Il SSN garantisce ai cittadini l’assistenza sanitaria presso le aziende sanitarie locali di residenza, tuttavia chiunque ha diritto a curarsi anche in strutture diverse da quello di residenza o di iscrizione al SSN.
La mobilità può avvenire presso un’azienda della stessa regione e in questo caso sarà la amministrazione regionale a compensare la spesa, ovvero riguardare strutture di un’azienda di un’altra regione.
Con il finanziamento dei Servizi Sanitari Regionali basato su un modello di allocazione territoriale delle risorse con l’attribuzione di quote pro capite per ciascun cittadino residente e con il finanziamento delle strutture erogatrici con corrispettivi unitari per ciascuna prestazione, si è posta la necessità di compensare i costi sostenuti per prestazioni ricomprese nei livelli Essenziali di Assistenza nazionali (LEA), rese a cittadini in ambiti regionali diversi da quelli che hanno ottenuto il finanziamento pro capite.
Abbiamo essenzialmente due tipi di mobilità:
- mobilità attiva: identifica le prestazioni sanitarie offerte a cittadini non residenti ed esprime l’indice di attrazione di una Regione;
- mobilità passiva: identifica le prestazioni sanitarie erogate ai cittadini al di fuori della Regione di residenza ed esprime l’indice di fuga da una Regione.
Allo scopo di definire un accordo per la compensazione della mobilità interregionale in data 20 giugno 2019 la Conferenza Stato regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ha sancito che le prestazioni regolate siano le seguenti:
- Ricoveri ospedalieri e day hospital,
- Medicina generale
- Specialistica ambulatoriale
- Farmaceutica
- Cure termali
- Somministrazione diretta di farmaci
- Trasporti con ambulanza ed elisoccorso
Le altre attività non riportate nell’accordo devono essere addebitate tramite fatturazione diretta.
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