In molti Comuni i cittadini sono trattati ancora come sudditi.
Uno dei problemi che assillano molti studiosi è rappresentato da come eliminare il divario profondo tra amministratori pubblici e cittadini.
Si tratta di una questione fondamentale per ogni Stato di diritto.
Per molti anni questo problema ha assillato lo studioso Luigi Galateria.
Il professor Galateria avrebbe voluto cancellare questa disparità attraverso l'inserimento della comunità dei cittadini nella gestione della cosa pubblica.
Il prof. Federici, allievo di Galateria affronta questo problema in un suo recente articolo pubblicato quest'anno si "Contabilità pubblica.
Lo scopo delle pubbliche amministrazioni dovrebbe essere quello di
disciplinare «la struttura agli apparati amministrativi nel modo più idoneo
al raggiungimento degli interessi pubblici di cui sono portatori».
Secondo Federici la funzione degli organi collegiali della pubblica amministrazione per il
professor Galateria, si avvicina a quella attribuita da alcuni grandi giuristi al processo: «composizione secondo giustizia» e non
già «composizione pura e semplice della lite».
Dunque «la collegialità, nonostante alcuni svantaggi, si presenta come uno
strumento idoneo per adeguare il soggetto alle esigenze della funzione e
per un più corretto esercizio della discrezionalità»
È per questo preciso motivo che una
buona organizzazione pubblica ha bisogno di una struttura ben modellata
dei vari apparati e di una coerente attribuzione delle funzioni.
Ma dalla teoria alla pratica la strada è lunga e negli enti locali questo divario è sempre presente a causa di organizzazioni burocratiche talora incomprensibili che allungano la filiera decisionale, che escludono il cittadino, ottenendo proprio il contrario di quanto raccomandato dal prof. Galateria.
Serve più partecipazione, più opportunità di democrazia diretta, ma quindi più conoscenza, più informazione.
Nessun commento:
Posta un commento