domenica 6 maggio 2012

Intervento predisposto per la partecipazione alla trasmissione di RadioLiberaTutti


Premessa
Il turista che dall’alto della cima del monte Circeo guardi verso la pianura pontina vede per lo più case.
Un panorama ben diverso da quello che  si mostrava negli anni ’50.
Ci sono pesanti responsabilità della politica, che ha favorito la costruzione delle seconde case pensando illusoriamente di contribuire allo sviluppo di quest’area, ma di fatto solamente arricchendo alcuni speculatori e consumando il territorio con lottizzazioni che hanno ferito per sempre il litorale.
Di fatto centinaia di appartamenti sono invenduti solo a Sabaudia, ma si continua a costruire ben sapendo che gli immobili rimarranno invenduti, a chi giova tutto ciò ?
Questa stagione ha visto anche la costruzione di alcune strutture in cemento armato che in alcuni casi ancora oggi, deturpano in maniera significativa la provincia: parlo della c.d. isola dei Ciurli di Fondi ( oggi abbattuta ) e degli scheletri del Quarto caldo sul Monte Circeo, che invece sono ancora lì impavidi ( tra una sentenza e l’altra ) ad aspettare forse che arrivi qualcuno che li salverà.
Ma ci sono anche altri complessi realizzati in tempi più recenti che, benché sequestrati dalla Magistratura attendono il completamento dell’iter giudiziario per conoscere il loro destino ( parliamo di Formia, con 16 villini sequestrati di recente, di Sabaudia, con i 22 miniappartamenti sulla via Litoranea, con il Villaggio nel Parco, che prevedeva 285 alloggi, etc,) .
Un apprezzamento devo farlo alla Procura di Latina, alla Questura ed alle Forze dell’Ordine che in questi ultimi anni stanno sviluppando un lavoro enorme che ha già dato ottimi risultati.
Anche se si sono fatti passi avanti, ancora oggi ci sono alcune amministrazioni comunali vedono nel cemento l’unica possibile fonte di sviluppo e quindi favoriscono  di fatto questa forma di investimento.
Il problema della legalità è oggi ben presente in tutto il sud pontino, tanto che proprio a Sabaudia l’anno passato abbiamo organizzato il convegno “Le mafie nel Lazio” che ha avuto vasta risonanza.
Il Parco del Circeo
La popolazione residente ha avuto con il Parco un rapporto difficile, vissuto come una serie di vincoli, anziché concepirlo come una risorsa, cosa che avviene in tutti i Parchi e le aree  protette italiane.
Su questo tema a dicembre dell’anno passato abbiamo organizzato un Forum al quale hanno partecipato moltissimi studiosi e rappresentanti di associazioni ambientaliste.
Ma quasi nessuno ha raccolto le importanti ed interessanti indicazioni fornite dal Piano del Parco del Circeo, approvato in via definitiva proprio in questi giorni che, grazie alla illuminata impostazione  data dal Presidente, dal Consiglio Direttivo, da tutto lo staff ed anche all’ausilio dell’Università LUISS,  dopo aver fatto una analisi  SWAT ( strenghtness, weaks, opportunities, treats) ( elementi di forza, di debolezza, opportunità e minacce ),   ha ritenuto che il nostro territorio si caratterizzi per essere una destinazione naturalistica con elevata qualità paesaggistica e ambientale, ove si integra la fruizione del mare con una offerta  attrattiva per attività sportive, ricreative e culturali, anche grazie ad una positiva interazione tra servizi turistici ed agricoltura; pertanto queste devono essere le attività su cui si deve lavorare per far ripartire lo sviluppo nella nostra provincia.
Invece proprio l’Amministrazione Provinciale ha presentato ricorso al TAR contro la  proposta del Piano del Parco.
Il Comune di San Felice Circeo oltre a far ricorso anch’esso al TAR ha proposto di togliere dai confini del Parco una delle aree  più pregiate e più note: Lacona, in modo da eliminare tutti i vincoli di quella zona. 
Voglio ricordare a questo proposito gli otto attentati incendiari che l’anno passato hanno colpito non solo il  Quarto caldo, ma anche altre zone preziose, come quelle accanto al Lago Monaci e lo stesso cuore del Parco , accanto alla Direzione dell’Ente.
Queste ferite sono tanto più evidenti ora con l’avvento della primavera.
Parlando del Parco non possiamo dimenticare che tutte le aree regionali protette  del sud pontino, realizzate grazie alla LR 29/1997 sono oggi a rischio, infatti  la maggioranza che afferma di governare la regione Lazio ha dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno con quali criteri si pone nei confronti dell’ambiente con  la proposta di legge regionale del Consigliere Irmici,  n. 268/2011, con la quale si vuole di fatto smantellare il sistema delle aree protette voluto dalla Giunta Badaloni, per trasferirne la gestione ai comuni, mettendo a rischio tutto quanto è stato fatto in questi anni per difendere il territorio di tutto il Lazio ivi compreso quello dei Castelli.
Sabaudia
Il Piano Regolatore Generale di Sabaudia  è stato approvato dalla Regione Lazio con DGR  3279 del 2 agosto 1977;  quando esisteva una diversa sensibilità ai problemi dell’ambiente molto diversa da oggi.  
Per fortuna  già oltre venti anni fa alcune amministrazioni comunali hanno pensato di prevenire una eccessiva crescita della parte edificata, riducendo il limite di fabbricabilità in alcune zone ed  attenuando l’edificabilità a mano a mano che il centro urbano degrada verso le zone aventi particolare pregio ambientale, limitando impatti ambientali che possano deturpare il patrimonio paesaggistico di Sabaudia, soprattutto nelle aree contigue al Parco Nazionale del Circeo.
Purtroppo tale scelta è stata in parte vanificata dalle giunte di destra che in vario modo si sono succedute in questi anni e che, dopo aver varato nel 1998 una  variante che ha diminuito il taglio dei mini appartamenti, favorendo la speculazione edilizia, hanno favorito la costruzione delle seconde case senza curarsi in alcun modo di provvedere all’Edilizia Residenziale Pubblica destinata appunto ai residenti; questo proprio in una città  in cui molti giovani sono costretti a cercare casa altrove, a motivo dei costi elevati per l’acquisto o per l’affitto delle case. Nonostante vivi solleciti da parte delle minoranze non sono stati assegnati da molti anni i terreni all’ATER per la costruzione di  abitazioni.
Per fortuna in  questi ultimi anni la coscienza ambientalista e l’attenzione alle problematiche di tutela ha fatto passi rilevanti.
In questi ultimi  30 anni si sono modificate moltissime cose e la popolazione di Sabaudia è passata da  meno di 10.000 abitanti ad oltre 20.000.
Nel frattempo sono state approvate anche moltissime leggi nazionali e regionali per la tutela del territorio, come quella che pone il vincolo di inedificabilita’ sulle coste.
E’ stata commissionata ad un tecnico la predisposizione di un nuovo Piano Regolatore, per la cui redazione è stato chiesto ed ottenuto un finanziamento di €  54.600 ma non si ha notizia di quali indicazioni il committente ( cioè la Giunta ) abbia  impartito al progettista incaricato. 
Allo stesso professionista è stata commissionata anche la redazione del nuovo Piano Particolareggiato Esecutivo ( approvato con deliberazione consiliare n.119 del 21 aprile 1980), oramai scaduto da tempo ( in base a quanto previsto dall’art. 16 della legge 1150/42) e per il quale la Regione ha inviato a suo tempo numerosi solleciti…..
Attualmente le concessioni sono date sulla base di sentenze che ritengono che anche se è scaduto il PPE e quindi è decaduto  il vincolo all’esproprio, rimane fermo a tempo indeterminato l’obbligo di osservare nelle costruzioni di nuovi edifici e nella modificazione di quelli esistenti gli allineamenti e le prescrizioni di zona stabiliti dal piano stesso.
Una interpretazione questa che tutela gli interessi del privato ma che è estremamente pericolosa, se teniamo conto del fatto che dall’epoca della fondazione nessun intervento è stato fatto nella zona urbana per adeguare la rete fognaria ed altre opere di urbanizzazione primaria e complessivamente i servizi pubblici ad una popolazione raddoppiata.
Inoltre molti villini nel centro vengono abbattuti per costruire al loro posto edifici di quattro piani, anche se viene rispettata la cubatura consentita in quella zona, viene mutata completamente la tipologia degli edifici e stravolto il paesaggio della città.
Per questi motivi il Gruppo del PD ha scritto alla Regione Lazio ed alle altre autorità competenti per fare in modo che il nuovo PPE  sia redatto al più presto, tenendo presenti le osservazioni già da tempo presentate dalla regione, secondo cui dovrebbe essere accertato lo stato di attuazione del vecchio PPE in termini di volumi realizzati e acquisizione degli spazi pubblici e dovrebbe essere effettuato il conteggio degli standard urbanistici in relazione alla situazione reale.
Sono infatti  pervenute agli uffici comunali moltissime istanze di condono di abusi edilizi:
n. 2670  ex L. 47/85;
n. 1070  ex L. 724/94
n. 750    ex L. 326/83
Di queste sono ancora in fase di definizione n. 1800 pratiche.
Il fenomeno degli abusi edilizi, sconosciuto in tutti i paesi del nord Europa è per fortuna in progressiva diminuzione grazie all’impegno del personale comunale ( sia dell’Area tecnica che della Polizia Locale, sia del Corpo Forestale ); ciò è dimostrato dalle comunicazioni che ogni bimestre sono pubblicate sull’albo pretorio on-line ed inviate all’apposito Settore della Regione ( ex DPR 380/2001 ).
Peraltro benché siano state reperite le somme necessarie solo alcuni abusi sono stati demoliti.
Periodicamente veniamo attaccati da alcuni componenti della maggioranza per aver denunciato questa situazione, hanno cercato  anche di metterci contro il personale che con professionalità, attenzione e cortesia, quotidianamente  svolge il proprio compito, siamo arrivati al punto che negli uffici è stato  affisso un manifesto firmato dalla PDL contro di noi.
Voglio ribadire che il personale non ha colpe e che le responsabilità sono solo di questa classe politica che da venti anni amministra la nostra città.
Di recente è stata presentata dal nostro Gruppo una mozione che dovrebbe essere discussa nel prossimo Consiglio comunale per ridurre ulteriormente gli indici di edificabilità , ma già ci è stato anticipato da alcuni che sarà respinta.
Chi amministra le città che si trovano nel Parco e nelle aree protette, che, per convenzioni nazionali o addirittura internazionali sono un patrimonio dell’intera umanità, dovrebbe  essere all’altezza di questo compito e dovrebbe  dimostrare di esserne degno.
In questi ultimi anni la società di Sabaudia, come quella di tutti i comuni del sud pontino è profondamente cambiata ed è molto più attenta ai valori ambientali di quanto fossero  i cittadini degli anni ’80. 
Secondo la teoria sociale del diritto le leggi sono l’espressione della società del tempo in cui  vengono adottate, è ora che ogni comune si dia regole  che siano conformi alle esigenze della nuova società

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