Premessa
Il turista che dall’alto della
cima del monte Circeo guardi verso la pianura pontina vede per lo più case.
Un panorama ben diverso da quello che si mostrava negli anni ’50.
Ci sono pesanti responsabilità della
politica, che ha favorito la costruzione delle seconde case pensando
illusoriamente di contribuire allo sviluppo di quest’area, ma di fatto
solamente arricchendo alcuni speculatori e consumando il territorio con
lottizzazioni che hanno ferito per sempre il litorale.
Di fatto centinaia di
appartamenti sono invenduti solo a Sabaudia, ma si continua a costruire ben
sapendo che gli immobili rimarranno invenduti, a chi giova tutto ciò ?
Questa stagione ha visto anche la
costruzione di alcune strutture in cemento armato che in alcuni casi ancora
oggi, deturpano in maniera significativa la provincia: parlo della c.d. isola
dei Ciurli di Fondi ( oggi abbattuta ) e degli scheletri del Quarto caldo sul
Monte Circeo, che invece sono ancora lì impavidi ( tra una sentenza e l’altra )
ad aspettare forse che arrivi qualcuno che li salverà.
Ma ci sono anche altri complessi
realizzati in tempi più recenti che, benché sequestrati dalla Magistratura
attendono il completamento dell’iter giudiziario per conoscere il loro destino
( parliamo di Formia, con 16 villini sequestrati di recente, di Sabaudia, con i
22 miniappartamenti sulla via Litoranea, con il Villaggio nel Parco, che
prevedeva 285 alloggi, etc,) .
Un apprezzamento devo farlo alla
Procura di Latina, alla Questura ed alle Forze dell’Ordine che in questi ultimi
anni stanno sviluppando un lavoro enorme che ha già dato ottimi risultati.
Anche se si sono fatti passi
avanti, ancora oggi ci sono alcune amministrazioni comunali vedono nel cemento
l’unica possibile fonte di sviluppo e quindi favoriscono di fatto questa forma di investimento.
Il problema della legalità è oggi
ben presente in tutto il sud pontino, tanto che proprio a Sabaudia l’anno
passato abbiamo organizzato il convegno “Le
mafie nel Lazio” che ha avuto vasta risonanza.
Il Parco del Circeo
La popolazione residente ha avuto
con il Parco un rapporto difficile, vissuto come una serie di vincoli, anziché
concepirlo come una risorsa, cosa che avviene in tutti i Parchi e le aree protette italiane.
Su questo tema a dicembre
dell’anno passato abbiamo organizzato un Forum al quale hanno partecipato
moltissimi studiosi e rappresentanti di associazioni ambientaliste.
Ma quasi nessuno ha raccolto le
importanti ed interessanti indicazioni fornite dal Piano del Parco del Circeo, approvato
in via definitiva proprio in questi giorni che, grazie alla illuminata
impostazione data dal Presidente, dal
Consiglio Direttivo, da tutto lo staff ed anche all’ausilio dell’Università
LUISS, dopo aver fatto una analisi SWAT ( strenghtness, weaks, opportunities,
treats) ( elementi di forza, di debolezza, opportunità e minacce ), ha ritenuto che il nostro territorio si
caratterizzi per essere una destinazione naturalistica con elevata qualità
paesaggistica e ambientale, ove si integra la fruizione del mare con una
offerta attrattiva per attività
sportive, ricreative e culturali, anche grazie ad una positiva interazione tra
servizi turistici ed agricoltura; pertanto queste devono essere le attività su
cui si deve lavorare per far ripartire lo sviluppo nella nostra provincia.
Invece proprio l’Amministrazione
Provinciale ha presentato ricorso al TAR contro la proposta del Piano del Parco.
Il Comune di San Felice Circeo
oltre a far ricorso anch’esso al TAR ha proposto di togliere dai confini del
Parco una delle aree più pregiate e più note:
Lacona, in modo da eliminare tutti i vincoli di quella zona.
Voglio ricordare a questo
proposito gli otto attentati incendiari che l’anno passato hanno colpito non
solo il Quarto caldo, ma anche altre
zone preziose, come quelle accanto al Lago Monaci e lo stesso cuore del Parco ,
accanto alla Direzione dell’Ente.
Queste ferite sono tanto più
evidenti ora con l’avvento della primavera.
Parlando del Parco non possiamo
dimenticare che tutte le aree regionali protette del sud pontino, realizzate grazie alla LR 29/1997
sono oggi a rischio, infatti la
maggioranza che afferma di governare la regione Lazio ha
dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno con quali criteri si pone nei
confronti dell’ambiente con la proposta
di legge regionale del Consigliere Irmici,
n. 268/2011, con la quale si vuole di fatto smantellare il sistema delle
aree protette voluto dalla Giunta Badaloni, per trasferirne la gestione ai
comuni, mettendo a rischio tutto quanto è stato fatto in questi anni per
difendere il territorio di tutto il Lazio ivi compreso quello dei Castelli.
Sabaudia
Il Piano Regolatore Generale di
Sabaudia è stato approvato dalla Regione
Lazio con DGR 3279 del 2 agosto
1977; quando esisteva una diversa sensibilità
ai problemi dell’ambiente molto diversa da oggi.
Per fortuna già
oltre venti anni fa alcune amministrazioni comunali hanno pensato di prevenire
una eccessiva crescita della parte edificata, riducendo il limite di
fabbricabilità in alcune zone ed
attenuando l’edificabilità a mano a mano che il centro urbano degrada
verso le zone aventi particolare pregio ambientale, limitando impatti
ambientali che possano deturpare il patrimonio paesaggistico di Sabaudia, soprattutto
nelle aree contigue al Parco Nazionale del Circeo.
Purtroppo tale scelta è stata in parte vanificata dalle
giunte di destra che in vario modo si sono succedute in questi anni e che, dopo
aver varato nel 1998 una variante che ha
diminuito il taglio dei mini appartamenti, favorendo la speculazione edilizia,
hanno favorito la costruzione delle seconde case senza curarsi in alcun modo di
provvedere all’Edilizia Residenziale Pubblica destinata appunto ai residenti;
questo proprio in una città in cui molti
giovani sono costretti a cercare casa altrove, a motivo dei costi elevati per
l’acquisto o per l’affitto delle case. Nonostante vivi solleciti da parte delle
minoranze non sono stati assegnati da molti anni i terreni all’ATER per la
costruzione di abitazioni.
Per fortuna in questi ultimi anni la coscienza ambientalista
e l’attenzione alle problematiche di tutela ha fatto passi rilevanti.
In questi ultimi 30 anni si sono modificate moltissime cose e
la popolazione di Sabaudia è passata da
meno di 10.000 abitanti ad oltre 20.000.
Nel frattempo sono state
approvate anche moltissime leggi nazionali e regionali per la tutela del
territorio, come quella che pone il vincolo di inedificabilita’ sulle coste.
E’ stata commissionata ad un
tecnico la predisposizione di un nuovo Piano Regolatore, per la cui redazione è
stato chiesto ed ottenuto un finanziamento di €
54.600 ma non si ha notizia di quali indicazioni il committente ( cioè
la Giunta ) abbia impartito al
progettista incaricato.
Allo stesso professionista è
stata commissionata anche la redazione del nuovo Piano Particolareggiato
Esecutivo ( approvato con deliberazione consiliare n.119 del 21 aprile 1980),
oramai scaduto da tempo ( in base a quanto previsto dall’art. 16 della legge
1150/42) e per il quale la Regione ha inviato a suo tempo numerosi solleciti…..
Attualmente le concessioni sono
date sulla base di sentenze che ritengono che anche se è scaduto il PPE e
quindi è decaduto il vincolo
all’esproprio, rimane fermo a tempo indeterminato l’obbligo di osservare nelle
costruzioni di nuovi edifici e nella modificazione di quelli esistenti gli
allineamenti e le prescrizioni di zona stabiliti dal piano stesso.
Una interpretazione questa che
tutela gli interessi del privato ma che è estremamente pericolosa, se teniamo
conto del fatto che dall’epoca della fondazione nessun intervento è stato fatto
nella zona urbana per adeguare la rete fognaria ed altre opere di
urbanizzazione primaria e complessivamente i servizi pubblici ad una
popolazione raddoppiata.
Inoltre molti villini nel centro
vengono abbattuti per costruire al loro posto edifici di quattro piani, anche
se viene rispettata la cubatura consentita in quella zona, viene mutata
completamente la tipologia degli edifici e stravolto il paesaggio della città.
Per questi motivi il Gruppo del
PD ha scritto alla Regione Lazio ed alle altre autorità competenti per fare in
modo che il nuovo PPE sia redatto al più
presto, tenendo presenti le osservazioni già da tempo presentate dalla regione,
secondo cui dovrebbe essere accertato lo stato di attuazione del vecchio PPE in
termini di volumi realizzati e acquisizione degli spazi pubblici e dovrebbe
essere effettuato il conteggio degli standard urbanistici in relazione alla
situazione reale.
Sono infatti pervenute agli uffici comunali moltissime istanze
di condono di abusi edilizi:
n. 2670 ex L. 47/85;
n. 1070 ex L. 724/94
n. 750 ex L. 326/83
Di queste sono ancora in fase di
definizione n. 1800 pratiche.
Il fenomeno degli abusi edilizi,
sconosciuto in tutti i paesi del nord Europa è per fortuna in progressiva
diminuzione grazie all’impegno del personale comunale ( sia dell’Area tecnica
che della Polizia Locale, sia del Corpo Forestale ); ciò è dimostrato dalle
comunicazioni che ogni bimestre sono pubblicate sull’albo pretorio on-line ed
inviate all’apposito Settore della Regione ( ex DPR 380/2001 ).
Peraltro benché siano state
reperite le somme necessarie solo alcuni abusi sono stati demoliti.
Periodicamente veniamo attaccati da
alcuni componenti della maggioranza per aver denunciato questa situazione, hanno
cercato anche di metterci contro il
personale che con professionalità, attenzione e cortesia, quotidianamente svolge il proprio compito, siamo arrivati al
punto che negli uffici è stato affisso
un manifesto firmato dalla PDL contro di noi.
Voglio ribadire che il personale
non ha colpe e che le responsabilità sono solo di questa classe politica che da
venti anni amministra la nostra città.
Di recente è stata presentata dal
nostro Gruppo una mozione che dovrebbe essere discussa nel prossimo Consiglio
comunale per ridurre ulteriormente gli indici di edificabilità , ma già ci è
stato anticipato da alcuni che sarà respinta.
Chi amministra le città che si
trovano nel Parco e nelle aree protette, che, per convenzioni nazionali o
addirittura internazionali sono un patrimonio dell’intera umanità, dovrebbe essere all’altezza di questo compito e
dovrebbe dimostrare di esserne degno.
In questi ultimi anni la società
di Sabaudia, come quella di tutti i comuni del sud pontino è profondamente
cambiata ed è molto più attenta ai valori ambientali di quanto fossero i cittadini degli anni ’80.
Secondo la teoria sociale del
diritto le leggi sono l’espressione della società del tempo in cui vengono adottate, è ora che ogni comune si
dia regole che siano conformi alle
esigenze della nuova società