sabato 25 agosto 2018

BENE I LAVORI PER LA RIDEFINIZIONE DELL'AREA E LA NUOVA RECINZIONE. MA SE NON SARANNO REPERITI I FONDI PER IL RECUPERO DELL'AREA RISCHIA DI RIMANERE IN ABBANDONO. IL TERMINE PER PRESENTARE IL PROGETTO SCADE A DICEMBRE.

Nonostante il mese di agosto fervono i lavori all'ex calcetto "Le Querce" con molti mezzi, sembra chissà che cosa, ma in sostanza si tratta solo di una nuova recinzione.
Con determinazione n. 30 del 22 febbraio 2018 (REG:GEN. n. 338/2018) è stato conferito all'ing. Gino Soave l'incarico di provvedere alla elaborazione progettuale delle opere per la messa in sicurezza dell'area dell'ex calcetto "Le Querce" per un importo di € 3.445,15.
Con determinazione n. 48 in data 4 aprile 2018 (REG.GEN. sono stati approvati gli atti progettuali ed è stata indetta la gara per i lavori inerenti la ristrutturazione e la messa in sicurezza della recinzione dell'impianto sportivo di proprietà comunale che in precedenza ospitava l'ex calcetto "Le Querce, sito in via Arezzo per un importo di € 32.800,00.
Il costo complessivo della recinzione,  che comunque prevede un arretramento dell'area ed un allargamento della viabilità, ammonta ad € 36.245,15.
Com'è noto l'area è di fatto abbandonata da circa dieci anni durante i quali è stato distrutto tutto quello che c'era: dagli impianti sportivi (del pallone tensostatico è rimasta solo l'intelaiatura come si vede nella foto), all'immobile oramai ridotto alle sole mura. 
Pur apprezzando l'opera non posso non manifestare la viva preoccupazione per quando, finiti i lavori di messa in sicurezza l'area sarà di nuovo abbandonata e lasciata alla mercé di ladruncoli, o di malfattori.
Allo scopo di aiutare l’amministrazione a reperire le somme necessarie per ripristinare la funzionalità dell’impianto in data 30 luglio 2016 inviai all’allora Commissario straordinario una nota per segnalare l’opportunità offerta da dall’Istituto di Credito Sportivo ai Comuni per la concessione di mutui a tasso zero proprio per la ristrutturazione di questo tipo di strutture che, a mio avviso avrebbe potuto poi essere affidato in gestione alla Pro Loco, onde evitare nuovi problemi.
Non ho ricevuto risposta.
Circa un anno dopo (14 luglio 2017), essendosi insediata una nuova Giunta in Comune che nel proprio programma elettorale ha previsto il recupero dell’impianto ed avendo reperito una nuova opportunità per i Comuni sempre offerta dall’ICS mi sono premurato di segnalare la cosa al Comune.
Anche in questo caso non ho ricevuto alcuna risposta per cui con una lettera del 7 settembre, approssimandosi la data entro la quale il Comune avrebbe dovuto approvare il Programma triennale delle Opere Pubbliche, ho ritenuto doveroso segnalare sia alla dirigenza politica che ai responsabili amministrativi egli uffici l’opportunità di inserire l’impianto in questione tra i progetti.
In questo caso mi ha risposto il responsabile del Settore lavori Pubblici invitandomi a scrivere solamente agli organi politici, come se la manutenzione del patrimonio comunale non rientrasse anch’esso nelle di lui competenze.
Ora, sempre l'ICS ha pubblicato un nuovo bando e i progetti dovranno essere presentati entro il mese di dicembre 201 , ce la farà questa volta il Comune ad ottenere questo finanziamento, ripeto a tasso zero ?
Sorgono vive perplessità sull'orientamento effettivo dell'amministrazione in quanto nell'allegato alla deliberazione n. 18/2018 del Consiglio comunale, con cui è stato approvato il piano delle alienazioni e valorizzazioni per l'impianto in questione si parla della possibilità di utilizzare eventualmente il project financing cosa per me incomprensibile proprio per la possibilità di ottenere le somme necessarie senza oneri finanziari.
Personalmente dissento totalmente da tale ipotesi per i seguenti motivi:
1) Secondo l'Autorità Nazionale Anticorruzione (deliberazione n.1300 in data 14 dicembre 2016) gli “impianti sportivi”, rientrano nella previsione dell’ultimo capoverso dell’art. 826 c.c., ossia in quella relativa ai beni di proprietà dei comuni destinati ad un pubblico servizio e perciò assoggettati al regime dei beni patrimoniali indisponibili, i quali non possono essere sottratti alla loro destinazione, sussistendo un vincolo funzionale, coerente con la loro vocazione naturale ad essere impiegati in favore della collettività, per attività di interesse generale e non vi è dubbio che la conduzione degli impianti sportivi sottenda a tale tipologia di attività.
2) L’impianto dovrebbe essere gestito nel rispetto di quanto previsto dall’art. 90 della legge 289/2002 secondo cui "L'uso degli impianti sportivi in esercizio da parte degli enti locali territoriali é aperto a tutti i cittadini e deve essere garantito, sulla base di criteri obiettivi, a tutte le società e associazioni sportive".  Il comma 25 della citata legge stabilisce che "Ai fini del conseguimento degli obiettivi di cui all'articolo 29 della presente legge, nei casi in cui l'ente pubblico territoriale non intenda gestire direttamente gli impianti sportivi, la gestione e' affidata in via preferenziale a società e associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione sportiva, discipline sportive associate e Federazioni sportive nazionali, sulla base di convenzioni che ne stabiliscono i criteri d'uso e previa determinazione di criteri generali e obiettivi per l'individuazione dei soggetti affidatari. Le regioni disciplinano, con propria legge, le modalità di affidamento".
Pertanto la privatizzazione dell'area avverrebbe in violazione della legge;
3) L'amministrazione in cambio della ristrutturazione affiderebbe in gestione l'area a privati per un periodo molto lungo di anni perdendone completamente la possibilità di fruizione e lasciando agli stessi la possibilità di stabilire le tariffe per l'esercizio dell'attività sportiva che proprio in quanto tale dovrebbe essere libera a tutti. 

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