La coalizione che ha eletto Lucci nel 2009 ottenne il 61,34% dei voti.
Molte persone sono state
convinte a votare per Lucci & soci agitando lo spettro che il Partito democratico avrebbe aumentato
le tasse.
Dopo tre anni di disamministrazione e di pesantissimi
rilievi mossi dalla Corte dei Conti, il Prefetto, avendo accertato che sussistevano
motivi di grave ed urgente necessità, ha
preso atto delle dimissioni del Sindaco, ed ha nominato un Commissario.
Il ritardo con cui si è
giunti a questa decisione, è da ascrivere ai ripensamenti dello stesso Sindaco,
il quale dopo aver presentato le proprie dimissioni a giugno, le aveva poi ritirate,
costringendo l’amministrazione ad una lenta agonia, senza approvare le aliquote delle tasse, imposte e
tariffe e senza neanche sottoporre il
bilancio di previsione 2012 al Consiglio entro il termine di legge.
Il Commissario prefettizio è
stato costretto ad alzare le aliquote a causa delle maggiori spese impegnate
dalla Giunta Lucci, in molti casi inutili e dalla inesigibilità di molti crediti
impropriamente iscritti a bilancio negli anni passati.
Il risultato di questa
gestione della destra è che alcune
aliquote sono state elevate al massimo consentito dalla legge e che nel 2013 ci
troveremo a dover fronteggiare nuovi aumenti che saranno spalmati oltre che
sull’IMU, anche sull’IRPEF, sulla TARES
etc., colpendo anche le famiglie
meno abbienti.
La legge afferma che chi è
chiamato ad amministrare la cosa pubblica dovrebbe farlo con il buon senso del
buon padre di famiglia, così non è stato.
Il Partito democratico è un
partito progressista ed egualitarista.
Nel campo fiscale vogliamo rivedere
completamente la materia facendo
in modo che ci sia maggiore equità, riducendo il peso sulle famiglie meno
abbienti, senza alzare ulterioriormente le tasse, ma andando a colpire
l’evasione e l’elusione.
In considerazione di quanto pagano i cittadini, i servizi pubblici
dovranno essere più efficienti e ci dovrà essere più trasparenza su come
vengono spesi i soldi pubblici.
Per noi parlare di
uguaglianza significa guardare la società con gli occhi degli “ultimi”. Di
coloro che per vivere faticano il doppio: perché sono partiti da più indietro o
da più lontano o perché sono diversamente abili.
Se poi guardiamo alle
generazioni più giovani, il tema dell’uguaglianza si presenta prima di tutto come
possibilità di scelta e parità delle condizioni di accesso alla formazione, al
lavoro, a un’affermazione piena e libera della loro personalità.