La gestione del patrimonio dei comuni è da tempo oggetto di attenzione da parte della corte dei Conti. Uno dei problemi più diffusi, oltre a quello della mancata o inadeguata riscossione del corrispettivo è rappresentato dalla sub-concessione dei beni da parte di associazioni (per le quali vengono deliberati canoni concessori ridotti) ad altri soggetti privati per fini di lucro.
Alcuni Comuni più attenti come quello di Torino prevedono questa fattispecie espressamente nello schema di contratto: "I locali oggetto del presente contratto sono da destinarsi esclusivamente a ….
La sub-concessione o il mutamento della destinazione d’uso dei locali producono, ipso iure, la
decadenza della concessione .
In caso di mancato adempimento degli obblighi di cui ai commi precedenti, la Città potrà esigere la
restituzione immediata del bene, impregiudicato il risarcimento degli eventuali danni conseguenti
all'inadempimento, previa declaratoria della decadenza della concessione *.
In tale caso i locali dovranno essere riconsegnati, liberi e sgombri da persone e cose, nello stato in cui
si trovano senza che la Città stessa sia tenuta a corrispondere alcun indennizzo o risarcimento di qualsiasi
titolo" . Sarebbe opportuno che tutti i Comuni utilizzassero questo schema allo scopo di evitare spiacevoli situazioni,
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