Questo è il testo integrale del comunicato stampa inviato ieri:
I sottoscritti Comitati sorti spontaneamente nei Comuni della
provincia di Latina in difesa dei Punti di Primo Intervento, tutti firmatari
dei ricorsi avverso i provvedimenti del Commissario ad acta della Regione Lazio
e della direzione generale dell’azienda sanitaria locale Latina con cui è stata
disposta la trasformazione dei PPI in Punti di Assistenza Territoriale PAT
incardinandoli nel Dipartimento di Assistenza Primaria, mentre attendono
fiduciosi la decisione del TAR, seguono con crescente preoccupazione
l’evolversi della situazione anche in relazione all’epidemia in atto.
La direzione dell’azienda sanitaria locale con due ordinanze:
la prima del 3 e la seconda dell’ 11 marzo ha deciso la chiusura di tutti i PAT
nelle ore notturne dal 5 marzo al 6 aprile p.v. provvedendo a trasferire parte
del personale medico ed infermieristico non presso altre Unità Operative
Complesse del Dipartimento di Assistenza Primaria sotto le quali sono stati
posti, ma presso i servizi di Pronto Soccorso di Latina, Terracina e Formia che
afferiscono ai rispettivi Dipartimenti di Emergenza Urgenza, confermando
proprio uno dei motivi di ricorso di questi Comitati i quali ritengono che le
funzioni di emergenza/urgenza svolte ancora oggi dai PAT siano omogenee con
quelle dei DEA e non già con quelle del Dipartimento di Assistenza Primaria.
Pur comprendendo le difficoltà del momento non possiamo non evidenziare
i problemi che ci vengono segnalati:
1) Difficoltà nella fornitura al personale in servizio nei
PAT dei Dispositivi di Protezione Individuale e carenza di divise di ricambio
nel caso di soccorso a pazienti con ferite aperte e sanguinanti il che li espone
a rischi molto gravi.
2) Ritardi nell’assunzione del personale: benché la Regione
Lazio abbia autorizzato, con le Determinazioni n. G18463 del 23/12/2019 e
G00335 del 16/01/2020, l’azienda ad assumere numerose unità di personale e, con
altri provvedimenti ad attingere dalla graduatoria del concorso per il
reclutamento di infermieri professionali svolto dall’Azienda Sant’Andrea di Roma
sembrerebbe che dette unità non abbiano ancora preso servizio costringendo il personale
che si sta prodigando in maniera encomiabile proprio a causa dell’epidemia a turni
defatiganti che potrebbero ridurre le loro difese.
3) Perdurante carenza di informazione dei cittadini che
seguitano a rivolgersi ai PAT nelle ore notturne o che, ritenendo di essere
state colpite dall’epidemia, invece di rivolgersi ai medici di famiglia (o alla
Guardia medica nei giorni festivi, nel pomeriggio dei giorni prefestivi e nelle
ore notturne), vanno al PAT più vicino.
Ci auguriamo
vivamente che al più presto l’emergenza abbia termine, che i PAT vengano
riaperti nelle ore notturne e che da questa vicenda, in un ambiente più sereno,
la Conferenza locale sociale e sanitaria, con la partecipazione dei cittadini e
dei Comitati, adotti tutte le iniziative di propria competenza per la
costruzione di una sanità pubblica diversa che, nel rispetto dei Livelli
Essenziali di Assistenza, assicuri ai cittadini:
a) più prevenzione;
b) l’adeguamento dei posti letto per acuti
della provincia di Latina (ora sceso al 2,26x1000) allo standard del 3x1000
previsto dal DM 70/2015 utilizzando le strutture pubbliche disponibili;
b) l’adeguamento del rapporto: unità di
personale per mille abitanti, oggi ridotto al 5,8x1000, all’8x1000;
c) l’eliminazione del sottodimensionamento
delle apparecchiature di diagnostica che costringe i pazienti a lunghe liste di
attesa.
Comitato per la difesa del Punto di Primo Intervento di Sabaudia
SOS Primo Intervento Sezze
Comitato No alla trasformazione del PPI di Priverno
Comitato difesa PPI Gaeta
Comitato di Latina a sostegno dei comitati per la difesa dei PPI
Comitato per la difesa del Punto di Primo Intervento di Sabaudia
SOS Primo Intervento Sezze
Comitato No alla trasformazione del PPI di Priverno
Comitato difesa PPI Gaeta
Comitato di Latina a sostegno dei comitati per la difesa dei PPI
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