lunedì 15 luglio 2019

L'ISDE PER LA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI

I commi 2 e 3 dell'art. 178 del D.lgs 15272006 stabiliscono quanto segue:
2° comma : “I rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente”. 
3° comma : “La gestione dei rifiuti è effettuata conformemente ai principi di precauzione, di prevenzione, di proporzionalità, di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti … nel rispetto dei principi dell'ordinamento nazionale e comunitario, con particolare riferimento al principio comunitario “chi inquina paga”.
Sarebbe bene che i cittadini e chi governa le città, le province e le regioni tenesse sempre a mente queste norme.
L' International Society of Doctors for Environment (ISDE)  a questo proposito ha pubblicato, a cura di Agostino Di Ciaula, Patrizia Gentilini, Ferdinando Laghi, Vincenzo Migaleddu,  un documento molto interessante. 
Per una gestione sostenibile dei rifiuti basterebbe semplicemente rispettare la normativa vigente e le direttive europee, favorire la tutela della salute umana e dell’ambiente mediante una completa esclusione dell’incenerimento (sotto qualunque forma) e un progressivo abbandono dei conferimenti in discarica. 
Secondo gli autori del documento questi obiettivi sono raggiungibili attraverso: 
1. la razionalizzazione dei consumi, evitando spinte consumistiche non basate sui fabbisogni reali (eliminazione degli sprechi); 
2. il rispetto e l’incentivazione della gerarchia dei rifiuti prevista dalla normativa Comunitaria e Statale; 
3. l’abrogazione di quanto previsto all’art.35 del Decreto “Sblocca Italia” dal momento che, qualora anche siano “riconvertiti in impianti per la produzione di energia”, gli inceneritori rimangono insediamenti altamente nocivi, che vanificano gli sforzi volti alla prevenzione e riduzione dei rifiuti ed al recupero della materia nel rispetto delle priorità previste dalla normativa comunitaria; 
4. l’eliminazione di qualunque forma di incentivazione economica ad impianti che utilizzino processi di combustione dei rifiuti e, viceversa, l’incentivazione di tutte le iniziative volte a promuovere le prime azioni della gerarchia indicata dalla normativa comunitaria nella gestione dei rifiuti, quali: a. iniziative per la riduzione della produzione dei rifiuti (es. disincentivazione tariffaria e commerciale dei prodotti “usa e getta” e dell’uso di imballaggi, vendita “alla spina”, centri per la riparazione e il riuso, compostaggio domestico, selezione di tecniche produttive di assemblaggio e di materiali finalizzati al recupero a fine uso etc.); b. utilizzo e incentivazione di tecniche di separazione e differenziazione alla fonte dei materiali, anche attraverso campagne informative ed educative; c. agevolazioni fiscali e incentivi di avvio all’impresa per forme imprenditoriali finalizzate al recupero di materia; 
5. l’applicazione di adeguati sistemi di raccolta in ambito urbano, che prevedano la preferenza della raccolta domiciliare (“porta a porta”) sull’intero territorio cittadino e l’abbandono dei sistemi di raccolta stradale (i “cassonetti”). La raccolta domiciliare ha infatti ampiamente dimostrato la sua efficacia nel raggiungimento (in molti casi 26 superamento), anche in tempi rapidi, delle percentuali di raccolta differenziata richieste dalla normativa nazionale vigente (65%) anche nelle grandi città; 
6. un’efficace separazione a monte della frazione organica, che va destinata principalmente al compostaggio (domestico e industriale); 
7. la realizzazione di adeguata impiantistica alternativa a discariche e inceneritori, finalizzata a preferire il recupero di materia rispetto a quello di energia (impianti di compostaggio aerobico tradizionale, impianti di separazione “a freddo”, impianti di estrusione a freddo del secco indifferenziato.); 
8. la totale reimmissione nei cicli produttivi dei materiali recuperati; 
9. la messa in atto di incentivi fiscali per utenze domestiche e non domestiche, finalizzati alla riduzione della produzione di rifiuti e al miglioramento della raccolta differenziata, come, ad esempio, la tariffazione puntuale (si paga in maniera proporzionale alla quantità di rifiuti indifferenziati conferiti) e agevolazioni fiscali per il compostaggio domestico; 
10.la promozione e il sostegno della ricerca e dello sviluppo tecnologico finalizzati alla prevenzione dei rifiuti (come definita dalla Direttiva 2008/98/CE), alla riprogettazione industriale di oggetti non recuperabili/riciclabili/compostabili e al miglioramento continuo della filiera post-raccolta, finalizzata al recupero di materia (separazione, riuso, riciclaggio, compostaggio).

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