lunedì 29 luglio 2019

IL GIUDIZIO DI PARIFICAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI - SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER IL LAZIO - IN DATA 23 LUGLIO 2019 SULLA REGIONE LAZIO

La Corte dei conti; sezione regionale di controllo per il Lazio in data 23 luglio 2019, presieduta dal Presidente della Sezione regionale Roberto Benedetti, ha pronunciato il giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Lazio per l’esercizio finanziario 2018. La requisitoria è stata svolta dal Procuratore regionale Andrea Lupi.
Dal testo pubblicato leggiamo che per quanto riguarda la gestione sanitaria della Regione Lazio in stato di commissariamento ed in piano di rientro dal disavanzo, è sottoposta ad una stretta vigilanza da parte dei Tavoli di monitoraggio, composti dai rappresentanti del MEF, del Ministero della salute, della Conferenza Stato-Regioni, del Dipartimento per gli affari regionali e dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, vigilanza volta alla verifica degli adempimenti regionali sia in relazione al contenimento dei costi che alla erogazione dei LEA, i cui risultati emergono puntualmente in maniera analitica dai verbali resi in occasione di ciascuna riunione e ai quali si fa rinvio. 
La Regione, attraverso le misure prese in attuazione del suddetto piano di rientro, è riuscita a contenere la tendenza espansiva dei costi del settore sanitario (pur se emerge un aumento degli stessi nell’anno 2018 rispetto agli anni precedenti) e ad avviare un’azione di risanamento strutturale che ha consentito di ridurre in maniera rilevante il debito del comparto sanitario che, dagli 8,08 miliardi di euro del 2012 è passato a 3,51 miliardi. 
A fronte di tale riduzione, risulta tuttavia ancora elevato il debito della Regione riferito alla sanità, che deve aggiungersi a quello proprio del comparto sanitario e che ammonta, al 31 dicembre 2018, a 9,52 miliardi, con una riduzione di circa 256 milioni rispetto all’anno 2016. 
Emerge anche la presenza di un consistente debito potenziale dovuto a un rilevante ammontare di contenzioso con i creditori delle aziende sanitarie che se pur fronteggiato, secondo quanto espresso dalla Regione, da un congruo fondo rischi, necessita di appropriati monitoraggi e controlli. 
Tale rilevante esposizione debitoria si ripercuote sui costi della gestione in termini di interessi passivi e oneri finanziari, pari nell’anno 2018 a 71,2 mln di euro solo per il comparto sanitario. La riduzione dell’indebitamento richiede mezzi finanziari disponibili, che a loro volta si avvantaggiano di politiche volte alla riduzione dei costi improduttivi o esuberanti. 
A tal proposito questa Corte ritiene essenziale, data la presenza di una molteplicità di centri decisionali di spesa in ambito sanitario, la esplicitazione, da parte degli Organi regionali a ciò deputati, dell’eventuale mancato raggiungimento dei risultati programmati, al fine di attuare le dovute correzioni, sia nei confronti delle singole aziende sanitarie che dei settori nei quali si concentra la gestione di rilevanti risorse, anche al fine di premiare realtà più efficienti rispetto ad altre, al di là di una logica semplicemente perequativa nella distribuzione dei finanziamenti destinati al SSR. 
La riduzione dei costi incongrui permetterebbe di liberare risorse che potrebbero essere allocate in altri settori, quali ad esempio gli investimenti. Questi ultimi, se ben programmati e realizzati, andrebbero a generare nuove opportunità in termini di offerta rivolta ai cittadini-assistiti. 
La Regione dichiara che il mandato commissariale ha assicurato il miglioramento dei LEA (livelli essenziali delle prestazioni), che risulta in netta crescita rispetto al passato, come accertato dagli Organi competenti.
RELAZIONE DECISIONE PARIFICA PER LA SANITA'

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