La chiusura dei Punti di Primo Intervento sarebbe un provvedimento deleterio che aggraverebbe i disagi per i cittadini.
I Punti di Primo Intervento hanno di fatto colmato, in parte, il vuoto creato dalla chiusura dei presidi ospedalieri e rappresentato, spesso, il ricorso immediato, utile ed indispensabile in tutti quei casi di urgenza che possono evitare l’accesso al pronto soccorso.
Sopprimere i Punti di Primo Intervento significherebbe depotenziare sensibilmente i servizi sul territorio, moltiplicare i disagi degli utenti e complicare le modalità di accesso alla prima assistenza in caso di bisogno, portandola oltre la soglia dell’accettabile.
L’unico vero risultato che di sicuro verrebbe raggiunto sarebbe quello di ingolfare ancora di più i pronto soccorso di Latina e Terracina , che già vivono condizioni al limite del collasso, diventati sempre più spesso scenari di aggressioni, esasperazioni e proteste da parte degli utenti.
Nello stesso modo, non si può pensare che l’eventuale potenziamento del servizio offerto dal 118 rappresenti un rimedio efficace: diventerebbe solo un mezzo di accesso possibile al pronto soccorso attraverso l’ambulanza con cittadini lasciati in zona parcheggio permanente in attesa di assistenza o visita”.
Per questo motivo meravigliano e anzi preoccupano le affermazioni di qualche politico locale che, in assenza di qualsivoglia provvedimento di revoca dagli atti già adottati da Zingaretti in qualità di Commissario ad acta per la regione Lazio per la chiusura di tutti i PPI entro il 31 dicembre, promette che lo stesso potenzierà questo o quel Punto di Primo Intervento.
Purtroppo la chiusura dei PPI in provincia di Frosinone è la testimonianza del fatto che, nonostante il 15 luglio tutti i sindaci fossero andati in Commissione sanità, ricevendo assicurazioni sul fatto che l'intera Commissione avrebbe scritto a Zingaretti per fermare questa decisione, il giorno 16 luglio sono stati chiusi tutti i PPI.
E' evidente che il Consiglio regionale e i suoi membri non contano più nulla.
Pertanto occorre organizzarsi per difenderci da soli come già abbiamo fatto raccogliendo le quasi 9.000 firme (sì perchè qualcuno ha seguitato a raccoglierle ad ogni buon fine) e ora ci dobbiamo preparare a fare ricorso al TAR non appena sarà pubblicata la delibera con cui il Direttore generale deciderà la chiusura dei sette PPI in provincia di Latina.
Gli amici di Frosinone si sono fidati dei loro amici consiglieri regionali e non hanno fatto ricorso al TAR entro il termine previsto per legge così ora si ritrovano senza più PPI.
Purtroppo in questi casi fidarsi è bene, ma i fatti hanno dimostrato che non fidarsi è meglio.
Una volta chiusi i PPI è più difficile riuscire a farli riaprire.
Pertanto ho già preso contatto con un legale esperto in questo tipo di ricorsi collettivi.
Nel frattempo tutte le mattine vado a vedere se per caso all'albo pretorio della ASL fosse stata pubblicata una certa deliberazione.
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