mercoledì 11 febbraio 2015

LE PARI OPPORTUNITA' = I COMUNI FANNO ABBASTANZA PER APPLICARLE ?

L’art. 3 della Costituzione stabilisce che «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». 
Il successivo art. 51 prevede in particolare: «Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini». 
Con il D.lgs Decreto Legislativo 11 aprile 2006, n. 198 è stato approvato il Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, che ha finalmente dettato norme precise in materia di pari opportunità tra uomo e donna nei rapporti etico-sociali, di contrasto alla violenza nelle relazioni familiari pari opportunità tra uomo e donna nei rapporti economici, pari opportunità nel lavoro e la promozione delle pari opportunità, con adozione di azioni positive consistenti in misure volte alla rimozione degli ostacoli che di fatto impediscono la realizzazione di pari opportunità, nell'ambito della competenza statale, sono dirette a favorire l’occupazione femminile, la tutela e il sostegno della maternità e dell’infanzia e realizzate l’uguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel lavoro. 
In particolare l’art.48 di detto decreto stabilisce che anche i Comuni debbono predisporre piani di azioni positive tendenti ad assicurare, nel loro ambito rispettivo, la rimozione degli ostacoli che, di fatto, impediscono la piena realizzazione di pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra uomini e donne. A tale scopo, in occasione tanto di assunzioni quanto di promozioni, a fronte di analoga qualificazione e preparazione professionale tra candidati di sesso diverso, l’eventuale scelta del candidato di sesso maschile deve essere accompagnata da un’esplicita ed adeguata motivazione.
L’Unione Europea ha adottato la Direttiva 54/2006 che è stata recepita con il D.lgs 25 gennaio 2010, n. 5, recante «Attuazione della direttiva 2006/54/CE relativa al principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego»
Grazie all'impegno di alcune deputate, tra le quali voglio ricordare Maria Teresa Amici, è stato di recente affrontato anche il problema dell’accesso alle cariche elettive che, oltre ad essere disciplinato dall’ art. 56 del già citato decreto è ora regolato dalla L. 23 novembre 2012, n. 215 che reca disposizioni volte a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei Consigli e nelle Giunte (ma anche negli organi collegiali non elettivi) degli enti locali, pertanto il principio deve essere rispettato anche nelle Commissioni consiliari e i quelle di concorso.
L’Unione Europea, tramite il Fondo Sociale Europeo (FSE) finanzia con propri bandi la realizzazione di interventi per l’accesso al lavoro delle donne e per la non discriminazione nelle P.A. anche mediante l’utilizzazione a livello sperimentale di strumenti innovativi, ai quali possono accedere anche i Comuni.
Ogni Sindaco si deve impegnare per applicare correttamente queste norme, ma anche i consiglieri comunali devono vigilare affinché queste norme vengano rispettate.

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