giovedì 1 gennaio 2015

La società civile deve partecipare allo sforzo per ripristinare la legalità ed eliminare marcio e corruzione

Finalmente il Governo ha accelerato l’adozione e l’attuazione di leggi in materia di legalità della Pubblica Amministrazione centrale e locale. Grazie al Presidente Cantone si procede speditamente, anche se le resistenze cominciano ad essere molte. Un tema che pur essendo molto sentito dai cittadini ancora non trova molta attenzione in tutti gli enti. Come ricordato più volte la corruzione percepita è molto elevata nel nostro paese. Lo stesso Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno è stato costretto ad affrontare il problema invitando a “bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società” la società civile, Stato e forze politiche senza eccezione alcuna. Solo riacquistando “intangibili valori morali” la politica potrà riguadagnare e vedere riconosciuta la sua funzione decisiva. Preoccupano però gli atteggiamenti di taluni politici che fanno fatica ad abbandonare le vecchie compagnie e un certo modo di fare politica. Non vorrei che questi si comportassero come il deputato della Camera Francese Viennet il quale nella seduta del 23 marzo 1833, intervenendo su uno scandalo di fondi segreti (nulla di nuovo sotto il sole) pronunciò la famosa frase: “La lègalité nous tue”(La legalità ci uccide" - ovvero - lo scrupolo di rispettare la legalità ci porta alla rovina), anche se poi lui sostenne di essere stato frainteso e che la frase pronunciata fosse la seguente “La légalité actuelle nous tue: le factions s’en moquent”. Del Viennet è un interessante articolo sulla difficile vita del deputato riportato nel volume di cui ho inserito l'immagine della copertina, La frase di Viennet fu ripresa il 29 gennaio 1849 da Odilon Barrot, Primo ministro francese, designato dal Presidente della Repubblica Luigi Bonaparte, che era stato eletto a suffragio universale con maggioranza schiacciante nel 1848. E il Barrot lo disse nel propugnare, innanzi all'Assemblea Nazionale Costituente, una serie di misure eccezionali contro gli estremismi "di destra e di sinistra", monarchici legittimisti da una parte, socialisti estremisti dall'altra. La frase di Barrot è riportata da Federico Engels nella sua prefazione alle Lotte di classe in Francia, di Marx,


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