Com'è noto lo stato d'emergenza causato dall'epidemia di COVID-19 in Italia è stato formalmente deliberato il 31 gennaio dal Consiglio dei Ministri ed avrà la durata di sei mesi.
Sin da subito è apparso come il Servizio Sanitario Regionale, provato dai tagli finanziari, dal sottodimensionamento del personale, dalla carenza di posti letto, dalla insufficienza delle apparecchiature e privo di una adeguata organizzazione non fosse in grado di fronteggiare in maniera appropriata il virus, nonostante il grande spirito di sacrificio dimostrato sin da subito dal personale.
Il 14 marzo i Comitati sorti in difesa dei Punti di Primo Intervento di Sabaudia, Sezze, di Priverno, di Gaeta e di Latina, tutti firmatari dei ricorsi avverso i provvedimenti del Commissario ad acta della Regione Lazio e della direzione generale dell’azienda sanitaria locale Latina con cui è stata disposta la trasformazione dei PPI in Punti di Assistenza Territoriale PAT hanno inviato un comunicato stampa con il quale, tra l'altro sollecitavano:
-l’adeguamento dei posti letto per acuti
della provincia di Latina (ora sceso al 2,26x1000) allo standard del 3x1000
previsto dal DM 70/2015 utilizzando le strutture pubbliche disponibili;
-l’adeguamento del rapporto: unità di
personale per mille abitanti, oggi ridotto al 5,8x1000, all’8x1000;
Desidero esprimere la mia soddisfazione per il fatto che la direzione generale dell'azienda ha già iniziato a mettere in campo alcune iniziative per incrementare la disponibilità di letti riattivando il reparto di malattie infettive presso l'ospedale Di Liegro di Gaeta con una dotazione di 12 posti letto.
Poiché la struttura è in ottime condizioni, sempre allo scopo di alleggerire il perso sull'ospedale di Formia si potrebbe anche pensare di attivare dei posti letto di DH ad esempio per l'oncologia per evitare i disagi ai pazienti e anche la one day surgery che peraltro è stata attiva fino a non molti anni fa anche dopo la chiusura dei ricoveri.
Ma non basta, dal 16 marzo scorso sono stati attivati 12 posti letto ospedalieri + 4 per i medici di medicina generale per pazienti a bassa intensità di cura nella struttura della Casa della Salute di Sezze, ospitata nella struttura dell'ex Ospedale “San Carlo.
Purtroppo l'epidemia colpisce molte persone, ma chi è affetto da altre patologie non guarisce e quindi occorre pensare a tutte le persone, spesso anziane che sono affette da altre patologie studiando percorsi e anche strutture separate proprio per garantire a questi soggetti cure adeguate facendo in modo che, essendo soggetti fragili e quindi più soggetti al contagio, possano venire a contatto con individui malati.
Non si può naturalmente ancora parlare di riapertura di queste strutture, tuttavia è importante che sia stato accolto il messaggio di ricreare dei presidi di prossimità, soprattutto per gli anziani e i cronici onde evitare il disagio dei trasferimenti in strutture in Comuni lontani, talora in altre province, con tutti i disagi che ciò comporta anche per i parenti.
Le strutture degli ospedali disattivati possono tornare tutte molto utili proprio ora per decongestionare gli ospedali di Latina e di Formia soprattutto per attivare dei day hospital per i cronici che rischiano di non riuscire ad accedere alle cure e ai controlli periodici e per fare gli interventi di day surgery.
A Cori esiste da circa venti anni un Ospedale di comunità che è stato per molto tempo osteggiato da alcuni e che invece ha un potenziale notevole e che deve solo ricevere una spinta maggiore per poter svolgere in maniera migliore il proprio compito onde dare una risposta alle aspettative legittime dei cittadini, come avviene da moltissimi anni in tutte le strutture analoghe e di cui finalmente, solo ora si è accorta la regione inserendoli nel nuovo Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del SSR approvato con il DCA U00018/2020 (Punto 17.3). In quella struttura, per la quale sono arrivati nuovi finanziamenti per la realizzazione della casa della salute, nell' attesa potranno essere curati in maniera appropriata molti pazienti no-Covid, eventualmente aumentando la disponibilità di posti letto contribuendo così ad elevare la qualità dell'assistenza in tutta la provincia e ad alleviare le sofferenze di molti cittadini.
Un problema a parte è rappresentato dall'ospedale di Priverno che è in stato di abbandono dopo il trasferimento anche dell'ex PPI presso la sede di Madonna delle Grazie. Ancora una volta propongo che venga trovata una intesa tra Comune, azienda sanitaria e regione per utilizzare la struttura, che è nel centro storico e quindi in una collocazione importante, per le cure intermedie di cui il territorio è molto carente e per attività socio sanitarie. E' appena il caso di ricordare che pochi mesi fa la Regione, dopo aver pagato per molti anni il canone di locazione previsto dal contratto sell and lease back stipulato con la SANIM, anche dopo la chiusura dei ricoveri, ha riacquistato l'immobile del vecchio "Regina Elena" per cui sarebbe ora che fosse presa una decisione su come utilizzarlo trattandosi di un bene comune.
Le strutture degli ospedali disattivati possono tornare tutte molto utili proprio ora per decongestionare gli ospedali di Latina e di Formia soprattutto per attivare dei day hospital per i cronici che rischiano di non riuscire ad accedere alle cure e ai controlli periodici e per fare gli interventi di day surgery.
A Cori esiste da circa venti anni un Ospedale di comunità che è stato per molto tempo osteggiato da alcuni e che invece ha un potenziale notevole e che deve solo ricevere una spinta maggiore per poter svolgere in maniera migliore il proprio compito onde dare una risposta alle aspettative legittime dei cittadini, come avviene da moltissimi anni in tutte le strutture analoghe e di cui finalmente, solo ora si è accorta la regione inserendoli nel nuovo Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del SSR approvato con il DCA U00018/2020 (Punto 17.3). In quella struttura, per la quale sono arrivati nuovi finanziamenti per la realizzazione della casa della salute, nell' attesa potranno essere curati in maniera appropriata molti pazienti no-Covid, eventualmente aumentando la disponibilità di posti letto contribuendo così ad elevare la qualità dell'assistenza in tutta la provincia e ad alleviare le sofferenze di molti cittadini.
Un problema a parte è rappresentato dall'ospedale di Priverno che è in stato di abbandono dopo il trasferimento anche dell'ex PPI presso la sede di Madonna delle Grazie. Ancora una volta propongo che venga trovata una intesa tra Comune, azienda sanitaria e regione per utilizzare la struttura, che è nel centro storico e quindi in una collocazione importante, per le cure intermedie di cui il territorio è molto carente e per attività socio sanitarie. E' appena il caso di ricordare che pochi mesi fa la Regione, dopo aver pagato per molti anni il canone di locazione previsto dal contratto sell and lease back stipulato con la SANIM, anche dopo la chiusura dei ricoveri, ha riacquistato l'immobile del vecchio "Regina Elena" per cui sarebbe ora che fosse presa una decisione su come utilizzarlo trattandosi di un bene comune.
Infine resta l'ex ospedale di Minturno già destinato ad essere trasformato in una Casa della Salute, una struttura che un tempo addirittura attraeva pazienti dalla Campania e che, a causa di una inadeguata manutenzione, versa in condizioni non certo ottimali. Anche qui si potrebbe trovare una soluzione, d'intesa anche con gli altri Comuni dell'hinterland per offrire cure intermedie e servizi socio sanitari dato che, in base ai dati della regione il Distretto di Gaeta e Formia è molto carente per questo tipo di servizi che rischiano di essere affidati ai privati.
Per quanto riguarda invece il reclutamento del personale la regione Lazio con l'Ordinanza n.6/2020 per affrontare l’emergenza COVID-19, oltre alle deroghe già concesse è stato autorizzato il reclutamento del personale previsto per l’attivazione di nuovi posti letto di Terapia Intensiva e il potenziamento delle Malattie Infettive, Pronto Soccorsi, Pneumologie e Radiologie. L’assegnazione e le modalità di reclutamento delle risorse, ivi comprese le forme alternative all’assunzione, saranno definite attraverso provvedimenti della Direzione Salute, in coerenza agli indirizzi programmatori sopra definiti. Potrà essere fatto ricorso all’istituto della mobilità d’urgenza/assegnazioni temporanee del personale sanitario tra ospedali di intervento e ospedali di supporto. Pertanto spetta all'azienda di provvedere tempestivamente.
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