Il 7 ottobre 2014 con deliberazione n. 114 la Giunta comunale di Sabaudia chiedeva alla direzione generale dell’Azienda USL Latina e al presidente della Regione Lazio che il preesistente presidio sanitario di Sabaudia fosse rimodulato ed adattato per l’istituzione di una Casa della Salute. 
In data 15 gennaio 2019 il Comitato per la difesa del Punto di Primo Intervento di Sabaudia, di cui sono stato il promotore, ha presentato una proposta per sollecitare la realizzazione nella struttura dell’ex ospedale di Sabaudia di una Casa della Salute con un modulo aggiuntivo per il Punto di Primo Intervento. 
In data 29 luglio 2019 con delibera n. 31 il Consiglio comunale di Sabaudia ha fatto propria la proposta del predetto Comitato e chiesto alla Regione e alla ASL Latina la realizzazione di una Casa della Salute formulando anche una ipotesi di moduli aggiuntivi, tra cui quello del Punto di Primo Intervento. 
Finalmente la Regione Lazio con le deliberazioni n 838 del 15 novembre 2019 e n. 946 in data 12 dicembre 2019 ha provveduto ad assegnare i fondi all’azienda sanitaria locale di Latina per l’attivazione di una Casa della Salute a Sabaudia per un importo complessivo di € 582.528,10. 
Da quanto risulta l’Azienda USL Latina con deliberazione n. 424 in data 27 marzo 2020 ha preso atto del finanziamento assegnato dalla Regione e ha indetto la gara per l’individuazione del professionista per la progettazione definitiva. 
L’incarico è stato affidato con atto n. 633 in data 4 giugno 2020 per un importo complessivo di € 38.064,00. 
La Casa della Salute potrà rappresentare per Sabaudia l’avvio di un nuovo modello assistenziale-organizzativo di prossimità aperto h24 comprendente le cure primarie e la medicina territoriale orientate specialmente agli anziani e ai cronici garantendo la continuità ospedale-territorio e l’integrazione socio sanitaria. 
La mancata apertura della Casa della Salute, impedisce agli abitanti di Sabaudia di poter fruire del Livello di Assistenza distrettuale previsto dal DPCM 12 gennaio 2017 e li pone in grave disuguaglianza con gli abitanti della Capitale proprio in un momento in cui l’epidemia avrebbe richiesto un potenziamento di questo tipo di prestazioni.
Ho pertanto provveduto in data odierna a segnalare la cosa a: Comitato permanente per la verifica dell'erogazione dei Livelli essenziali di Assistenza, al Tavolo per la verifica degli adempimenti regionali del Ministero della salute, alla Commissione sanità della regione Lazio, all'Organismo indipendente di valutazione della Regione Lazio, alla Conferenza locale sociale e sanitaria dell'Azienda USL Latina e al Sindaco di Sabaudia.