La Regione lazio ha approvato la legge regionale n. 11/2019 con la quale vengono disciplinati e promossi i biodistretti intesi quali sistemi produttivi locali
individuati sulla base della pianificazione agricola definita dal PAR, ove approvato, e
comunque caratterizzati in particolare:
a) dalla presenza di sistemi di coltivazione, allevamento, trasformazione e
preparazione alimentare e industriale di prodotti con il metodo biologico;
b) dalla tutela delle produzioni e delle metodologie colturali, d’allevamento e di
trasformazione tipiche locali;
c) dall’elevata qualità ambientale del territorio che consenta di perseguire la tutela
delle qualità intrinseche dei prodotti biologici, anche al fine di evitare la
contaminazione accidentale da organismi geneticamente modificati (OGM), la
conservazione della biodiversità e la tutela del patrimonio naturalistico e
paesaggistico;
d) dalla sostenibilità ambientale attraverso l’impiego delle risorse energetiche
rinnovabili in forma funzionale e non alternativa né sostitutiva alla produzione
agricola, che favorisca in via prioritaria l’autoconsumo anche in forma associata;
e) da un’identità storica e territoriale omogenea derivante dall’integrazione tra le
attività agricole e le altre attività locali nonché dall’esistenza di produzioni
tradizionali o tipiche, al fine di raggiungere un pieno sviluppo delle potenzialità
economiche, sociali e culturali;
f) dalla presenza di zone paesaggisticamente rilevanti, inclusi i monumenti
naturali e le aree naturali protette nonché le aree ricadenti nella rete <> di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357
(Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della
fauna selvatiche) e successive modifiche;
Con questa legge la regione attraverso l’individuazione e il riconoscimento dei biodistretti, persegue, in particolare, l’obiettivo di:
a) valorizzare la conservazione delle risorse naturali e locali impiegando le stesse nei processi produttivi agricoli, al fine di salvaguardare l’ambiente e favorire lo sviluppo sostenibile del territorio;
b) valorizzare e sostenere la produzione, il confezionamento, la commercializzazione, la distribuzione e la promozione dei prodotti biologici;
c) favorire e semplificare l’applicazione delle norme di certificazione biologica e ambientale previste dal regolamento (CE) n. 2018/848/UE e dalla normativa statale;
d) favorire i rapporti commerciali tra i soggetti della filiera;
e) promuovere e sostenere l’agricoltura sociale finalizzata ad impiegare risorse umane nelle aziende agricole per promuovere azioni terapeutiche, di riabilitazione, di inclusione sociale e lavorativa, di educazione e di ricreazione;
f) promuovere la sovranità alimentare, la coesione e la partecipazione dei soggetti economici e sociali presenti in un ambito territoriale delimitato ed omogeneo;
g) promuovere e sostenere le azioni finalizzate alla valorizzazione e conservazione della biodiversità, agricola e naturale, del paesaggio e del patrimonio storico culturale;
h) applicare i concetti di eco-sostenibilità economica, ambientale ed energetica alla filiera, in un’ottica di uso razionale delle energie e delle fonti energetiche rinnovabili;
i) favorire la riduzione dell’impatto ambientale anche attraverso il miglioramento e recupero dei terreni marginali, l’incremento della fertilità di quelli esistenti, la riduzione delle emissioni di gas serra e della produzione pro capite dei rifiuti, la salvaguardia delle risorse idriche anche attraverso la tutela delle aree di escavazione dismesse non recuperate ed interessate da falde acquifere esposte o superficializzate, la limitazione di consumo di suolo ed il contrasto alle monoculture;
l) promuovere l’apicoltura come attività rilevante per il mantenimento della biodiversità;
m) garantire la sicurezza degli alimenti;
n) sostenere il posizionamento sui mercati nazionali ed internazionali delle imprese;
o) promuovere e sostenere le attività eco compatibili collegate all’agricoltura biologica, quali l’offerta di prodotti biologici nella ristorazione pubblica e collettiva, la vendita diretta, la filiera corta, la produzione di energie rinnovabili, l’attività agrituristica, il turismo rurale, l’eco-turismo, il turismo culturale e quello enogastronomico;
p) promuovere l’agroecologia e favorire la biodiversità tenendo conto della Dichiarazione del Forum internazionale di agroecologia di Nyéléni, Mali, del 27 febbraio 2015 e della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e di altre persone che lavorano in zone rurali
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