Con una periodicità preoccupante anche quest'anno alcuni esponenti della politica pontina hanno sollevato ancora una volta la questione del presunto scarso finanziamento dell'azienda sanitaria locale Latina dovuto a loro dire ad una quota capitaria inadeguata.
Di recente è stato pubblicato il Decreto del Commissario ad acta della regione Lazio n. U00022 del 27 gennaio 2020 avente per oggetto “Ripartizione del Fondo Sanitario Regionale indistinto 2019”.
A seguito dell’intesa raggiunta in
Conferenza Stato-Regioni l’assegnazione alla Regione Lazio per l’esercizio 2019
è stata di € 10.592.794.252,49.
Nel DCA citato è scritto che prima di ripartire la somma assegnata al FSR del Lazio sono state
tolte le somme necessarie per finanziare alcune attività del S.S.R.:
-Finanziamento ARES 118 e ARPA;
-Remunerazione funzioni assistenziali in base al 2° comma art. 8-sexies D.lgs 502/1992;
-Finanziamento maggiori costi derivanti attività di didattica e di ricerca;
-Ripiano scostamento ex legge 208/2015.
Rispetto al passato c’è maggiore
trasparenza sui criteri seguiti e sulle modalità di pesatura della popolazione
ai sensi dell’art. 2, comma 2-sexies,
lettera d) del D.lgs 502/1992 sulla base di una quota capitaria corretta in
relazione alle caratteristiche della popolazione residente, coerenti con quelle
indicate dal comma 34 dell’art. 1 della legga 662/1996 che definisce i criteri
e gli indicatori che devono essere considerati.
Ecco che se queste persone vogliono fare qualcosa di utile dovrebbero verificare le somme che vengono sottratte dalla regione per le finalità sopraesposte per le gestioni centralizzate che riducono la quota del FSR che poi viene ripartita tra le ASL.
La provincia di Latina è la più giovane del Lazio e questo se da una parte è un dato positivo, dall'altro giustamente, in base alla legge nazionale, contribuisce ad attribuire alla azienda sanitaria locale un finanziamento leggermente inferiore alle altre dato che le patologie sono inferiori.
A ciò si aggiunge l'elevata mobilità passiva il cui costo ci viene sottratto.
La somma assegnata è comunque notevolmente superiore a quella assegnata solo pochi anni fa (nel 2000 la quota era stata pari ad € 418.539.000 mentre quella per il 2019 è stata di € 865.218.923,21), ma anche la spesa è in continua crescita nonostante gli obblighi fissati dalle norme sul piano di rientro.
Molto probabilmente sarebbe opportuno rivedere come viene spesa la quota del FSR sollecitando una spending review e verificando i controlli che dovrebbero essere fatti sulle strutture accreditate.
Per la prima volta con l'atto citato la regione ha voluto assegnare la quota di finanziamento sulla base dei Livelli essenziali di assistenza: ecco un modo per verificare se la spesa rispetta le percentuali.
Nell'anno 2018 infatti la spesa per la prevenzione risulterebbe che fosse solo del 3% invece del 5% indicato a livello nazionale.
Ma molto più gravi sono le questioni che penalizzano la nostra provincia:
- Rapporto posti letto specialistici/popolazione molto inferiore rispetto alla provincia di Roma;
- Rapporto personale dipendente per mille abitanti molto inferiore rispetto alle aziende della città di Roma;
- Rapporto apparecchiature di diagnostica/popolazione inferiore rispetto alla città di Roma;
- Eccesso di esternalizzazione dei servizi con costi molto elevati;
- Organizzazione migliorabile